I grafici sono:
- Il trend delle menzioni sui Social network
- I termini più usati (Hashtag cloud)
- I Tweet più popolari
- I Post più popolari su Facebook
- Gli account più citati su Twitter
- Le pagine più coinvolgenti su Facebook
google.com, pub-4358400797418858, DIRECT, f08c47fec0942fa0
di Maria Grazia Mura
02 Aprile 2012
Per immaginare la scuola del futuro, in Finlandia, è stato recentemente ultimato un ambizioso progetto:InnoSchool. Esplorando il tema da molteplici punti di vista, InnoSchool si è posto l’obiettivo di definire non un modello, ma un concept innovativo aperto e flessibile che contenga gli elementi chiave in grado di guidare verso la scuola del 21° secolo. Nella main page di Innoschool - alla sezione Material - sono scaricabili diversi documenti, tra cui i video del seminario finale di presentazione, il sommarioconclusivo del lavoro (Innoschool, the innovative School Concept for the Future 2007-2008, 2008-2010) e la corposa lista delle pubblicazioni relative alla seconda fase. Le domande che a monte hanno orientato la ricerca attengono alla definizione di principi, tipologie, processi e pratiche in grado di far diventare la scuola un sistema ad evoluzione permanente. Il lavoro è stato diviso in quattro filoni: architetture, innovazione pedagogica, elementi ludici e servizi di assistenza, con l’obiettivo di definire deiconcept ad alto contenuto innovativo sia rispetto alle quattro aree sia rispetto alle loro combinazioni interdisciplinari.
I quattro rami del progettoLe grandi macroaree sono:
InnoEdu ha esaminato le possibili evoluzioni dei processi educativi di cui saranno protagonisti docenti e studenti nella scuola del futuro, a partire dalla considerazione che le dinamiche dell’apprendimento potranno interessare ambienti sia fisici che virtuali e comprendere processi siaformali che informali. Il focus del progetto è stato dunque quello di individuare forme e strutture delle interfacce traeducazione formale e apprendimenti informali, e di integrare con l’istruzione formalizzata le competenze acquisite degli studenti in ambienti virtuali e con modalità informali, dal momento che ilcurriculum del futuro avrà la necessità di allinearsi con tutti gli aspetti dei processi di apprendimento, svolgendo un ruolo di mediatore tra scuola e società. InnoPlay ha avuto l’obiettivo di sottolineare l’apporto e il grande potenziale che può venire alla scuola del futuro dai PLEs (Playful Learning Environments): ambienti dove l’apprendimento è basato sul gioco, la fisicità, la creatività e la co-creazione. Il focus del progetto è stato quello di introdurre i PLEs – anche arricchiti dalla tecnologia - nelconcept della scuola del futuro, analizzando come questi possano essere utilizzati nell’apprendimento curricolare, e quali fattori ne influenzino ed ottimizzino l’uso. Il progetto ha compreso studi interculturali e ricerche sul campo in scuole di diversi paesi, analisi di metodi di lavoro e di attività ludiche, fino all’elaborazione di soluzioni per arricchire l’insegnamento d’aula e collegare l’apprendimento al gioco. InnoPlay ha approfondito le integrazioni tra ambiente virtuale, fisico e sociale al fine di creareambienti capaci di attraversare aule, scuole e territorio e di sviluppare modelli integrati e curricoliche sostengano l’apprendimento continuo e ‘a misura della vita’ (life-long and life-wide learning). InnoArch: con questo nome è stata definita la parte del progetto dedicata allo studio degli spazi per l’apprendimento, dalla classe, all’edificio scolastico fino al quartiere. Nella pagina del sito dedicata alla ricerca sono illustrate le domande chiave che hanno guidato il progetto. Nel concept di Innoschool l’apprendimento non è più confinato all’aula e nemmeno all’edificio scuola: uno dei risultati di questo approccio, più volte citato nelle ricerche di InnoEdu e di Innoarch è il concetto di learning neighbourhoods: distretti per l’apprendimento. La scuola del futuro si estende agli out of school learning contexts per diventare il fulcro di unarete di servizi e processi aperta al quartiere ed alla comunità. Il tempo dell’apprendimento diventa un tempo continuo, dove la scuola connette reti e risorse. L’approccio globale e sfaccettato di Innoarch vede le scuole divenire nodi che integrano risorse e reti (integrators of learning resources and networks) e generano piattaforme per l’apprendimento globale (platfoms for life-wide and life-long learning) mentre gli spazi diventano un insieme complesso (multifaceted learning environments). Innoarch ha quindi sviluppato opportuni strumenti di progettazione per gli ambienti della scuola del futuro: un insieme di buone pratiche, processi e modelli dove il primo step è conoscere a fondo lerelazioni tra ambiente fisico e processo di apprendimento, e il secondo è sviluppare un processocollaborativo e basato sulla ricerca. Per la valutazione degli ambienti indoor sono state sviluppate griglie di ricerca capaci di incrociare dati rilevati nell’analisi funzionale e della fruibilità, con aspetti attinenti alla dimensione sensorialeed emozionale. Questi stessi aspetti sono stati utilizzati per la mappatura e valutazione degli ambienti esterni, dalgiardino scolastico ai percorsi casa-scuola, fino all’intero quartiere, che è entrato nella ricerca sia come termine di confronto, sia come soggetto attivo di processi di appartenenza e partecipazione. Le scuole-pilota coinvolte nel progetto hanno partecipato in dettaglio a tutte le fasi degli studi, attraverso incontri di lavoro per ragazzi e adulti , video-analisi, questionari, interviste: nella Arabia School di Helsinki ad esempio, è stato condotto uno studio sulla relazione tra apprendimenti informali ed uso degli spazi, attraverso mappature e video osservazioni. Tra i materiali in lingua inglese, dalla pagina di Innoarch, sono scaricabili diverse presentazioni del progetto, tra cui una tenuta a Roma nel 2008. Uno dei temi che hanno suscitato maggiore interesse è lo studio di come i processi TSL (teching, studing, learning) possano essere iscritti in una sequenza che va dall’edificio-scuola al territorio, e quindi dall’aula al quartiere, fino allo spazio virtuale. La presentazione ‘Mediating Places and Spaces’ descrive le domande che hanno orientato la ricerca, insieme ad uno studio sugli apprendimenti informali nella classe e ad un lavoro dove i ragazzi, con il proprio telefono mobile, hanno esplorato il territorio intorno alla scuola. Un altro tema di grande interesse è esposto su ‘Usability of contemporary finnish schools’, che descrive come i luoghi possano mediare i momenti di apprendimento formale e informale se, ad esempio, lo spazio di raccordo è arricchito da angoli accoglienti allestiti con sedute morbide e piante verdi dove si possa lavorare con il proprio laptop, o se una delle pareti diventa una bacheca trasparente. Occasione per mettere in pratica le ricerche di Innoschool è stata la collaborazione al progetto dell’Opinmaki school campus, un centro innovativo che oltre a 2 istituti comprenderà aree di aggregazione per tutte le età, proponendosi come una nuova tipologia di spazio per l’apprendimento, basato sul concept dell’ inquiry-based learning. L’ultimazione del progetto, assegnato tramite concorso internazionale, è prevista per il 2013. La presentazione ‘Collaborative Planning and Design Constructing Children’s Epistemic Agency‘ mostra come Innoarch abbia collaborato allo sviluppo del progetto dell’Opinmaki school, descrivendo i workshops svolti con i ragazzi sul rapporto tra spazio personale e spazio di apprendimento, sulle modalità con cui gli spazi possono essere assemblati, sulle caratteristiche dei laboratori e degli ambienti comuni. I risultati sono stati poi analizzati in una tesi di specializzazione, di cui è scaricabile un estratto in lingua inglese: ‘Future School – Designing With Children’. Gli elementi emersi sono stati combinati con una panoramica internazionale sulle più attuali ricerche sul tema: il risultato è stata l’individuazione di 5 tipologie di edificio scolastico, che rappresentano la combinazione tridimensionale e la cristallizzazione dei temi emergenti. Ogni tipologia è illustrata anche tramite schemi, suggestioni per gli interni e idee sull’aggregazionefinale dei volumi. L’insieme presenta alcuni temi-chiave ed alcuni orientamenti utili a definire la scuola del futuro, come la flessibilità, la realizzazione di spazi personali e di incontro, la presenza nell’insieme diambienti più piccoli; ad esempio, tra i modelli elaborati, alcuni enfatizzano i raggruppamenti secondari e la divisione dell’intera massa dell’edificio in aggregati minori, ognuno con una sua forma e individualità (clusters). La prima tipologia – la Piazza - (in italiano nel testo originale) contiene un esplicito riferimento alle esperienze di Reggio Children. Propone un modello ispirato a tipologie urbane dove la ‘Piazza’ rappresenta il cuore ampio e luminoso dello spazio interno intorno a cui si assemblano e distribuiscono gli altri spazi. La seconda tipologia è quella del Roof Garden (giardino pensile) e sottolinea sia la necessità di considerare spazi usualmente poco utilizzati, sia l’importanza delle aree ricreative e informali. Nella terza tipologia – la Stoà – gli spazi sono aggregati intorno ad un centro formato da un porticato affacciato verso una corte interna a cielo aperto. Il nome deriva dall’architettura della Grecia classica. È evidente la volontà di stabilire una forte connessione con lo spazio esterno, rappresentata in particolare dal porticato che, se dotato di vetrate apribili, funziona come spazio protetto circondato da una corte. L’abbondanza di luce ed aria e la percezione continua della presenza della natura con il variare delle stagioni rappresentano i punti forti di questa proposta. La quarta tipologia – definita Series of Atrium – è formata da una serie di corti protette aperte su un lato. L’edificio dovrebbe articolarsi secondo forme preferibilmente organiche mentre ogni ala dovrebbe staccarsi dal corpo principale per dare vita alle insenature delle corti. Ogni sottoinsieme può essere concepito come spazio indipendente, anche semi-aperto, che aggregandosi permette di creare spazi diversi sia per altezza, dimensioni e luminosità, che per quantità di collegamenti, riservatezza, intimità. Nella quinta tipologia - Heart, Bridge & Clusters – le parti comuni dell’edificio sono raggruppate in un corpo centrale che contiene la hall, la cafeteria, la biblioteca e gli ambienti di incontro. Gli altri spazi – divisi in raggruppamenti (clusters) - sono distesi intorno a questo centro e ad essoraccordati tramite ponti (‘bridges of learning’). Il raggruppamento in diversi clusters permette di creare molteplici soluzioni anche in merito al rapporto con l’esterno. Formato nel 2007 dalla Helsinki University of Tecnology insieme all’University of Helsinki e all’Università della Lapponia, l’InnoSchool Consortium ha coinvolto, oltre a varie fondazioni, sponsor e altri partners, tra cui due università statunitensi. Al progetto hanno collaborato diversi istituti finlandesi (tra cui sei ad Helsinki e tre nella città di Rovaniemi) come istituti ‘pilota’ per ricerche, test e valutazioni, a cui si sono aggiunti altri istituti all’estero. Le immagini sono tratte dai materiali presenti sul sito di Innoschool.
|