google.com, pub-4358400797418858, DIRECT, f08c47fec0942fa0 TUTTOPROF.: L’università non è più un diritto per tutti google.com, pub-4358400797418858, DIRECT, f08c47fec0942fa0

L’università non è più un diritto per tutti


Rincari generalizzati la laurea è diventata un lusso, calano dell’8% le immatricolazioni. Indagine Adiconsum a Bologna si spendono fino a 4mila euro per l’iscrizione .Lavoratori e fuori corso i più tartassati

L’Italia non sarà più un paese con una università di massa. Non è più in grado di garantire il suo dettato costituzionale per il quale, all’articolo 34, «i capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi». C’è una fuga dall’università italiana. Secondo Alma Laurea quest’anno c’è stato l’8% di immatricolazioni in meno. Totalmente in controtendenza con il resto d’Europa, dove siamo ultimi per studenti laureati, dopo la Turchia. E quell’8 per cento in meno sono figli di operai che hanno rinunciato a fare i dottori. Per il futuro prossimo non ci si aspetta una inversione di tendenza. Quest’anno il decreto legislativo 68/2012 sul diritto allo studio e la spending review che interviene sulle tasse universitarie costituiranno un’ulteriore gradino per le famiglie meno abbienti. Un’indagine Adiconsum ha rilevato come ogni ateneo ha applicato gli aumenti in una «giungla di distinzioni e differenziazioni che hanno reso il costo dell’Università una stangata per le famiglie». «Il sistema della tassazione universitaria rivela Adiconsum non garantisce pari opportunità di studio a tutti gli aventi diritto, tagliando fuori studenti fuori sede, con reddito basso e lavoratori».