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Creare video per la classe senza attrezzatura


Il video è una potente forma di comunicazione. Per lungo tempo i video progetti di classe hanno richiesto costosi software di editing e altre attrezzature. Non è più cpsì. Oggi, chiunque abbia accesso al web può fare un video di alta qualità senza costose attrezzature.
Due ottimi programmi web-based per la creazione di video sono Animoto e JayCut
Dei due Animoto è il più facile da usare mentre JayCut offre più opzioni di editing. 


oppure

Capire il "Modello Sociale della Disabilità" - Colin Barnes pdf


Capire il "Modello Sociale della Disabilità", articolo
Colin Barnes (traducción: Angelo D. Marra)

Resumen

Il c.d. “modello sociale della disabilità” (social model of disability) è uno strumento euristico che interpreta la disabilità come conseguenza di fattori sociali: la base concettuale è la distinzione tra “menomazione” (condizione fisica dell’individuo) e “disabilità” (imposta dalla collettività). Il Centre for Disability Studies della Università di Leeds in Gran Bretagna utilizza e diffonde il modello sociale della disabilità.
In questo saggio viene fornita un’introduzione al modello sociale della disabilità: dapprima con una ricostruzione storica dell’evoluzione del concetto di “social model”, poi con una esposizione dell’approccio tradizionale di tipo medico al problema della disabilità; successivamente si chiariscono alcuni aspetti controversi del modello sociale e si dà conto dell’impatto concreto del nuovo approccio ispirato al modello sociale anche a livello internazionale (O.N.U. ed Unione Europea). Infine, si segnala la necessità di lavorare ulteriormente per raggiungere la piena inclusione e partecipazione sociale delle persone con disabilità.

Creare un Sito Web di classe


Costruire un sito web
Se un blog non fornisce tutto quello di cui hai bisogno per la classe e nemmeno un wiki, allora prova a costruirle un sito web.
Su un sito web è possibile includere calendari (Google Calendar), pubblicare video di approfondimento, documenti per studenti e genitori, e anche la raccolta dei compiti assegnati, delle verifiche e delle valutazioni.
Costruire un sito web può essere un processo tecnicamente difficile ma non più così. Ci
sono molti siti web gratuiti e servizi di hosting disponibili per la sua creazione.

Google Sites, ad esempio, può essere utilizzato per creare un sito web che contiene anche elementi di blog e wiki.

Altri web hosting sono:

Creare un Wiki di classe

Costruire un Wiki
Creare pagine su un wiki è un ottimo modo per gli studenti di registrare e condividere la conoscenza su argomenti che hanno ricercato. Molto spesso il wiki creato dagli studenti presenta molte più informazioni sull’argomento trattato rispetto al libro di testo è questo è un risultato molto buono. Insegnanti e studenti possono anche usare i wiki per creare i loro portfolio digitali creando e modificando le proprie pagine per mostrare quelle di cui sono più orgogliosi. Gli hosting free più validi sono:

Wikispaces 
PBworks 
Wet Paint

 Sotto uno slideshow, in inglese, su come impostare un Wiki con Wikispaces
 

Creare un blog di classe


I blog possono servire a molti scopi per gli insegnanti. È possibile utilizzare un blog per comunicare informazioni ai genitori e agli studenti, per registrare gli argomenti fatti in classe delle lezioni e delle attività durante tutto l'anno. I blog possono essere utilizzati dagli studenti anche per registrare e riflettere sul proprio apprendimento, farli contribuire come autori  e di avere una riflessione settimanale sul proprio apprendimento.
Tre buone piattaforme di blogging per la classe sono:  Blogger, Edublogs, e Kid blog.
Tutte e tre queste piattaforme sono molto facili da avviare poiché non richiedono conoscenze tecniche particolari consentendo di controllare le impostazioni di visibilità in ogni momento.

Vai a:

IMU: una proposta che metterebbe tutti d’accordo

  La campagna elettorale è iniziata e ciascun contendente ha già calato i propri assi raccolti in più o meno fantasiose “Agende”.  L’argomento che, anche questa volta, tiene banco è l’IMU, la famigerata tassa sugli immobili che, 5 anni fa, Berlusconi usò per spingere la propria rielezione. Anche questa volta è diventato il suo cavallo di battaglia e, vista l’avversione degli italiani per tale tassa, avrà ottime probabilità di successo. D’altro canto gli avversari continuano imperterriti a propagandare questa tassa come la salvatrice delle finanze italiane e a tacciare chi non è d’accordo di voler portare l’Italia sull’orlo del baratro. A mio parere tutti e due hanno delle buone motivazioni, Berlusconi nel dire che la prima casa è sacra, Monti e tutti gli altri nel dire che c’è bisogno di soldi.
Ma, mi chiedo, tra il tutto e il niente non potrebbe esserci il “Qualcosa”?
  La prima casa è sacra, siamo d’accordo, ma equiparare chi ha case di 50 mq. con chi vive in 200 mq. non è giusto. Esistono generici quanto risibili sgravi per  chi ha dei figli a carico, per altro legati all’età, che non fanno assolutamente giustizia.
  Allora, io credo che sia giunto il momento di riconsiderare la prima casa con parametri diversi introducendo il concetto di “spazio vitale” che non dovrebbe essere assolutamente tassato. Quanto può essere grande questo spazio vitale per essere equo? In prima approssimazione penso che 50mq. per un single, 80mq. per una coppia, 100mq. per tre persone, 110 per 4 persone e 10 mq. per ogni successivo abitante sarebbe giusto. Il numero di abitanti, inoltre, dovrebbe essere legato alla residenza e non all’età. I 50 mq. per il single non sono un premio ma la considerazione che ci sono spazi accessori (bagno, cucina, corridoi) che non possono essere considerati nell’insieme. Le famiglie numerose in questo modo non verrebbero tassate. C’è poi da studiare l’incidenza delle pertinenze ma questo è un lavoro che lascio ai più esperti.
  Quanto tassare l’eccedenza dei metri quadrati oltre lo spazio vitale della prima casa?
Poiché non si può considerare né prima casa né seconda casa dovrebbe essere introdotta un’aliquota a metà tra l’una e l’altra, io credo che, sommariamente, un 7,5 per mille sarebbe giusto, andando anche a coprire il mancato gettito derivante dalla parte esente.
  Questa proposta potrebbe mettere d’accordo tutti: Berlusconi che vedrebbe salvato il principio dell’intassabilità della prima casa, Monti che vedrebbe il gettito ridotto non di molto e soprattutto gli italiani che si sentirebbero maggiormente rispettati dai politici.
  Ultima considerazione, se venisse accolta questa proposta da tutti gli schieramenti si sgombrerebbe il campo da un argomento che per l’ennesima volta sta monopolizzando il dibattito politico, l’IMU, trasformando le elezioni politiche in un referendum pro o contro di essa. Si tornerebbe finalmente a parlare di cose più urgenti quali: il lavoro, la scuola, la sanità e il welfare.

Stefano Ponis

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