La lettura del
documento “Indicazioni per il curricolo“ pone alcuni interrogativi che la
scuola non può non porsi se intende procedere all’elaborazione del curricolo
alla luce dello scenario che il documento configura. Come creare le condizioni
di un apprendimento che duri per tutta la vita?
Come andare al cuore
delle discipline per trasformarle in potenti strumenti di formazione e di
esercizio attivo della cittadinanza? Come
progettare i percorsi di apprendimento per formare un pensiero complesso e una
testa ben fatta? Come tenere viva
la motivazione e la curiosità? Come
tener presente l’allievo con i bisogni del qui e dell’ora senza perdere di
vista gli scenari futuri in cui sarà chiamato a esercitare la sua
partecipazione attiva alla vita sociale, culturale del paese?
La complessità
La differenziazione
In più punti delle
Indicazioni si sottolinea e si ribadisce il concetto di classe come ambiente di
apprendimento, l’importanza di creare il senso del Noi, la necessità di
presidiare le relazioni e i legami d’interdipendenza positiva, l’urgenza della cura e dell’attenzione alla persona. Questa cura deve essere
pensata non solo sul versante relazionale/emotivo, ma anche su quello della
conoscenza. Prendersi cura del gruppo classe diventa pertanto
l’impegno a imparare insieme, utilizzando l’apporto che ciascuno dà nel
costruire conoscenza, partendo e promuovendo interazioni comunicative positive,
sviluppando forme e modalità diapprendimento che valorizzano il lavoro di
coppia, il tutoring fra pari e l’apprendimento cooperativo. Queste sottolineature
del testo fanno emergere in modo significativo il concetto di curricolo come strumento di
differenziazione. Concetto
che non è nuovo, ma è alla base stessa del concetto di classe che si
caratterizza proprio per la gamma di diversità in essa presenti, riconducibili
a stili cognitivi, a tratti di personalità, a background familiari e culturali,
a livelli di motivazione, a livelli di interesse, si potrebbe ancora continuare
l’elenco degli elementi che fanno della classe un coacervo di diversità e
differenze. Le differenze non sono certo una novità e neppure la
consapevolezza del peso che esse hanno nel percorso educativo-didattico di ogni
singolo alunno. La
scuola da anni è impegnata nella ricerca di soluzioni che si confrontano con
concetti di individualizzazione, personalizzazione, piani individualizzati, piani
personalizzati… Tutto questo dibattito dimostra come il problema di
rispondere alle differenze che costituiscono la classe non è di facile
soluzione. Il testo delle Indicazioni non può, né deve fornire
soluzioni, ma disegna una cornice di senso che lancia una sfida alle scuole che
è quella di costruire un curricolo quale strumento di
differenziazione. La cornice di
senso va cercata nel concetto di disciplina che emerge chiaramente nel documento e
che è stata prima già accennata, quando si parlava di complessità. Il corpus delle
discipline ha un suo valore non tanto per i contenuti, ma perché attraverso di
essi promuove e potenzia la formazione di una persona e mira allo sviluppo
delle capacità critiche, riflessive, creative che sono alla base di un esercizio attivo della cittadinanza. Partendo da questo
assunto, possiamo individuare due versanti che da tener presente nel discorso
della differenziazione che sono quello dell’alunno e quello dell’insegnante e
chiederci quali sono le caratteristiche che vanno a influire sul percorso che
porta ogni alunno a un apprendimento significativo, a una comprensione profonda
e al possesso di quegli strumenti che gli consentono di entrare a pieno titolo
in una società democratica. Quattro sono i fattori che vanno tenuti in
considerazione:
·
Un apprendimento profondo e significativo avviene quando si configura complesso e sfidante, solo
allora l’alunno raggiunge una buona competenza cognitiva, quindi questo
comporta l’impegno a progettare percorsi di apprendimento complessi e che vanno
a sfidare le conoscenze degli alunni . Differenziare vuol quindi
dire rendere capaci gli alunni di appropriarsi delle grandi idee che sono alla
base dei contenuti disciplinari o delle tematiche trattate, ma questo obiettivo
è raggiungibile solo se gli insegnanti hanno chiaro ciò che è fondamentale,
essenziale nel percorso che
hanno progettato.
·
L’alunno investe le sue energie cognitive ed emotive solo
se percepisce e coglie l’importanza di quello che deve apprendere, solo se lo vede
connesso con la vita reale. La differenziazione comporta in questo caso una
grande attenzione a quei processi che stimolano l’alunno a dare significato
alle idee, informazioni, abilità che sono essenziali in un percorso di
apprendimento.
·
Si apprende più facilmente se la classe sostiene e
valorizza le differenti modalità di apprendimento e l’alunno mostra attraverso compiti autentici e reali
come sa usare ciò che sa. In una classe che valorizza la differenziazione, è data
grande importanza ai prodotti in cui si chiede agli alunni di rendere conto di
cosa sanno fare del proprio sapere. Questi prodotti si configurano come
progetti,soluzioni di problemi, valutazioni autentiche.
·
L’apprendimento è fortemente influenzato da come l’alunno
si percepisce nella classe e da come percepisce la classe. Tutto ciò ha a che
fare con la gestione e il clima della classe. Questo deve portare a
riflettere sulle modalità di conduzione della classe sul tipo d’interazioni che
si stabiliscono. Scelte apparentemente poco significative (sistemazione
dell’arredo, modalità di distribuzione dei materiali, modalità di richiesta di
aiuto, modalità d’ingresso e uscita dalla lezione, modalità attraverso cui si
chiede o si dà ascolto, …) in realtà queste scelte sottendono una visione ben
precisa della gestione della classe e fanno emergere chi è veramente
responsabile del suo funzionamento. Alla luce di queste
considerazioni, un curricolo, che fa della differenziazione lo strumento per
prendersi cura degli aspetti relazioni e cognitivi dell’alunno, deve accettare
la sfida di trovare soluzioni e metodologie per supportare ogni alunno nella
comprensione di come le conoscenze si connettono con la vita di tutti i giorni.
Deve rispondere al bisogno dell’alunno di essere riconosciuto ,accettato, di
percepire come importante il proprio contributo, di capire lo scopo e la
finalità del percorso che viene proposto, di essere sfidato nel suo
sapere, di essere messo
alla prova nelle sue conoscenze. Un curricolo che dà risposte a
questi bisogni non può non configurarsi che come strumento di differenziazione
e si presenta come curricolo coinvolgente, impegnativo e con un buon scaffolding. Si
tratta perciò di progettare percorsi che siano finalizzati a far arrivare i
ragazzi al cuore delle discipline, quindi facciano acquisire agli alunni le
comprensioni fondamentali, le grandi idee, che propongano itinerari di lavori
che siano un po’ più avanti del livello di competenza, ma che prevedano un
lavoro sostenuto, in cui ognuno si senta attrezzato rispetto a ciò che gli è
proposto. Il discorso sulla differenziazione non può non fare
accenno agli strumenti che sono propri di
una didattica
differenziata. Le risorse a disposizione sono varie e diversificate, tutte
sottese dall’urgenza di dare una risposta al bisogno di partire dalle
differenze per valorizzarle e per incrementare la potenzialità del soggetto che
apprende . Sta alla competenza dei docenti scegliere e integrare in
modo consapevole le differenti prospettive al fine di realizzare una proposta
didattica flessibile, ricca e complessa. Faremo qui accenno ad alcune
prospettive didattiche che vanno nell’ottica di una didattica attenta alle
differenze che ogni alunno porta nella classe.
Chiara Dicorato