FUNZIONE SOCIALE SCUOLA ppt |
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PcInTasca Dislessia, programmi per la Dislessia in una pen drive
Molto spesso siamo portati a credere che i programmi
catalogati come “strumenti compensativi” per il “trattamento” della dislessia
siano una risorsa ormai irrinunciabile per le attività scolastiche, ma allo
stesso tempo perdiamo di vista il carico “psicologico” che i nostri alunni sono
costretti a sopportare per avere questi aiuti tecnologici. Mi riferisco al
fatto che, se da una parte compensiamo il lavoro dei nostri alunni con sintesi
vocale, trattamento testi ecc. dall’altra li costringiamo a utilizzare, e
qualche volta trasportare, strumenti costosi e delicati. I computer che le
famiglie affidano ai loro figli racchiudono nella loro “potenza” compensativa
un peso di responsabilità che “arricchisce” la vita scolastica di
preoccupazione per il computer affidato.
Il progetto PcInTasca Dislessia propone di
racchiudere in una pen drive, dal valore di pochi euro, una serie di programmi
open source e free che non vengono installati sul computer ospitante, ma
possono essere utilizzati direttamente dalla pen drive. Questo permette agli
alunni a non essere vincolati alla macchina su cui sono installati i programmi
specifici, ma idealmente possono utilizzare qualsiasi computer (casa, scuola,
biblioteca ecc.) che abbia una porta usb e un sistema operativo Windows (il più
diffuso).
Esperienza con il programma TEACCH (Autistic and Communication Handicapped Children)
Realizzazione di attività didattiche per bambini con deficit
cognitivi e comunicativi, Ins. Gabriella Nanni dell’ I.C.
“D’ANNUNZIO” - San Vito Chietino - Scuola Primaria di Rocca San Giovanni
Le Competenze chiave a Scuola in Europa: sfide e opportunità delle Politiche Educative
In Europa il concetto di “competenze chiave” ha acquistato
sempre più importanza, nel corso degli ultimi anni, sia a livello di politiche
educative che a livello di scuola. Le competenze chiave sono, infatti, ormai
considerate come indispensabili affinché i giovani europei riescano a
realizzarsi non solo a livello professionale, ma anche a livello personale.
Simona Baggiani
I paesi europei hanno compiuto significativi progressi
nell’introduzione di queste competenze nei curricoli nazionali, a dimostrazione
dell’impegno di rendere le competenze insegnate ai giovani a scuola più in
linea con le esigenze della società odierna. Tuttavia, restano ancora molti
nodi problematici da sciogliere, specialmente riguardo all’attuazione nella
pratica dei curricoli riformati.
Il nuovo rapporto comparativo della rete Eurydice, Developing Key Competences at School in Europe: Challenges and Opportunities for Policy, sottolinea alcuni dei principali risultati e delle maggiori sfide per lo sviluppo delle competenze chiave nelle scuole dell’istruzione obbligatoria e dell’istruzione secondaria generale in 31 paesi europei (Stati membri dell’UE, Croazia, Islanda, Norvegia, e Turchia) per l’anno scolastico 2011/2012.
Tutti i paesi promuovono lo sviluppo delle competenze chiave
Se tutti i paesi europei hanno incoraggiato lo sviluppo delle competenze chiave a scuola, lo hanno fatto, però, con approcci diversi e a differenti livelli. Mentre un certo numero di paesi ha avviato strategie nazionali per migliorare l’insegnamento e l’apprendimento di tutte le competenze chiave, altri si sono focalizzati solo su alcune di esse. Altri paesi non hanno ancora alcuna strategia nazionale mirata allo sviluppo di competenze chiave specifiche, anche se sviluppano, a livello centrale, iniziative coordinate per promuovere queste competenze. Iniziative su larga scala vanno dal partenariato scolastico alle campagne nazionali e hanno principalmente l’obiettivo di incrementare l’interesse degli studenti nell’area disciplinare in questione. Mentre riforme e azioni di miglioramento possono essere attuate senza una strategia, l’esistenza di un piano strategico di azione ha il vantaggio di definire chiaramente politiche e obiettivi per il miglioramento, e, insieme a un calendario definito per l’attuazione, può aiutare a determinare un cambiamento sostanziale.
Il nuovo rapporto comparativo della rete Eurydice, Developing Key Competences at School in Europe: Challenges and Opportunities for Policy, sottolinea alcuni dei principali risultati e delle maggiori sfide per lo sviluppo delle competenze chiave nelle scuole dell’istruzione obbligatoria e dell’istruzione secondaria generale in 31 paesi europei (Stati membri dell’UE, Croazia, Islanda, Norvegia, e Turchia) per l’anno scolastico 2011/2012.
Tutti i paesi promuovono lo sviluppo delle competenze chiave
Se tutti i paesi europei hanno incoraggiato lo sviluppo delle competenze chiave a scuola, lo hanno fatto, però, con approcci diversi e a differenti livelli. Mentre un certo numero di paesi ha avviato strategie nazionali per migliorare l’insegnamento e l’apprendimento di tutte le competenze chiave, altri si sono focalizzati solo su alcune di esse. Altri paesi non hanno ancora alcuna strategia nazionale mirata allo sviluppo di competenze chiave specifiche, anche se sviluppano, a livello centrale, iniziative coordinate per promuovere queste competenze. Iniziative su larga scala vanno dal partenariato scolastico alle campagne nazionali e hanno principalmente l’obiettivo di incrementare l’interesse degli studenti nell’area disciplinare in questione. Mentre riforme e azioni di miglioramento possono essere attuate senza una strategia, l’esistenza di un piano strategico di azione ha il vantaggio di definire chiaramente politiche e obiettivi per il miglioramento, e, insieme a un calendario definito per l’attuazione, può aiutare a determinare un cambiamento sostanziale.
Eurydice: Sistemi di Istruzione e Formazione in Europa
Strutture dei sistemi di istruzione e formazione è una serie di descrizioni nazionali in cui sono indicate tutte le tipologie e le fasi di apprendimento. Pertanto, tali descrizioni possono essere considerati come un importante supporto a tutti coloro che desiderano ottenere informazioni complete e succinte su uno o più sistemi nazionali di istruzione. La struttura generale di ogni descrizione nazionale è simile a consentire il confronto rapido e facile.
LAZIO: su 13.600 aborti in 1 anno, il 13,6% sono di studentesse
Oltre 13.600 aborti in un anno, il 3,7% dei quali di ragazze
tra i 15 e i 17 anni. Questi i numeri delle gravidanze interrotte nel Lazio
illustrate, a margine di una conferenza stampa in via Poli, dalla prima
firmataria della proposta di legge di riforma dei consultori Olimpia Tarzia che
spiega. «Questi dati, riferiti al 2008, sono gli ultimi disponibili del
ministero della Salute e indicano un triste primato del Lazio che, dopo la
Lombardia, si classifica come seconda regione per numero di aborti a livello
nazionale e prima nel centro Italia per la quantità di giovani donne che li
praticano», spiega Tarzia. In tutta la regione, ad oggi, sono presenti 161
consultori pubblici (0,6 per ogni 20.000 abitanti), un numero inferiore a
quello previsto per legge (1 ogni 20.000). Su 121.301 aborti eseguiti nel 2008
in tutta Italia, il Lazio ne ha registrati 13.657. «Siamo secondi in tutta
Italia anche per numero di studentesse che li praticano - prosegue Tarzia - ben
il 13,6% del totale. Il 50,2% dei certificati per gli aborti nella nostra
regione vengono rilasciati dai consultori- aggiunge - e si registrano il 9,9%
di urgenze, ovvero di aborti praticati al limite del tempo, su una media
nazionale di 9,1%. Quest'ultimo dato è particolarmente significativo se si
coniuga con quello degli aborti delle minorenni fatti senza assenso dei
genitori o dei tutori, tramite i consultori, a causa dell'urgenza: il 3,3% a
fronte dell' 1,3% calcolato a livello nazionale».
fonte: http://www.leggo.it/
Colin Powell: i giovani hanno bisogno della struttura, video sottotitolato
Come si possono aiutare i giovani ad avere un buon inizio? In questo discorso toccante e personale, Colin Powell, ex Segretario di Stato, chiede a genitori, amici e parenti di sostenere i bambini ancora prima che vadano alle elementari, attraverso la comunità e un forte senso di responsabilità.
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