Apprendo con vivo compiacimento la notizia dell'accoglimento, da parte della Corte europea dei diritti dell'uomo, della domanda di rinvio davanti alla Grande Camera del caso Lautzi, sull'affissione del crocifisso nelle aule scolastiche. E' con soddisfazione che constato che sono stati accolti i numerosi e articolati motivi di appello che l'Italia aveva presentato alla Corte". Il ministro degli Esteri, Franco Frattini, annuncia così il successo dell'Italia davanti alla Corte europea, la stessa che il 3 novembre scorso aveva sancito che non si potevano tenere crocifissi in classe perché la loro presenza avrebbe costituito "una violazione del diritto dei genitori ad educare i figli secondo le loro convinzioni" e violato anche "il diritto dei loro figli alla libertà di religione". Il caso era stato sollevato nel 2002 da Soile Lautsi, cittadina italiana originaria della Finlandia residente ad Abano Terme (Padova) che aveva chiesto al preside dell'istituto Vittorino da Feltre di togliere il crocifisso dalle aule dove studiavano i suoi due figli. La donna aveva espresso la propria contrarietà facendo riferimento anche ad una precedente sentenza della Corte di Cassazione senza però ottenere risposte positive dalla scuola. Di qui la decisione di rivolgersi al Tar del Veneto prima (nel 2002) e, poi, visto l'ostruzionismo del ministero dell'Istruzione, alla Corte di Strasburgo (nel 2006).
Per Frattini, "si conferma l'importanza della decisione del governo italiano e dell'importante lavoro di squadra svolto dalla presidenza del Consiglio e dal ministero degli Esteri per far valere un principio di rispetto dei valori profondi del credo religioso cristiano radicato nella grande maggioranza dei cittadini italiani. Guardiamo ora con fiducia- conclude il titolare della Farnesina- alla successiva tappa del procedimento che si svolgerà presso la Grande Camera della Corte europea dei diritti dell'uomo".
GELMINI SODDISFATTA - Il ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini, esprime tutta la sua "soddisfazione" per l'accoglimento da parte della Corte dei diritti dell'uomo di Strasburgo del ricorso presentato dell'Italia contro la sentenza che ha detto no al crocifisso in aula. Secondo il ministro si tratta di "un grande successo dell'Italia che riafferma il rispetto delle tradizioni cristiane e l'identità culturale del Paese. Ma si tratta anche di "un contributo all'integrazione che non va intesa come un appiattimento e una rinuncia alla storia e alle tradizioni italiane".
Fonte. Diregiovani.it