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Progetto per la prevenzione dei disturbi del comportamento alimentare

I Ministeri della Gioventù e della Salute presentano i risultati del progetto “Le Buone Pratiche di cura nei Disturbi del Comportamento Alimentare”. Affidato alla regione Umbria, il progetto si inserisce nel più ampio quadro del Programma “Guadagnare Salute”, finalizzato a promuovere campagne informative e azioni che mirino a modificare comportamenti alimentari inadeguati, i quali favoriscono l’insorgere di malattie degenerative di grande rilevanza epidemiologica.

Il progetto si è articolato in tre obiettivi principali:

a) la ricognizione dell’esistente in termini di rete assistenziale, per la costruzione di una mappa dei servizi, sia pubblici che privati accreditati

b) la sorveglianza epidemiologica del fenomeno, attraverso il coinvolgimento di centri pubblici in grado di garantire tutte le risposte assistenziali nelle diverse fasi della malattia, finalizzata a dare dati più aggiornati sulla prevalenza e l’incidenza

c) l’analisi e lo studio delle evidenze scientifiche, in materia di trattamenti dei DCA.

Il primo, assai importante obiettivo del progetto era quello di realizzare una mappa dei servizi specificamente dedicati al trattamento dei Disturbi del Comportamento Alimentare, rispondenti a requisiti di scientificità, che permettesse da un lato di informare il cittadino sulle possibilità di trattamento offerte a livello nazionale e, dall’altro, di fornire alle Istituzioni indicazioni sulle necessità di potenziamento dell’offerta terapeutica.

Il censimento ha portato all’individuazione di 158 servizi sul territorio nazionale, per ognuno dei quali sono state indicate le informazioni relative alla localizzazione, alle caratteristiche organizzative, agli orari di apertura, ai livelli di trattamento disponibili e alle prestazioni erogate.

Il secondo obiettivo, l’attività di sorveglianza, ha coinvolto, per un periodo di 2 anni, cinque centri sentinella e ha condotto all’individuazione di 574 pazienti affetti da Anoressia, Bulimia, e altri disturbi alimentari. L’osservatorio, coordinato dal Centro dei Disturbi Alimentari dell'Umbria, ha consentito: di misurare la frequenza, l'incidenza e la prevalenza dei DCA nei rispettivi servizi, la variabilità e le caratteristiche dei nuovi casi; di conoscere alcuni dati riguardanti la provenienza e il percorso del paziente; di esaminare l’interazione dei pazienti con le Associazioni e con i Servizi e di valutare gli esiti intermedi e/o finali di tali trattamenti.

Per il terzo obiettivo, è stata portata a termine una analisi sistematica della letteratura sul trattamento dei Disturbi del Comportamento Alimentare, con lo scopo di selezionare le evidenze scientifiche disponibili a livello internazionale; è in corso di realizzazione un documento di sintesi che potrà essere utilizzato per la elaborazione di Linee Guida Nazionali, di riferimento per gli operatori del settore.

vai al sito: disturbialimentarionline.it

Action Aid

Conferenze Nazionali di Bioetica per la Scuola

Le Conferenze Nazionali di Bioetica per la Scuola, organizzate dall’Istituto Italiano di Bioetica, in collaborazione con sedi universitarie e centri di bioetica, e promosse dal Comitato Nazionale per la Bioetica, si sono svolte ogni anno dal 2001 ad oggi, in diverse regioni d’Italia.
La promozione del Comitato Nazionale per la Bioetica nasce dalla convinzione che nelle Conferenze si realizzi uno dei compiti istituzionali del CNB, ossia la promozione di una corretta informazione dell’opinione pubblica sulle questioni bioetiche: compito particolarmente importante quando si applica al momento in cui l’opinione pubblica è in formazione, ossia alle giovani generazioni.
Il Comitato ha, quindi, dato alle Conferenze una promozione non formale, ma sostanziale, partecipando attivamente al progetto scientifico e sostenendo l’effettiva partecipazione dei suoi componenti.
Le Conferenze nascono da un progetto ben chiaro: favorire l’interesse delle nuove generazioni per la bioetica, attraverso iniziative formative all’interno del mondo della scuola, per dare sulle complesse, delicate questioni della bioetica un’informazione e una formazione che vada oltre i messaggi della comunicazione mass mediale.
Le Conferenze mirano, quindi, a mettere in moto un meccanismo virtuoso perché i giovani acquisiscano, all’interno di un percorso formativo guidato dai loro docenti, in sinergia anche con esperti qualificati del settore, conoscenze e competenze bioetiche. La meta ambiziosa è che tali iniziative siano di stimolo per una più continua e completa formazione bioetica: una formazione che consenta non solo la conoscenza teorica della storia, dei principi e dei problemi della bioetica, ma anche l’acquisizione delle “competenze bioetiche” necessarie per vivere da cittadini responsabili le sfide etiche poste dal progresso scientifico.
Rivolte agli studenti delle scuole medie superiori, le Conferenze hanno sinora coinvolto un largo numero di scuole provenienti da diverse regioni d’Italia. Secondo un metodo di lavoro ormai collaudato, alle relazioni degli esperti si intrecciano gli interventi preordinati degli studenti che, preparati per tempo dai loro docenti sul tema della conferenza, intervengono con elaborati individuali e/o di gruppo nei forum a loro destinati, divenendo così veri co-protagonisti, o co-autori, dell’evento culturale.

Di seguito si dà l’elenco delle Conferenze Nazionali di Bioetica per la Scuola realizzate:

1. Bioetica e diritti umani – I Conferenza Nazionale di Bioetica per la Scuola –Capua, Caserta 2001.
(Pubblicazione degli atti: M. A. LA TORRE (a cura di), Bioetica & diritti umani, Prefazione di G. Berlinguer, Luciano Editore, Napoli 2004).

2. Le metamorfosi della salute – II Conferenza nazionale di Bioetica per la Scuola – Università degli Studi di Genova, 2002.

3. Le sfide dell’ingegneria genetica. III Conferenza Nazionale di Bioetica per la Scuola – Università degli Studi di Messina, 2003.
(Pubblicazione degli atti: M. GENSABELLA FURNARI (a cura di), Le sfide della genetica. Conoscere, prevenire, curare, modificare, Rubbettino, Soveria Mannelli 2005).

4. La Convenzione Europea sui diritti dell’uomo e la biomedicina. I Conferenza Internazionale – IV Conferenza Nazionale di Bioetica per la Scuola, Università degli Studi di Genova, 2004.

5. Il Corpo tra biologia, biografia e mercato – V Conferenza Nazionale di Bioetica per la Scuola Centro di Bioetica di Pontedera (PI), 2006.

6. Abitare la terra. La responsabilità della vita tra natura e cultura – VI Conferenza Nazionale di Bioetica per la Scuola, Centro di Bioetica di Pontedera, Volterra (PI), 2007.

7. Il Bene Salute. A trent’anni dall’istituzione del Servizio Sanitario Nazionale, VII Conferenza Nazionale di Bioetica per la Scuola, Università di Messina, 2-3 aprile 2009.

8. Possibilità e limiti dell'indagine genetica, VIII Conferenza Nazionale di Bioetica per la Scuola, Museo Piaggio, Pontedera 29 aprile 2010.

Le Conferenze sono state sempre molto partecipate: hanno coinvolto numerosissimi studenti provenienti da diverse regioni d’Italia, creando negli anni una vera e propria “rete” tra scuole interessate particolarmente alla formazione bioetica, gli enti organizzatori e il Comitato Nazionale per la Bioetica.

fonte: Governo.it

Rapporto sulle politiche contro la povertà e l'esclusione sociale

Rapporto sulle politiche contro la povertà e l'esclusione sociale, CIES - Commissione di indagine sull'esclusione sociale, anno 2009

Guarda il Rapporto in pdf

Action Aid

Concorso "La scuola protagonista nella lotta alla povertà", riapertura termini domande

Con il Decreto Direttoriale n. 4 del 13 aprile 2010 la Direzione Generale della Comunicazione del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali proroga al 29 ottobre 2010 i termini per la presentazione delle domande di partecipazione al concorso ‘La scuola protagonista nella lotta alla povertà’, bandito lo scorso dicembre nell’ambito delle iniziative per l’Anno Europeo della lotta alla povertà con l’obiettivo di sensibilizzare i giovani ai temi della povertà e dell’esclusione sociale.


Decreto Direttoriale n. 4 del 13 aprile 2010 (formato .pdf 416 Kb)

Sezione Avvisi e Bandi
 
 

Istruzione, Formazione, Gioventù in Europa

Un'istruzione e formazione professionale di elevata qualità sono fondamentali per consentire all’Europa di affermarsi come società della conoscenza e competere in maniera efficace nell’economia globalizzata. La politica in materia di istruzione è decisa dai singoli paesi dell’UE, ma insieme essi fissano gli obiettivi comuni e condividono le migliori pratiche. Inoltre, l’UE finanzia numerosi programmi per permettere ai suoi cittadini di sfruttare al meglio le proprie capacità e le potenzialità economiche dell’UE effettuando studi, seguendo una formazione professionale o svolgendo un’attività lavorativa in un altro paese.

Possibilità in materia di istruzione e formazione

Per il periodo 2007-2013, l’UE ha stanziato circa 7 miliardi di euro a favore dell’apprendimento permanente, ed in particolare dei seguenti programmi:

Leonardo da Vinci:
formazione professionale, soprattutto attraverso tirocini di giovani lavoratori e formatori presso imprese stabilite al di fuori del loro paese d’origine e tramite progetti di collaborazione tra istituti di formazione professionale ed imprese.

Erasmus:
mobilità degli studenti e collaborazione tra università. Un milione e mezzo di studenti hanno beneficiato del programma Erasmus dalla sua istituzione, nel 1987.
Un programma più recente, Erasmus Mundus, permette a laureati e docenti universitari provenienti da tutto il mondo di conseguire un master frequentando corsi proposti da consorzi di almeno tre università europee.

Grundtvig
sostiene programmi di apprendimento permanente per gli adulti, in particolare partenariati, reti e iniziative di mobilità transnazionali.

Comenius
promuove la collaborazione tra scuole e insegnanti.

Altri fondi sono disponibili per promuovere la cooperazione politica, l’apprendimento delle lingue, l’e-learning, nonché la diffusione e lo scambio delle migliori pratiche.

I partecipanti di paesi extra-UE sono i benvenuti

Molti di questi programmi sono aperti a studenti, insegnanti ed istituti di istruzione di altri paesi, in particolare quelli che confinano con l’UE o che intendono aderirvi. L’UE promuove inoltre scambi e corsi sull’integrazione europea grazie ad altri programmi e accordi di cooperazione con circa 80 paesi di tutto il mondo, dalla Mongolia al Messico, dall’Algeria all’Australia.

Abbattere le frontiere

L’UE ha introdotto i documenti Europass, che riportano in un formato standard le qualifiche acquisite. Ciò aiuta i lavoratori e i datori di lavoro a comprendere e riconoscere le qualifiche ottenute in altri paesi e rende quindi più facile lavorare all'estero. I documenti Europass sono i seguenti:

- Curriculum vitae Europass,

- Passaporto linguistico Europass

- Mobilità Europass (che riporta il tempo trascorso all'estero per l'apprendimento)

Riconoscimento universale delle qualifiche

Oltre a facilitare il riconoscimento delle qualifiche attraverso i documenti Europass, l'UE è impegnata anche a rendere più comparabili i diversi sistemi di istruzione nazionali. Ciò non avverrà mediante l'armonizzazione dei sistemi di istruzione, bensì attraverso la definizione di un Quadro europeo delle qualifiche (QEQ) per l’apprendimento permanente. Entro il 2012, ogni nuova qualifica introdotta nell’UE avrà un chiaro riferimento ad uno degli otto livelli previsti da tale quadro.
Il QEQ è il risultato dei lavori condotti nell’ambito del cosiddetto "processo di Copenaghen". All’interno di quest forum, 32 paesi (tra cui gli Stati membri dell’UE) discutono tematiche legate all’istruzione e formazione professionale. Sono inoltre allo studio un sistema europeo di crediti in materia di istruzione e formazione professionale ed una rete europea per garantire la qualità di questo tipo di formazioni.
Per quanto riguarda l’istruzione superiore, nel quadro del cosiddetto “processo di Bologna”, l’UE ed altri 19 paesi stanno lavorando alla creazione, entro il 2010, di uno Spazio europeo dell'istruzione superiore. Questo dovrebbe promuovere il riconoscimento reciproco dei periodi di studio, qualifiche comparabili e standard qualitativi uniformi.

Immagina. Crea. Innova

L'Istituto europeo di innovazione e tecnologia è una nuova espressione dell’eccellenza paneuropea nel campo dell’istruzione superiore, della ricerca e dell’innovazione. Per il periodo 2008-2013, la dotazione messa a disposizione dall’UE ammonta a 309 milioni di euro.
Obiettivo principale dell'Istituto sarà quello di tradurre i risultati della ricerca in applicazioni commerciali, attraverso la creazione di comunità della conoscenza e dell’innovazione. Si tratta di un nuovo modello di collaborazione che coinvolge università, enti di ricerca, imprese, fondazioni ed altri soggetti. Tra le priorità iniziali figureranno i cambiamenti climatici, le fonti energetiche rinnovabili e la nuova generazione di tecnologie dell’informazione e della comunicazione.
Il 2009 è stato dichiarato l'Anno europeo della creatività e dell'innovazione per sensibilizzare i cittadini all'importanza della creatività.

Maggiori opportunità per i giovani

Le politiche rivolte ai giovani non si limitano al campo dell'istruzione. Il cosiddetto “Patto europeo per la gioventù” definisce una serie di principi comuni riguardanti le opportunità per i giovani. Il patto riconosce ai giovani il diritto di beneficiare delle stesse possibilità degli altri cittadini per quanto riguarda tutti gli aspetti della vita sociale: istruzione e formazione di qualità, strutture per la ricerca di un impiego, lavoro adeguato alle proprie competenze, diritti previdenziali e possibilità di alloggio.
Il programma “Gioventù in azione” promuove la partecipazione attiva nella società e progetti volti a rafforzare nei giovani il sentimento di cittadinanza europea. L'UE incoraggia ad esempio i giovani a lavorare come volontari in altri paesi attraverso il Servizio volontario europeo. Tra il 2007 e il 2013 l'UE investirà complessivamente 900 milioni di euro in queste attività.

fonte: Europa

Indagine sulle lingue nell’Unione Europea

Se da un lato, l’Unione si impegna per l’integrazione a livello europeo, dall’altro, essa tutela la diversità linguistica e culturale dei suoi popoli e in tale prospettiva promuove l’insegnamento e l’apprendimento delle lingue europee, comprese le lingue regionali e minoritarie. L’ambizioso obiettivo dell’UE, definito in un nuovo piano d’azione, è fare sì che il maggiore numero possibile dei suoi cittadini parli una o, ancora meglio, due lingue oltre alla lingua materna.
Come organizzazione, l’Unione europea lavora con venti lingue ufficiali perché, in una democrazia, tutti i cittadini devono essere in grado di comprendere le leggi vigenti. Non sono ammissibili discriminazioni, ad esempio, nel trattamento riservato agli abitanti dei piccoli e dei grandi paesi. Nei rapporti con le istituzioni UE tutti i cittadini devono avere il diritto di utilizzare la propria lingua nazionale, come i loro rappresentanti eletti al Parlamento europeo.



Assaggio delle 23 lingue dell'Unione Europea, materiale didattico

Poter capire e parlare lingue straniere semplifica la vita quando ci rechiamo all’estero e incontriamo persone di diversi paesi. La conoscenza delle lingue apre inoltre le porte a nuove amicizie, culture e occasioni. L’Unione europea è composta di 27 paesi, in cui si parlano 23 lingue ufficiali. Questo opuscolo ti offre un assaggio di ognuna di queste lingue, che potrebbe aiutarti a dare una sbirciatina dietro alcune di queste porte. Basta aprire il risvolto esterno dell’opuscolo su cui figurano diverse espressioni nella tua lingua madre e paragonarle con le traduzioni accanto.

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