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Introduzione alla Storia dell`Arte
"Studiare la storia dell'arte è un'avventura affascinate". Alessandro Zuccari, professore ordinario di Storia dell’Arte moderna presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Roma “La Sapienza”, ci introduce alle infinite bellezze di una materia che trova nello straordinario patrimonio artistico del nostro paese un campo d'azione privilegiato.
Dalla biologia alla storia dell'arte, dalla fisica alla filosofia, dalla chimica all'archeologia: la lezione costituisce uno dei 14 appuntamenti dedicati alle grandi aree del sapere affidati al racconto di eminenti accademici dei Lincei. Obiettivo dell'iniziativa è aiutare i giovani diplomati a orientarsi nella scelta dell'indirizzo universitario e professionale.
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Instreamia: imparare le lingue guardando i video preferiti
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Contestualizzazione dei curriculi
La lettura del
documento “Indicazioni per il curricolo“ pone alcuni interrogativi che la
scuola non può non porsi se intende procedere all’elaborazione del curricolo
alla luce dello scenario che il documento configura. Come creare le condizioni
di un apprendimento che duri per tutta la vita?
Come andare al cuore
delle discipline per trasformarle in potenti strumenti di formazione e di
esercizio attivo della cittadinanza? Come
progettare i percorsi di apprendimento per formare un pensiero complesso e una
testa ben fatta? Come tenere viva
la motivazione e la curiosità? Come
tener presente l’allievo con i bisogni del qui e dell’ora senza perdere di
vista gli scenari futuri in cui sarà chiamato a esercitare la sua
partecipazione attiva alla vita sociale, culturale del paese?
La complessità
La differenziazione
In più punti delle
Indicazioni si sottolinea e si ribadisce il concetto di classe come ambiente di
apprendimento, l’importanza di creare il senso del Noi, la necessità di
presidiare le relazioni e i legami d’interdipendenza positiva, l’urgenza della cura e dell’attenzione alla persona. Questa cura deve essere
pensata non solo sul versante relazionale/emotivo, ma anche su quello della
conoscenza. Prendersi cura del gruppo classe diventa pertanto
l’impegno a imparare insieme, utilizzando l’apporto che ciascuno dà nel
costruire conoscenza, partendo e promuovendo interazioni comunicative positive,
sviluppando forme e modalità diapprendimento che valorizzano il lavoro di
coppia, il tutoring fra pari e l’apprendimento cooperativo. Queste sottolineature
del testo fanno emergere in modo significativo il concetto di curricolo come strumento di
differenziazione. Concetto
che non è nuovo, ma è alla base stessa del concetto di classe che si
caratterizza proprio per la gamma di diversità in essa presenti, riconducibili
a stili cognitivi, a tratti di personalità, a background familiari e culturali,
a livelli di motivazione, a livelli di interesse, si potrebbe ancora continuare
l’elenco degli elementi che fanno della classe un coacervo di diversità e
differenze. Le differenze non sono certo una novità e neppure la
consapevolezza del peso che esse hanno nel percorso educativo-didattico di ogni
singolo alunno. La
scuola da anni è impegnata nella ricerca di soluzioni che si confrontano con
concetti di individualizzazione, personalizzazione, piani individualizzati, piani
personalizzati… Tutto questo dibattito dimostra come il problema di
rispondere alle differenze che costituiscono la classe non è di facile
soluzione. Il testo delle Indicazioni non può, né deve fornire
soluzioni, ma disegna una cornice di senso che lancia una sfida alle scuole che
è quella di costruire un curricolo quale strumento di
differenziazione. La cornice di
senso va cercata nel concetto di disciplina che emerge chiaramente nel documento e
che è stata prima già accennata, quando si parlava di complessità. Il corpus delle
discipline ha un suo valore non tanto per i contenuti, ma perché attraverso di
essi promuove e potenzia la formazione di una persona e mira allo sviluppo
delle capacità critiche, riflessive, creative che sono alla base di un esercizio attivo della cittadinanza. Partendo da questo
assunto, possiamo individuare due versanti che da tener presente nel discorso
della differenziazione che sono quello dell’alunno e quello dell’insegnante e
chiederci quali sono le caratteristiche che vanno a influire sul percorso che
porta ogni alunno a un apprendimento significativo, a una comprensione profonda
e al possesso di quegli strumenti che gli consentono di entrare a pieno titolo
in una società democratica. Quattro sono i fattori che vanno tenuti in
considerazione:
·
Un apprendimento profondo e significativo avviene quando si configura complesso e sfidante, solo
allora l’alunno raggiunge una buona competenza cognitiva, quindi questo
comporta l’impegno a progettare percorsi di apprendimento complessi e che vanno
a sfidare le conoscenze degli alunni . Differenziare vuol quindi
dire rendere capaci gli alunni di appropriarsi delle grandi idee che sono alla
base dei contenuti disciplinari o delle tematiche trattate, ma questo obiettivo
è raggiungibile solo se gli insegnanti hanno chiaro ciò che è fondamentale,
essenziale nel percorso che
hanno progettato.
·
L’alunno investe le sue energie cognitive ed emotive solo
se percepisce e coglie l’importanza di quello che deve apprendere, solo se lo vede
connesso con la vita reale. La differenziazione comporta in questo caso una
grande attenzione a quei processi che stimolano l’alunno a dare significato
alle idee, informazioni, abilità che sono essenziali in un percorso di
apprendimento.
·
Si apprende più facilmente se la classe sostiene e
valorizza le differenti modalità di apprendimento e l’alunno mostra attraverso compiti autentici e reali
come sa usare ciò che sa. In una classe che valorizza la differenziazione, è data
grande importanza ai prodotti in cui si chiede agli alunni di rendere conto di
cosa sanno fare del proprio sapere. Questi prodotti si configurano come
progetti,soluzioni di problemi, valutazioni autentiche.
·
L’apprendimento è fortemente influenzato da come l’alunno
si percepisce nella classe e da come percepisce la classe. Tutto ciò ha a che
fare con la gestione e il clima della classe. Questo deve portare a
riflettere sulle modalità di conduzione della classe sul tipo d’interazioni che
si stabiliscono. Scelte apparentemente poco significative (sistemazione
dell’arredo, modalità di distribuzione dei materiali, modalità di richiesta di
aiuto, modalità d’ingresso e uscita dalla lezione, modalità attraverso cui si
chiede o si dà ascolto, …) in realtà queste scelte sottendono una visione ben
precisa della gestione della classe e fanno emergere chi è veramente
responsabile del suo funzionamento. Alla luce di queste
considerazioni, un curricolo, che fa della differenziazione lo strumento per
prendersi cura degli aspetti relazioni e cognitivi dell’alunno, deve accettare
la sfida di trovare soluzioni e metodologie per supportare ogni alunno nella
comprensione di come le conoscenze si connettono con la vita di tutti i giorni.
Deve rispondere al bisogno dell’alunno di essere riconosciuto ,accettato, di
percepire come importante il proprio contributo, di capire lo scopo e la
finalità del percorso che viene proposto, di essere sfidato nel suo
sapere, di essere messo
alla prova nelle sue conoscenze. Un curricolo che dà risposte a
questi bisogni non può non configurarsi che come strumento di differenziazione
e si presenta come curricolo coinvolgente, impegnativo e con un buon scaffolding. Si
tratta perciò di progettare percorsi che siano finalizzati a far arrivare i
ragazzi al cuore delle discipline, quindi facciano acquisire agli alunni le
comprensioni fondamentali, le grandi idee, che propongano itinerari di lavori
che siano un po’ più avanti del livello di competenza, ma che prevedano un
lavoro sostenuto, in cui ognuno si senta attrezzato rispetto a ciò che gli è
proposto. Il discorso sulla differenziazione non può non fare
accenno agli strumenti che sono propri di
una didattica
differenziata. Le risorse a disposizione sono varie e diversificate, tutte
sottese dall’urgenza di dare una risposta al bisogno di partire dalle
differenze per valorizzarle e per incrementare la potenzialità del soggetto che
apprende . Sta alla competenza dei docenti scegliere e integrare in
modo consapevole le differenti prospettive al fine di realizzare una proposta
didattica flessibile, ricca e complessa. Faremo qui accenno ad alcune
prospettive didattiche che vanno nell’ottica di una didattica attenta alle
differenze che ogni alunno porta nella classe.
Chiara Dicorato
Le nuove regole per diventare insegnanti
Come si diventa insegnanti: ecco le nuove regole
Un anno di tirocinio per legare teoria a pratica
Attivazione solo in base alla necessità per evitare il precariato
Più inglese e competenze tecnologiche
disse Gelmini: "Si passa dal sapere al sapere insegnare. Con il nuovo tirocinio ci si forma soprattutto sul campo"
Attivazione solo in base alla necessità per evitare il precariato
Più inglese e competenze tecnologiche
disse Gelmini: "Si passa dal sapere al sapere insegnare. Con il nuovo tirocinio ci si forma soprattutto sul campo"
Cambia radicalmente la formazione iniziale degli insegnanti.
Il Ministro Gelmini ha firmato il Regolamento sulla formazione iniziale dei
docenti che si sviluppa, in particolare, su quattro grandi direttrici:
- Il Tirocinio da svolgere direttamente a contatto con le scuole e col “mestiere” di insegnante, perché insegnare non può essere solo teoria ma anche pratica;
- Il numero di nuovi docenti sarà deciso in base al fabbisogno. Fine dell’accesso illimitato alla professione che creava il precariato;
- Con la fine del precariato sarà consentito ai giovani l’inserimento immediato in ruolo;
- Lauree specifiche per ciascuna classe di abilitazione. Più inglese (necessaria la certificazione B2 in lingua inglese per abilitarsi) e nuove tecnologie, migliore preparazione per l’integrazione dei disabili.
“Oggi inseriamo un nuovo tassello nella riforma destinata
a cambiare il nostro sistema scolastico - ha affermato il ministro
Mariastella Gelmini - Un tassello fondamentale, perché riguarda la
formazione iniziale dei futuri insegnanti. Prevediamo una selezione severa,
doverosa per chi avrà in mano il futuro dell’Italia e sostituiamo alle vecchie
SSIS un percorso di lauree magistrali specifiche e un anno di tirocinio
coprogettato da scuole e università, concentrato nel passaggio dal sapere al
saper insegnare”.
Il regolamento è il frutto del lavoro della Commissione presieduta dal professor Giorgio Israel, a cui è seguita un’azione di confronto con il mondo della scuola e delle associazioni per l’integrazione scolastica. L’obiettivo dei nuovi percorsi è garantire una più equilibrata preparazione disciplinare, didattica e pedagogica nel corso delle lauree magistrali e lo svolgimento di un anno di percorso, il Tirocinio formativo attivo, direttamente a contatto con le scuole.
Cambiano dunque le modalità per accedere all’insegnamento.
Con il nuovo sistema
Il regolamento è il frutto del lavoro della Commissione presieduta dal professor Giorgio Israel, a cui è seguita un’azione di confronto con il mondo della scuola e delle associazioni per l’integrazione scolastica. L’obiettivo dei nuovi percorsi è garantire una più equilibrata preparazione disciplinare, didattica e pedagogica nel corso delle lauree magistrali e lo svolgimento di un anno di percorso, il Tirocinio formativo attivo, direttamente a contatto con le scuole.
Cambiano dunque le modalità per accedere all’insegnamento.
Con il nuovo sistema
- per insegnare nella scuola dell’infanzia e nella scuola primaria
- sarà necessaria una laurea quinquennale, a numero programmato con prova di accesso che consentirà di conseguire l’abilitazione per la scuola primaria e dell’infanzia;
- sono rafforzate le competenze disciplinari e pedagogiche, è aumentata la parte di tirocinio a scuola ed è previsto un apposito percorso laboratoriale per la lingua inglese e le nuove tecnologie;
- per la prima volta si è data specifica attenzione al problema degli alunni con disabilità, prevedendo che in tutti i percorsi ci siano insegnamenti in grado di consentire al docente di avere una preparazione di base sui bisogni speciali.
- per insegnare nella scuola secondaria di primo e secondo grado
- sarà necessaria la laurea magistrale ad hoc completata da un anno di Tirocinio formativo attivo;
- è prevista una rigorosa selezione per l’ingresso alla laurea magistrale a numero programmato basato sulle necessità del sistema nazionale di istruzione, composto da scuole pubbliche e paritarie;
- l’anno di Tirocinio formativo attivo contempla 475 ore di tirocinio a scuola (di cui almeno 75 dedicate alla disabilità) sotto la guida di un insegnante tutor;
- rispetto al percorso SSIS (Scuola di Specializzazione per l'Insegnamento Secondario), si prende il meglio di quella esperienza, evitando la ripetizione degli insegnamenti disciplinari, approfonditi già nella laurea e nella laurea magistrale, per concentrarsi sul tirocinio (incrementato), sui laboratori e sulle didattiche.
Con il vecchio sistema
- per insegnare nella scuola dell’infanzia e in quella primaria bastava la laurea quadriennale a ciclo unico con test d’accesso al primo anno e la scelta, dopo un biennio comune, dell’abilitazione per la scuola primaria o per la scuola dell’infanzia;
- per insegnare nella scuola secondaria di primo e secondo gradoerano necessarie la laurea magistrale e 2 anni di SSIS (Scuola di Specializzazione per l'Insegnamento Secondario).
Dalle SSIS al Tirocinio formativo attivo: si passa dal
sapere al sapere insegnare
Chiudono le SSIS per le secondarie di primo e secondo grado e al loro posto si dà vita al Tirocinio Formativo Attivo della durata di un anno, terreno di incontro tra scuola e università. Durante il Tirocinio sarà dedicato ampio spazio all’approfondimento della didattica con esperienze sul campo che facilitino il passaggio dal sapere al sapere insegnare.
Tirocini: come e dove svolgerli. Il numero deciso in base al fabbisogno di insegnanti
In questo Regolamento è stato dato pieno riconoscimento al sistema nazionale dell’istruzione (formato dalle istituzioni scolastiche statali e paritarie), tanto nel coinvolgimento nei tirocini quanto nel calcolo dei fabbisogni del personale docente, e si inizia a prevedere la possibilità di svolgere tirocini anche nelle strutture di istruzione e formazione professionale dove è in atto la sperimentazione dell’obbligo formativo e nei Centri per l’istruzione degli adulti.
Inoltre gli Uffici scolastici regionali organizzeranno e aggiorneranno gli albi delle istituzioni scolastiche accreditate che ospiteranno i tirocini sulla base di appositi criteri stabiliti dal Ministero, evidenziandone buone prassi e specificità. Gli USR avranno anche funzione di controllo e di verifica sui Tirocini. Sino alla costituzione degli albi, le Università scelgono liberamente le scuole, di concerto con gli USR che mantengono compiti di vigilanza.
Il consiglio di corso di tirocinio, che prevede la presenza di scuola e università, ha compiti di coordinamento e di progettazione e rappresenta il terreno di incontro e di raccordo tra le due realtà.
Le commissioni di abilitazione prevedono un equilibrio tra scuola e università e un peso determinante del tirocinio e della prova didattica sul voto di abilitazione.
L’anno di tirocinio prevede forme di interazione e coprogettazione del percorso tra istituzioni scolastiche e atenei. E’ stato previsto uno specifico spazio di laboratori destinati ad approfondire quanto viene fatto in classe.
Formazione insegnanti di sostegno
È previsto che la formazione dei docenti per il sostegno sia posta in capo alle università, pur prevedendo la possibilità di specifici accordi con gli enti del settore, in attesa di una futura classe di concorso che qualifichi il servizio.
Percorsi di specializzazione CLIL
Sono previsti percorsi di specializzazione per il CLIL (insegnamento nella scuola secondaria di secondo grado di una materia non linguistica in lingua straniera).
Rivista la classe di abilitazione strumento musicale
Il sistema Afam concorre a pieno titolo alla formazione iniziale dei docenti nelle classi di abilitazione di propria competenza. In particolare è stato rivisto il percorso di abilitazione per lo strumento musicale.
Regime transitorio
Tutti i vecchi laureati potranno conseguire l’abilitazione per la secondaria di primo e secondo grado accedendo, dietro il superamento delle prove di accesso (test preselettivo, esami scritti e orali), all’anno di Tirocinio formativo attivo a numero programmato, che potrà essere attivato da questo anno accademico. Per l’accesso al percorso è valorizzato il servizio svolto a scuola, il dottorato di ricerca e l’attività svolta in università.
Il regolamento sulla Formazione iniziale, dunque, punta a raggiungere quattro obiettivi:
Chiudono le SSIS per le secondarie di primo e secondo grado e al loro posto si dà vita al Tirocinio Formativo Attivo della durata di un anno, terreno di incontro tra scuola e università. Durante il Tirocinio sarà dedicato ampio spazio all’approfondimento della didattica con esperienze sul campo che facilitino il passaggio dal sapere al sapere insegnare.
Tirocini: come e dove svolgerli. Il numero deciso in base al fabbisogno di insegnanti
In questo Regolamento è stato dato pieno riconoscimento al sistema nazionale dell’istruzione (formato dalle istituzioni scolastiche statali e paritarie), tanto nel coinvolgimento nei tirocini quanto nel calcolo dei fabbisogni del personale docente, e si inizia a prevedere la possibilità di svolgere tirocini anche nelle strutture di istruzione e formazione professionale dove è in atto la sperimentazione dell’obbligo formativo e nei Centri per l’istruzione degli adulti.
Inoltre gli Uffici scolastici regionali organizzeranno e aggiorneranno gli albi delle istituzioni scolastiche accreditate che ospiteranno i tirocini sulla base di appositi criteri stabiliti dal Ministero, evidenziandone buone prassi e specificità. Gli USR avranno anche funzione di controllo e di verifica sui Tirocini. Sino alla costituzione degli albi, le Università scelgono liberamente le scuole, di concerto con gli USR che mantengono compiti di vigilanza.
Il consiglio di corso di tirocinio, che prevede la presenza di scuola e università, ha compiti di coordinamento e di progettazione e rappresenta il terreno di incontro e di raccordo tra le due realtà.
Le commissioni di abilitazione prevedono un equilibrio tra scuola e università e un peso determinante del tirocinio e della prova didattica sul voto di abilitazione.
L’anno di tirocinio prevede forme di interazione e coprogettazione del percorso tra istituzioni scolastiche e atenei. E’ stato previsto uno specifico spazio di laboratori destinati ad approfondire quanto viene fatto in classe.
Formazione insegnanti di sostegno
È previsto che la formazione dei docenti per il sostegno sia posta in capo alle università, pur prevedendo la possibilità di specifici accordi con gli enti del settore, in attesa di una futura classe di concorso che qualifichi il servizio.
Percorsi di specializzazione CLIL
Sono previsti percorsi di specializzazione per il CLIL (insegnamento nella scuola secondaria di secondo grado di una materia non linguistica in lingua straniera).
Rivista la classe di abilitazione strumento musicale
Il sistema Afam concorre a pieno titolo alla formazione iniziale dei docenti nelle classi di abilitazione di propria competenza. In particolare è stato rivisto il percorso di abilitazione per lo strumento musicale.
Regime transitorio
Tutti i vecchi laureati potranno conseguire l’abilitazione per la secondaria di primo e secondo grado accedendo, dietro il superamento delle prove di accesso (test preselettivo, esami scritti e orali), all’anno di Tirocinio formativo attivo a numero programmato, che potrà essere attivato da questo anno accademico. Per l’accesso al percorso è valorizzato il servizio svolto a scuola, il dottorato di ricerca e l’attività svolta in università.
Il regolamento sulla Formazione iniziale, dunque, punta a raggiungere quattro obiettivi:
- focalizza nella formazione iniziale non solo le materie tradizionali ma l’acquisizione di alcune competenze trasversali: seconda lingua inglese e competenze di didattica attraverso le nuove tecnologie;
- sostituisce al sistema SSIS strutture più snelle, concentrate sull’incontro e sulla coprogettazione tra istituzioni scolastiche e università evitando autoreferenzialità, costi per il sistema e per gli studenti e abbreviando di un anno il percorso di abilitazione per la scuola secondaria;
- prevede una programmazione dei numeri in grado di evitare la proliferazione del precariato;
- prescrive una rigorosa selezione del futuro personale docente.
Con successivo decreto si stabiliranno le lauree magistrali
relative al secondo ciclo dell'istruzione, per seguire il percorso di
cambiamento del secondo ciclo e delle relative classi di concorso
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