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Pubblica Amministrazione: come individuare i meritevoli

È diventato ormai quasi una moda parlare di valutazione senza precisarne bene i riferimenti. Ma ci sono almeno 5 possibilità di riferimento (vedi A. Martini, M. Sisti, "A ciascuno il suo. Cinque modi di intendere la valutazione in ambito pubblico", Informaires, n.33, Dicembre 2007):
1.Misurazione degli effetti prodotti da un intervento pubblico. In questo caso è la verifica ex post di quanto stabilito ex ante e quindi stabilire, dal grado di scostamento, gli ulteriori aggiustamenti o il cambio totale di azione. E per conoscere il rapporto causale tra intervento pubblico e risultati ottenuti è necessario un'analisi controfattuale che stabilisca ciò che sarebbe accaduto se quell'intervento non fosse stato realizzato. Ad esempio, il Ministro dell'Istruzione può interrogarsi in relazione ad una particolare forma di sperimentazione per sapere quali effetti abbia avuto sull'apprendimento degli studenti coinvolti.

2.Controllo. In questo caso è la misurazione dello scostamento dal reale verso il potenziale. Stabilire il gap tra quanto fatto e quanto si dovrebbe fare può essere un ottimo metro per cambiare i comportamenti in corso. Le emoticons del Ministro Brunetta sono collocabili a questo livello.

3.Responsabilità. In questo caso gli conduce l'azione deve rendere conto di quanto ha fatto con le risorse pubbliche assegnategli.

4.Analisi. In questo caso si intende studiare il percorso dell'azione intrapresa per capire se sono stati commessi degli errori sulla cui base "fare meglio in futuro".

5.Infine, ed è quello che in questa sede voglio sottolineare, il MERITO. In questa versione valutazione indica assegnare le risorse ai migliori, ossia a coloro che meritano più degli altri.

È dalla scuola che apprendiamo ad essere valutati con dei voti. "Dare voti" all'attività dei dipendenti della PA (come potrebbe invece essere riferito ai progetti o alle istiuzioni nel loro complesso) dovrebbe consentire una redistribuzione delle risorse scarse e comportamenti emulativi. Concretamente abbiamo a che fare con procedure di selezione di progetti, valutazione del personale, esame dei risultati della ricerca scientifica. Il problema tuttavia è COME procedere nella valutazione del MERITO.

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Riforma Brunetta: la valutazione del pubblico dipendente

Il decreto attuativo della legge n. 15/2009, il n. 150 del 27 ottobre 2009, è un provvedimento di grande rilevanza, destinato a segnare, perlomeno nella speranza degli autori, un punto di svolta nella storia della Pubblica Amministrazione. I suoi contenuti possono essere oggetto di vari giudizi, così come il taglio che si è voluto dare ad esso e le modalità con le quali è stato presentato; il provvedimento, infatti, è stato varato in tempi brevi: il disegno di legge originario è stato approvato dal Consiglio dei ministri poche settimane dopo l'insediamento dell'attuale Governo e si caratterizza per una complessa ed articolata riforma che interviene su diversi nodi nevralgici della Pubblica Amministrazione.
Uno dei temi di maggior rilievo è la valutazione del dipendente pubblico. La disciplina introdotta dalla riforma in oggetto riguarda tutti i dipendenti pubblici, con esclusione dei cosidetti non contrattualizzati, ovvero del personale a cui non si applica il d. lgs. n. 165/2001: ad esempio, le forze di polizia, i dipendenti della categoria prefettizia, i magistrati, i docenti universitari, ect. La valutazione deve essere effettuta attraverso il concetto di performance. Con questa espressione si vuole indicare la programmazione di specifici obiettivi dei singoli uffici, dei dirigenti e del personale.

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Tagli alla Scuola: Quanto ci costerebbe il congelamento degli scatti?

Il blocco degli automatismi comporterebbe una perdita di stipendio tra i 1500 e 3000 euro su base annua. Gli scatti di anzianità rappresentano l'unica progressione reale per il comparto scuola, dove un insegnante solo a fine carriera porta a casa 2 mila euro netti al mese. Gli scatti sono 6 e si maturano rispettivamente al compimento del terzo, nono, quindicesimo, ventunesimo, ventottesimo e trentacinquesimo anno di servizio. Per fare un esempio, nella secondaria chi passa al 21esimo anno di servizio ha uno scatto di circa 2500 euro lordi l'anno. Se la norma del decreto Tremonti dovesse passare, servirebbero tre anni in più per agguantare l'aumento, con effetti a cascata anche su trattamento di fine rapporto e pensione. «Sterilizzare il meccanismo degli automatismi significherebbe di fatto fare il taglio agli stipendi della Grecia», dicono preoccupati dalle parti di viale Trastevere.
  Il tutto in aggiunta al blocco, sempre per tre anni, dei contratti pubblici, ergo anche della scuola, che non avrà diritto a nessun recupero futuro ma, stando alla formulazione della norma, solo alla vacanza contrattuale: 20 euro lordi al mese l'anno.
Le speranze sono tutte riposte sulle doti di mediazione del premier, Silvio Berlusconi. Che ieri ha promesso: «Niente tagli alla scuola».

Tratto da un articolo di Alessandra Ricciardi su Italia Oggi

Come partecipare alle Missioni Elettorali

Alcune Organizzazioni Internazionali quali OSCE , UNHCR Italia e UNHCHR svolgono delle missioni elettorali in aree geografiche in uscita da gravi crisi politiche.

Le possibilità sono due: osservatore elettorale o supervisore elettorale.
Il primo è un testimone delle operazioni di voto, incaricato di redigere un rapporto finale all’Organizzazione. Il supervisore, invece, si occupa del conteggio dei voti e, se necessario, del supporto logistico (preparazione dei seggi, trasporto delle urne e di altro materiale elettorale).
Le missioni possono essere di breve (circa una settimana) o lungo termine (un mese).

Guarda i requisiti per partecipare

Programma Volontari delle Nazioni Unite

Il programma Volontari delle Nazioni Unite (UNV) offre la possibilità di realizzare esperienze professionali in vari settori: dalla cooperazione tecnica allo sviluppo, dall’assistenza umanitaria e sociale al peace-building, dai diritti umani al monitoraggio per le consultazioni elettorali.

Esistono 4 tipologie di Volontari: Specialisti, Operatori sul campo, Volontari Nazionali e Consulenti. Le principali differenze riguardano: l’età, il tipo di preparazione tecnica, l’esperienza professionale, le mansioni da svolgere, le aree di intervento. I volontari percepiscono una indennità che varia da 750 a 1400 dollari mensili.

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Programmi Junior Professional Officer (JPO) per giovani laureati

I cittadini italiani in possesso di un titolo di laurea e che non abbiano superato i 30 anni di età (33 per i laureati in medicina e chirurgia) hanno la possibilità di compiere un’esperienza formativa e professionale nelle attività di cooperazione promosse dagli Organismi internazionali per un periodo di due anni. Il Programma “Esperti Associati” (Associate Export) è finanziato dal governo italiano. Il programma, noto anche come J.P.O. (Junior Professional Officer) o A.P.O. (Associate Professional Officer) ha lo scopo di favorire il reclutamento di giovani cittadini italiani da parte delle Organizzazioni Internazionali.

I profili ricercati sono vari: si va da qualifiche generiche (giurista, economista) a specializzazioni più marcate (esperto in materia di alimentazione, ambiente, economia dello sviluppo, diritti umani).

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Young Professional Program, opportunità lavorative per i giovani

I programmi "Young Professionals", riservati a cittadini italiani e stranieri, sono sostenuti finanziariamente dalle singole Organizzazioni Internazionali che realizzano il progetto. Quest'opportunità è offerta da alcuni dei più autorevoli Organismi Internazionali presso i quali è possibile reperire le informazioni al riguardo: BANCA MONDIALE, BANCA ASIATICA DI SVILUPPO, OCSE (l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico) , UNPD (Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo), ILO (Organizzazione Internazionale del Lavoro), FONDO MONETARIO INTERNAZIONALE.

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Ministero degli Affari Esteri: Stage nelle Organizzazioni Internazionali

Laureati e laureandi hanno la possibilità di effettuare stage in alcune Organizzazioni Internazionali. Il numero dei candidati ammessi e la durata del tirocinio variano da istituzione ad istituzione. Gli interessati possono indirizzare la loro candidatura direttamente alle Organizzazioni, inviando un curriculum e una lettera di presentazione.

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NAZIONI UNITE: FELLOWSHIPS PROGRAMME

Il “Fellowships Programme for Technical Cooperation Capacity Building and Human Resources Development” è un programma finanziato dalla Direzione Generale per la Cooperazione allo Sviluppo del Ministero degli Affari Esteri italiano e curato dal Dipartimento degli Affari Economici e Sociali delle Nazioni Unite.

Il Fellowships Programme intende offrire a giovani professionisti la possibilità di svolgere un percorso di formazione lavorativa in paesi in via di sviluppo nell’ambito della cooperazione internazionale.

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Ministero degli Affari esteri: Borse di Studio per cittadini italiani – anno accademico 2010–2011

Dall’anno accademico 2009 – 2010 è stata adottata l’ innovativa procedura di domanda interattiva on line per candidarsi alle borse di studio.

Le nuove procedure introdotte dal MAE permettono finalmente di candidarsi alle borse di studio in tempo reale, sia nella UE che nella Cooperazione internazionale

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Programma di stage AGENZIA SPAZIALE ITALIANA (ASI) - Università italiane

Il Programma di stage Agenzia Spaziale Italiana- Università Italiane costituisce una collaborazione fra Asi e le Università italiane, col supporto della Fondazione CRUI in qualità di gestore organizzativo.

Il programma rappresenta un'importante iniziativa che avvicina il mondo accademico e il mondo del lavoro offrendo a laureandi e neo-laureati la possibilità di effettuare un periodo di formazione presso le sedi di Roma, e presso ASI Science Data Center di Frascati

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Nuovo programma di tirocinio tra la Fondazione CRUI e la Federazione Nazionale Cavalieri del Lavoro rivolto ai migliori studenti Italiani

Valorizzare i migliori studenti italiani dalle scuole secondarie alla fine del percorso universitario: è questo il progetto ad ampio raggio della Federazione Nazionale Cavalieri del Lavoro e all’interno del quale si colloca il nuovo programma di tirocinio siglato con la Fondazione CRUI. L’opportunità è rivolta a brillanti laureati e laureandi italiani che durante la scuola secondaria superiore abbiano partecipato al Premio Alfieri del Lavoro, destinato ai migliori studenti italiani.

Vai al programma di stage della Federazione Nazionale Cavalieri del Lavoro

Rinnovato il contratto dei presidi?

Secondo una dichiarazione del ministtro Gelmini del 20 maggio 2010 e pubblicato sul sito del Miur è stato rinnovato il contratto dei presidi in cui si prevede un aumento di stipendio per tutti e una parte accessoria legata al merito. Ma...sbaglio o in questi giorni si parla di blocco dei rinnovi contrattuali dei dipendenti statali? O forse il blocco riguarda solo i docenti?

Questo è il comunicato del ministro:
“La firma del contratto dei dirigenti scolastici è una notizia estremamente positiva per la scuola. La conclusione di questa complessa trattativa permetterà finalmente il rinnovo contrattuale per diecimila dirigenti scolastici. Oltre agli aumenti di stipendio previsti, la novità determinante riguarda il trattamento economico accessorio. Una quota consistente delle risorse infatti sarà assegnata sulla base di criteri legati esclusivamente al merito e agli obiettivi raggiunti da ciascun dirigente. Si tratta di un ulteriore passo in avanti per la valorizzazione del merito e della qualità di tutto il personale scolastico”.

Le Avventure di Finzy: sussidio didattico sulle attività della Guardia di Finanza

Fumetti in formato Pdf per introdurre i bambini alla scoperta delle attività della Guardia di Finanza

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Tesi di laurea su Corporate identity e Comunicazione Integrata della Guardia di Finanza

Corso di Laurea Specialistica in “Comunicazione d’impresa, pubblicità e nuovi media” - Tesi di laurea Specialistica in “Comunicazione d’impresa, pubblicità e nuovi media” della Dottoressa Annunziata Labianca

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Crisi greca: cosa sta facendo l’Europa per combatterla?

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Un estratto del post sulle misure per combattere la crisi greca che ho pubblicato su Borsaipnos e che ritengo possa interessare anche i lettori di Tuttoprof.

…Le decisioni dell’Eurogruppo non hanno certo contribuito a rasserenare l’orizzonte, in fondo cosa hanno deciso? Acquistare 1000 miliardi di euro di titoli pubblici dei paesi in difficoltà, difendendo così le loro economie e l’euro. Le iniziative draconiane dei singoli stati per ridurre i loro deficit faranno il resto.
Ma ci può essere qualcuno che crede nell’efficacia di queste misure?
Prendiamo ad esempio la difesa dell’euro. A cosa serve un euro forte? A pagare meno il petrolio. Stop. Certo non è poco, visto che la maggior parte dei trasporti sono su gomma e influenzano il costo delle merci. Ma quanto effettivamente influisce il prezzo del petrolio sul costo della benzina? In questi giorni assistiamo ad un “mistero buffo”: il prezzo del petrolio è a circa 75$ e la benzina costa quasi quanto costava con il petrolio a 150$. Qualcuno me lo sa spiegare?
La barricata innalzata a difesa dell’euro sembra più di natura politica che di natura economica, l’euro è l’ultima cosa rimasta ad unire parte di questa traballante unione europea, quindi viene difeso solo a scopo di immagine. Questo catenaccio però costa caro ed è addirittura controproducente.
Vi ricordate quando a fine 2000 l’euro era arrivato a valere 0,82$? Da allora si è costantemente apprezzato fino ad arrivare ad inizio del 2009 fin quasi 1,6$. Perché l’economia europea è diventata improvvisamente più forte di quella americana? No, semplicemente perché gli americani per far ripartire la loro economia, dopo i disastri dell’11 settembre e dei mutui subprime, hanno lasciato cadere la loro moneta senza fare barricate. Ora che la loro economia è ripartita e viaggia a ritmi del 3,5% annuo, con conseguente creazione di nuovi posti di lavoro, il dollaro si sta riapprezzando fino a riagganciare, presumibilmente, la parità con l’euro. E questo, per loro, potrebbe essere un problema. Non a caso in questi giorni il Presidente Obama si spende in incoraggiamenti all’Unione Europea nella difesa dell’euro, spingendosi nientemeno in promesse di interventi in suo aiuto. Gli Obama-fan si sono liquefatti: quanto è bravo Obama! Quanto è buono Obama! Si preoccupa anche di noi Obama…! Io molto più prosaicamente dico: quanto è furbo Obama! Un dollaro forte creerebbe seri problemi alle esportazioni americane con conseguenze negative prima di tutto sull’occupazione.
Già, in questo gli americani ci danno una gran bella lezione. Alla difesa dell’immagine del dollaro antepongono la difesa e la creazione di posti di lavoro. Che insegnamento!
Qui invece si fa il contrario, per difendere una moneta che non ha più alcuna ragione per essere superiore al dollaro si varano misure che strangoleranno ancora di più l’economia, prima fra tutte la decurtazione degli stipendi agli impiegati statali. Come può esistere qualcuno che pensi che con un minor reddito le persone spendano di più? E i nuovi posti di lavoro con che cosa si creeranno? Con i mille miliardi di carta straccia di debito sovrano che stanno acquistando?
E ancora, gli americani hanno forse tagliato gli stipendi della Pubblica Amministrazione per ripianare il deficit? Tutt’altro, nel momento del bisogno hanno addirittura stampato moneta per poi drenarla a emergenza conclusa. Al massimo Obama ha tagliato gli stipendi d’oro ai manager di Wall Street.
In Europa ancora non si è capito che la madre di tutte le emergenze non è il debito pubblico o il deficit o l’euro, è l’OCCUPAZIONE.
Ma intanto la strada dell’economia europea, prevista dai guru americani, è segnata: ci attendono almeno 7/8 mesi di deflazione a cui seguirà, per effetto di tardivi e scoordinati interventi, un lungo periodo di iperinflazione. A quel punto il cocktail letale della stagflazione sarà pronto e la prima vittima illustre sarà la pace sociale.
Visto che il panorama di un ‘29bis è ormai ben delineato i nostri governanti dovrebbero andarsi a rivedere le strategie che l’allora Presidente degli Stati Uniti Roosvelt mise in atto. Senza attendere che una nuova Grande Depressione si ripresenti in tutta la sua forza si può fare tesoro di quell’esperienza avviando un profondo piano di riforme economico-sociali VERE. In questi giorni invece assistiamo ad una passerella di politici, nostrani ed altrui, che esternano l’unica riforma che conoscono: quella delle pensioni. Non ho sentito alcuno proporre qualche altra cosa, sia esso di destra, di sinistra, di centro, italiano, straniero…
Poveri noi…in mano a chi stiamo. Ecco chi va a fare politica.
Pensano di risolvere il problema mandando le persone in pensione a 70 anni, gli unici effetti che provocano è uno scadimento della qualità del servizio, un caricamento sulle prestazioni sanitarie per patologie professionali e la mancanza di lavoro per i giovani. A nulla vale sapere che l’INPS è in attivo di 7 miliardi. Questa, poverini, è l’unica riforma che conoscono e se la strappano dalle mani per rivendicarne la paternità.
Ma c’è dell’altro in questi giorni di messaggi escatologici. In attesa della manovra da ben 1,5% del PIL un ministro ha proposto di tagliare del 5% gli stipendi ai parlamentari, preparando, con l’esempio, gli altri dipendenti pubblici ad altrettanto. Senonché un taglio del 5% ad uno stipendio di quasi 20.000€ al mese è risibile mentre su uno stipendio di 1200€ è drammatico. Ma non basta, lo stesso ministro ha dichiarato che ci sarà chi dovrà fare sacrifici ben maggiori del 5%. Anche un blocco dei rinnovi contrattuali, sopportabile in un periodo di recessione, sarebbe devastante se ripartisse l’inflazione.
Ma di questa situazione drammatica ben pochi si preoccupano. Il Potere ha messo in campo tutte le armi di “Distrazione di massa” in suo possesso: televisione, cinema, gossip, apparizioni, profezie, campionati di calcio, talk show, gratta e vinci ecc. ecc. Una volta il clima sociale italiano è stato salvato da Coppi e Bartali, oggi da Inter e Roma, la storia si ripete.

Ma tornando a Roosvelt, cosa fece di tanto “strano”? Semplicemente scardinò il circolo vizioso, riduzione dei consumi-disoccupazione, con grandi opere infrastrutturali. Basandosi sulle teorie dell’economista John Keynes stimolò quindi la domanda interna con l’aumento dell’occupazione convinto che anche il bilancio dello Stato, alla distanza, ne avrebbe giovato. Ma anche la sperimentazione economica, il supporto alla comunità scientifica, all’Università, alla Scuola, ebbero un effetto positivo sul superamento della crisi ridando fiducia nei giovani e nel futuro.
Ma in Europa di politici della statura di Roosvelt non se ne vede l’ombra. Anzi, a dire il vero, non si vedono proprio i politici e, a ben vedere, neanche gli economisti. Quelli che invece si vedono a frotte sono i ragionieri che davanti al loro bravo foglio da computisteria si toccano la punta del naso con i polpastrelli delle dita per fare i conti agli stati cosiddetti “sovrani” e trascurando i relativi cittadini. E qui siamo arrivati veramente alla schizofrenia: è stato proposto di multare gli stati che hanno un debito pubblico eccessivo. Ovvero gli stati (che non hanno soldi) dovranno versare soldi per punizione. Questo equivale a curare il malato a bastonate, o no?

Mi permetto, sommessamente, di suggerire ai nostri governanti di spendere diversamente quei 1.000 miliardi di euro stanziati. Usateli per rilanciare grandi opere: strade, ferrovie, ospedali, porti, edilizia popolare, risanamento idro-geologico del territorio, ecc. ad iniziare magari proprio dalla Grecia e da altri stati in difficoltà. Aiutate quelle nazioni che non riescono a ripagare il debito solo per la parte che non riescono a coprire, esaminando di volta in volta le necessità e senza firmare assegni in bianco. Cacciate i ragionieri dal Tempio (Bruxelles) e fate entrare i politici, quelli veri, quelli che volano alto, quelli che vedono lontano come i padri fondatori dell’Europa.

E meditate su quella massima di John Keynes:” meglio pagare un uomo per scavare buche e ricoprirle che avere un disoccupato”.

Stefano Ponis

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La religione farà media in pagella

Interessante articolo su Italia Oggi sulle motivazioni con cui il Consiglio di Stato ha capovolto la decisione del TAR del Lazio della scorsa estate. Quindi, la materia contribuisce all'attribuzione del credito scolastico dell'alunno che ha scelto di avvalersene, ovvero fa media in pagella.
Bene, ci fa felici ma allora...gli insegnanti di Religione dovranno far parte della commissione d'esame agli esami di licenza e di maturità come tutte le altre materie, o no?

Leggi l'articolo di Italia Oggi

Crisi greca, chi la deve pagare?

L’impressione che tutti hanno è che dietro il crollo delle Borse, conseguente alla crisi greca, ci sia una regia ben orchestrata riconducibile, come al solito, alla speculazione. Già ma dietro al termine generico di speculazione con cui si giustifica tutto e il contrario di tutto cosa si nasconde? E inoltre, visto che questa speculazione fa tanti danni come è possibile contrastarla?

Non è facile rispondere. La speculazione ormai è un’entità eterea, impalpabile, inqualificabile, inafferabile. Conosciamo la sua origine, la tribù dei grandi finanzieri americani (e non a caso la chiamo tribù), che da almeno un secolo prosperano sulle inefficienze del mercato. Loro studiano, scrutano, analizzano e seguono ogni fenomeno legato all’economia e alla finanza, sia delle società che delle nazioni e dove vedono inefficienze e distorsioni affondano le loro unghie. Si potrebbe quasi parlare di meritoria funzione “spazzino” della speculazione, che distrugge gli organismi malati ed esalta quelli sani, se non fosse che dietro agli stati sovrani ci sono i cittadini, ci siamo noi.

Che anche gli stati abbiano bisogno di qualcuno che li controlli è fuori di dubbio, la stessa vicenda della Grecia ne è un esempio. Apprendiamo in questi giorni che per decenni il paese ellenico ha sperperato, ecco alcuni esempi: 60.000 pensioni pagate a persone decedute; 320.000 pensioni fasulle pagate nel settore agricolo; il 43% dei pensionati che ha un secondo lavoro su cui ovviamente non paga le tasse; i ministeri che premiano con un bonus i dipendenti che arrivano puntuali al lavoro (e altri 20 tipi di indennità); commissioni statali con gli incarichi più fantasiosi, come quello ad esempio di gestire le acque di un lago prosciugato 80 anni fa, e così via. Ma il massimo dello sperpero lo ascoltiamo nel settore delle pensioni agli statali, ai quali è possibile andarci dopo 25 anni di servizio (generalmente sotto i 50 anni).

Tra i motivi della rivolta nelle strade di Atene è proprio l’intenzione del governo di portare la pensione a 63 anni. Già ma da noi, che dovremo dare alla Grecia quasi 15 miliardi di euro in 3 anni, l’età pensionabile è di 65 anni e con il meccanismo automatico messo a punto dal ministro Sacconi, legato all’allungamento delle aspettative di vita, arriverà in breve tempo ben oltre visto che l’aspettativa di vita, secondo studi attendibili, aumenta di 3 mesi l’anno. Allora, mi chiedo, chi la deve pagare la crisi greca? Quantomeno vorremmo vedere tutti i lavoratori europei e a maggior ragione quelli greci, andare in pensione alla stessa età, visto che pochi mesi fa l’Europa ha imposto anche alle lavoratrici italiane di andarci a 65 anni. Invece no, in questa corte dei miracoli che è l’Europa si deve vedere anche questo: scontri di piazza ad Atene, con relativi morti, perché i greci, poverini, dovranno andare in pensione a 63 anni, mentre la cancelliera Merkel viene lapidata perché chiede alla Grecia più rigore. No, qui c’è qualcosa che non funziona.

E mi chiedo ancora, doveva pensarci la speculazione a smascherare le inefficenze della Grecia, con tutte le conseguenze che sta comportando? Perché l’Eurogruppo non ha indagato e prevenuto questa situazione?
Ora sono tutti riuniti al capezzale della Grecia per evitare il suo collasso ed il contagio ad altri paesi che comporterebbe la frana dell’euro. Oggi, sabato 8 maggio, i componenti dell’Eurogruppo si sono riuniti ed hanno stanziato 70 miliardi immediati per arginare la speculazione. Poveri illusi, pensano di arginare la speculazione con solo 70 miliardi; forse ci riusciranno per alcuni giorni ma i problemi per l’euro torneranno, come prima, peggio di prima.

Le dimensioni e la forza della speculazione sono immense, dalla piccola tribù di New York è diventata un continente, il 7° continente: Speculonia.
Al contrario dell’Antartide che ha zero abitanti e un’enorme superficie, Speculonia ha zero superficie ma un’enormità di abitanti. Forse è improprio parlare di zero superficie perché in realtà Speculonia virtualmente esiste, forse potremmo misurarla in pixel quadrati o terabyte al quadrato, quello che è certo è che non ha confini né di spazio, né di tempo né di forza economica. Su di essa non tramonta mai il sole, ovunque si accenda un computer, davanti al quale c’è un trader di qualsiasi nazionalità, lì è territorio di Speculonia. Ecco perché fa paura.

E i primi ad aver paura sono proprio i governi che non sanno esattamente contro chi devono combattere. Si sentono osservati, perennemente sotto esame, verificati, giudicati. Come erano belli quei tempi in cui potevano fare quello che gli pareva e nessuno sapeva niente…! Aumentavano gli stipendi a quelli, assumevano quegli altri, mandavano in prepensionamento quella categoria e così si garantivano voti e poltrone nei secoli dei secoli. Il costo di tutto era un semplice: “pagherò”.

Ma la cosa bella è che sono stati proprio i governi, assecondando il capitalismo, a generare il Mostro della speculazione. Come il dottor Victor von Frankstein prima lo hanno generato poi lo hanno rinnegato, lasciandolo libero di compiere tutte le sue malefatte in nome del “mercato”. Ora essi stessi sono vittime del Mostro, sempre in nome del mercato. Ma che mercato è questo? Cosa è rimasto del “principio della domanda e dell’offerta”? Nulla. Oggi si può vendere quello che non si ha, comprare con pochi soldi, emettere titoli basati sul nulla, scommettere sul futuro, amplificare i risultati ecc. ecc.

Se andiamo a ben vedere sotto questo sedicente mercato c’è un solo filo conduttore: la scommessa. E allora mi chiedo, che differenza c’è tra la Borsa e un Casinò? Nessuna. Anche qui a vincere è sempre il banco (banche, sim, sgr ecc.) che di volta in volta gestisce giochi da lui inventati e regolamentati a suo favore. Chi glielo ha permesso? Chi non ha vigilato sull’espansione di questo meccanismo perverso? Il capitalismo. Il Mostro si è rivoltato contro suo padre e lo sta strangolando.

Ma il Mostro non ha solo un padre, ha anche una madre: la democrazia, che sarà la prossima vittima.
In che modo ucciderà sua madre? Semplice. Ormai tutti gli esseri umani sono direttamente o indirettamente coinvolti dalle malefatte del Mostro. Fondi pensioni, azioni, obbligazioni, titoli di stato sovrani…tutto è coinvolto e un crollo del loro valore renderebbe tutti più poveri. Anche chi non ha un euro da investire verrebbe coinvolto dalla crisi dei consumi e al massimo si salverebbero quelle nazioni che riescono a produrre a prezzi stracciati sfruttando i lavoratori 12 ore al giorno.

La disoccupazione di massa farebbe emergere il primo bisogno dell’uomo: mangiare. Chi darebbe da mangiare a 7 miliardi di persone? La risposta la trovo pensando a quando, 25 anni fa, facevo l’apicoltore. All’inizio dell’estate, quando c’è una abbondante fioritura, l’ape è l’essere vivente più calmo, laborioso, organizzato di tutti. Ogni arnia pensa a raccogliere e conservare il miele ed il polline necessari per passare l’inverno. Ma quando, in autunno, le fioriture sono finite e per qualche ragione ci sono arnie che non hanno accumulato provviste, si scatenano i saccheggi. L’ape da tranquilla e laboriosa creatura diventa una feroce assassina andando a prendere con la forza quello che le occorre per sopravvivere.

Io credo che il comportamento umano non sarebbe dissimile e per contrastarlo si dovrebbero abolire principi democratici essenziali. Ecco come il Mostro può uccidere anche sua madre.
Dall’alto della sua saggezza ed esperienza il Presidente Napolitano ha già fatto accenno al pericolo di un ritorno dei disordini e del terrorismo. Ma il vero pericolo non è quello del riemergere di iniziative di qualche gruppo estremista, il vero pericolo è che il Popolo intero si rivolti contro i governi dando luogo ad una nuova rivoluzione d’ottobre.
La crisi non deve essere pagata solo dal Popolo, ben vengano i riequilibri del settore statale in Grecia ma far pagare le crisi sempre e solo agli impiegati statali non è possibile. E in Italia, per favore, non facciamo credere che, con un gioco di 3 carte, i 15 miliardi di aiuti vengano fuori dal nulla. Sempre gli statali pagheranno, Scuola in testa.

Esagerazioni? Visioni apocalittiche? Speriamo ma giusto oggi, in una riunione straordinaria a Bruxelles, Il Presidente della Banca centrale europea Trichet ha addirittura parlato di crisi sistemica. Esattamente quel che qui ho detto in maniera un po’ più cruda.

Per la prossima settimana spero solo che il Mostro sia sazio. Non credo all’efficacia degli interventi dell’Eurogruppo e alle barricate in difesa dell’euro. Non credo neanche che in poche ore si possano varare misure per depotenziare il Mostro, al massimo si può anestetizzarlo per qualche ora. L’unica vera flebile speranza è che le quotazioni siano ormai arrivate ad un livello tale che lo inducano a cambiare strategia: da venditore a compratore.

       Stefano Ponis