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Prove nazionali di valutazione degli alunni in Europa

Prove nazionali di valutazione degli alunni in Europa: obiettivi, organizzazione e uso dei risultati 2009


Lo studio offre un'analisi dettagliata del contesto e dell'organizzazione dei test nazionali in 30 paesi europei e l'uso fatto dei risultati nell'ottica di informare la politica e la pratica educativa e di orientare la carriera scolastica degli alunni.

Presenta le diverse soluzioni adottate dai paesi europei riguardo agli obiettivi, la frequenza e la tipologia di test nazionali e indica i più importanti modelli e tendenze diffusi in Europa.

Consulta e/o scarica la pubblicazione                                          fonte: Eurydice

L'integrazione scolastica dei bambini immigrati in Europa 2009

Nel contesto dell'Anno europeo sul dialogo interculturale e congiuntamente alla preparazione di un Libro verde sull'istruzione e l'emigrazione, la rete Eurydice, su sollecitazione della Commissione europea, ha parzialmente aggiornato l'indagine del 2004 sull'integrazione scolastica dei bambini immigrati in Europa.


Questo documento si focalizza in particolare su:

- comunicazione tra scuole e famiglie

- insegnamento della lingua d'origine degli alunni immigrati.

Il rapporto copre i livelli prescolare, primario e secondario dell'istruzione generale di 30 paesi europei. Le informazioni sono state fornite dalle unità nazionali della rete Eurydice, integrate dai dati statistici Eurostat, PISA e PIRLS 2006.

L'anno di riferimento è il 2007/2008.

Consulta e/o scarica la pubblicazione                                                                  fonte: Eurydice

Strutture dei sistemi educativi europei 2009/2010: grafici 2009

Grafici che offrono una panoramica dell'organizzazione strutturale dei sistemi educativi europei.

Consulta e/o scarica la brochure

fonte: Eurydice

Organizzazione del sistema educativo italiano

Pubblicazione aggiornata annualmente che descrive in modo approfondito e articolato il sistema educativo italiano.
Si tratta della presentazione, in versione integrale, delle informazioni sul sistema educativo italiano contenute in Eurybase, la banca dati sui sistemi educativi europei, curata dalla rete Eurydice. Eurybase permette la consultazione dei contenuti sui sistemi educativi di tutti i paesi che fanno parte della rete Eurydice anche in modalità interattiva.


Organizzazione del sistema educativo italiano 2008/2009 
 

Obama: Sviluppo e fine della crisi solo con forte Classe Media

Barack Obama ha ribadito e sottolineato che solo con una forte classe media l'economia americana puo' ripartire. Annunciando alla nazione dallo Studio Ovale la fine della guerra in Iraq, il presidente Usa ha detto che "il fondamento della nostra prosperita' deve essere una classe media che si rafforza e sfortunatamente nell'ultimo decennio non abbiamo fatto quanto era necessario per sostenere le fondamenta della nostra stessa prosperita'".
Meditate governanti europei...meditate...

Obama vuole tagliare le tasse ad imprese e classe media

  Assediato da una perniciosa assenza di ripresa dell'occupazione Obama è arrivato finalmente ad una conclusione tanto banale quanto ovvia: se si vuole far ripartire l'occupazione bisogna far ripartire la ripresa economica, che a sua volta  viene messa in moto dai consumi, che a loro volta hanno il maggiore propulsore nella classe media. Ergo "bisogna tagliare le tasse alla classe media".
  Obama finalmente ci è arrivato, quando ci arriveranno anche i governanti europei che stanno facendo esattamente il contrario? Con una visione dell'economia primordiale hanno penalizzato i lavoratori del settore pubblico in nome di un roboante quanto effimero e controproducente risanamento dei bilanci pubblici, beccandosi, per contro, da una parte una contrazione dei consumi e dall'altra addirittura un declassamento del rating sovrano con tutte le conseguenze esposte in un precedente post.
  Quando capiranno che in questi periodi di crisi (il '29 insegna) l'economia va rilanciata allentando i cordoni della borsa e non stringendoli, attraverso opere pubbliche, in primis, e sgravi fiscali poi. Finora non lo hanno capito, massacrando in primo luogo gli impiegati statali, che sono il cardine della classe media e pubblicizzando l'esilirante slogan: "Coniugare il rigore dei conti pubblici con la ripresa" . Auspichiamo che anche i politici europei seguano l'esempio americano e cancellino le iniziative prese negli ultimi mesi per poi, gradualmente, aumentare il potere d'acquisto della classe media. Ne beneficerebbero tutti.
Purificatori d'Aria

I “piagnistei” dei precari della scuola

Tra le tante cose che i docenti debbono sopportare se ne è aggiunta una, forse inaspettata e per questo ancor più fastidiosa. E’ accaduto che in un afoso “post prandium” di fine agosto, quando si è in procinto di andare a fare la pennichella, all’improvviso un giornalista che fa “il punto” al TG1 economia si lamenta con tono ironico dei “piagnistei”, come lui stesso li ha definiti (prego guardare il video), che come ogni inizio anno scolastico esternano i precari “ben serviti” della scuola.

Già questo basterebbe per indignarsi, visto che si sta parlando di decine di migliaia di persone che perdono il posto di lavoro ma è tutto il suo intervento che indigna per quanto è strampalato e fuorviante.

L’ esperto (pagato con denaro pubblico dalla RAI) non sa che se ne parla ad inizio anno scolastico perché è questo il momento in cui si decidono gli organici, non per tendere le trappole come lui le definisce. E poi, quali sarebbero le trappole di cui si sente in dovere di avvisare i telespettatori? “Tradizionalmente la produttività della scuola e dell’università è misurata da quanti posti di lavoro garantiscono” pontifica con il ditino alzato da Ayatollah. Ma chi lo ha detto? Dove è scritto? A me non risulta. La produttività della scuola, ovvero i risultati che ha ottenuto la trasmissione della conoscenza si effettua a fine anno scolastico o a fine di un corso di studi. Si potrebbe dire: “Bei risultati, siamo tra gli ultimi posti in Europa”. Ma non è tagliando posti di lavoro che si migliora la situazione, questo è un argomento che meriterebbe ben altra trattazione e saprei raccontarne di motivazioni…

Ma torniamo all’intervista. Prima definisce “piagnisteo” quello dei precari che ambiscono alla trasformazione del loro rapporto a tempo indeterminato e poi dice che ha “profondo rispetto per loro”…ma mi faccia il piacere…

E’ il ragionamento di chi ha un lavoro (e che lavoro!…vogliamo parlare de privilegi dei giornalisti…?) che non ha rispetto per chi lo cerca o lo difende, atteggiamento che ben si adegua al clima generale in cui chi sta bene non sopporta “i piagnistei” di chi sta male, chi gode non sopporta “i piagnistei” di chi soffre, ecc.. Ma nel ragionamento “minestrone” ci sono altri elementi sconcertanti che improvvisamente appaiono. La retribuzione. Visto che vengono citate le statistiche europee, ha conoscenza costui di quanto sono retribuiti gli insegnanti in Europa?.

Il numero dei docenti in Italia è troppo elevato. Chi lo dice? Esistono statistiche aggiornate sull’argomento? Ho consultato il sito Eurydice ( la rete d’informazione sull’istruzione in Europa) e non ho trovato nulla al riguardo, non sarà l’ennesimo luogo comune?

Per tagliare corto, è il solito discorso di chi non conosce la scuola ma si sente in diritto di parlarne solo per averla frequentata come alunno e giustifica il suo intervento erigendosi a paladino dei diritti di studenti e genitori cercando un facile applauso con argomentazioni arbitrarie . Per quanto riguarda i precari si vorrebbe, con la logica aziendale che ormai impera, ridurli a impiegati con contratto “a chiamata”, con buona pace della loro possibilità di costruirsi un’esistenza ed un futuro degni di tale nome.


Moody's: le misure fiscali in Europa riducono la crescita e quindi il Rating sovrano

Con un comunicato che sembra più la scoperta dell'acqua calda che un'analisi di macroeconomia, come gli competerebbe, l'agenzia di rating Moody's ha pontificato che le misure di rigore fiscale messe in atto in Europa (leggi tagli di stipendio agli statali)  pesano sulla crescita a breve termine e quindi sul rating sovrano di alcuni Paesi.
Cosi' gli esperti di Moody's nel rapporto semestrale sulle prospettive dei Paesi europei: "Senza dubbio - afferma lo studio - le deboli prospettive di crescita hanno rappresentato una spinta importante per la decisione di Moody's di declassare i rating di Grecia, Portogallo, Spagna e Irlanda e, di recente, Ungheria. Tuttavia, Moody's ritiene ben posizionati i rating Aaa di Francia, Germania e Regno Unito anche se la distanza verso il downgrade si e' ridotta di molto". Pur non facendo esplicito riferimento all'Italia l'agenzia mette finalmente in luce quella che da questo blog andiamo dicendo dalla prima ora. Tagliare o congelare gli stipendi degli statali in Europa è stata una mossa infelice ed ignorante delle elementari regole del buon senso prima ancora che delle regole di macroeconomia. E' semplicemente una contraddizione in termini. Un declassamento del rating sovrano significa un aumento del costo di rifinanziamento del debito, quindi: da una parte prendono i soldi agli statali per ridurre il deficit, dall'altra ne spendono il doppio per pagare il maggiore costo del denaro e non fanno neanche ripartire i consumi e l'occupazione. Ma si può essere più imbecilli di così?