google.com, pub-4358400797418858, DIRECT, f08c47fec0942fa0 TUTTOPROF.: 01/06/10 - 01/07/10 google.com, pub-4358400797418858, DIRECT, f08c47fec0942fa0

Indagine 2010 sui Social Network: report geo demografico e per traffico

Analisi molto dettagliata dei principali social network in un report pubblicato da Ignite social media.

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Il Miur deve risarcire lo studente che si fa male durante l'ora di educazione fisica

Una sentenza della Corte di Cassazione ha di fatto dichiarato il ministero dell’Istruzione responsabile di tutti quei casi in cui uno studente subisce delle lesioni a seguito di un esercizio attuato senza le adeguate precauzioni: per la scuola c’è l'obbligo “di vigilare sulla sicurezza e sull'incolumità” degli allievi nel tempo in cui fruiscono “della prestazione scolastica in tutte le sue espressioni”.
"Tra insegnante e allievo si instaura, per contatto sociale, un rapporto giuridico nell'ambito del quale il primo assume, nel quadro del complessivo obbligo di istruire ed educare, anche uno specifico obbligo di protezione e vigilanza, onde evitare che l'alunno si procuri da solo un danno alla persona": a sostenerlo è la Corte di Cassazione, che con la sentenza 9325 del 20 aprile ha di fatto dichiarato il ministero dell’Istruzione responsabile di tutti quei casi in cui uno studente subisce delle lesioni a seguito di un esercizio di educazione fisica attuato senza le adeguate precauzioni.

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Gli alunni della scuola materna non devono mai andare in bagno da soli

Con la sentenza n. 9906 la Cassazione ha stabilito che una maestra non può accompagnare i piccoli e tornare subito in classe: se sopravviene un incidente, come quello accaduto alla bimba di 3 anni di una scuola materna di Sava, in provincia di Lecce, feritasi gravemente all’occhio per la rottura della catenella del water, la scuola (e di conseguenza il Miur che dovrà risarcire la famiglia) è sempre responsabile.

Una sentenza sulle responsabilità scolastiche che farà tremare più di un docente. In particolare quelli della scuola dell’infanzia, dove la gestione dei bimbi da tre e sei anni può a volte risultare davvero complicata. Come nel caso di una scuola materna di Sava, in provincia di Lecce, dove una bimba di 3 anni si era procurata un danno all’occhio mentre si trovava in bagno: a provocare l’incidente era stato il gancio delle catenella del water, evidentemente non del tutto assicurato.

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“La Prof. non è degna di mio figlio” e la Cassazione la condanna per ingiuria

Secondo gli ermellini usando certe parole si sconfina “nell'area della denigrazione” perché si imputa alla docente “un comportamento gravemente inosservante dei suoi obblighi”: con la sentenza n. 21264 hanno così confermato la condanna. E determinato un precedente importante. Ma solo in rari casi gi insegnanti ricorrono al Tribunale.
Nel bocciare mio figlio ha "sapientemente" dimenticato di tenere conto dei "progressi del ragazzo: lei non è degna di avere un alunno come Federico". Non è andata per il sottile una mamma di Formia, rivolgendosi per iscritto all’insegnante del figlio, dopo aver appreso della bocciatura di quest’ultimo. La docente non l’ha presa bene. E rivolgendosi al Tribunale delle Repubblica, di Latina, ha avuto giustizia poiché quel gesto è stato ritenuto denigratorio. La mamma ha fatto ricorso, sostenendo che nella lettera non erano contenute offese alla persona, ma solo critiche costruttive nei confronti del suo operato. La Cassazione, qualche giorno fa con la sentenza n. 21264, ha ribadito l’orientamento dei giudici di primo grado confermando la condanna per ingiuria: secondo gli ermellini la lettera non si sarebbe infatti limitata ad una libera espressine civile, ma è sconfinata “nell'area della denigrazione e dell'attribuzione alla docente di un comportamento gravemente inosservante dei suoi obblighi”. Per la Cassazione l’uso di quelle parole “esprime dispregio e offesa alla dignità personale e professionale dell'insegnante, trattata come persona di spessore umano e culturale inferiore a quello dell'allievo”. In poche parole si sarebbe superato il lecito "esercizio del diritto di critica".

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A proposito di incentivi ai docenti "meritevoli"

Il ministro Gelmini è tornata sugli annunciati aumenti agli insegnanti. Il ministro ha specificato che incentiverà solo "quelli bravi" e che verranno sanciti attraverso un progetto contenuto in un disegno di legge pronto per l`autunno: il ddl, almeno nelle intenzioni del primo inquilino del Miur, dovrebbe rivoluzionare la scuola. Tanto che, sempre secondo il ministro, si tratterà della "riforma delle riforme". Gelmini ha anche reso pubblica la quota complessiva dei beneficiari (individuati attraverso apposite commissioni) dell’incremento di stipendio: riguarderà “120-150.000 insegnanti italiani, circa il 30-40 per cento del totale”, debitamente selezionati grazie all’operato di “apposite commissioni”.

Anche questo secondo argomento toccato dal ministro merita qualche riflessione. La prima è meramente numerica: essendo i docenti della scuola italiana circa 800.000, la quota indicata (120-150.000) appare dimezzata rispetto al 30-40 per cento, che infatti corrisponde ad una quota che varia tra i 240.000 ed i 300.000 insegnanti. La seconda riflessione è relativa al fatto che sono passati quasi 20 mesi da quando il ministro Gelmini, durante la trasmissione “Porta a Porta”, rese nota l’intenzione di voler introdurre il modello premiante: un modello che avrebbe dovuto auto-finanziarsi trattenendo nella scuola circa un terzo dei risparmi ottenuti dalle Finanziarie tagli-posti e che avrebbe portato nelle tasche dei docenti più bravi e qualificati tra i 5 e i 7 mila euro lordi. I premi, aveva assicurato nell’occasione Gelmini, scatteranno gradualmente "già a partire dal 2010-2011”. Ora, se la promesse deve essere mantenuta, sarà importante che la macchina organizzativa dell’amministrazione si muova in fretta: a meno che non si vogliano introdurre le modalità di premio ad anno scolastico già avviato (cambiando così in corsa le regole del “gioco”), i tempi per l’introduzione degli incentivi appaiono davvero stretti.
 

La raccolta delle norme che hanno cambiato la scuola con la riforma Gelmini

Pensiamo di rendere un servizio utile al lettore pubblicando la raccolta delle disposizioni più importanti, emanate dal ministro Mariastella Gelmini, che hanno trasformato tutta la scuola italiana: dalla revisione dell’assetto ordinamentale della scuola dell’infanzia e del primo ciclo a quella dell’assetto organizzativo dei licei passando per gli istituti tecnici e professionali. Rivista anche la valutazione degli alunni.
Di seguito è possibile visionare, una per una, le norme, i regolamenti e gli schemi di regolamento che hanno trasformato la scuola italiana e che sono in parte attuativi dell’art. 64 della legge n. 133/2008 e della legge n. 169/2008.
Legge n. 133 del 6 agosto 2008; - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, recante disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria;
Schema decreto interministeriale del 20 settembre 2008 - Schema di piano programmatico del Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze di cui all’art. 64 del decreto legge 25 giugno 2008, n. 112 convertito dalla legge 6 agosto 2008, n. 133;
Legge n. 169 del 30 ottobre 2008; - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 1° settembre 2008, n. 137, recante disposizioni urgenti in materia di istruzione e università;
Decreto del Presidente della Repubblica n. 89 del 20 marzo 2009 - Revisione dell'assetto ordinamentale, organizzativo e didattico della scuola dell'infanzia e del primo ciclo di istruzione ai sensi dell'articolo 64, comma 4, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133;




Il governo approva il contratto dei dirigenti scolastici

Via libera dal Consiglio del Ministri del 24 giugno. Adesso si aspetta la registrazione alla Corte dei Conti. I nuovi stipendi arriveranno a ottobre: 350 euro di aumenti e 11mila di arretrati.
Via libera del Governo al contratto di lavoro dei dirigenti scolastici: lo ha deciso il Consiglio dei Ministri nel corso della seduta del 24 giugno autorizzando il ministro Renato a Brunetta ad esprimere il parere favorevole sulla ipotesi di accordo sottoscritta un mese fa da Aran e sindacati.

Appena ricevuto l’ok del Governo l’Aran ha provveduto a trasmettere contratto e relativa relazione tecnica alla Corte dei conti che avrà adesso tempo 15 giorni per pronunciarsi.
Subito dopo la pronuncia della magistratura contabile il contratto dovrà essere definitivamente firmato dalle parti: si prevede che questo ultimo adempimento possa arrivare entro la fine di luglio.
Le Direzioni provinciali del Tesoro, che provvedono alla liquidazione degli stipendi, dovranno poi adeguare le retribuzioni entro i successivi 30 giorni.
In concreto i 10mila dirigenti scolastici italiani avranno il nuovo stipendio a partire dal mese di ottobre.
Gli aumenti si aggirano sui 350 euro lordi mensili (la somma comprende però qualche decina di euro di indennità vacanza contrattuale già erogata in precedenza).
Con lo stipendio di ottobre verranno liquidati anche gli arretrati contrattuali (11mila euro circa che - detratti oneri sociali e fiscali - diventeranno 6mila netti).

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Proposta di legge della lega nord sul reclutamento del personale docente della scuola

Segnalo in allegato un interessante articolo tratto da ScuolaOggi di Osvaldo Roman che ci informa dettagliatamente su quanto la Lega Nord vorrebbe mettere in cantiere per arrivare a definire organici regionali "puri" Se pensavamo di aver toccato il fondo....il fondo è ancora lontano e orrido!....Ma SI PUO' EVITARE!!!

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Blocco degli scatti, Tremonti ci ripensa?

Marcia indietro del governo sul blocco degli scatti stipendiali degli insegnanti? Sembra proprio di sì. Lo ha annunciato, durante un incontro con i sindacati della scuola, lo stesso ministro dell'Economia, Giulio Tremonti. "Una quota dei risparmi provenienti dal blocco nella scuola, destinata al miglioramento delle scuole e al personale - ha annunciato Tremonti - può essere destinata ai docenti". Una presa di posizione che fa tirare un sospiro di sollievo ai circa 700 mila insegnanti italiani, per i quali il contratto della scuola prevede scatti stipendiali automatici ogni sei anni che la manovra Finanziaria appena approvata congela per tre anni..

All'incontro erano presenti Cisl e Uil scuola, Gilda degli insegnanti e Snals che da tempo pressano per una soluzione al problema. E che, a questo punto, considerano le dichiarazione di Tremonti una vittoria. "Va bene - ha spiegato l'inquilino di via XX Settembre - applicare il congelamento ma non possiamo bloccare due cose: noi pensiamo che il 30 per cento sia fuori dal congelamento". E "non c'è un'eccezione - ha proseguito il ministro - ma la conservazione di un meccanismo che fa parte dei contratti, si tratta di un oggetto acquisito che non può essere tolto in modo retroattivo e che contiene un valore. Parte dei risparmi può essere acquisita e gestita ma vanno fatte delle verifiche, in base alle quali una parte può essere utilizzata".

"L'azione di un sindacato - dichiara Francesco Scrima, leader della Cisl scuola - si giudica dai risultati che produce: l'impegno assunto dal Governo di modificare la manovra finanziaria in modo da rendere possibile il mantenimento delle progressioni di anzianità previste dal contratto scuola vigente dimostra che la Cisl, percorrendo in piena autonomia la via del confronto e del negoziato, ha fatto la scelta giusta e ha agito bene". Una frecciatina alla Flc Cgil che risponde conil suo segretario Mimmo Pantaleo. "La coerenza non è una variabile indipendente nei comportamenti delle organizzazioni, comprese quelle sindacali. Non si può dichiarare prima che la manovra è equa e poi chiedere modifiche quando le proteste dei lavoratori ti impongono di farlo", risponde Pantaleo. "Si è preso finalmente atto della giustezza delle nostre rivendicazioni - aggiunge Massimo Di Menna della Uil scuola - la chiarezza e la concretezza delle nostre iniziative, in sintonia con l'azione confederale, cominciano a dare i primi frutti".


Bruno Benelli: Pensioni e finestre ecco la bussola per orientarsi

Nuove e più restrittive finestre ad personam, stretta sulle pensioni di invalidità civile, sotto torchio il pubblico impiego sul versante degli stipendi e sul pagamento a spizzichi e bocconi del trattamento di fine rapporto. È tanta la carne che il decreto legge 78 del 31 maggio ha messo sulla bollente griglia della riforma previdenziale. E che ha creato malumori e preoccupazioni in tutti i lavoratori, specie in quelli che sono prossimi al pensionamento.

Le nuove finestre

Le attuali finestre fatte a blocchi di quattro e sei mesi vanno in soffitta. Dal prossimo anno nasce la finestra personale: si va in pensione 12 mesi dopo quello in cui sono stati raggiunti i requisiti per il diritto. Per i lavoratori autonomi il ritardo sale a 18 mesi. Esempio: se il sig. Rossi maturerà i requisiti afebbraio 2011, la pensione sarà sua da marzo 2012 (se dipendente) e da agosto 2012 (se autonomo o parasubordinato). E questo vale per le pensioni di invalidità e vecchiaia. Sono fuori dal sistema le pensioni ai superstiti e quelle di invalidità.

La scuola

Nessuna modifica per la scuola: si continuerà ad andare in pensione una sola volta l’anno, il 1° settembre ( 1° novembre per le accademie di danza, musica, conservatori, università, ecc.). E continua a valere l’agevolazione secondo cui i requisiti per il pensionamento possono essere raggiunti anche dopo l’uscita dalla scuola, ma in ogni caso entro il 31 dicembre dello stesso anno.

Cos'è Erasmus?

Il Programma settoriale Erasmus risponde alle esigenze didattiche e di apprendimento di tutte le persone coinvolte nell’istruzione superiore di tipo formale e nell’istruzione e formazione professionali di terzo livello, nonché degli istituti e delle organizzazioni che sono preposti a questo tipo di istruzione e formazione o lo agevolano nei Paesi partecipanti.

Gli Istituti di istruzione superiore eleggibili interessati a partecipare devono essere in possesso della Carta Universitaria Erasmus (EUC) (leggi il documento), che può essere:


standard e estesa (nel caso in cui si voglia realizzare anche mobilità studenti per tirocini)

estesa (nel caso in cui si voglia realizzare solo mobilità studenti per tirocini)

Obiettivi specifici

•sostenere la realizzazione di uno spazio europeo dell’istruzione superiore

•rafforzare il contributo fornito dall’istruzione superiore e dall’istruzione professionale avanzata al processo di innovazione

Obiettivi operativi

•migliorare la qualità e aumentare il volume della mobilità di studenti e personale docente in tutta Europa, in modo da raggiungere la partecipazione di almeno tre milioni di studenti entro il 2012

•migliorare la qualità ed incrementare la cooperazione multilaterale tra gli istituti di istruzione superiore e tra questi ultimi e le imprese

•accrescere il livello di trasparenza e compatibilità tra le qualifiche dell’istruzione superiore e dell’istruzione professionale avanzata conseguite in Europa

•favorire lo sviluppo di prassi innovative nell'istruzione e nella formazione a livello terziario nonché il loro trasferimento da un Paese partecipante ad altri

•promuovere lo sviluppo, nel campo dell'apprendimento permanente, di contenuti, servizi, soluzioni pedagogiche e prassi innovativi basati sulle TIC (Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione)

Le azioni previste

Azioni decentrate – Procedura AN

(il cui ciclo di vita dei progetti è gestito interamente dall’Agenzia Nazionale LLP):

Mobilità studenti (SMS/SMP)




Azioni centralizzate – Procedura COM

(il cui ciclo di vita dei progetti è gestito interamente dalla Commissione Europea tramite l’Agenzia Esecutiva):




Destinatari

•studenti e persone in formazione che seguono un qualsiasi tipo di istruzione e formazione terziaria

•Istituti di istruzione superiore indicati dagli Stati membri

•personale docente, formatori e altro personale di tali istituti

•associazioni e rappresentanti dei soggetti coinvolti nell’istruzione superiore, comprese le associazioni degli studenti, delle università e degli insegnanti/formatori

•imprese, parti sociali e altri rappresentanti del mondo del lavoro

•organismi pubblici e privati, comprese le organizzazioni senza scopo di lucro e le ONG, responsabili dell’organizzazione e dell’erogazione dell’istruzione e della formazione a livello locale, regionale e nazionale

•centri e istituti di ricerca che si occupano delle tematiche dell’apprendimento permanente

•organismi che forniscono servizi di orientamento, consulenza e informazione relativi a qualsivoglia aspetto dell’apprendimento permanente

Le novità rispetto al Socrates II:

•Tirocini (Student Placement) degli studenti presso imprese, centri di formazione, centri di ricerca ed altre organizzazioni

•Formazione di personale docente e non docente presso Istituti di istruzione superiore e imprese (Staff Training)

•Riduzione del periodo minimo di mobilità docenti a 5 ore di docenza

•Riduzione del periodo massimo di mobilità docenti a 6 settimane

•Gestione degli IP (Intensive Programme) da parte dell’Agenzia Nazionale LLP

•Tre nuove tipologie di Progetti multilaterali:

◦Cooperazione tra università ed imprese

◦Modernizzazione dell’istruzione superiore

◦Campus virtuali

•Partecipazione dei consorzi alla mobilità degli studenti SM - Placement

Infokit Erasmus e Jean Monnet

E' possibile consultare l'Infokit Erasmus e Jean Monnet messo a disposizione dall'Agenzia Esecutiva e riportante tutte le novità per l'Istruzione Superiore.

Sviluppi dell'Istruzione superiore nel sistema italiano:



(Marzo 2007)

Cos'è Comenius?

Il programma settoriale Comenius riguarda tutto l'arco dell'istruzione scolastica, dalla scuola dell'infanzia fino al termine degli studi secondari superiori: risponde alle esigenze didattiche e di apprendimento di tutte le persone, gli istituti e le organizzazioni coinvolte in questo tipo di istruzione.

Obiettivi specifici

- Sviluppare la conoscenza e la comprensione della diversità culturale e linguistica europea e del suo valore

- Aiutare i giovani ad acquisire le competenze di base necessarie per la vita e le competenze necessarie ai fini dello sviluppo personale, dell'occupazione e della cittadinanza europea attiva.

Gli obiettivi operativi del programma sono i seguenti:

•migliorare la qualità e aumentare il volume della mobilità degli scambi di allievi e personale docente nei vari Stati membri

•migliorare la qualità e aumentare il volume dei partenariati tra istituti scolastici di vari Stati membri, in modo da coinvolgere in attività educative congiunte almeno 3 milioni di allievi nel corso della durata del programma

•incoraggiare l'apprendimento delle lingue straniere moderne

•promuovere lo sviluppo, nel campo dell'apprendimento permanente, di contenuti, servizi, soluzioni pedagogiche e prassi innovative basati sulle TIC

•migliorare la qualità e la dimensione europea della formazione degli insegnanti

•migliorare le metodologie pedagogiche e la gestione scolastica.

Le attività previste


rientrano in questa attività gli scambi di alunni e personale della scuola, la mobilità individuale degli alunni, l'assistentato per futuri insegnanti, la possibilità per il personale docente di effettuare tirocini presso istituti scolastici o imprese, la formazione in servizio per il personale docente e le visite preparatorie per mobilità, partenariati, progetti o reti.


Rientrano in questa attività i progetti di cooperazione scolastica bilaterali e multilaterali e i partenariati Comenius Regio.

(azione centralizzata gestita dall'Agenzia Esecutiva)

(azione centralizzata gestita dall'Agenzia Esecutiva)


e altre iniziative volte a promuovere gli obiettivi del programma Comenius


fonte: LLP 


La mobilità nella formazione dei docenti in Europa 2009

Questa ricerca, commissionata dalla Direzione Generale per gli Affari Internazionali del MIUR all’Unità italiana di Eurydice e all’Ufficio Comenius dell’Agenzia LLP offre un’analisi comparativa tra il quadro normativo di riferimento comunitario e le politiche settoriali volte a favorire la mobilità, messe in atto nei paesi europei, con uno sguardo specifico alla situazione italiana.
In particolare, gli aspetti che sono stati esaminati nel quadro normativo dei vari paesi dell’Unione Europea sono quelli relativi al ruolo e all’importanza accordati dalla legislazione alla mobilità transnazionale dei docenti in servizio e in formazione iniziale.
La ricerca si è concentrata anche sulle modalità di svolgimento della formazione all’estero e sul suo riconoscimento. Si è cercato, inoltre, di capire quali siano i principali ostacoli alla mobilità e se i vari Stati membri abbiano messo in atto misure volte al loro superamento.
Infine, nella seconda parte, la ricerca si è concentrata sull’analisi delle opportunità di mobilità offerte ai docenti italiani dal sottoprogramma Comenius, all’interno del Programma Socrates, prima, e del Programma d'azione comunitaria nel campo dell'apprendimento permanente, o Lifelong Learning Programme (LLP), dopo.


L'integrazione scolastica dei bambini immigrati in Europa

Misure per favorire :


– la comunicazione con le famiglie immigrate

– l’insegnamento della lingua d'origine dei bambini immigrati

Guarda la Guida in pdf

Il sistema scolastico Svedese

Guarda l'organizzazione del sistema scolastico in Svezia

Il sistema scolastico Spagnolo

Guarda l'organizzazione del sistema scolastico in Spagna

Il sistema scolastico Tedesco

Guarda l'organizzazione del sistema scolastico in Germania

Il sistema scolastico Francese

Guarda l'organizzazione del sistema scolastico in Francia

Il sistema scolastico Inglese

Guarda l'organizzazione del sistema scolastico in Inghilterra in pdf

L'Obbligo scolastico nei paesi del ’Unione europea

Dai dati dell'Eurybase e della  banca dati Eurydice l'elenco completo dei sistemi educativi europei.

Guarda l'indagine

Come cambiano Scuola e Università

Guarda la Guida alla Riforma sul sito del MIUR

Il percorso per la certificazione delle competenze

Guarda sul sito del MIUR le indicazioni nazionali sulla certificazione delle competenze


Tutte le traccie preferite alla Maturità

Dai primi dati rilevati dal Miur, la traccia preferita dagli studenti che oggi hanno affrontato la prima prova dell’Esame di maturità è stata il saggio breve di ambito socio-economico “La ricerca della felicità”, scelta dal 36,9% dei ragazzi.
Al secondo posto, con il 25,3% tra le preferenze dei maturandi, il tema di ordine generale dedicato a “Scopi e usi della musica nella società contemporanea”. Segue il saggio breve tecnico-scientifico “Siamo soli?”, al terzo posto con il 19%.
Il 9,2% degli studenti ha scelto il saggio breve di ambito artistico-letterario “Piacere e piaceri”. L’analisi del testo della Prefazione de “La ricerca delle radici. Antologia personale” di Primo Levi è stata svolta dal 4,7%.
Il saggio breve storico-politico “Il ruolo dei giovani nella storia e nella politica. Parlano i leader” è stato affrontato dal 4,3% dei ragazzi. Lo 0,6% ha scelto il tema storico sulle foibe.
“Avrei scelto la traccia sui giovani e i leader - ha dichiarato il ministro Mariastella Gelmini - perchè dimostra che la politica, in ogni epoca storica, non può prescindere dal ruolo e dalla forza ideale dei giovani”.

Guarda tutte le prove

fonte: MIUR

Per il MIUR aumentano i bocciati e i cinque in condotta

Aumentano le bocciature nella scuola italiana: il 5,7% degli studenti della quinta superiore non è stato ammesso agli esami di maturità mentre i cinque in condotta, secondo le proiezioni, dovrebbero essere quest'anno circa 10 mila.
Lo dice una nota del Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca, che riporta le proiezioni elaborate sulla base dei primi dati parziali delle scuole medie e superiori.
Secondo i dati del Miur, aumenta dal 10,9% all'11,4% il numero complessivo di studenti non ammessi alla classe successiva nelle scuole secondarie di secondo grado, con la percentuale di bocciati maggiore al primo anno (15,3%) e poi decrescente negli anni seguenti.
Cresce di circa un punto percentuale il numero di maturandi obbligati a ripetere l'anno, con il maggior aumento relativo al liceo classico (dal 3,5% al 4,2%) e con la punta massima negli istituti tecnici (14,4% nel 2009/2010).
Più contenuto, invece, il numero di non ammessi alle classi successive nella scuola media: pari al 4,3% nel primo e nel secondo anno. Il 3,5% degli studenti non è stato invece ammesso agli esami di terza media.

Gigi Proietti recita "il Lonfo" di Narciso Vanesi

Lo Scolaro di Aldo Fabrizi




DECRETO 4 giugno 2010 sul Test di italiano per il permesso di soggiorno

MINISTERO DELL'INTERNO

DECRETO 4 giugno 2010



Modalita' di svolgimento del test di conoscenza della lingua italiana, previsto dall'articolo 9 del decreto legisaltivo 25 luglio 1998, n. 286, introdotto dall'articolo 1, comma 22, lettera i) della legge n. 94/2009. (10A07303)

IL MINISTRO DELL'INTERNO di concerto con IL MINISTRO DELL'ISTRUZIONE,DELL'UNIVERSITA' E DELLA RICERCA

Visto l'art. 9 del decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286, e successive modifiche, concernente il permesso di soggiorno Ce per soggiornanti di lungo periodo;

Visto in particolare il comma 2-bis dell'art. 9 del decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286, introdotto dall'art. 1, comma 22,lettera i) della legge 15 luglio 2009, n. 94, che subordina il rilascio del permesso di soggiorno Ce per soggiornanti di lungo periodo al superamento di un test di conoscenza della lingua italiana, le cui modalita' di svolgimento sono determinate con decreto del Ministro dell'interno di concerto con il Ministro
dell'istruzione, dell'universita' e della ricerca;

Visti gli articoli 16 e 17 del decreto del Presidente della Repubblica 31 agosto 1999, n. 394 recante le norme di attuazione del testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell'immigrazione e norme sulla condizione dello straniero, a norma dell'art. 1, comma 6, del decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286;

Visto il Quadro comune di riferimento europeo per la conoscenza delle lingue approvato dal Consiglio d'Europa;

Decreta:

Art. 1

Oggetto e ambito di applicazione

1. Il presente decreto fissa le modalita' di svolgimento del test di conoscenza della lingua italiana al cui superamento e' subordinato il rilascio del permesso di soggiorno Ce per soggiornanti di lungo periodo, previsto dall'art. 9 del decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286, recante il «Testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell'immigrazione e norme sulla condizione dello straniero», di seguito Testo unico.

2. Le disposizioni del presente decreto si applicano a tutti gli stranieri che chiedono il rilascio del permesso di soggiorno Ce per soggiornanti di lungo periodo ai sensi dell' art. 9 del Testo unico,ed ai familiari per i quali puo' essere richiesto il permesso di soggiorno Ce per soggiornanti di lungo periodo, ai sensi del comma 1
del medesimo art. 9, salvo quanto previsto al comma 3.

3. Le disposizioni del presente decreto non si applicano:

a) ai figli minori degli anni quattordici, anche nati fuori dal matrimonio, propri e del coniuge;

b) allo straniero affetto da gravi limitazioni alla capacita' di apprendimento linguistico derivanti dall'eta', da patologie o da handicap, attestate mediante certificazione rilasciata dalla struttura sanitaria pubblica.

Art. 2

Disposizioni sulla conoscenza della lingua italiana

1. Per il rilascio del permesso di soggiorno Ce per soggiornanti di lungo periodo, lo straniero deve possedere un livello di conoscenza della lingua italiana che consente di comprendere frasi ed espressioni di uso frequente in ambiti correnti, in corrispondenza al livello A2 del Quadro comune di riferimento europeo per la conoscenza delle lingue approvato dal Consiglio d'Europa.

2. Al fine della verifica della conoscenza della lingua italiana, conforme al livello indicato al comma 1, lo straniero effettua uno apposito test, secondo le modalita' indicate dall'art. 3.

Art. 3

Modalita' di svolgimento del test di conoscenza della lingua italiana

1. Lo straniero presenta, con modalita' informatiche, la richiesta di partecipazione al test di conoscenza della lingua italiana alla prefettura territorialmente competente in base al domicilio del richiedente. La richiesta contiene, a pena di inammissibilita', l'indicazione delle generalita' del richiedente, i dati relativi al titolo di soggiorno, compresa la scadenza e la tipologia, i dati del documento valido per l'espatrio, e l'indirizzo presso cui lo straniero intende ricevere la convocazione per lo svolgimento della prova.

2. La prefettura convoca, entro sessanta giorni dalla richiesta, lo straniero per lo svolgimento del test di conoscenza della lingua italiana, indicando il giorno, l'ora ed il luogo in cui lo straniero si deve presentare.

3. Il test si svolge, previa identificazione dello straniero a cura del personale della prefettura ed esibizione della convocazione, con modalita' informatiche, ed e' strutturato sulla comprensione di brevi testi e sulla capacita' di interazione, in conformita' ai parametri adottati, per le specifiche abilita', dagli Enti di certificazione di cui all'art. 4, comma 1, lettera a). Il contenuto delle prove che compongono il test, i criteri di assegnazione del punteggio e la durata della prova sono stabiliti in collaborazione con un Ente di certificazione compreso tra quelli indicati all'art. 4, comma 1, lettera a), a seguito di apposita convenzione da stipulare con il Ministero dell'interno. Alla stipula della convenzione si provvede nei limiti delle risorse finanziarie disponibili a legislazione vigente, senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica. Per superare il test il candidato deve conseguire almeno l'ottanta per cento del punteggio complessivo.

4. A richiesta dell'interessato il test di cui al comma 3 puo' essere svolto con modalita' scritte di tipo non informatico, fermi restando l'identita' del contenuto della prova, i criteri di valutazione ed il limite temporale, fissati per il test svolto con modalita' informatiche.

5. Il risultato della prova e' comunicato allo straniero ed e' inserito a cura del personale della prefettura nel sistema informativo del Dipartimento per le liberta' civili e l'immigrazione del Ministero dell'interno. In caso di esito negativo, lo straniero puo' ripetere la prova, previa richiesta presentata ai sensi del comma 1.

Art. 4

Modalita' ulteriori per l'accertamento della conoscenza della lingua italiana

1. Fermo restando quanto previsto dall'art. 2, comma 1, non e' tenuto allo svolgimento del test di cui all'art. 3 lo straniero:

a) in possesso di un attestato di conoscenza della lingua italiana che certifica un livello di conoscenza non inferiore al livello A2 del Quadro comune di riferimento europeo per la conoscenza delle lingue approvato dal Consiglio d'Europa, rilasciato dagli enti certificatori riconosciuti dal Ministero degli affari esteri e dal
Ministero dell'istruzione, dell'universita' e della ricerca, indicati nell'allegato A, che costituisce parte integrante del presente decreto;

b) che ha frequentato un corso di lingua italiana presso i Centri provinciali per l'istruzione degli adulti di cui all'art. 1, comma 632, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, e successive modifiche e integrazioni, ed ha conseguito, al termine del corso, un titolo che attesta il raggiungimento di un livello di conoscenza della lingua italiana non inferiore al livello A2 del Quadro comune di riferimento europeo per la conoscenza delle lingue, approvato dal Consiglio d'Europa;

c) che ha ottenuto, nell'ambito dei crediti maturati per l'accordo di integrazione di cui all'art. 4-bis del Testo unico, il riconoscimento di un livello di conoscenza della lingua italiana non inferiore al livello A2 del Quadro comune di riferimento europeo per la conoscenza delle lingue, approvato dal Consiglio d'Europa;

d) che ha conseguito il diploma di scuola secondaria di primo o secondo grado presso un istituto scolastico appartenente al sistema italiano di istruzione di cui all'art. 1 della legge 10 marzo 2000, n. 62 o ha conseguito, presso i centri provinciali per l'istruzione di cui alla lettera b), il diploma di scuola secondaria di primo o di secondo grado, ovvero frequenta un corso di studi presso una Universita' italiana statale o non statale legalmente riconosciuta, o frequenta in Italia il dottorato o un master universitario;

e) che e' entrato in Italia ai sensi dell'art. 27, comma 1, lettere a), c) d), e q), del Testo unico e svolge una delle attivita' indicate nelle disposizioni medesime.

2. Nei casi previsti dalle lettere a), b) e d) del comma 1, lo straniero allega alla documentazione richiesta dall'art. 16 del decreto del Presidente della Repubblica 31 agosto 1999, n. 394, per il rilascio del permesso di soggiorno Ce per soggiornanti di lungo periodo, copia autentica dei titoli di studio o professionali conseguiti e dei certificati di frequenza richiesti. Nei casi previsti dalle lettere c) ed e) del comma 1, lo straniero allega alla documentazione richiesta per il rilascio del permesso di soggiornouna dichiarazione sul titolo di esonero posseduto.

3. Lo straniero affetto da gravi limitazioni alla capacita' di apprendimento linguistico derivanti dall'eta', da patologie o handicap, di cui all'art. 1, comma 3, lettera b), allega la certificazione rilasciata dalla struttura sanitaria pubblica alla documentazione richiesta dall'art. 16 del decreto del Presidente della Repubblica 31 agosto 1999, n. 394.

Art. 5

Verifica dell'esito del test ai fini del rilascio  del permesso di soggiorno

1. Ai fini del rilascio del permesso di soggiorno Ce per soggiornanti di lungo periodo, la questura verifica la sussistenza del livello di conoscenza della lingua italiana indicato all'art. 2, comma 1, attraverso il riscontro dell'esito positivo del test riportato nel sistema informativo del Dipartimento per le liberta' civili e l'immigrazione del Ministero dell'interno, di cui all'art.3, comma 5.

2. Nei casi previsti dall'art. 4, comma 1, lettere a), b), e d), la verifica di cui al comma 1 e' effettuata dalla questura attraverso il riscontro della documentazione da allegare alla richiesta di rilascio del permesso di soggiorno e, nei casi previsti dall'art. 4, comma 1, lettere c) ed e) attraverso l'accertamento delle condizioni o dei titoli dichiarati dallo straniero.

Art. 6

Ruolo del prefetto e dei consigli territoriali per l'immigrazione

1. Il prefetto territorialmente competente, individua in ambito provinciale le sedi per lo svolgimento del test di cui all'art. 3, anche attraverso accordi con gli enti locali e le istituzioni scolastiche.

2. I consigli territoriali per l'immigrazione di cui all'art. 3, comma 6, del Testo unico, anche attraverso accordi con enti pubblici e privati e con associazioni attive nel campo dell'assistenza agli immigrati, nell'ambito delle risorse statali e comunitarie disponibili, promuovono progetti di informazione per illustrare le modalita' di attestazione della conoscenza della lingua italiana ai fini del rilascio del permesso di soggiorno CE per soggiornanti di lungo periodo e progetti per la preparazione al test di cui all'art. 3.

Art. 7

Disposizioni finali ed entrata in vigore

1. Dall'attuazione delle disposizioni del presente decreto non devono derivare nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica.

2. Il presente decreto sara' pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana e si applica a decorrere dal centottantesimo giorno successivo a quello della sua pubblicazione.

Roma, 4 giugno 2010

Il Ministro dell'interno Maroni

Il Ministro dell'istruzione, dell'universita' e della ricerca Gelmini

Registrato alla Corte dei conti il 9 giugno 2010

Ministeri istituzionali - Interno, registro n. 6, foglio n. 359

Allegato A

(art. 4, comma1, lettera a) Enti certificatori riconosciuti dal Ministero degli affari esteri e dal Ministero dell'istruzione, dell'universita' e della ricerca:

1) Universita' degli studi di Roma Tre;

2) Universita' per stranieri di Perugia;

3) Universita' per stranieri di Siena;

4) Societa' Dante Alighieri.

Test di ammissione all'Università

Prova il test di ammissione, le domande facoltà per facoltà e le informazioni essenziali.

- Architettura
- Medicina, Odontoiatria, Veterinaria
- Area Economico-Giuridica
- Lauree triennali delle professioni sanitarie
- Ingegneria
- Area Formazione
- Psicologia
- Comunicazione
- Scienze motorie
- Area Scientifica (orientativi)
- Area Umanistica (orientativi)

Orientamento alla scelta universitaria

Andare all’università? Sì, ma quale? I percorsi universitari sono una giungla! E poi, per decidere, è meglio seguire il cuore o la ragione? I tuoi dubbi sono normali. Per questo è nato AlmaOrièntati, il percorso di orientamento alla scelta universitaria messo a punto dal Consorzio Interuniversitario AlmaLaurea.

Vai al Percorso

Borse di studio della DG Interpretazione (JICS)

Ogni anno la Direzione Generale Interpretazione mette a disposizione borse di studio rivolte a studenti di tutte le discipline che siano stati accettati in un corso di formazione post-laurea (a tempo pieno) in interpretazione, offerto da un'università riconosciuta o da un istituto a livello universitario. L'importo della somma è di €2200 per coloro che studiano in uno degli Stati membri, e €1500 per studenti dei paesi in fase di accesso. Altri €500 sono assegnati a coloro che cambiano il proprio paese di residenza per frequentare il corso. La scadenza per la presentazione della domanda è il 16 Luglio 2010, mentre la scadenza per la presentazione dei dossiers completi è il 17 Settembre 2010.


Per ulteriori informazioni clicca qui


Che cos'è l'Europass?

Un passaporto per l'Europa delle opportunità

In occasione del Consiglio Europeo di Lisbona del marzo 2000, le Istituzioni europee, insieme ai Paesi membri, hanno individuato strumenti in grado di promuovere, nello spazio europeo, la libera circolazione dei cittadini, dei loro titoli e curriculum, per fare dell'Europa "la società della conoscenza più dinamica e competitiva del mondo".

Tra questi strumenti c’è EUROPASS (Decisione n.2241/2004/CE), un insieme di documenti aggregati in un Dossier e pensati con l´obiettivo di rendere più trasparenti e leggibili i titoli, le qualifiche e le competenze acquisite nell´ambito di contesti di apprendimento formali, non formali e informali.

I documenti che al momento fanno parte del pacchetto Europass sono:

•L´Europass Curriculum Vitae e l´Europass Passaporto delle Lingue, utili per descrivere le proprie esperienze e competenze, sono fruibili in autocompilazione;

•Il Supplemento al Diploma e il Supplemento al Certificato, sono supplementi utili per tradurre in modo trasparente i contenuti e il valore di titoli e qualifiche e sono prodotti dalle istituzioni che rilasciano i titoli originali (scuole, università e agenzie formative);

•L´Europass-mobilità utile in caso di esperienze di studio all'estero rilasciato dal Centro Nazionale Europass Italia.
 
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Volontariato sociale nel mondo

Rivolto a giovani dai 18 ai 30 anni.
I progetti (la cui durata varia da 35 a 40 ore a settimana) sono differenti e si inseriscono in particolare nei seguenti settori:

- sociale: esiste una rete d'associazioni locali che si occupa delle esigenze di famiglie più bisognose (assistenza sanitaria, assistenza nella vita quotidiana, ascolto delle loro esigenze, ...)
- educazione: a seconda delle tue competenze, assisterai alcuni professori in classe, farai l'allenatore sportivo per i bambini, darai una mano alla manutenzione delle scuole...


sono localizzati in: Sudafrica, Argentina, Africa dell'ovest, Canada, Costa Rica, Ecuador, Guatemala, India, Perù, Tailandia, Cina

Guarda i programmi

Programma ospitalità alunni stranieri

Il programma di ospitalità offre alle famiglie italiane l’opportunità di condividere la propria vita e cultura con uno studente straniero per la durata di un anno, un semestre o un trimestre scolastico.

Scarica il programma

Lavoro, Stage e Volontariato

Programmi per over 18
Imparare le lingue lavorando e aiutando nel mondo

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Soggiorni scolastici all'estero

Da un anno a un mese di studio all’estero, frequenza riconosciuta dal Ministero dell’Istruzione.
per ragazzi da 15 a 18 anni

Scarica il Programma


Prova Invalsi: alcuni consigli e test di esercitazione

La prova avrà delle domande a risposta multipla e altre domande a risposta aperta ed è diviso in due parti.


La prima parte è quella in italiano e si suddivide a sua volta in due parti, comprensione della lettura, cioè di un testo narrativo, e i quesiti cui rispondere. La seconda prova INVALSI è in matematica e avrà quesiti a scelta multipla e a risposta aperta su: numeri, geometria, relazioni e funzioni, misure, dati e previsioni.

Più in dettaglio l’esame di italiano prevede 25 domande: 15 domande sulla comprensione della lettura e 10 domande che riguardano la riflessione sulla lingua (conoscenze grammaticali).

L’esame di matematica invece prevede 22 domande sui principali argomenti affrontati nei tre anni delle media.

Ecco le diverse fasi pratiche in cui si struttura l’esame domani mattina:

1 – consegna del primo fascicolo (italiano) ad ogni candidato;

2 – lettura ed illustrazione delle istruzioni per la compilazione;

3 – inizio e fine del lavoro (60 minuti);

4 – ritiro da parte della Commissione del primo fascicolo;

5 – pausa (15 minuti circa);

6 – consegna del secondo fascicolo (matematica);

7 – inizio e fine del lavoro (60 minuti);

8 – ritiro del secondo fascicolo;

9 – fine della prova.

In tutto questo gli studenti non devono agitarsi inutilmente e devono restare tranquilli nell’approcciarsi ai test: ecco dei consigli per affrontare i test INVALSI  .

Molti test per esercitarsi sulla prova INVALSI di italiano e matematica per la terza media sono sul sito della casa editrice Zanichelli, si tratta di test che consentono anche delle simulazioni d’esame:
- italiano;
- matematica.

Anche sul sito de Il Sole 24 ORE c’è una selezione delle domande INVALSI (che sono state poste negli anni precedenti) e le relative soluzioni, test che possono essere un utile ripasso per gli studenti: ecco quelli in matematica e i test di italiano.

Ecco le prove dell’Esame di Stato I Ciclo 2007 – 2008, si possono utilizzare per esercitarsi e per familiarizzare con le prove (documenti in PDF):


- Fascicolo della prova di italiano 2007 – 2008;

- Griglie di correzione della prova di italiano 2007 – 2008 ;

- Fascicolo della prova di matematica 2007 – 2008 ;

- Griglie di correzione della prova di matematica 2007 – 2008 .

Ecco le prove dell’Esame di Stato I Ciclo 2008 – 2009 (in PDF):

- Fascicolo della prova di italiano 2008 – 2009 ;

- Fascicolo della prova di matematica 2008 – 2009 ;

- Griglie di correzione 2008 – 2009 .

Alcuni altri esempi di prove di italiano sono qui, qui e qui; ed ecco un esempio della prova di matematica

fonte: bnotizie.com


Zanichelli Test: il sistema di esercizi interattivi della Zanichelli

Sito utile sia per gli insegnanti che per gli studenti, delle scuole medie e superiori.

- L'insegnante può assegnare compiti per casa da fare al computer, scaricare test dall'archivio e adattarli alle proprie esigenze, controllare con il registro elettronico i lavori fatti dagli studenti.
- Lo studente può esercitarsi in modo utile e divertente,  ripassare utilizzando la correzione automatica dei test e controllare il proprio grado di preparazione.

Vai a Zanichelli Test 



2 parole sulla Manovra Economica e i tagli alla Scuola

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Tutto avrei immaginato in vita mia fuorché rimpiangere il prestito forzoso che impose Prodi nel 1996 allorquando, per entrare in Europa, mise le mani nei conti correnti degli italiani, di tutti gli italiani. Oltretutto parte di quel prelievo lo restituì ad ingresso avvenuto. Ne abbiamo dette di tutti i colori di quella manovra ma a confronto di quella che sta per essere varata in questi giorni è un sollucchero. Questo decreto legge non colpisce tutti gli italiani colpisce solo gli statali (forze armate e ministeriali) e, a ben vedere, c’è da chiedersi se gli statali siano italiani, dal momento che viene pubblicizzata accompagnandola con lo slogan “non abbiamo messo le mani in tasca agli italiani”. E c’è anche da chiedersi se un provvedimento che colpisce così palesemente solo una parte degli italiani sia costituzionale ma, anche in questo caso, visto che chi doveva firmarla l’ha firmata non ravvisando alcuna imparzialità, vuol dire che, forse, gli statali non fanno testo.

Tutto bene quindi, “non sono state messe le mani nelle tasche agli italiani”, la missione è compiuta, il grande feticcio è salvo e soprattutto è salvo il “popolo delle partite IVA”, il grande serbatoio di voti di questo Governo (e dell’evasione fiscale).
Per gli statali beh…cosa vogliono…sono stati sempre dei privilegiati, non hanno perso il posto (e chi lo ha detto?), hanno goduto di aumenti superiori alla media (ma gli insegnanti non erano i peggio pagati d’Europa?), hanno la pensione… (ormai…alla memoria).
Di fronte alle osservazioni che piovono in questi giorni i rappresentanti del Governo hanno la risposta pronta: dovevamo ridurre la spesa pubblica…anche gli altri stati lo hanno fatto…le agenzie di rating (le stesse che ora vogliono imbavagliare) ci guardano…ecc.ecc.
Per la verità non tutti i Ministri hanno sbattuto i tacchi e detto signorsì a questi provvedimenti, c’è qualcuno, mi riferisco al ministro Bondi, che ha mostrato tutto il suo disaccordo verso la manovra in prima stesura e, infatti, nella seconda sono stati stralciati i tagli a enti e fondazioni culturali.
Per gli insegnanti invece, nel Governo, nessuno ha aperto bocca. Non una parola, non una lettera, non una vocale. Silenzio assoluto. Chi doveva difenderli, nonostante siano i più colpiti dalla manovra, si è dileguato.
Tutto avrei immaginato in vita mia fuorché rimpiangere la Moratti, che difese a spada tratta la Scuola dai tagli forsennati di Tremonti. Altro spessore, altra stoffa, altra statura, altro piglio e per questo…“promossa” a Sindaco di Milano.

Ma intanto ci troviamo qui a fare due conti e a scoprire che i contratti saranno congelati per 3 anni (che equivale ad una perdita salariale di 1500/1800 euro); che saranno bloccati per 3 anni gli scatti di anzianità (con una perdita salariale media di 6000 euro) e, non essendovi cenno ad un loro recupero, la quasi impossibilità di raggiungere il massimo della pensione per una categoria a cui si chiede, per accedervi, la laurea, il tirocinio, ecc.,. A questo si aggiunga l’inflazione che nel frattempo farà il suo mestiere erodendo il potere d’acquisto, l’elevazione a 66 anni dell’età minima per il pensionamento (a cui si aggiungerà l’automatismo del ministro Sacconi legato alle aspettative di vita); la rateizzazione della liquidazione e chissà cos’altro visto che il testo del decreto ancora non si conosce in tutte le sue parti e visto che l’unica versione diffusa finora è in un formato illegibile.
E il bello deve ancora venire, quando, in pompa magna, verrà divulgato il provvedimento per premiare il merito a cui, ovviamente, la maggior parte non potrà accedere. Oltre al danno la frustrazione.

Cosa fare a questo punto? Scioperare? Assolutamente no, faremmo un gran favore al Governo che risparmierebbe bei soldoni su cui, probabilmente, ha già fatto conto. Molto meglio manifestare di sabato, come ha finalmente suggerito Bonanni, in modo da farci sentire senza essere penalizzati con trattenute sul magro stipendio. Ma non basta. Incrociare le braccia e lavorare il meno possibile? Giammai, si farebbe il gioco di chi vuole distruggere la scuola pubblica e poi, chi insegna lo sa bene, è impossibile non lavorare in classe, si verrebbe mangiati vivi dagli alunni. Al massimo si potrà fare più attenzione a quello che ci compete o non ci compete nelle nostre mansioni (gite, 40 ore ecc.).

Cosa fare allora? Da parte mia ho in mente una strada che certamente non è la più semplice, nemmeno la più veloce ma, secondo me, è la più incisiva.
Parte da un concetto-guida: “Mi hai condannato all’indigenza? E io faccio l’indigente!”. Nei prossimi tre anni non cambierò casa, non cambierò l’auto, non comprerò vestiti né accessori di alcun genere, non comprerò gratta e vinci né qualsivoglia altra lotteria, né tantomeno giocherò a lotto o superenalotto, non comprerò profumi, libri, giornali, non andrò al ristorante e neppure in pizzeria , non andrò al cinema e neanche a teatro, se farò vacanze andrò in paesi dove si vive bene e si spende poco, utilizzando voli low cost e offerte last minute, diventerò un esperto in offerte speciali comprando esclusivamente le cose superconvenienti, a costo di comprare dieci cose in dieci negozi diversi, diventerò un assiduo frequentatore dei discount, rimanderò tutte le spese per la casa, farò attenzione alla prevenzione della salute mia e di chi mi sta intorno per evitare costose visite mediche ecc. ecc. In una parola diventerò taccagno come zio Paperone e, state certi, la parte di quel frescone con le buste della spesa a cui tutti dicevano grazie, pubblicizzato ai tempi del primo governo Berlusconi, io non la farò.
A cosa servirà tutto questo? A nulla…se sarò solo.
Ma se per caso una buona parte di quei quasi 4 milioni di dipendenti dello stato facessero altrettanto ne vedremmo delle belle. Basterebbe che per qualche mese le rilevazioni Istat mettessero in luce una contrazione del PIL vedreste come lor signori farebbero marcia indietro! Non hanno capito che i dipendenti pubblici rappresentano la spina dorsale dei consumi proprio in virtù dello stipendio magro ma fisso. In alcune famiglie, con entrambe i coniugi impiegati statali, il danno triennale sarà di circa 15.000 € e questo non potrà non avere riflessi sui consumi e sul timore del tenore di vita futuro. Non hanno voluto mettere le mani in tasca al popolo delle partite IVA, nonostante possano scaricare dalle tasse anche l’aria che respirano, nonostante che storicamente siano i maggiori produttori di evasione fiscale, nonostante che, con l’euro, abbiano raddoppiato dalla sera alla mattina il costo delle merci. Visto che non ci pensa il Governo a coinvolgere tutti i cittadini in un doveroso sforzo di risanamento ci pensiamo, indirettamente, noi.

In un sistema capitalista e consumista come quello in cui viviamo, non consumare è l’atto più rivoluzionario, eversivo, distruttivo e dimostrativo che possa esistere, ma l’iniquità che abbiamo subìto è stata talmente grossa che merita una risposta altrettanto dura. Preparatevi anche a qualche bella secchiata di sensi di colpa: licenziamenti, disoccupazione ecc. ecc. e anche alla relativa risposta: “ridatemi il maltolto e io ricomincio a consumare”.
Ma c’è dell’altro, oltre a non avere gli aumenti di stipendio e gli scatti di anzianità, oltre a dover andare in pensione a 65 o, pare, a 66 anni e oltre (per l’adeguamento alle aspettative di vita), oltre ad avere la rateizzazione della buonuscita, prepariamoci anche agli aumenti delle addizionali Irpef che comuni, province e regioni, anche loro colpiti dalla manovra, applicheranno ai nostri stipendi.

E tutto questo per che cosa? Per non volere minimamente intaccare il capitale di chi ha accumulato, chissà come, ingenti patrimoni. Si colpisce il reddito per non colpire il capitale che neanche ai tempi del fascismo era così tutelato. Prendiamo ad esempio l’ICI: ben venga l’esenzione sulla prima casa ma io conosco persone che da sole occupano appartamenti di 200mq. L’esenzione sulla prima casa dovrebbe essere legata alla consistenza del nucleo familiare che la occupa (ad es. 50mq. 1 persona, 80mq 2 persone, 100mq 3 persone e così via); l’imposta dovrebbe essere fortemente progressiva in base al numero di unità immobiliari che si possiedono (abbiamo sentito che ci sono parlamentari che hanno 40 appartamenti, figuriamoci se approverebbero) e via di questo passo. Colpire il reddito e tutelare il patrimonio permette a chi lo possiede di tramandarlo indenne nei secoli dei secoli impedendo, a chi parte da zero come i giovani, di raggiungere una sia pur minima agiatezza.
Quindi, “non mettere le mani in tasca agli italiani” non è la soluzione, è il problema, perché si fa ricadere sulle spalle di pochi gli oneri che dovrebbero riguardare tutti.

La Protezione Civile spiegata ai ragazzi

Il Dipartimento della Protezione Civile ha avviato nel corso degli anni una serie di progetti e iniziative, tuttora in corso, affrontando differenti rischi e temi: dagli incendi boschivi ai terremoti, dalla tutela dei corsi d’acqua alla raccolta differenziata, ecc.

Vai al sito della Protezione Civile

Disabilità e Protezione Civile, Abili a Proteggere

Abili a proteggere è un portale che analizza il rapporto tra disabilità e protezione civile e che, attraverso tale rapporto, suggerisce una modalità nuova di affrontare il tema della cittadinanza e del lavoro.
È anche il contenitore di un’esperienza: l’inserimento di un gruppo di lavoratori disabili della Cooperativa Europe Consulting all’interno del Servizio stampa e informazione del Dipartimento della Protezione Civile della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Nelle sezioni del sito troverete il racconto delle varie fasi del progetto e potrete vedere le immagini e i filmati dei protagonisti di Abili a proteggere al lavoro.
Troverete anche la ricerca che trae da questa esperienza un modello ripetibile presso altri contesti lavorativi e che offre molti spunti di approfondimento, sia a livello teoretico che normativo.

Vai al sito Abili a Proteggere

Scuola: sciopero blocca-scrutini e sit-in a Roma

Prosegue lo sciopero della scuola indetto dal sindacato di base dei Cobas, che ha come obiettivo di bloccare 20.000 scrutini di fine anno scolastico in tutta Italia .
"Lo sciopero degli scrutini e di tutte le attività scolastiche indetto dai Cobas sta dilagando nelle regioni più grandi come Piemonte, Lombardia, Toscana, Lazio, Campania, Sicilia", spiega una nota del sindacato.
"La crescita delle adesioni va oltre tutte le previsioni: nel Lazio e in Sicilia sono bloccati più di 2.000 scrutini a regione (solo a Roma si andrà ben oltre il migliaio); in Campania, Piemonte, Toscana e Lombardia i blocchi vanno da un minimo di 1.100 fino ad almeno 1.400 a regione".
Per i Cobas "il il traguardo dei 20 mila scrutini bloccati in tutta Italia è a portata di mano".
Il ministero dell'Istruzione non ha rilasciato alcun commento sulle agitazioni.
A Roma,  sotto la sede del Ministero, questa mattina si è svolta una manifestazione di docenti e personale amministrativo in sciopero.
I Cobas chiedono al ministro Gelmini "che si cancellino i 41 mila tagli, il blocco degli scatti di anzianità e dei contratti", e protestano contro l'innalzamento a 65 anni dell'età della pensione per le donne del pubblico impiego.

Per andare in pensione si apre la finestra di luglio

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Dal 1° luglio 2010 finestra aperta per i lavoratori pubblici con i requisiti anagrafici e contributivi per la
pensione di anzianità e di vecchiaia.

Pensione di anzianità
 Da luglio dello scorso anno è in vigore per le pensioni di anzianità il cosiddetto sistema delle “quote”, ovvero una combinazione di età ed anzianità contributiva la cui somma deve determinare il raggiungimento di un valore minimo: per l’anno 2010 il valore da raggiungere è “quota 95”, realizzabile con una età anagrafica minima di 59 anni e una contribuzione di 36 anni utili, oppure una età anagrafica di 60 anni e un’anzianità contributiva di 35 anni. Concorrono alla determinazione della quota prevista anche i mesi e le frazioni di essi;
la sommatoria di questi dati deve raggiungere la quota prevista senza operare alcun arrotondament ( esempio: 59 anni 10 mesi e 15 giorni di età e 35 anni 1 mese e giorni 15 di anzianità contributiva). La decorrenza del pensionamento è in tale caso 1° luglio 2010 se la maturazione del requisito minimo è avvenuta entro il secondo semestre dell’anno 2009; il pensionamento è rinviato al 1° gennaio 2011 se il lavoratore matura i requisiti entro il primo semestre del 2010.
   Clicca per ingrandire












Pensioni di vecchiaia
 La finestra aperta di luglio riguarda anche le pensioni di vecchiaia, ovvero i trattamenti pensionistici che l’Inpdap eroga per il raggiungimento del requisito di età anagrafica previsto dalla legge a tale riguardo, e con una contribuzione minima: a) di 20 anni per le pensioni liquidate con il sistema retributivo o misto, b) di 5 anni per le pensioni liquidate con il sistema contributivo. Particolari deroghe ad età e anzianità contributiva sono previste per coloro che avevano maturato i requisiti previsti dalle norme previgenti. Dal 1° gennaio di quest’anno l’età anagrafica prevista per le pensioni di vecchiaia è 65 anni per gli uomini e 61 anni per le donne, requisito che rimarrà inalterato fino al 31 dicembre 2011. L’accesso al pensionamento di vecchiaia prevede, allo stato, possibilità di uscita o finestre, in funzione del periodo di maturazione del requisito. La
decorrenza della pensione di vecchiaia è 1° luglio 2010, se il requisito è maturato entro il primo trimestre 2010; ovvero 1° ottobre 2010 se è maturato entro il secondo trimestre del 2010.









40 anni di contributi
Esiste tuttavia una terza possibilità di accedere al pensionamento, che è quella prevista per coloro che hanno una età anagrafica minima di 57 anni e una anzianità contributiva corrispondente alla massima prevista: 40 anni. Anche per costoro infatti la finestra di luglio 2010 si aprirà se il requisito contributivo è maturato entro il 31 marzo 2010. Dovrà invece attendere la finestra di ottobre chi lo raggiunge entro il 30 giugno 2010.
      Simona Gabrielli









fonte: il Giornale INPDAP, giugno 2010