L’Inpdap offre finanziamenti a tassi agevolati per i lavoratori, i pensionati e le loro famiglie. Questi sono erogati direttamente dall’Istituto oppure da banche e società finanziarie in convenzione.
Nel primo caso, si tratta di prestiti e mutui che l’Inpdap finanzia con un proprio Fondo credito: la Gestione unitaria autonoma delle prestazioni creditizie e sociali. Nel secondo, invece, i finanziamenti sono erogati da banche e società finanziarie, sulla base di convenzioni stipulate con l’Istituto.
Il Fondo credito è alimentato dalla contribuzione obbligatoria degli iscritti Inpdap e da quella volontaria di pensionati Inpdap e lavoratori e pensionati pubblici iscritti, ai fini previdenziali, ad altri enti o istituti (decreto ministeriale 45 del 2007) che aderiscono a tale Fondo.
Posizione Assicurativa dei Dipendenti Pubblici
Per ogni dipendente pubblico iscritto l´Inpdap costruisce e gestisce una posizione assicurativa, cioè registra, certifica e aggiorna i dati sul rapporto previdenziale tra questo e l´Istituto:
- datori di lavoro
- anagrafica e domicilio iscritto
- stato di servizio e retribuzioni
- periodi riconosciuti (riscatti, ricongiunzioni, computi, etc)
La posizione assicurativa aggiornata consente all´Istituto di definire, con esattezza e in tempi rapidi, le prestazioni cui l´iscritto ha diritto: pensioni, indennità di fine servizio, trattamenti di fine rapporto, prestiti e mutui, riscatti e ricongiunzioni.
Consente, inoltre, all´iscritto di accertare se possiede i requisiti richiesti dalla normativa per l´accesso alla pensione e di valutare se aderire a fondi di previdenza complementare.
I canali e i passi che portano alla definizione della posizione assicurativa sono molteplici e vedono coinvolti più soggetti: le Amministrazioni Pubbliche, gli iscritti, i Patronati e l´Inpdap che gestisce e governa l´intero processo.
Gli iscritti, in particolare, sono coinvolti personalmente nel processo di verifica e aggiornamento dei propri dati.
Nell´agosto del 2006 è partita, in via sperimentale l´operazione "prime comunicazioni", su un campione limitato di iscritti.
L´invio delle prime comunicazioni a tutti gli iscritti consente agli stessi di inoltrare eventuali richieste di modifica o integrazione della propria posizione assicurativa.
Le posizioni assicurative opportunamente integrate alimentano il Casellario centrale dei lavoratori attivi.
L´operazione è un importante passo verso l'estratto conto integrato, vale a dire l´esposizione della posizione assicurativa completa e certificata.
L´estratto conto integrato riporta tutte le informazioni relative a periodi di lavoro svolti dall´iscritto, sia presso Amministrazioni pubbliche, sia presso Aziende private e quindi con iscrizione a Enti previdenziali diversi.
DOCUMENTAZIONE:
fonte: INPDAP
I Contributi Pensionistici
I contributi – che costituiscono salario differito – sono somme calcolate sulle retribuzioni e versate all’Inpdap dalle amministrazioni e dagli enti iscritti per il conseguimento delle prestazioni pensionistiche, previdenziali e creditizie.
Esistono vari tipi di contributi, ma quelli principali sono i contributi obbligatori, quelli figurativi, quelli volontari e i contributi per riscatti e ricongiunzioni.
Le Amministrazioni e gli Enti iscritti detraggono mensilmente i contributi obbligatori dalla busta paga del lavoratore e, aggiungendo la quota a loro carico, li versano all’Inpdap. Per garantire il regolare flusso delle entrate si utilizzano procedure informatiche.
I lavoratori iscritti, in possesso dei requisiti richiesti, possono presentare domanda per la copertura di periodi di astensione dal lavoro così come indicati dalla normativa di riferimento (congedo parentale, aspettativa per cariche pubbliche elettive, aspettativa sindacale, etc.), per la prosecuzione volontaria dei contributi e per la ricongiunzione e il riscatto di particolari periodi.
fonte: INPDAP
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fonte: INPDAP
La Previdenza Complementare e le tappe del suo ingresso
La previdenza complementare è una forma di previdenza integrativa che si aggiunge a quella obbligatoria.
Nasce per garantire a tutti i lavoratori, in particolare ai più giovani, un tenore di vita adeguato anche dopo il pensionamento. Nel Perché aderire sono descritti i vantaggi.
Il continuo processo di riforma delle pensioni, iniziato nel 1992, ha contribuito alla sua diffusione. Prima di allora il sistema pensionistico pubblico assicurava un grado di copertura tale da non rendere necessaria una seconda forma di tutela previdenziale.
Il primo atto che ne regola costituzione, funzionamento e finalità è il decreto legislativo 124 del 1993.
Importanti novità sono state introdotte con il decreto legislativo 252 del 2005. Le nuove disposizioni, in vigore dal 1º gennaio 2007, interessano esclusivamente il settore privato.
Per i dipendenti pubblici il riferimento resta, per ora, il decreto legislativo 124, anche se è all’esame del Governo e delle parti sociali l´estensione della nuova normativa al mondo del lavoro pubblico. Pertanto le regole di seguito descritte potrebbero subire modifiche.
Previdenza obbligatoria: Le Tipologie di Pensioni
Le pensioni del settore pubblico sono erogate e gestite dall’Inpdap.
I trattamenti pensionistici sono distinti in prestazioni dirette, ovvero la pensione di anzianità, di vecchiaia, di inabilità e di privilegio, e prestazione indirette, come la pensione che spetta al coniuge superstite e ai congiunti dell’iscritto deceduto in servizio e la pensione di reversibilità che spetta ai superstiti del pensionato.
La legge di riforma delle pensioni 335 del 1995, più conosciuta con il nome di riforma Dini, ha profondamente cambiato l’intero sistema pensionistico italiano, in particolare quello pubblico, insieme con la legge 449 del 1997 e la 243 del 2004 (la riforma Maroni). La legge Dini ha infatti introdotto il sistema di calcolo contributivo delle prestazioni pensionistiche, che sta sostituendo con gradualità quello retributivo.
L'attuazione della riforma avviene in fasi differenti e coinvolge i lavoratori secondo gli anni di servizio.
I lavoratori neoassunti al primo gennaio 1996 e quelli che optano per il nuovo sistema sono soggetti all’applicazione integrale delle nuove regole di accesso e del metodo di calcolo contributivo. In questo sistema è prevista soltanto la pensione di vecchiaia.
I lavoratori con meno di 18 anni di contributi al 31 dicembre 1995 sono soggetti al calcolo della pensione con il cosiddetto calcolo misto (retributivo per la parte di pensione relativa alle anzianità maturate prima del 1996, contributivo per quelle maturate successivamente) e accedono alle prestazioni secondo le regole del sistema retributivo (a meno che non optino il contributivo integrale). Per loro è prevista sia la pensione di anzianità sia quella di vecchiaia.
Le lavoratrici possono accedere anche alla pensione di anzianità a partire dal primo gennaio 2008 con 35 anni di contributi e 57 anni di età a condizione che optino per una liquidazione del relativo trattamento secondo le regole di calcolo del sistema contributivo (legge 243 del 23 agosto 2004).
I lavoratori con più di 18 anni di contributi al 31 dicembre 1995 sono soggetti all’accesso e al calcolo della pensione secondo le regole del vecchio sistema retributivo. A loro spettano i trattamenti pensionistici di anzianità e di vecchiaia.
fonte: INPDAP
Modulistica INPS
Sezione del sito dell'Istituto Nazionale di Previdenza Sociale, dedicato alla modulistica scaricabile ed inviabile online, divisa per macro categorie:
Assicurato / Pensionato
Aziende e Contributi
Prestazioni a sostegno del reddito
Convenzioni Internazionali
Unione Europea
Moduli vari
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PRESA DIRETTA di Riccardo Iacona - La Scuola Tagliata
Inchiesta di Riccardo Iacona su RAI3 del 10 febbraio 2009 ancora terribilmente attuale. Lungi da noi il pensare che sia il risultato solo dei tagli del ministro Gelmini, che ha tuttavia dato il colpo di grazia. Lo sfascio della Scuola è un meticoloso e condiviso lavoro bipartizan di destra e sinistra accomunati da uno stesso gene: l'ignoranza dei reali problemi della Scuola.
La Riforma Gelmini e l'Istruzione Tecnica e Professionale
E’ di poche sere fa un circostanziato servizio del TG1 che metteva in evidenza la difficoltà di molte industrie soprattutto del centro nord nel reperire personale tecnico qualificato.
Il problema sembra essere imputabile soprattutto alla carenza di tecnici diplomati nelle scuole tecniche e professionali, tradizionalmente impiegati quadri intermedi.
Lo stesso ministro Sacconi confermava immediatamente dopo l’evidente difficoltà delle aziende in un suo intervento allo stesso Tg.
Viene spontaneo domandarsi se l’attuale politica del governo nei confronti della scuola e del nostro sistema di istruzione e di formazione nel suo complesso, sia in grado di porre rimedio a questa situazione.
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