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monolingue di 35.000 connessi alle parole d’imprese, frasi e significati
progettati per essere utilizzati dagli studenti di business e chiunque utilizzi
l’ inglese per lavoro.
Concorso Scuola: preparazione richiesta ai candidati
A tutti i candidati che partecipano al concorso indetto dal ministro
Alessandro Profumo, sia che si candidino per la scuola dell’infanzia, per la
scuola primaria, per la scuola secondaria di primo o di secondo grado, è
richiesta una preparazione di base uguale per tutti.
Le conoscenze che i futuri docenti devono avere di sicuro dominio sono
quelle relative alla propria disciplina di insegnamento sia a livello critico
sia a livello dei fondamenti epistemologici, cosa che permetterà di poter
individuare i diversi itinerari di insegnamento ma anche di verifica
dell’apprendimento per valutare gli alunni.
E’ richiesta inoltre la conoscenza degli strumenti interattivi per
gestire la didattica della classe e dei principali strumenti didattici delle
discipline di riferimento con relativi criteri di valutazione.
Necessari fondamenti di psicologia dello sviluppo e dell’educazione e
anche conoscenze approfondite pedagogiche e didattiche che permettano al
docente di stabilire la giusta relazione con gli alunni per promuovere
significativi apprendimenti in contesti interattivi anche in coordinamento con
gli altri docenti che operano nella stessa classe o nello stesso plesso.
Importante è anche la capacita del saper gestire i gruppi, quindi
conoscenze sociali che lo permettano insieme a ottime relazioni interpersonali
; ma anche conoscenze degli strumenti idonei all’attuazione di una didattica
personalizzata, laddove ce ne sia bisogno, per una programmazione
personalizzata con i bisogni formativi del singolo alunno.
Inoltre indispensabile conoscere le tematiche legate alla valutazione
riferita alle comparazioni internazionali e nazionali, come ad esempio le prove
INVALSI.
Necessaria la conoscenza della normativa scolastica con particolare
attenzione a:
a) L’evoluzione storica della scuola italiana;
b) La Costituzione italiana e le linee essenziali dell’ordinamento
amministrativo dello Stato;
c) L’autonomia scolastica e l’organizzazione del amministrativa del
sistema scolastico;
d) Le competenze degli enti locali territoriali;
e) Gli ordinamenti scolastici;
f) Il governo, la gestione della singola scuola e le funzioni degli
organi collegiali;
g) Le reti e le associazioni di scuole;
h) Lo stato giuridico del docente e il contratto di lavoro;
i) La promozione della ricerca, della sperimentazione e dell’innovazione
nella scuola;
l) La formazione in servizio;
m) Invalsi e Indire.
Conoscenza inoltre di documenti europei fatti propri dall’ordimento
italiano in materia di educazione come ad esempio le pari opportunità.
La conoscenza essenziale di una delle lingue straniere della comunità
europea almeno a livello B2 e anche la conoscenza minima delle competenze
digitali per usare le tecnologie e i dispositivi multimediali che servono a
potenziare l’apprendimento.
fonte: http://www.concorsoscuole.it
Coordinamento Nazionale per la Scuola della Costituzione, comunicato stampa sul seminario del 16/12/2012
Il seminario “Per un
governo democratico della Scuola della costituzione” organizzato dal Coordinamento
nazionale per la Scuola della Costituzione presso la Provincia
di Roma il 16 dicembre 2012 ha registrato un buon risultato. Oltre un
centinaio le presenze, un vero successo se si pensa che contemporaneamente
si svolgevano a Roma l’assemblea nazionale del movimento delle scuole, la
segreteria nazionale del CIDI, l’incontro nazionale degli studenti dell’UDS,
l’esecutivo federale dei Cobas ..e gli impegni prenatalizi.
Segno
evidente che la proposta ha fatto breccia in un mondo della scuola ansioso
di salvare il valore della “Scuola della Costituzione” attraverso un
percorso concreto e praticabile.
Un mondo
formato da insegnanti, genitori, organizzazioni sindacali (tra le
OOSS invitate: FLC CGIL, USB, UNICOBAS, COBAS, erano presenti: USB,UNICOBAS,
Piero Castello – Cobas Scuola), semplici cittadini che riconoscono
alla funzione della scuola dello Stato un ruolo preminente nella
formazione dei giovani.
Tra gli
altri, hanno accolto con interesse l’invito a partecipare Chiara
Acciarini, Maurizio Tiriticco, Clotilde Pontecorvo, l’on. Zazzera, il prof.
Porrotto, ex preside del Parini di Milano, e hanno inviato parole di
condivisione tra gli altri, Domenico Gallo, Gennaro Lopez, Sergio
Lariccia, Nicola Tranfaglia, impossibilitati ad essere presenti. Inoltre,
proprio nella giornata di oggi due nuove associazioni, una nazionale,
l’altra genovese, hanno chiesto di entrare a far parte del
Coordinamento.
Le relazioni di
Carlo Salmaso (sul rapporto autonomia – democrazia – partecipazione) e
di Corrado Mauceri (illustrazione della proposta contenente “Norme per il
governo della Scuola della Costituzione”) hanno avviato ragionamenti e
riflessioni, per una parte dei presenti sicuramente inediti, in
particolare riguardo al concetto di autonomia inteso come
libertà del sistema scolastico dai condizionamenti dei ministri di turno, non
corrispondente all’autonomia dei singoli istituti che di fatto continuano ad
essere sottoposti al potere burocratico del Ministero che impedisce
l’esplicazione delle competenze assegnate agli Organi Collegiali nel DPR del
1974.
E’ stato
individuato questo come uno dei motivi del calo di partecipazione.
E’ stata
sottolineata la differenza tra la vecchia idea di scuola statale
centralista e l’idea della Scuola della Costituzione, statale, ma garante
della partecipazione e del pluralismo culturale e quindi dell’autonomia intesa
come partecipazione ed indipendenza dagli esecutivi nella Carta
costituzionale.
E’
emersa con forza la distinzione tra la Scuola – equiparabile alla
Magistratura – in quanto funzioni della Repubblica non
delegabili per le loro alte finalità, e la tutela dei diritti
attraverso la fornitura di servizi che possono essere assolti oltre che dallo
Stato anche da privati.
La parte
più innovativa delle proposta riguarda il Consiglio Nazionale dell’Istruzione
che rappresenterebbe l’apice degli Organi Collegiali come centro del
pluralismo culturale in sostituzione dell’attuale CNPI, con compiti di
programmazione degli indirizzi educativi oggi di competenza del MIUR.
Mauceri
ha presentato anche gli aspetti critici della proposta, su cui occorre attivare
un approfondito confronto (rapporto tra questo nuovo organismo e il MIUR, la
figura del Dirigente Scolastico ..)
Ma – come
ha detto Antonia Sani in apertura – si tratta dell’avvio di un
confronto, non della conclusione di un percorso.
I
numerosi interventi hanno sottolineato il rifiuto integrale della pdl
Aprea, per ora “su un binario morto” ma sempre in agguato dopo le elezioni,la
necessità che si mantenga alta la mobilitazione delle scuole, per scongiurare
questo e altri provvedimenti negativi per la qualità dell’istruzione (es. forme
dissennate di dimensionamento degli istituti scolastici), l’urgenza
che vengano affrontati anche altri problemi della vita scolastica(valutazione, Invalsi, orario
di lavoro dei docenti, rischio che attraverso le reti di
scuole penetri nelle istituzioni pubbliche la privatizzazione dei
saperi, richiesta di abolizione delle Fondazioni da cui dipendono
attualmente una sessantina di Istituti Tecnici Superiori, l’importanza di
far pervenire al Parlamento Europeo la nostra idea di scuola della
Repubblica..)
C’è
stato un grande applauso del pubblico quando Bruno Moretto ha riferito del
successo raggiunto dal comitato bolognese con la raccolta di firme(oltre
13.000) per il referendum contro il finanziamento delle scuole private per
l’Infanzia del Comune di Bologna.
Nel pomeriggio, dopo
la conclusione del dibattito, ha avuto luogo la Tavola rotonda coordinata
da Marina Boscaino con le forze politiche presenti: PD(F.Puglisi), SEL (S:Salacone), I.d.V. (G.Rodano), PRC (V.Meloni).
Erano stati invitati anche PdCI e ALBA.
Dal
confronto è emersa la comune denuncia dell’attacco alla Costituzione
rappresentato dalla legge 62/2000 sulla parità scolastica che consente
finanziamenti alle scuole private divenute “paritarie”. Un auspicio che il
nuovo Parlamento possa riconsiderare il vulnus?
E’ stata anche
evidenziata la conseguente anomalia che mette sullo stesso piano le scuole
degli Enti Locali e le scuole private dell’ Infanzia che nel bilancio ricevono
finanziamenti dallo stesso capitolo.
Riguardo
l’articolato è stato espresso un interesse di massima, con un rinvio a un
incontro successivo dopo una più accurata meditazione sul testo per
un confronto nel merito.
Riteniamo una
acquisizione importantissima l’avere messo in sintonia e in una comunità di
intenti tutti i soggetti che fanno attualmente parte di questo
coordinamento che anche in data odierna ha dimostrato la sua
vitalità con la presenza di comitati di Napoli, Roma, Firenze, Viareggio,Vicenza, Padova, Bologna, Genova (Milano
e Parma assenti per motivi contingenti).
Nella conclusione
operativa sono stati invitati tutti coloro che hanno espresso nel
dibattito le proprie valutazioni e tutti e tutte coloro che desiderassero
esprimerle, a inviare email all’indirizzo del coordnazscuolacostituzione@gmail.com, comprese
testimonianze dello stato degli Organi Collegiali nelle proprie scuole e altre
denunce dello stato delle cose nella propria realtà scolastica.
Tutta
questa documentazione verrà raccolta e integrata dal Coordinamento in vista del
prossimo dibattito da tenersi nelle vicinanze delle elezioni politiche (mese
di febbraio)
Antonia Sani per il
Coordinamento
Benigni e la Costituzione Italiana (senza inizio comico)
Video dello show di Benigni del 17/12/2012 sulla Costituzione Italiana "La più bella del Mondo" depurato dalla parte comica iniziale per proporlo nelle scuole come video didattico.
Pensione più ricca lavorando fino a 70 anni
Lavorare più a lungo frutterà assegni pensionistici
sensibilmente più corposi. Sulla Gazzetta Ufficiale è stato pubblicato il
decreto che approva la revisione triennale dei coefficienti di trasformazione
dei contributi previdenziale con la novità dell’estensione fino a 70 anni, come
previsto dalla riforma Fornero-Monti.
Più tempo al lavoro, pensione più ricca
In particolare, i nuovi coefficienti che verranno utilizzati
per il calcolo delle pensioni di chi andrà a riposo a partire dal prossimo anno
prevedono, ogni 1.000 euro di contributi versati, una pensione pari: a 43,04
euro nel caso che l’entrata in pensione avvenga a 57 anni; a 46,61 euro, se si
va in pensione a 60 anni; a 54,35 euro, se si va in pensione a 65 anni e a
65,41 euro, se si entra in pensione a 70 anni.
Come funzionano i coefficienti con il nuovo sistema
pensionistico
I coefficienti di trasformazione dei contributi sono
l’elemento cardine del sistema pensionistico costruito con l’ultima riforma,
che prevede l’estensione del regime contributivo a tutti i lavoratori a a
partire dalle anzianità contributive maturate dal 1° gennaio 2012.
Secondo il nuovo sistema pensionistico, il lavoratore
accantona annualmente parte dei propri guadagni (con aliquote diverse a seconda
dell’inquadramento della propria attività, ossia il 21% per i lavoratori
autonomi, il 37% per i collaboratori e il 33% per i dipendenti). I contributi
complessivamente versati costituiscono il montante contributivo cui, al momento
del pensionamento, si applica il coefficiente di trasformazione (ossia di
conversione), ottenendo l'importo annuo di pensione spettante.
La novità della riforma Fornero-Monti
Unitamente alla revisione dei coefficienti di conversione
dei contributi, l’ultima riforma del sistema pensionistico ha introdotto la
possibilità per i lavoratori di ritardare il momento dell’uscita dal lavoro
fino ai 70 anni di età, al fine di rendere più corposo l’assegno della
pensione. A tal fine, dunque, i coefficienti di trasformazione sono stati
estesi fino a raggiungere tale età.
Riforma Fornero: Perché la Riforma e cosa Cambia
L'età
pensionabile
Verso la parità tra uomini e donne
Verso la parità tra uomini e donne
Le
condizioni in cui nasce la Riforma Fornero
Dal sistema retributivo a quello contributivo
Dal sistema retributivo a quello contributivo
Che
meccanismi vuole correggere la Riforma?
Per un sistema pensionistico più equo e sostenibile
Per un sistema pensionistico più equo e sostenibile
Gli
ex-salvati della Riforma Dini
Come cambia l'assegno con il nuovo sistema
Rivalutazioni e tassa sulle pensioni d'oro
Il blocco temporaneo della rivalutazione per le pensioni oltre i 1.400 euro e il contributo di solidarietà alle pensioni d’oro
Come cambia l'assegno con il nuovo sistema
Rivalutazioni e tassa sulle pensioni d'oro
Il blocco temporaneo della rivalutazione per le pensioni oltre i 1.400 euro e il contributo di solidarietà alle pensioni d’oro
La
previdenza che scompare
Finestre d'uscita, quote e anzianità
Finestre d'uscita, quote e anzianità
Il
lifting delle aliquote
Le modifiche alla gestione separata dell’Inps
Le modifiche alla gestione separata dell’Inps
Il
contributivo pro rata
Si avvicinano padri e figli
Si avvicinano padri e figli
Fonte: Borsa Italiana
Calcola quando potrai andare in Pensione
Applicazione del Sole 24ore su Borsa italiana per calcolare l'anno in cui si potrà andare in pensione in base all'età, al genere (M/F), al tipo (Privato/Pubblico), e all'età che si aveva all'inizio della contribuzione. Sulla base della nuova riforma pensioni del 2012.
Vai all'Applicazione
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Pensione: nel 2013 si potrà monitorarla online
Un sistema fai da te per permettere a ciascuno di monitorare il maturare della propria pensione a seconda dei contributi versati, per evitare sorprese non sempre gradite e valutare realisticamente l'accesso alle forme di previdenza complementare. E' quanto ha proposto oggi il presidente dell'Inps, Antonio Mastrapasqua, parlando ad un programma radiofonico di Radio 1. «In Italia manca ancora una cultura previdenziale, in pochi sanno come funziona il sistema perchè è cambiato ogni 6 mesi da 20 anni», ha detto Mastrapasqua, e ha aggiunto: «L'Inps ha messo online tutti gli estratti conti previdenziali, che vanno controllati regolarmente, e poi il calcolo simulazione della pensione. Speriamo e contiamo entro quest'anno o i primi mesi dell'anno prossimo di essere in grado di far fare a tutti il calcolo della pensione, che aiuterà tutti a capire quanto ha versato e quanto otterrà e a cominciarsi a confrontare con gli operatori della previdenza complementare».
E se la stessa Inps ha certificato di recente come oltre la metà dei pensionati italiani percepiscano pensioni inferiori ai 1000 euro, Mastrapasqua si dice fiducioso che in futuro l'importo aumenterà. «È un dato globale - ha spiegato Mastrapasqua - in cui sono incluse anche pensioni d'invalidità, di inabilità, integrazione al minimo, assegni sociali e quindi è una media generale, di sicuro il tema del valore delle pensioni è di attualità. Ora si lavora più a lungo e il sistema passa, cosa che potrebbe consentire assegni più ampi, anche se tutto questo si scontra con la crisi del Paese da cui bisogna fare il massimo sforzo per uscire».
Quanto agli esodati, il parere del presidente dell'Inps è che "ad oggi sono più di 130mila persone sono salvaguardate, c'è massima attenzione, la creazione di un fondo di salvaguardia è un fatto positivo, potrà essere alimentato a seconda della necessità. Non è una cosa che può risolversi da qui a fine anno ma avere un fondo che si alimenta con gli eccessi e la non rivalutazione delle pensioni sopra tre volte il minimo rappresentano un buon punto di partenza. Governo e Parlamento stanno dando prova di grande responsabilità anche se devono scontrarsi con le risorse finanziarie a disposizione".
Finanza.com
E se la stessa Inps ha certificato di recente come oltre la metà dei pensionati italiani percepiscano pensioni inferiori ai 1000 euro, Mastrapasqua si dice fiducioso che in futuro l'importo aumenterà. «È un dato globale - ha spiegato Mastrapasqua - in cui sono incluse anche pensioni d'invalidità, di inabilità, integrazione al minimo, assegni sociali e quindi è una media generale, di sicuro il tema del valore delle pensioni è di attualità. Ora si lavora più a lungo e il sistema passa, cosa che potrebbe consentire assegni più ampi, anche se tutto questo si scontra con la crisi del Paese da cui bisogna fare il massimo sforzo per uscire».
Quanto agli esodati, il parere del presidente dell'Inps è che "ad oggi sono più di 130mila persone sono salvaguardate, c'è massima attenzione, la creazione di un fondo di salvaguardia è un fatto positivo, potrà essere alimentato a seconda della necessità. Non è una cosa che può risolversi da qui a fine anno ma avere un fondo che si alimenta con gli eccessi e la non rivalutazione delle pensioni sopra tre volte il minimo rappresentano un buon punto di partenza. Governo e Parlamento stanno dando prova di grande responsabilità anche se devono scontrarsi con le risorse finanziarie a disposizione".
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