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Impiegate statali in pensione a 65 anni dal 2012, per i tecnici costerà 10 miliardi in più

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Il consiglio dei ministri ha dato il via libera all’equiparazione dell’età delle pensioni di vecchiaia tra uomini e donne nel pubblico impiego. L’Italia ottempera così a una richiesta della Commissione europea sancita a sua volta dalla Corte di Giustizia Ue. Le dipendenti pubbliche andranno in pensione di vecchiaia a 65 anni a partire dal primo gennaio 2012. La modifica all'attuale normativa verrà inserita in un emendamento alla manovra.
Sarà quindi unico lo «scalone» che obbligherà le lavoratrici pubbliche ad andare in pensione di vecchiaia a 65 anni dal 2012, con un innalzamento secco dell'età di pensionamento da 61 a 65 anni. Il risparmio complessivo derivante dall'anticipo al 2012 dell'innalzamento dell'età per andare in pensione sarebbe valutato in 1,450 miliardi tra il 2012 e il 2019. Le risorse che deriveranno dal risparmio dell'innalzamento pensionabile dell'età delle donne andranno in un Fondo vincolato ad «azioni positive» per la famiglia e le donne. Lo ha deciso sempre il Consiglio dei ministri accogliendo la richiesta in tal senso venuta dal ministro per le pari opportunità Mara Carfagna. L'emendamento alla manovra per l'aumento dell'età pensionabile delle donne del pubblico impiego non prevede inoltre una deroga per la «finestra mobile» prevista dalla manovra. le lavoratrici del pubblico impiego andranno quindi in pensione un anno dopo aver raggiunto il requisito di legge.