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Progetto Italiano Lingua 2

Progetto "Inserimento scolastico per alunni migranti" proposto dall'Associazione Immigrati di Pordenone rivolto in modo diverso ai ragazzi ed agli adulti stranieri.

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Insegnare per Competenze nella Scuola

Interessante ricerca di Franca Da Re dell'ITIS E. Barsanti sull'insegnamento per competenze, per far si che tutti gli studenti possano raggiungere la serie completa delle competenze di base.

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Le Finalità della Scuola

Documento descrittivo delle finalità educativo-didattiche della Scuola

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INVALSI: Esempi di prove per la Scuola secondaria di II grado


Presentazione prove INVALSI  per la scuola secondaria di secondo grado

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L’Accountability nella Scuola

Interessante ricerca di Angela Martini, ricercatrice INVALSI, sull'Accountability, parola inglese che non ha un esatto equivalente in italiano. La si può tradurre con “rendicontazione” o con “responsabilità rispetto agli esiti”. Nell’accezione più generale, essa indica l’obbligo di render conto a chi vi è interessato (stakeholders) dei risultati della propria azione in un certo ambito.
La ricerca è ovviamente rivolta all'ambito scolastico.

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La scuola del XXI° secolo

Interessante analisi di Enrico Maranzana sull'insegnamento nelle scuole del XXI° secolo

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Mediatando: 5° Convegno nazionale sui Media Education


Rimini 10-11 gennaio 2013
Aula Magna - Dipartimento di Scienze dell’Educazione e Scuola di Psicologia e Scienze della Formazione - Università di Bologna - Sede di Rimini - Corso D’Augusto 237, Rimini

Il convegno si propone come punto di incontro di ricercatori, operatori socio-sanitari, educatori, insegnanti che lavorano e fanno ricerca in diversi contesti: dalla scuola all’extrascuola, dall’industria all’associazionismo, all’interno di istituzioni pubbliche e private, nei servizi educativi, socio-sanitari e museali, con progetti permanenti o singole sperimentazioni.
Il convegno affronta temi strategici per sviluppare l’educazione ai media in Italia: competenze, innovazione nelle pratiche e nelle metodologie, condivisione delle esperienze, ridefinizione degli obiettivi e delle possibilità della media education italiana.

Il vero spread è nell'istruzione


In tempi di crisi, dove spread e austerity sono le parole più gettonate, i media e i dibattiti pubblici trattano poco del ruolo dell'istruzione e dell'importanza che gli investimenti in questo settore possono avere proprio per superare la difficile fase in cui si trova l'intero sistema occidentale. Ne abbiamo parlato con il vice direttore per l'Educazione dell'Ocse, Andreas Schleicher. Ecco il suo pensiero in quattro punti.
Crisi e investimenti in istruzione. «In un contesto globale, gli individui e i paesi che scelgono di investire seriamente sull'educazione registrano dei forti ritorni sul piano sociale e su quello economico. Anche durante la crisi, infatti, non mancano le imprese che non trovano le persone con le competenze necessarie. Nei paesi Ocse che negli ultimi decenni hanno puntato sull'espansione dell'istruzione universitaria, sono cresciuti i differenziali retributivi a vantaggio dei laureati. Più è elevato lo stock di conoscenze possedute da una persona, più cresce il suo riconoscimento economico. L'altra faccia della globalizzazione è lo sviluppo tecnologico che, di nuovo, dipende dai livelli dell'istruzione, non tanto perchè i knowledge workers e gli innovatori devono essere dotati di alta formazione, quanto perché la presenza di una forza lavoro molto istruita costituisce una pre-condizione per lo sviluppo di nuove tecnologie e per l'aumento dei tassi di produttività. E l'importanza dell'istruzione, più in generale, oltrepassa la dimensione economica: permette agli individui di vivere in un contesto complesso, essere cittadini attivi e responsabili, cogliere la bellezza di un mondo in cui convivono credenze, culture e valori diversi». Risorse finanziarie limitate e spesa pubblica. «Solamente il 20% dei differenziali di performance tra i paesi Ocse dipende dalle risorse finanziarie destinate all'istruzione. Il denaro è solo una parte della risposta. La seconda parte riguarda le scelte di spesa, ovvero per cosa si spende. Se si vogliono classi di studenti meno numerose, non si possono incrementare gli stipendi degli insegnanti. Se si vogliono più ore sui banchi, non si possono affidare agli insegnanti attività non connesse all'insegnamento». Le scelte dell'Italia e le risposte degli altri paesi. L'Italia ha optato per un numero alto di insegnanti scarsamente retribuiti.  CONTINUA A LEGGERE

di Antonio Alizzi da corriere.it