Da un anno a un mese di studio all’estero, frequenza riconosciuta dal Ministero dell’Istruzione.
per ragazzi da 15 a 18 anni
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Prova Invalsi: alcuni consigli e test di esercitazione
La prova avrà delle domande a risposta multipla e altre domande a risposta aperta ed è diviso in due parti.
La prima parte è quella in italiano e si suddivide a sua volta in due parti, comprensione della lettura, cioè di un testo narrativo, e i quesiti cui rispondere. La seconda prova INVALSI è in matematica e avrà quesiti a scelta multipla e a risposta aperta su: numeri, geometria, relazioni e funzioni, misure, dati e previsioni.
Più in dettaglio l’esame di italiano prevede 25 domande: 15 domande sulla comprensione della lettura e 10 domande che riguardano la riflessione sulla lingua (conoscenze grammaticali).
L’esame di matematica invece prevede 22 domande sui principali argomenti affrontati nei tre anni delle media.
Ecco le diverse fasi pratiche in cui si struttura l’esame domani mattina:
1 – consegna del primo fascicolo (italiano) ad ogni candidato;
2 – lettura ed illustrazione delle istruzioni per la compilazione;
3 – inizio e fine del lavoro (60 minuti);
4 – ritiro da parte della Commissione del primo fascicolo;
5 – pausa (15 minuti circa);
6 – consegna del secondo fascicolo (matematica);
7 – inizio e fine del lavoro (60 minuti);
8 – ritiro del secondo fascicolo;
9 – fine della prova.
In tutto questo gli studenti non devono agitarsi inutilmente e devono restare tranquilli nell’approcciarsi ai test: ecco dei consigli per affrontare i test INVALSI .
Molti test per esercitarsi sulla prova INVALSI di italiano e matematica per la terza media sono sul sito della casa editrice Zanichelli, si tratta di test che consentono anche delle simulazioni d’esame:
- italiano;
- matematica.
Anche sul sito de Il Sole 24 ORE c’è una selezione delle domande INVALSI (che sono state poste negli anni precedenti) e le relative soluzioni, test che possono essere un utile ripasso per gli studenti: ecco quelli in matematica e i test di italiano.
Ecco le prove dell’Esame di Stato I Ciclo 2007 – 2008, si possono utilizzare per esercitarsi e per familiarizzare con le prove (documenti in PDF):
- Fascicolo della prova di italiano 2007 – 2008;
- Griglie di correzione della prova di italiano 2007 – 2008 ;
- Fascicolo della prova di matematica 2007 – 2008 ;
- Griglie di correzione della prova di matematica 2007 – 2008 .
Ecco le prove dell’Esame di Stato I Ciclo 2008 – 2009 (in PDF):
- Fascicolo della prova di italiano 2008 – 2009 ;
- Fascicolo della prova di matematica 2008 – 2009 ;
- Griglie di correzione 2008 – 2009 .
Alcuni altri esempi di prove di italiano sono qui, qui e qui; ed ecco un esempio della prova di matematica
fonte: bnotizie.com
La prima parte è quella in italiano e si suddivide a sua volta in due parti, comprensione della lettura, cioè di un testo narrativo, e i quesiti cui rispondere. La seconda prova INVALSI è in matematica e avrà quesiti a scelta multipla e a risposta aperta su: numeri, geometria, relazioni e funzioni, misure, dati e previsioni.
Più in dettaglio l’esame di italiano prevede 25 domande: 15 domande sulla comprensione della lettura e 10 domande che riguardano la riflessione sulla lingua (conoscenze grammaticali).
L’esame di matematica invece prevede 22 domande sui principali argomenti affrontati nei tre anni delle media.
Ecco le diverse fasi pratiche in cui si struttura l’esame domani mattina:
1 – consegna del primo fascicolo (italiano) ad ogni candidato;
2 – lettura ed illustrazione delle istruzioni per la compilazione;
3 – inizio e fine del lavoro (60 minuti);
4 – ritiro da parte della Commissione del primo fascicolo;
5 – pausa (15 minuti circa);
6 – consegna del secondo fascicolo (matematica);
7 – inizio e fine del lavoro (60 minuti);
8 – ritiro del secondo fascicolo;
9 – fine della prova.
In tutto questo gli studenti non devono agitarsi inutilmente e devono restare tranquilli nell’approcciarsi ai test: ecco dei consigli per affrontare i test INVALSI .
Molti test per esercitarsi sulla prova INVALSI di italiano e matematica per la terza media sono sul sito della casa editrice Zanichelli, si tratta di test che consentono anche delle simulazioni d’esame:
- italiano;
- matematica.
Anche sul sito de Il Sole 24 ORE c’è una selezione delle domande INVALSI (che sono state poste negli anni precedenti) e le relative soluzioni, test che possono essere un utile ripasso per gli studenti: ecco quelli in matematica e i test di italiano.
Ecco le prove dell’Esame di Stato I Ciclo 2007 – 2008, si possono utilizzare per esercitarsi e per familiarizzare con le prove (documenti in PDF):
- Fascicolo della prova di italiano 2007 – 2008;
- Griglie di correzione della prova di italiano 2007 – 2008 ;
- Fascicolo della prova di matematica 2007 – 2008 ;
- Griglie di correzione della prova di matematica 2007 – 2008 .
Ecco le prove dell’Esame di Stato I Ciclo 2008 – 2009 (in PDF):
- Fascicolo della prova di italiano 2008 – 2009 ;
- Fascicolo della prova di matematica 2008 – 2009 ;
- Griglie di correzione 2008 – 2009 .
Alcuni altri esempi di prove di italiano sono qui, qui e qui; ed ecco un esempio della prova di matematica
fonte: bnotizie.com
Zanichelli Test: il sistema di esercizi interattivi della Zanichelli
Sito utile sia per gli insegnanti che per gli studenti, delle scuole medie e superiori.
- L'insegnante può assegnare compiti per casa da fare al computer, scaricare test dall'archivio e adattarli alle proprie esigenze, controllare con il registro elettronico i lavori fatti dagli studenti.
- Lo studente può esercitarsi in modo utile e divertente, ripassare utilizzando la correzione automatica dei test e controllare il proprio grado di preparazione.
Vai a Zanichelli Test
- L'insegnante può assegnare compiti per casa da fare al computer, scaricare test dall'archivio e adattarli alle proprie esigenze, controllare con il registro elettronico i lavori fatti dagli studenti.
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2 parole sulla Manovra Economica e i tagli alla Scuola
Tutto avrei immaginato in vita mia fuorché rimpiangere il prestito forzoso che impose Prodi nel 1996 allorquando, per entrare in Europa, mise le mani nei conti correnti degli italiani, di tutti gli italiani. Oltretutto parte di quel prelievo lo restituì ad ingresso avvenuto. Ne abbiamo dette di tutti i colori di quella manovra ma a confronto di quella che sta per essere varata in questi giorni è un sollucchero. Questo decreto legge non colpisce tutti gli italiani colpisce solo gli statali (forze armate e ministeriali) e, a ben vedere, c’è da chiedersi se gli statali siano italiani, dal momento che viene pubblicizzata accompagnandola con lo slogan “non abbiamo messo le mani in tasca agli italiani”. E c’è anche da chiedersi se un provvedimento che colpisce così palesemente solo una parte degli italiani sia costituzionale ma, anche in questo caso, visto che chi doveva firmarla l’ha firmata non ravvisando alcuna imparzialità, vuol dire che, forse, gli statali non fanno testo.
Tutto bene quindi, “non sono state messe le mani nelle tasche agli italiani”, la missione è compiuta, il grande feticcio è salvo e soprattutto è salvo il “popolo delle partite IVA”, il grande serbatoio di voti di questo Governo (e dell’evasione fiscale).
Per gli statali beh…cosa vogliono…sono stati sempre dei privilegiati, non hanno perso il posto (e chi lo ha detto?), hanno goduto di aumenti superiori alla media (ma gli insegnanti non erano i peggio pagati d’Europa?), hanno la pensione… (ormai…alla memoria).
Di fronte alle osservazioni che piovono in questi giorni i rappresentanti del Governo hanno la risposta pronta: dovevamo ridurre la spesa pubblica…anche gli altri stati lo hanno fatto…le agenzie di rating (le stesse che ora vogliono imbavagliare) ci guardano…ecc.ecc.
Per la verità non tutti i Ministri hanno sbattuto i tacchi e detto signorsì a questi provvedimenti, c’è qualcuno, mi riferisco al ministro Bondi, che ha mostrato tutto il suo disaccordo verso la manovra in prima stesura e, infatti, nella seconda sono stati stralciati i tagli a enti e fondazioni culturali.
Per gli insegnanti invece, nel Governo, nessuno ha aperto bocca. Non una parola, non una lettera, non una vocale. Silenzio assoluto. Chi doveva difenderli, nonostante siano i più colpiti dalla manovra, si è dileguato.
Tutto avrei immaginato in vita mia fuorché rimpiangere la Moratti, che difese a spada tratta la Scuola dai tagli forsennati di Tremonti. Altro spessore, altra stoffa, altra statura, altro piglio e per questo…“promossa” a Sindaco di Milano.
Ma intanto ci troviamo qui a fare due conti e a scoprire che i contratti saranno congelati per 3 anni (che equivale ad una perdita salariale di 1500/1800 euro); che saranno bloccati per 3 anni gli scatti di anzianità (con una perdita salariale media di 6000 euro) e, non essendovi cenno ad un loro recupero, la quasi impossibilità di raggiungere il massimo della pensione per una categoria a cui si chiede, per accedervi, la laurea, il tirocinio, ecc.,. A questo si aggiunga l’inflazione che nel frattempo farà il suo mestiere erodendo il potere d’acquisto, l’elevazione a 66 anni dell’età minima per il pensionamento (a cui si aggiungerà l’automatismo del ministro Sacconi legato alle aspettative di vita); la rateizzazione della liquidazione e chissà cos’altro visto che il testo del decreto ancora non si conosce in tutte le sue parti e visto che l’unica versione diffusa finora è in un formato illegibile.
E il bello deve ancora venire, quando, in pompa magna, verrà divulgato il provvedimento per premiare il merito a cui, ovviamente, la maggior parte non potrà accedere. Oltre al danno la frustrazione.
Cosa fare a questo punto? Scioperare? Assolutamente no, faremmo un gran favore al Governo che risparmierebbe bei soldoni su cui, probabilmente, ha già fatto conto. Molto meglio manifestare di sabato, come ha finalmente suggerito Bonanni, in modo da farci sentire senza essere penalizzati con trattenute sul magro stipendio. Ma non basta. Incrociare le braccia e lavorare il meno possibile? Giammai, si farebbe il gioco di chi vuole distruggere la scuola pubblica e poi, chi insegna lo sa bene, è impossibile non lavorare in classe, si verrebbe mangiati vivi dagli alunni. Al massimo si potrà fare più attenzione a quello che ci compete o non ci compete nelle nostre mansioni (gite, 40 ore ecc.).
Cosa fare allora? Da parte mia ho in mente una strada che certamente non è la più semplice, nemmeno la più veloce ma, secondo me, è la più incisiva.
Parte da un concetto-guida: “Mi hai condannato all’indigenza? E io faccio l’indigente!”. Nei prossimi tre anni non cambierò casa, non cambierò l’auto, non comprerò vestiti né accessori di alcun genere, non comprerò gratta e vinci né qualsivoglia altra lotteria, né tantomeno giocherò a lotto o superenalotto, non comprerò profumi, libri, giornali, non andrò al ristorante e neppure in pizzeria , non andrò al cinema e neanche a teatro, se farò vacanze andrò in paesi dove si vive bene e si spende poco, utilizzando voli low cost e offerte last minute, diventerò un esperto in offerte speciali comprando esclusivamente le cose superconvenienti, a costo di comprare dieci cose in dieci negozi diversi, diventerò un assiduo frequentatore dei discount, rimanderò tutte le spese per la casa, farò attenzione alla prevenzione della salute mia e di chi mi sta intorno per evitare costose visite mediche ecc. ecc. In una parola diventerò taccagno come zio Paperone e, state certi, la parte di quel frescone con le buste della spesa a cui tutti dicevano grazie, pubblicizzato ai tempi del primo governo Berlusconi, io non la farò.
A cosa servirà tutto questo? A nulla…se sarò solo.
Ma se per caso una buona parte di quei quasi 4 milioni di dipendenti dello stato facessero altrettanto ne vedremmo delle belle. Basterebbe che per qualche mese le rilevazioni Istat mettessero in luce una contrazione del PIL vedreste come lor signori farebbero marcia indietro! Non hanno capito che i dipendenti pubblici rappresentano la spina dorsale dei consumi proprio in virtù dello stipendio magro ma fisso. In alcune famiglie, con entrambe i coniugi impiegati statali, il danno triennale sarà di circa 15.000 € e questo non potrà non avere riflessi sui consumi e sul timore del tenore di vita futuro. Non hanno voluto mettere le mani in tasca al popolo delle partite IVA, nonostante possano scaricare dalle tasse anche l’aria che respirano, nonostante che storicamente siano i maggiori produttori di evasione fiscale, nonostante che, con l’euro, abbiano raddoppiato dalla sera alla mattina il costo delle merci. Visto che non ci pensa il Governo a coinvolgere tutti i cittadini in un doveroso sforzo di risanamento ci pensiamo, indirettamente, noi.
In un sistema capitalista e consumista come quello in cui viviamo, non consumare è l’atto più rivoluzionario, eversivo, distruttivo e dimostrativo che possa esistere, ma l’iniquità che abbiamo subìto è stata talmente grossa che merita una risposta altrettanto dura. Preparatevi anche a qualche bella secchiata di sensi di colpa: licenziamenti, disoccupazione ecc. ecc. e anche alla relativa risposta: “ridatemi il maltolto e io ricomincio a consumare”.
Ma c’è dell’altro, oltre a non avere gli aumenti di stipendio e gli scatti di anzianità, oltre a dover andare in pensione a 65 o, pare, a 66 anni e oltre (per l’adeguamento alle aspettative di vita), oltre ad avere la rateizzazione della buonuscita, prepariamoci anche agli aumenti delle addizionali Irpef che comuni, province e regioni, anche loro colpiti dalla manovra, applicheranno ai nostri stipendi.
E tutto questo per che cosa? Per non volere minimamente intaccare il capitale di chi ha accumulato, chissà come, ingenti patrimoni. Si colpisce il reddito per non colpire il capitale che neanche ai tempi del fascismo era così tutelato. Prendiamo ad esempio l’ICI: ben venga l’esenzione sulla prima casa ma io conosco persone che da sole occupano appartamenti di 200mq. L’esenzione sulla prima casa dovrebbe essere legata alla consistenza del nucleo familiare che la occupa (ad es. 50mq. 1 persona, 80mq 2 persone, 100mq 3 persone e così via); l’imposta dovrebbe essere fortemente progressiva in base al numero di unità immobiliari che si possiedono (abbiamo sentito che ci sono parlamentari che hanno 40 appartamenti, figuriamoci se approverebbero) e via di questo passo. Colpire il reddito e tutelare il patrimonio permette a chi lo possiede di tramandarlo indenne nei secoli dei secoli impedendo, a chi parte da zero come i giovani, di raggiungere una sia pur minima agiatezza.
Quindi, “non mettere le mani in tasca agli italiani” non è la soluzione, è il problema, perché si fa ricadere sulle spalle di pochi gli oneri che dovrebbero riguardare tutti.
La Protezione Civile spiegata ai ragazzi
Il Dipartimento della Protezione Civile ha avviato nel corso degli anni una serie di progetti e iniziative, tuttora in corso, affrontando differenti rischi e temi: dagli incendi boschivi ai terremoti, dalla tutela dei corsi d’acqua alla raccolta differenziata, ecc.
Vai al sito della Protezione Civile
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Disabilità e Protezione Civile, Abili a Proteggere
Abili a proteggere è un portale che analizza il rapporto tra disabilità e protezione civile e che, attraverso tale rapporto, suggerisce una modalità nuova di affrontare il tema della cittadinanza e del lavoro.
È anche il contenitore di un’esperienza: l’inserimento di un gruppo di lavoratori disabili della Cooperativa Europe Consulting all’interno del Servizio stampa e informazione del Dipartimento della Protezione Civile della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Nelle sezioni del sito troverete il racconto delle varie fasi del progetto e potrete vedere le immagini e i filmati dei protagonisti di Abili a proteggere al lavoro.
Troverete anche la ricerca che trae da questa esperienza un modello ripetibile presso altri contesti lavorativi e che offre molti spunti di approfondimento, sia a livello teoretico che normativo.
Vai al sito Abili a Proteggere
Scuola: sciopero blocca-scrutini e sit-in a Roma
Prosegue lo sciopero della scuola indetto dal sindacato di base dei Cobas, che ha come obiettivo di bloccare 20.000 scrutini di fine anno scolastico in tutta Italia .
"Lo sciopero degli scrutini e di tutte le attività scolastiche indetto dai Cobas sta dilagando nelle regioni più grandi come Piemonte, Lombardia, Toscana, Lazio, Campania, Sicilia", spiega una nota del sindacato.
"La crescita delle adesioni va oltre tutte le previsioni: nel Lazio e in Sicilia sono bloccati più di 2.000 scrutini a regione (solo a Roma si andrà ben oltre il migliaio); in Campania, Piemonte, Toscana e Lombardia i blocchi vanno da un minimo di 1.100 fino ad almeno 1.400 a regione".
Per i Cobas "il il traguardo dei 20 mila scrutini bloccati in tutta Italia è a portata di mano".
Il ministero dell'Istruzione non ha rilasciato alcun commento sulle agitazioni.
A Roma, sotto la sede del Ministero, questa mattina si è svolta una manifestazione di docenti e personale amministrativo in sciopero.
I Cobas chiedono al ministro Gelmini "che si cancellino i 41 mila tagli, il blocco degli scatti di anzianità e dei contratti", e protestano contro l'innalzamento a 65 anni dell'età della pensione per le donne del pubblico impiego.
Per andare in pensione si apre la finestra di luglio
Dal 1° luglio 2010 finestra aperta per i lavoratori pubblici con i requisiti anagrafici e contributivi per la
pensione di anzianità e di vecchiaia.
Pensione di anzianità
Da luglio dello scorso anno è in vigore per le pensioni di anzianità il cosiddetto sistema delle “quote”, ovvero una combinazione di età ed anzianità contributiva la cui somma deve determinare il raggiungimento di un valore minimo: per l’anno 2010 il valore da raggiungere è “quota 95”, realizzabile con una età anagrafica minima di 59 anni e una contribuzione di 36 anni utili, oppure una età anagrafica di 60 anni e un’anzianità contributiva di 35 anni. Concorrono alla determinazione della quota prevista anche i mesi e le frazioni di essi;
la sommatoria di questi dati deve raggiungere la quota prevista senza operare alcun arrotondament ( esempio: 59 anni 10 mesi e 15 giorni di età e 35 anni 1 mese e giorni 15 di anzianità contributiva). La decorrenza del pensionamento è in tale caso 1° luglio 2010 se la maturazione del requisito minimo è avvenuta entro il secondo semestre dell’anno 2009; il pensionamento è rinviato al 1° gennaio 2011 se il lavoratore matura i requisiti entro il primo semestre del 2010.
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Pensioni di vecchiaia
La finestra aperta di luglio riguarda anche le pensioni di vecchiaia, ovvero i trattamenti pensionistici che l’Inpdap eroga per il raggiungimento del requisito di età anagrafica previsto dalla legge a tale riguardo, e con una contribuzione minima: a) di 20 anni per le pensioni liquidate con il sistema retributivo o misto, b) di 5 anni per le pensioni liquidate con il sistema contributivo. Particolari deroghe ad età e anzianità contributiva sono previste per coloro che avevano maturato i requisiti previsti dalle norme previgenti. Dal 1° gennaio di quest’anno l’età anagrafica prevista per le pensioni di vecchiaia è 65 anni per gli uomini e 61 anni per le donne, requisito che rimarrà inalterato fino al 31 dicembre 2011. L’accesso al pensionamento di vecchiaia prevede, allo stato, possibilità di uscita o finestre, in funzione del periodo di maturazione del requisito. La
decorrenza della pensione di vecchiaia è 1° luglio 2010, se il requisito è maturato entro il primo trimestre 2010; ovvero 1° ottobre 2010 se è maturato entro il secondo trimestre del 2010.
40 anni di contributi
Esiste tuttavia una terza possibilità di accedere al pensionamento, che è quella prevista per coloro che hanno una età anagrafica minima di 57 anni e una anzianità contributiva corrispondente alla massima prevista: 40 anni. Anche per costoro infatti la finestra di luglio 2010 si aprirà se il requisito contributivo è maturato entro il 31 marzo 2010. Dovrà invece attendere la finestra di ottobre chi lo raggiunge entro il 30 giugno 2010.
Simona Gabrielli
fonte: il Giornale INPDAP, giugno 2010
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