google.com, pub-4358400797418858, DIRECT, f08c47fec0942fa0 TUTTOPROF. google.com, pub-4358400797418858, DIRECT, f08c47fec0942fa0

Tecnologia: risorse didattiche sull'energia

Eniscuola è un progetto che Eni ha avviato nel 2000 in collaborazione con la Fondazione Eni Enrico Mattei con l'obiettivo di fornire ai giovani informazioni di alto livello sulle tematiche dell’energia e dell’ambiente. Lo strumento principale di Eniscuola è il portale www.eniscuola.net, disponibile anche in lingua inglese. Il portale conta oltre 1200 pagine di documenti, foto, grafici e tabelle, esperimenti, giochi, video-interviste ad scienziati nazionali ed internazionali, tra cui i premi Nobel Alan J. Heeger e Sir Harold W. Kroto e ricercatori dell’MIT, della World Bank, dell’Imperial College e dell’University of Cambridge. Dal 2007 tutti i testi pubblicati sono presenti in versione audio scaricabile. Il portale propone alle scuole il progetto Imparare Multimedi@ndo!, attuato in collaborazione con gli Uffici Scolastici Regionali, il quale coinvolge oltre 6mila studenti ogni anno in programmi di formazione on-line. Eniscuola in numeri: nel corso del 2009 sono state visitate 9 milioni di pagine da 850 mila visitatori unici.

Eniscuola collabora con: Uffici Scolastici Regionali, ARPA, Regioni e Province, Comune di Roma, Fondazione Mondo Digitale di Roma attraverso il progetto Studiare è Sostenibile, Ministero dell'Istruzione dell'Università e della Ricerca ed enti museali, come Città della Scienza di Napoli. Eniscuola, inoltre, partecipa alle più importanti manifestazioni scientifiche e culturali italiane, quali: Festival della Scienza di Genova, Città della Scienza di Napoli, Festival delle Scienze di Roma, BergamoScienza e ExpoScuolAmbiente in Lombardia, Notte dei Ricercatori di Torino, Meeting di Rimini, Scienziati all'Auditorium di Roma.

Nel 2007 Eniscuola ha inaugurato una stagione teatrale con lo spettacolo scientifico “Terra: istruzioni per l'uso” replicato in tutta Italia e seguito da oltre 3000 spettatori.

Con il progetto “Giovani, Energia del Futuro” nel 2008 Eniscuola ha coinvolto un milione e 600 mila studenti della scuola secondaria e oltre 41 mila docenti.

Il progetto Eniscuola è stato riconosciuto dalla Commissione Nazionale Italiana per l'UNESCO e s'inquadra nel Decennio ONU dell'Educazione allo Sviluppo Sostenibile, contribuendo a diffonderne principi e obiettivi.

Per spiegare PlayEnergy a chi non lo conosce non si può fare a meno di 4 parole: energia, scienza, tecnologia, ambiente. Da 8 anni sono gli argomenti che il progetto ludico-educativo gratuito di Enel porta nelle classi di tutto il mondo. Con un obiettivo importantissimo per il futuro del nostro Pianeta: diffondere tra i giovani una cultura energetica responsabile, partendo dalla conoscenza delle fonti e degli impianti per arrivare alla distribuzione nelle nostre case e ai corretti comportamenti di utilizzo.

È un impegno che ogni anno si rinnova coinvolgendo migliaia di studenti di ogni grado scolastico con materiali on e off line e iniziative sul territorio. L’edizione 2010-2011 di PlayEnergy conferma la sua formula consolidata e propone interessanti novità per avvicinare sempre di più i bambini e i ragazzi, a scuola come a casa, ai temi dell’energia e della sostenibilità.

Il mondo di PlayEnergy è completamente gratuito. Per scoprirlo, cominciate proprio da questo sito: troverete sezioni di approfondimento, multimedia, sfide e un’area riservata tutta per voi!




Mappe mentali: cosa sono, a cosa servono e quali sono i siti per crearle

Una mappa mentale (mind map) è una forma di rappresentazione grafica della conoscenza teorizzata dallo psicologo inglese Tony Buzan, a partire da alcune riflessioni sulle tecniche per prendere appunti. (Fonte della descrizione: Wikipedia). Sono state proposte dalla comunità scientifica anche come strumento per la generazione e la rappresentazione delle idee e del pensiero mediante associazioni. In questa categoria vogliamo raccogliere informazioni sull'argomento ed i servizi gratuiti per organizzare al meglio le proprie idee.

Bubbl.us è un'applicazione di mindmapping, che offre la possibilità di generare e condividere direttamente online le proprie ''mappe mentali'', ovvero, progetti ed idee rappresentati in formato visuale attraverso l'utilizzo di semplici diagrammi.

Freemind è un software gratuito scritto in Java pensato per tutti coloro che hanno bisogno di organizzare studio, lavoro e progetti di qualsiasi tipo seguendo degli schemi. Freemind consente di realizzare e personalizzare questi schemi offrendo la possibilità dare un aspetto ''visivo'' alle nostre idee. Il sito in inglese, fornisce informazioni, documentazione, caratteristiche tecniche e quant'altro.

Sito italiano sulla metodologia delle mappe mentali. Inventata dallo psicologo inglese Tony Buzan, tale metodologia consiste in una rappresentazione secondo uno schema gerarchico-associativo di processi mentali. Le mappe sono da tempo impiegate in ambito formativo e aziendale, dove quotidianamente si pongono problemi relativi alla creazione, gestione e condivisione della conoscenza.

La costruzione delle mappe mentali è una tecnica molto diffusa per l'organizzazione grafica, e ha qualche rapporto con la costruzione delle mappe concettuali e delle reti semantiche. Ecco una guida italiana di informazione dedicata esclusivamente all'argomento.

Mind42 è un'applicazione online per generare ed organizzare le proprie mappe mentali. L'interfaccia intuitiva e le diverse funzioni permettono di realizzare facilmente i propri schemi e diagrammi con possibilità di condivisione e collaborazione con altri utenti, preventivamente invitati tramite e-mail, nella realizzazione e nella modifica delle mappe.

Mindmeister è un servizio per creare, modificare, condividere diagrammi. Propone una formula ''basic'' gratuita ed una ''premium'' a pagamento. La particolarità del servizio che lo differenzia da altre applicazioni simili è la possibilità di importare ed esportare mappe realizzate con in locale con il software commerciale Mindjet MindManager e a quello gratuito Freemind.

Mindomo è un servizio di mindmapping, con il quale realizzare e organizzare le proprie idee mediante mappe visuali. Mindomo offre una soluzione gratuita, previa registrazione e una premium avanzata a pagamento. Mindomo consente il salvataggio dei prodotti nei formati d'immagine .png, .jpg, .gif.

Mockingbird propone un originale tool per Webmasters attraverso il quale è possibile realizzare il prototipo del progetto del sito che si andrà a realizzare. Per far ciò basta lanciare l'applicazione, tra l'altro molto intuitiva, e procedere con qualche operazione, per meglio comprendere di cosa si tratta. In inglese.

Text 2 Mind Map è un innovativo e curioso servizio che permette di convertire testi in mappe mentali, ovvero, in diagrammi logicamente organizzati. Basta inserire un elenco ragionato di testi nell'apposito campo e con un click trasformarlo in una mappa grafica fatta di nodi e collegamenti tra le parole inserite. Le mappe possono essere personalizzate con facilità nei colori e nelle dimensioni e sono scaricabili gratuitamente in formato ...

WikiMindMap è un connubio tra ricerca web e brainstorming applicato alle varie versioni di lingua della nota enciclopedia libera, Wikipedia. In pratica, l'applicazione permette di effettuare ricerche all'interno di Wikipedia (tra le quali anche la versione in italiano) mostrando la visualizzazione dei risultati con i relativi argomenti correlati attraverso delle mappe visuali. Basta solo digitare l'argomento di interesse nell'apposito ...

Applicazione online che ti permette di creare mappe mentali e di condiverle con il tuo team di lavoro. Il servizio è al momento di questa recensione ancora in beta test. Registrazione gratuita

Yuml.me
Si tratta di un originale strumento online che, attraverso il linguaggio UML (linguaggio di modellazione unificato), permette di creare semplici schemi esplicativi da inserire in una pagina web.

Fonte: Freeonline



Esame di Stato: consigli utili per preparare la tesina per il colloquio

Uno dei momenti più importanti dell'esame orale durante la maturità è l'esposizione del percorso multidisciplinare. Dopo le prove scritte, molti studenti sono spaventati da quello che viene considerato come un ostacolo vero e proprio: la prova orale, durante la quale si troveranno faccia a faccia con la commissione di insegnanti per essere interrogati sulle varie materie. Ecco qualche consiglio su come realizzare la tesina nel migliore dei modi e fare una bella figura davanti ai professori

Dopo aver superato l'ostacolo delle prove scritte, ogni maturando deve superare il colloquio orale. Durante il colloquio, uno dei momenti più importanti è rappresentato dall'esposizione della tesina, o percorso multidisciplinare, durante il quale il maturando avrà la possibilità di esporre ai professori della Commissione le sue conoscenze su un particolare argomento, spaziando tra le varie materie dell'ultimo anno.

In genere, durante il colloquio, all'esposizione della tesina, si dedicano circa 10 minuti, quindi è importante che, nei giorni precedenti all'orale, lo studente si prepari un discorso sintetico e preciso, che affronti tutte le varie materie della tesina, e che abbia la giusta durata temporale. Con il percorso multidisciplinare lo studente può dimostrare alla commissione di saper fare collegamenti tra le diverse materie, partendo da un argomento particolare.
Uno dei primi consigli che qualsiasi insegnante fa ad i suoi studenti è di trovare un argomento interessante e possibilmente originale. Proporre una tesina, ad esempio, sulla Seconda Guerra Mondiale, darà senza dubbio la possibilità di fare molti facili collegamenti con le diverse materie, ma potrebbe risultare, agli occhi della Commissione, un argomento troppo "banale" o troppo generico. Il consiglio è, quindi, quello di cercare un argomento più specifico (come ad esempio "Estetismo: il culto della bellezza" oppure "La libertà"), per poi trovare tutti i possibili collegamenti nell'ambito dei programmi dell'ultimo anno di scuola. Ed un altro consiglio è quello di dedicarsi ad un argomento che vi appassioni molto e su cui pensate di poter fare un discorso interessante.
L'ideale sarebbe di iniziare a pensare al percorso multidisciplinare sin dall'inizio dell'ultimo anno, per avere il tempo di cercare tutto il materiale necessario e di organizzare il lavoro con calma e portare così all'esame una buona tesina. Sin da settembre, quindi, si può iniziare ad appuntare alcuni argomenti che si vorrebbero approfondire e chiedere un parere ai propri insegnanti per i possibili collegamenti. Non è obbligatorio collegare per forza tutte le materie dell'ultimo anno, ma ad ogni modo almeno le materie principali (italiano, filosofia, storia, fisica e così via) dovranno essere inserite nel percorso multidisciplinare.

Una volta deciso l'argomento ed il titolo della tesina, ci si può dedicare a stabilire i vari collegamenti tra le materie. E' utile a questo punto iniziare a scrivere una possibile scaletta su un foglio o comunque una mappa concettuale per avere una "visuale" completa su come sarà articolato tutto il lavoro.

Finalizzata la mappa concettuale (e scelti quindi tutti gli argomenti da trattare nel lavoro) si possono iniziare a cercare tutte le informazioni necessarie per scrivere la tesina. Potete far riferimento ai libri di testo, come punto di partenza, ma il consiglio è di ampliare le proprie ricerche, cercando maggiori informazioni su internet, facendo ricerche in biblioteca e raccogliendo documenti sui vari argomenti. Tutto il materiale raccolto, dovrà poi essere studiato e rielaborato per rendere il discorso più "vostro" (non limitatevi quindi a fare un "copia e incolla" di quello che avete raccolto, ma cercate di rielaborare il discorso prendendo spunto da tutti i testi che avete raccolto). A questo punto potete anche iniziare a prendere appunti su quali aspetti descrivere di ogni argomento. Ricordatevi sempre che per esporre la tesina avrete solo 10 minuti, quindi non sarà necessario fare discorsi troppo lunghi.

Raccolti ed analizzati tutti i testi e le informazioni sugli argomenti di cui volete parlare, l'ultima cosa che resta da fare è scrivere la tesina. Ci sono vari modi per presentare una tesina alla Commissione. Il metodo classico è quello di fare un'analisi scritta di tutti gli argomenti seguendo un certo criterio (e per questo è importante la scaletta!). Non dovete scrivere un'enciclopedia, anche perché spesso i professori non avranno il tempo di leggerla attentamente, ma cercate di riassumere gli aspetti più importanti di ogni argomento. Siate sintetici al punto giusto e soprattutto chiari nell'esposizione (tutti devono capire cosa avete scritto e cosa volete spiegare).

In alcune scuole i professori consigliano anche di preparare il percorso multidisciplinare in maniera diversa: non come una vera e propria tesina, ma, ad esempio, come presentazione attraverso dei "lucidi". In questo caso non dovrete scrivere tutto il discorso, ma dovrete fare degli schemi sui vari argomenti di cui volete parlare. Schemi che poi, al momento dell'esposizione durante l'esame, potranno essere approfonditi nel vostro discorso.

Un altro metodo usato è quello di preparare una presentazione, ad esempio, con Microsoft PowerPoint. Anche in questo caso potrete essere piuttosto schematici nella presentazione, ricordandovi sempre della durata del colloquio, per far in modo di avere il tempo di esporre tutta la tesina. Per presentare la tesina sarà poi indispensabile avere accesso ad un computer il giorno dell'orale.

In genere, comunque, ad ogni studente viene lasciata la libertà di scegliere il metodo che preferisce per presentare il percorso multidisciplinare. Quindi potrete scegliere ciò che pensate di poter preparare con più facilità e dedicarvi con calma, durante l'anno scolastico, alla realizzazione del lavoro, per non arrivare i giorni prima dell'esame senza avere niente da presentare agli insegnanti. C'è da dire che ci sono studenti che si dedicano alla realizzazione della tesina solo durante l'ultimo mese o nelle ultime settimane precedenti all'esame. Ma, per evitare l'ansia dell'ultimo momento, sarebbe utile iniziare a pensarci molti mesi prima. In bocca al lupo!

> Lo schema
> Il collegamento tra tutte le materie

Fonte: Studenti.it



La scuola può insegnare ancora qualcosa?

La scuola italiana è ormai ridotta sull'orlo dell'oblio, senza fondi, senza regole, vicina al collasso.
Nei grossi centri urbani, in particolare, la scuola sta attraversando un periodo di crisi come mai si era visto finora. I fondi stanziati dal governo non sono sufficienti nemmeno alla tenuta dei registri di classe, della cancelleria, del materiale per il mantenimento delle strutture. L'introduzione, secondo la nuova normativa del maestro unico, non supportata da nessuna teoria pedagocico/scentifica, solleva numerosissime polemiche non solo da chi nella scuola ci lavora, ma anche dalle organizzazioni sindacali che si sono organizzati in cortei di protesta.
Secondo alcune interviste nelle scuole statali e comunali della zona "La Rustica" a Roma e di numerose altre scuole di periferia e non, gli stessi insegnanti lamentano che "è una vergogna", e "non si era mai toccato così il fondo ".
Il sospetto che viene alla mente è che questa sia una precisa strategia politica messa in atto dal governo per ridurre la scuola e l'università in una posizione facilmente criticabile dai genitori e dalla società nel suo insieme, per poi poter giustificare così l'intervento privato in un settore che è sì in crisi da tempo, ma che ha assiucrato al nostro paese finora molti benefici, come ad esempio solida stabilità ed ugualianza sociale. Dal prossimo anno i genitori dovranno pagare per mantenere i propri figli alla scuola dell'obbligo oltre le ore 12, dando un colpo finale all'ingresso delle donne nel mercato del lavoro. Attualmente è altissima infatti la percentuale delle donne che al secondo figlio abbandona il lavoro.

Ci si domanda se manchino davvero i soldi per il settore scolastico o si preferisca utilizzare tali fondi per altri impieghi meno importanti. Secondo il nostro parere, consultando anche le statistiche dei paesi a più alta industrializzazione, la scuola dovrebbe essere il fulcro degli investimenti di un paese, non il fanalino di coda.

Responsabile della pubblicazione:
Stefano Bozzoni
di A1 Institute



ALLARME VISTA: "SE IL BAMBINO NON VEDE BENE, NON IMPARA!"

Secondo una recente ricerca il 51,4% dei genitori non sono “attivi” nei confronti della prevenzione oculare e 7 su 10 ritengono le visite oculiste “non necessarie”.
Dati allarmanti per Commissione Difesa Vista, che sottolinea come “a una visione scorretta corrisponda un minore apprendimento”.
Da non sottovalutare anche l’attività sportiva da far praticare ai propri figli: “va scelta in base all’eventuale difetto visivo”, suggerisce l’oculista.

Un cambiamento di vita

«Il bambino che per la prima volta mette piede a scuola non solo inizia il suo percorso formativo che durerà diversi anni, ma sta anche cambiando completamente il suo contesto di vita», spiega Francesco Loperfido, Responsabile del servizio di Oftalmologia generale presso l’Unità Operativa di Oftalmologia e Scienze della Visione dell’Ospedale San Raffaele di Milano e consulente della Commissione Difesa Vista. «Per lui è quindi importante iniziare questa nuova avventura al meglio delle forze. In questo contesto un controllo della vista è fondamentale, perché spesso a una visione scorretta corrisponde anche un apprendimento scorretto». Il non vedere correttamente – sia che si tratti di miopia (vedere male da lontano) sia di astigmatismo (visione sfocata o sdoppiata a tutte le distanze), sia di ipermetropia (visione da vicino) – non solo rallenta oggettivamente l’apprendimento perché il bambino ha difficoltà a vedere, ma può anche provocare stress e angoscia e farlo così entrare in un circolo vizioso.

Posture e controlli

Inoltre la difficoltà del vedere induce spesso a posture scorrette. Per esempio il bambino astigmatico tende a stare storto rispetto al libro o, al contrario, tiene il libro stesso o il quaderno storti; il miope invece tende ad avvicinarsi molto al testo e quindi ad ingobbirsi. Infine l’ipermetrope deve staccarsi spesso dal libro perché la visione gli si annebbia, c’è molto affaticamento durate la lettura che quindi necessita di lunghe pause per continuare a studiare. «Questi sono atteggiamenti “spia” da tenere d’occhio, perché rivelano ai genitori che c’è un problema e bisogna risolverlo», ammonisce Loperfido. Se fa fatica a vedere, sarà un bambino svogliato, disattento, che non vuole studiare e potrebbe manifestare anche cefalea, arrossamenti degli occhi, stanchezza e cercherà di usare gli occhi il meno possibile. «Un accurato controllo visivo, che rassicuri in merito alla salute oculare del bambino e ne verifichi la funzionalità, è quindi la mossa vincente per inaugurare un periodo estremamente importante per il bambino», sostiene Loperfido.

Un po’ di numeri

Raccomandazioni non da poco, se si tiene conto che da una recente ricerca promossa dalla Commissione Difesa Vista (2008) emerge che 1 bambino su 3 (oltre il 33%) dei bambini da 6 a 13 anni ha almeno un difetto della vista (in ordine: astigmatismo, miopia, ipermetropia, strabismo). Di questi, poi, non tutti portano occhiali da vista: ben il 20% infatti non corregge il difetto, pur sapendo di averlo.

Famigliarità e dintorni

Se in generale tutti i bambini devono essere sottoposti a visite, ancora più importante è per coloro che hanno genitori miopi. «La familiarità del difetto visivo non è da sottovalutare e impone controlli anche se non ci sono difetti apparenti», spiega il dottor Loperfido. «In alcuni casi potrebbe evidenziarsi un difetto grave in un occhio, mentre l’altro occhio ci vede bene, in questo caso le due immagini provenienti dai due occhi non sono sovrapponibili e il bambino si appresta a una visione monoculare. La visita è davvero indispensabile. Visite regolari e tempestive, infatti, permettono di evidenziare problemi comuni e molto diffusi: oltre alla già citata miopia, anche ipermetropia, astigmatismo e strabismo o altri disturbi più gravi come la cataratta congenita. I controlli, con l’eventuale modifica della compensazione ottica, vanno effettuati con regolarità ogni 6-12 mesi», conclude Loperfido.

Occhiali mon amour

Una volta fatto il controllo e appurata la presenza di un difetto, la mossa successiva è la correzione con un paio di occhiali ad hoc. Si sa che l’atteggiamento di giovani e giovanissimi verso l’occhiale da vista non è sempre positivo. Dall’indagine di Commissione Difesa Vista emerge la percezione che i bambini tra i 6 e i 13 anni hanno degli occhiali da vista: infatti un quarto del campione (sia totale, sia tra i portatori di occhiali) risponde che “i bambini piccoli che portano gli occhiali da vista sono proprio sfortunati”. E’ quindi importante veicolare un messaggio positivo legato alla salute oculare e al conseguente uso di occhiali da vista in presenza di un difetto visivo.

Oggi l’occhiale è uno strumento indispensabile, di correzione ma non solo. L’atteggiamento verso questo accessorio - negli ultimi anni - è cambiato, grazie anche a molti personaggi dello spettacolo e della TV – e per i più piccoli anche molti personaggi dei cartoni animati - che indossano con orgoglio gli occhiali, liberandoli dal loro ruolo di semplice oggetto correttivo e trasformandoli in elementi fashion, fondamentali per il loro look. Oggi le aziende dell’occhialeria vengono incontro anche alle esigenze dei giovani proponendo loro modelli sempre più trendy e in materiali leggerissimi, facili e belli da indossare, con un buon rapporto qualità prezzo.

Per i più grandi

Per gli studenti più grandicelli, inoltre, si aggiungono alcuni fattori che possono influenzare o aggravare difetti visivi già presenti come l’uso intenso di computer, molte ore continuative sui libri e fattori ambientali come lo studio in ambienti male illuminati. Tutti elementi negativi che possono essere “contenuti” grazie a precise regole di comportamento e norme di sicurezza:

• ottimizzare la luminosità dello schermo in base alla luce presente nell’ambiente

• una pausa di 15 minuti ogni 2 ore trascorse davanti al computer

• adottare un’adeguata illuminazione sia come quantità che come qualità. La posizione della luce nella stanza di studio non deve riflettere su oggetti o su pareti, la giusta situazione di illuminazione si ha quando l’oggetto illuminato ha un costante contrasto. Bisogna evitare anche la luce diretta sugli occhi sia che provenga dalla finestra che da una fonte di illuminazione artificiale.

Difetti visivi e sport

Un accenno importante merita anche la scelta dello sport da far praticare ai propri figli. «I bambini molto miopi possono subire dei traumi più seri alla retina fino a comportare lesioni che, non valutate, inducono a danni seri quali anche la caduta della retina», spiega il dottor Loperfido. «Una disciplina non vale l’altra e soprattutto non espone agli stessi rischi. Lo sport deve essere scelto in relazione al difetto visivo. Per i miopi gravi sono quindi sconsigliate tutte quelle attività che possono includere scontri violenti o cadute». Dunque a ciascuno il suo sport e anche per chi porta gli occhiali è importante praticare un’attività sportiva che lo faccia crescere forte e sano! Insomma se si vogliono fare arrivare i nostri piccoli campioni alle Olimpiadi in piena salute basta optare per lo sport più adatto!

Per informazioni:
Fast-Com – Ufficio stampa CDV
Michela Mezzolo
Tel. 02. 87280954-Cell. 3402146623
michela.fastcom@grupposantagostino.com
http://www.fast-com.it/



E' ORA DI REAGIRE!

E’ l’ora di non porgere più l’altra guancia alla delegittimazione e diffamazione continua della scuola pubblica e degli insegnanti da parte del Presidente del Consiglio, del Ministro dell’Istruzione, degli altri Ministri, è l’ora che noi insegnanti, se vogliamo mantenere almeno un briciolo di dignità e coerenza con la nostra delicatissima funzione e professione, reagiamo,civilmente e legalmente, ma
REAGIAMO!
In che modo?
Dando, già da domani, lunedì 28 febbraio 2011, un segno tangibile della nostra indignazione, ad esempio:
indossando il lutto al braccio o un bottone nero;
facendo qualche minuto di silenzio nelle nostre classi, di assordante silenzio, da contrapporre alle insultanti frasi di chi ci offende con le parole e con i fatti;
mettendo degli striscioni sulle nostre scuole...
E’ l’ora di ricordare a questi signori e al paese, che la funzione della scuola pubblica è quella di istruire e di concorrere alla formazione degli individui in un clima di pluralismo, tolleranza, rispetto reciproco, e di far sviluppare ai nostri giovani la capacità di pensiero critico, libero e indipendente.
Noi non rinunceremo mai a perseguire questo obiettivo e a difendere la nostra libertà di pensiero, opinione, parola.



Spesa sociale: Tutti i drammatici tagli previsti per il 2011

Interessante indagine di Yahoo finanza, con grafici e numeri, sui drammatici tagli alla spesa sociale previsti dal Governo per il 2011.

Ridimensionamenti profondi, a volte drastici, che renderanno più difficile la vita quotidiana di molti cittadini italiani. Sono i tagli di spesa sui servizi sociali previsti dalla manovra finanziaria per il 2011. Dalla famiglia ai disabili, dai servizi per l'infanzia alle politiche giovanili, i finanziamenti statali destinati alle politiche socio-assistenziali nel 2011 hanno subito un crollo verticale e in alcuni casi sono stati completamente azzerati. La riduzione di risorse rispetto al passato è evidente. Nel 2008, i dieci fondi più importanti per le attività di welfare potevano contare su stanziamenti complessivi per 2 miliardi e 520 milioni di euro. Nei due anni successivi le risorse sono state quasi dimezzate, calando a 1 miliardo e 851 milioni di euro nel 2009 (-30,5% rispetto all'anno precedente) e a 1 miliardo e 472 milioni nel 2010 (-15%). La penalizzazione prospettata per il 2011 dal Disegno di legge di stabilità e dal Bilancio di previsione dello Stato è ancora più massiccia: in tutto, i fondi sociali riceveranno poco più di 349 milioni di euro, l'86,1% in meno rispetto al 2008.  Attraverso queste scelte, "il governo punta a disimpegnarsi dal welfare dei servizi, mentre mantiene salda la gestione del welfare monetario, un insieme di misure poco efficienti, che assorbono gran parte della spesa sociale", scrive Sergio Pasquinelli, opinionista del sito di approfondimento economico-politico Lavoce.info, in un articolo dedicato ai tagli alla spesa sociale.




Che cos'è il Mobbing?

Il mobbing è una situazione lavorativa di conflittualità sistematica, persistente e in costante progresso all'interno del luogo di lavoro, in cui gli attacchi reiterati e sistematici posti in essere con atti e/o comportamenti anche non autonomamente sanzionabili, hanno lo scopo di danneggiare la salute, i canali di comunicazione, il flusso di informazioni, la reputazione e/o la professionalità della vittima.
L'ambiente di lavoro teso, la gestione della scuola secondo moduli autoritari o in forme inadempienti delle norme vigenti in materia di lavoro, di gestione amministrativo-contabile, in materia didattica, non sono ancora "il mobbing" (fenomeno che per esistere ha bisogno di una strategia persecutoria mirata nei confronti di una persona o di un gruppo determinato di persone), ma non lo escludono a priori, perché, anzi, la situazione di conflitto generalizzato, del tutto contro tutti o dell'uno contro tutti, può essere un terreno fertile allo sviluppo del mobbing.
Il mobbing in prima battuta è una realtà fenomenica, non un concetto giuridico, e che, pertanto, intanto si potrà riconoscerlo nella fattispecie concreta, in quanto la fattispecie medesima sia perfettamente sussumibile nei requisiti richiesti dalla psicologia del lavoro, nazionale e internazionale, compreso l'andamento nelle sei fasi successive del modello Ege.
Le fonti di responsabilità dell'autore dei fatti illeciti, sono da ricercare nel generale principio del neminem laedere espresso dall'art.2043 cod. civ., la cui violazione è fonte di responsabilità aquiliana.
Una concorrente responsabilità contrattuale del datore di lavoro ex art.2087 c.c., non si attaglia all'Istituto Scolastico, poiché il datore di lavoro del personale scolastico continua ad essere lo Stato, nella sua personificazione del Ministero dell'Istruzione.
Il risarcimento comprende il danno di natura patrimoniale ed il danno non patrimoniale, nelle tre componenti del danno biologico, morale ed esistenziale.