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Indagine 2010 sui Social Network: report geo demografico e per traffico

Analisi molto dettagliata dei principali social network in un report pubblicato da Ignite social media.

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Il Miur deve risarcire lo studente che si fa male durante l'ora di educazione fisica

Una sentenza della Corte di Cassazione ha di fatto dichiarato il ministero dell’Istruzione responsabile di tutti quei casi in cui uno studente subisce delle lesioni a seguito di un esercizio attuato senza le adeguate precauzioni: per la scuola c’è l'obbligo “di vigilare sulla sicurezza e sull'incolumità” degli allievi nel tempo in cui fruiscono “della prestazione scolastica in tutte le sue espressioni”.
"Tra insegnante e allievo si instaura, per contatto sociale, un rapporto giuridico nell'ambito del quale il primo assume, nel quadro del complessivo obbligo di istruire ed educare, anche uno specifico obbligo di protezione e vigilanza, onde evitare che l'alunno si procuri da solo un danno alla persona": a sostenerlo è la Corte di Cassazione, che con la sentenza 9325 del 20 aprile ha di fatto dichiarato il ministero dell’Istruzione responsabile di tutti quei casi in cui uno studente subisce delle lesioni a seguito di un esercizio di educazione fisica attuato senza le adeguate precauzioni.

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Gli alunni della scuola materna non devono mai andare in bagno da soli

Con la sentenza n. 9906 la Cassazione ha stabilito che una maestra non può accompagnare i piccoli e tornare subito in classe: se sopravviene un incidente, come quello accaduto alla bimba di 3 anni di una scuola materna di Sava, in provincia di Lecce, feritasi gravemente all’occhio per la rottura della catenella del water, la scuola (e di conseguenza il Miur che dovrà risarcire la famiglia) è sempre responsabile.

Una sentenza sulle responsabilità scolastiche che farà tremare più di un docente. In particolare quelli della scuola dell’infanzia, dove la gestione dei bimbi da tre e sei anni può a volte risultare davvero complicata. Come nel caso di una scuola materna di Sava, in provincia di Lecce, dove una bimba di 3 anni si era procurata un danno all’occhio mentre si trovava in bagno: a provocare l’incidente era stato il gancio delle catenella del water, evidentemente non del tutto assicurato.

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“La Prof. non è degna di mio figlio” e la Cassazione la condanna per ingiuria

Secondo gli ermellini usando certe parole si sconfina “nell'area della denigrazione” perché si imputa alla docente “un comportamento gravemente inosservante dei suoi obblighi”: con la sentenza n. 21264 hanno così confermato la condanna. E determinato un precedente importante. Ma solo in rari casi gi insegnanti ricorrono al Tribunale.
Nel bocciare mio figlio ha "sapientemente" dimenticato di tenere conto dei "progressi del ragazzo: lei non è degna di avere un alunno come Federico". Non è andata per il sottile una mamma di Formia, rivolgendosi per iscritto all’insegnante del figlio, dopo aver appreso della bocciatura di quest’ultimo. La docente non l’ha presa bene. E rivolgendosi al Tribunale delle Repubblica, di Latina, ha avuto giustizia poiché quel gesto è stato ritenuto denigratorio. La mamma ha fatto ricorso, sostenendo che nella lettera non erano contenute offese alla persona, ma solo critiche costruttive nei confronti del suo operato. La Cassazione, qualche giorno fa con la sentenza n. 21264, ha ribadito l’orientamento dei giudici di primo grado confermando la condanna per ingiuria: secondo gli ermellini la lettera non si sarebbe infatti limitata ad una libera espressine civile, ma è sconfinata “nell'area della denigrazione e dell'attribuzione alla docente di un comportamento gravemente inosservante dei suoi obblighi”. Per la Cassazione l’uso di quelle parole “esprime dispregio e offesa alla dignità personale e professionale dell'insegnante, trattata come persona di spessore umano e culturale inferiore a quello dell'allievo”. In poche parole si sarebbe superato il lecito "esercizio del diritto di critica".

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A proposito di incentivi ai docenti "meritevoli"

Il ministro Gelmini è tornata sugli annunciati aumenti agli insegnanti. Il ministro ha specificato che incentiverà solo "quelli bravi" e che verranno sanciti attraverso un progetto contenuto in un disegno di legge pronto per l`autunno: il ddl, almeno nelle intenzioni del primo inquilino del Miur, dovrebbe rivoluzionare la scuola. Tanto che, sempre secondo il ministro, si tratterà della "riforma delle riforme". Gelmini ha anche reso pubblica la quota complessiva dei beneficiari (individuati attraverso apposite commissioni) dell’incremento di stipendio: riguarderà “120-150.000 insegnanti italiani, circa il 30-40 per cento del totale”, debitamente selezionati grazie all’operato di “apposite commissioni”.

Anche questo secondo argomento toccato dal ministro merita qualche riflessione. La prima è meramente numerica: essendo i docenti della scuola italiana circa 800.000, la quota indicata (120-150.000) appare dimezzata rispetto al 30-40 per cento, che infatti corrisponde ad una quota che varia tra i 240.000 ed i 300.000 insegnanti. La seconda riflessione è relativa al fatto che sono passati quasi 20 mesi da quando il ministro Gelmini, durante la trasmissione “Porta a Porta”, rese nota l’intenzione di voler introdurre il modello premiante: un modello che avrebbe dovuto auto-finanziarsi trattenendo nella scuola circa un terzo dei risparmi ottenuti dalle Finanziarie tagli-posti e che avrebbe portato nelle tasche dei docenti più bravi e qualificati tra i 5 e i 7 mila euro lordi. I premi, aveva assicurato nell’occasione Gelmini, scatteranno gradualmente "già a partire dal 2010-2011”. Ora, se la promesse deve essere mantenuta, sarà importante che la macchina organizzativa dell’amministrazione si muova in fretta: a meno che non si vogliano introdurre le modalità di premio ad anno scolastico già avviato (cambiando così in corsa le regole del “gioco”), i tempi per l’introduzione degli incentivi appaiono davvero stretti.
 

La raccolta delle norme che hanno cambiato la scuola con la riforma Gelmini

Pensiamo di rendere un servizio utile al lettore pubblicando la raccolta delle disposizioni più importanti, emanate dal ministro Mariastella Gelmini, che hanno trasformato tutta la scuola italiana: dalla revisione dell’assetto ordinamentale della scuola dell’infanzia e del primo ciclo a quella dell’assetto organizzativo dei licei passando per gli istituti tecnici e professionali. Rivista anche la valutazione degli alunni.
Di seguito è possibile visionare, una per una, le norme, i regolamenti e gli schemi di regolamento che hanno trasformato la scuola italiana e che sono in parte attuativi dell’art. 64 della legge n. 133/2008 e della legge n. 169/2008.
Legge n. 133 del 6 agosto 2008; - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, recante disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria;
Schema decreto interministeriale del 20 settembre 2008 - Schema di piano programmatico del Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze di cui all’art. 64 del decreto legge 25 giugno 2008, n. 112 convertito dalla legge 6 agosto 2008, n. 133;
Legge n. 169 del 30 ottobre 2008; - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 1° settembre 2008, n. 137, recante disposizioni urgenti in materia di istruzione e università;
Decreto del Presidente della Repubblica n. 89 del 20 marzo 2009 - Revisione dell'assetto ordinamentale, organizzativo e didattico della scuola dell'infanzia e del primo ciclo di istruzione ai sensi dell'articolo 64, comma 4, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133;




Il governo approva il contratto dei dirigenti scolastici

Via libera dal Consiglio del Ministri del 24 giugno. Adesso si aspetta la registrazione alla Corte dei Conti. I nuovi stipendi arriveranno a ottobre: 350 euro di aumenti e 11mila di arretrati.
Via libera del Governo al contratto di lavoro dei dirigenti scolastici: lo ha deciso il Consiglio dei Ministri nel corso della seduta del 24 giugno autorizzando il ministro Renato a Brunetta ad esprimere il parere favorevole sulla ipotesi di accordo sottoscritta un mese fa da Aran e sindacati.

Appena ricevuto l’ok del Governo l’Aran ha provveduto a trasmettere contratto e relativa relazione tecnica alla Corte dei conti che avrà adesso tempo 15 giorni per pronunciarsi.
Subito dopo la pronuncia della magistratura contabile il contratto dovrà essere definitivamente firmato dalle parti: si prevede che questo ultimo adempimento possa arrivare entro la fine di luglio.
Le Direzioni provinciali del Tesoro, che provvedono alla liquidazione degli stipendi, dovranno poi adeguare le retribuzioni entro i successivi 30 giorni.
In concreto i 10mila dirigenti scolastici italiani avranno il nuovo stipendio a partire dal mese di ottobre.
Gli aumenti si aggirano sui 350 euro lordi mensili (la somma comprende però qualche decina di euro di indennità vacanza contrattuale già erogata in precedenza).
Con lo stipendio di ottobre verranno liquidati anche gli arretrati contrattuali (11mila euro circa che - detratti oneri sociali e fiscali - diventeranno 6mila netti).

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Proposta di legge della lega nord sul reclutamento del personale docente della scuola

Segnalo in allegato un interessante articolo tratto da ScuolaOggi di Osvaldo Roman che ci informa dettagliatamente su quanto la Lega Nord vorrebbe mettere in cantiere per arrivare a definire organici regionali "puri" Se pensavamo di aver toccato il fondo....il fondo è ancora lontano e orrido!....Ma SI PUO' EVITARE!!!

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Blocco degli scatti, Tremonti ci ripensa?

Marcia indietro del governo sul blocco degli scatti stipendiali degli insegnanti? Sembra proprio di sì. Lo ha annunciato, durante un incontro con i sindacati della scuola, lo stesso ministro dell'Economia, Giulio Tremonti. "Una quota dei risparmi provenienti dal blocco nella scuola, destinata al miglioramento delle scuole e al personale - ha annunciato Tremonti - può essere destinata ai docenti". Una presa di posizione che fa tirare un sospiro di sollievo ai circa 700 mila insegnanti italiani, per i quali il contratto della scuola prevede scatti stipendiali automatici ogni sei anni che la manovra Finanziaria appena approvata congela per tre anni..

All'incontro erano presenti Cisl e Uil scuola, Gilda degli insegnanti e Snals che da tempo pressano per una soluzione al problema. E che, a questo punto, considerano le dichiarazione di Tremonti una vittoria. "Va bene - ha spiegato l'inquilino di via XX Settembre - applicare il congelamento ma non possiamo bloccare due cose: noi pensiamo che il 30 per cento sia fuori dal congelamento". E "non c'è un'eccezione - ha proseguito il ministro - ma la conservazione di un meccanismo che fa parte dei contratti, si tratta di un oggetto acquisito che non può essere tolto in modo retroattivo e che contiene un valore. Parte dei risparmi può essere acquisita e gestita ma vanno fatte delle verifiche, in base alle quali una parte può essere utilizzata".

"L'azione di un sindacato - dichiara Francesco Scrima, leader della Cisl scuola - si giudica dai risultati che produce: l'impegno assunto dal Governo di modificare la manovra finanziaria in modo da rendere possibile il mantenimento delle progressioni di anzianità previste dal contratto scuola vigente dimostra che la Cisl, percorrendo in piena autonomia la via del confronto e del negoziato, ha fatto la scelta giusta e ha agito bene". Una frecciatina alla Flc Cgil che risponde conil suo segretario Mimmo Pantaleo. "La coerenza non è una variabile indipendente nei comportamenti delle organizzazioni, comprese quelle sindacali. Non si può dichiarare prima che la manovra è equa e poi chiedere modifiche quando le proteste dei lavoratori ti impongono di farlo", risponde Pantaleo. "Si è preso finalmente atto della giustezza delle nostre rivendicazioni - aggiunge Massimo Di Menna della Uil scuola - la chiarezza e la concretezza delle nostre iniziative, in sintonia con l'azione confederale, cominciano a dare i primi frutti".


Bruno Benelli: Pensioni e finestre ecco la bussola per orientarsi

Nuove e più restrittive finestre ad personam, stretta sulle pensioni di invalidità civile, sotto torchio il pubblico impiego sul versante degli stipendi e sul pagamento a spizzichi e bocconi del trattamento di fine rapporto. È tanta la carne che il decreto legge 78 del 31 maggio ha messo sulla bollente griglia della riforma previdenziale. E che ha creato malumori e preoccupazioni in tutti i lavoratori, specie in quelli che sono prossimi al pensionamento.

Le nuove finestre

Le attuali finestre fatte a blocchi di quattro e sei mesi vanno in soffitta. Dal prossimo anno nasce la finestra personale: si va in pensione 12 mesi dopo quello in cui sono stati raggiunti i requisiti per il diritto. Per i lavoratori autonomi il ritardo sale a 18 mesi. Esempio: se il sig. Rossi maturerà i requisiti afebbraio 2011, la pensione sarà sua da marzo 2012 (se dipendente) e da agosto 2012 (se autonomo o parasubordinato). E questo vale per le pensioni di invalidità e vecchiaia. Sono fuori dal sistema le pensioni ai superstiti e quelle di invalidità.

La scuola

Nessuna modifica per la scuola: si continuerà ad andare in pensione una sola volta l’anno, il 1° settembre ( 1° novembre per le accademie di danza, musica, conservatori, università, ecc.). E continua a valere l’agevolazione secondo cui i requisiti per il pensionamento possono essere raggiunti anche dopo l’uscita dalla scuola, ma in ogni caso entro il 31 dicembre dello stesso anno.