Elenco di Videocorsi e Attività didattiche con l'uso della LIM proposti da vari siti
Innovascuola
robertosconocchini.it
francescoprocida.it
maestrantonella.it
lauraproperzi.it
bibliolab.it
formazione.faresapere.it
primaria.scuola.com
startandteach.it
Java, serie di video tutorial gratis per imparare ad usarlo
Serie di tutorial sull'uso di Java adatto
soprattutto a chi non lo ha mai usato.
Excel, serie di video tutorial gratis per imparare ad usarlo
Serie di tutorial sull'uso di Microsoft Excel adatto
soprattutto a chi non lo ha mai usato.
Word, serie di video tutorial gratis per imparare ad usarlo
Serie di tutorial sull'uso di Microsoft Word adatto
soprattutto a chi non lo ha mai usato.
Sketchup, serie di video tutorial gratis per imparare ad usarlo
Serie di tutorial sull'uso di Google Sketchup adatto
soprattutto a chi non lo ha mai usato.
MySql, serie di video tutorial gratis per imparare ad usarlo
Serie di tutorial sull'uso di MySql adatto
soprattutto a chi non lo ha mai usato.
PowerPoint, serie di video tutorial gratis per imparare ad usarlo
Serie di tutorial sull'uso di Microsoft PowerPoint adatto soprattutto a chi non lo ha mai usato.
Guarda la Playlist su PowerPoint
Guarda la Playlist su PowerPoint
Access, serie di video tutorial gratis per imparare ad usarlo
Serie di tutorial sull'uso di Microsoft Access adatto
soprattutto a chi non lo ha mai usato.
La realtà sulle pensioni future degli italiani
2037: pensioni in picchiata
"Se dovessimo dare la simulazione della pensione ai
parasubordinati rischieremmo un sommovimento sociale”. Nell’ottobre scorso,
Antonio Mastrapasqua, presidente Inps, scatenò furibonde polemiche con questa
infelice battuta. Amara per i precari, la boutade di Mastrapasqua nascondeva
foschi presagi anche per tutte le altre categorie di lavoratori. Tutto ciò
risulta evidente dopo che, nei giorni scorsi, il Corriere della Sera ha
pubblicato alcuni documenti riguardanti le pensioni future. Le carte,
controfirmate dall’Inps nel settembre scorso, non erano però ancora state rese
pubbliche.
Stime spaventose
A quanto pare, nessuno se la passerà troppo bene nei
prossimi decenni. Da qui al 2037, dipendenti, autonomi e precari vedranno
indiscriminatamente calare il tasso di sostituzione della propria pensione (il
rapporto tra l’assegno dell’Inps e l’ultima retribuzione). La verità emerge
dalle cifre riportate nella verifica tecnico-attuariale contenuta in una
quarantina di dossier che stimano –categoria per categoria – l’evoluzione delle
pensioni degli italiani negli anni a venire.
Gli assegni pensionistici perderanno consistenza in
conseguenza della piena attuazione dei vari disegni di riforma previdenziale
che si sono susseguiti nel corso degli ultimi decenni. Il compimento del
passaggio da un sistema previdenziale di tipo retributivo a uno di tipo
contributivo comporterà pensioni più basse (in alcuni casi anche in maniera
sensibile) per tutti.
Dalle stime tracciate nei documenti Inps emerge una
sostanziale uniformità per quel che riguarda il modo in cui varieranno le
pensioni delle diverse categorie di lavoratori. In generale, da qui al 2014 il
tasso di sostituzione crescerà di qualche punto percentuale – per effetto
dell’uscita dal lavoro della generazione dei baby boomers, che ha potuto godere
di stipendi stabili e cospicui per l’intera durata della vita lavorativa – per
poi abbattersi in maniera graduale successivamente.
Categoria per
categoria
Oggi come oggi, le pensioni dei lavoratori dipendenti
equivalgono – in media – al 52% della retribuzione. Dopo essere saliti al 54%
rispetto alla retribuzione nel 2015, gli assegni targati Inps destinati ai
dipendenti nel 2037 arriveranno a coprire il 46% dell’ultimo stipendio.
Non andrà meglio agli artigiani: oggi la loro pensione vale,
in media, il 50% del reddito annuale (nel 2015, il 53%); nel 2037, invece,
l’assegno pensionistico equivarrà al 43% della retribuzione. Numeri simili sono
quelli che riguardano i commercianti. Quest’ultima categoria oggi gode di
pensioni che, in media, coprono il 46% della retribuzione (valori che saliranno
fino al 52% nel 2017), mentre nel 2037 si dovrà accontentare del 44% (ossia,
21mila euro di pensione contro 48mila euro di reddito da lavoro).
Un caso a parte è quello dei precari. Il dossier Inps loro
riservato contiene cifre allarmanti: nel 2037, per i lavoratori parasubordinati,
la pensione media sarebbe pari al 14% della retribuzione. Si tratta però di un
dato che necessita di un’analisi ulteriore: poiché nella gestione dei
parasubordinati bastano 5 anni di contributi per maturare una pensione
(forzatamente di pochi euro, dunque), stimare l’effettivo ammontare delle
pensioni per questa categoria di lavoratori diviene un esercizio ad alto
rischio d’errore. In realtà, numerosi centri ricerca – considerando un precario
tipo che cambi più volte lavoro con numerosi intervalli di disoccupazione –
ipotizzano per l’assegno pensionistico un grado di copertura compreso tra il 36
e il 50-55%.
http://www.ftaonline.com/
http://www.ftaonline.com/
Le agevolazioni di cui godono le Pensioni Integrative
Salgono gli iscritti e i rendimenti, i fondi pensione
complementari sembrano aver riscosso un certo successo nel 2008, lo testimonia
la Covip. Il crescente consenso raccolto da queste forme integrative di
previdenza è anche dovuto ad alcuni significativi vantaggi fiscali cui sono
soggette. Sottoscrivere una forma di previdenza integrativa, sia essa un fondo
pensione di categoria, un fondo pensione aperto o un Piano individuale di
previdenza (Pip), permette di beneficiare di alcuni sconti in dichiarazione.
Tassazione più leggera
La pressione fiscale applicata sui rendimenti finanziari dei
fondi pensione (e dei Pip) gode di un regime agevolato: questi prodotti sono
infatti tassati all’11% invece della
normale aliquota del 12,5% normalmente applicata ai fondi comuni.
Anche il capitale finale accumulato gode di un trattamento
favorevole da parte del fisco. La tassazione applicata infatti è del 15% contro
il 23% che in media sconta il gruzzolo accantonato con il Trattamento di fine
rapporto (Tfr).
Agevolazioni
Ulteriori agevolazioni sono poi previste per quanti
aderiscano ad un fondo per oltre 15 anni. L’aliquota fiscale finale per questi
lavoratori sarà applicata pari allo 0,30% per ogni anno successivo al
sedicesimo fino a un massimo di 35 anni: in questo modo il lavoratore che
aderisce per 35 anni si vedrà tassato il montante previdenziale accumulato
prima della pensione al 9% anziché il 15% (e il 23% del Tfr). Nello specifico
la legge parla di anni di adesione e non di anni di versamenti. Questo vuol
dire che se un lavoratore al primo impiego aderisce, per esempio, a un fondo
pensione aperto anche con una piccola somma (sono sufficienti 50 o 100 euro) fa
partire il tempo di adesione senza per questo essere obbligato a versare il Tfr
nel fondo pensione. Il vantaggio, però, è che quando deciderà di passare dal
trattamento di fine rapporto a una forma di previdenza integrativa, avrà già
accumulato un buon numero di anni utili per scalare l’aliquota fiscale finale
del 15%.
Fondi pensione per i figli
Buone notizia per i padri sui 45-55 anni che, una volta
terminata l’attività lavorativa, decidano di effettuare dei versamenti annui in
un fondo pensione a favore del figlio minore a loro carico. I vantaggi sono
molteplici. Da un lato può dedurre dai redditi le somme versate fino a 5.164
euro all’anno. Poi favorisce nel figlio l’apprendimento della problematica
previdenziale e, non certo meno importante, assicura al minore un capitale che,
in virtù delle rigide norme sui fondi pensione, non potrà essere sperperato:
infatti raggiunta la maggiore età, il figlio sarà nelle condizioni di
riscattare non più del 30% della somma accumulata per le proprie esigenze
(studio, viaggi, acquisto di un’automobile o di un motorino).
Iscriviti a:
Post (Atom)