google.com, pub-4358400797418858, DIRECT, f08c47fec0942fa0 TUTTOPROF. google.com, pub-4358400797418858, DIRECT, f08c47fec0942fa0

Il Codice Deontologico della Professione Docente

L'etica della docenza, come quella di tutte le altre professioni, ma non solo (esistono anche un'etica politica, un'etica imprenditoriale ecc.), ha valore relativo.
Definitivamente consumata in tutto il mondo occidentale la crisi delle grandi ideologie, l'etica ha cessato di essere "dedotta" da grandi principi generali, da "certezze" trascendenti di qualunque tipo esse fossero, per essere invece "costruita" attraverso itinerari di ricerca che rispondono alla necessità di fare fronte ai bisogni/problemi esistenti.
I sistemi etici dunque cambiano come tutto ciò che rientra nei processi evolutivi: ciò che è un valore oggi può non esserlo domani.
Una delle condizioni per fare progredire e migliorare la società è infatti la capacità di adattare l'ethos, i comportamenti, alle esigenze reali, ai grandi problemi sociali, che si manifestano in un determinato contesto e momento storico.
Anche questo codice etico-deontologico manifesta in molte sue parti uno spiccato carattere evolutivo e relativo.
Lungi dal postulare "fini ultimi", intende invece indicare "comportamenti intermedi" coerenti con il soddisfacimento dei bisogni/problemi che oggi si manifestano nel campo dell'istruzione-formazione.




Dislessia: 80 Video informativi

Canale YouTube di "Dislessia?Io ti conosco" contenente una playlist con 80 video riguardanti la dislessia.

"Dislessia? Io ti conosco" è un progetto nato per diffondere la conoscenza della dislessia all'interno dell'opinione pubblica affinché sia permesso a tutti i dislessici, discalculici, disgrafici e disortografici di esprimere tutte le loro potenzialità.

Video sulla dislessia - Come può essere così difficile? - in italiano

Richard D. Lavoie, direttore della Eagle Hill School Outreach, dimostra a insegnanti e genitori cosa prova un bambino con disturbo dell'apprendimento.
 



fonte: dislessiaioticonosco

Prova di Lingua Inglese per la Scuola Primaria e Per la Scuola dell'infanzia


NUOVO CONCORSO A CATTEDRE. MANUALE PER LA PREPARAZIONE ALLE PROVE SCRITTE E ORALI DI LINGUA INGLESE.

I 12 video che tutti gli Educatori dovrebbero vedere


Quali sono i vantaggi per l'insegnante e lo studente nel contesto dell'istruzione aperta OER (Open educational resources )? Che spinta dà al rendimento scolastico un blended-learning agli studenti? Come possiamo progettare le scuole per l'apprendimento del 21 ° secolo? Come sarà l'aula di domani? Quali sono gli strumenti e le risorse per l'educatore del 21 ° secolo?
Questi sono gli argomenti affrontati nei 12 video (in inglese) seguenti, che dovrebbero essere visti e commentati da tutti gli educatori. 

60 appunti di Diritto


  1. Diritto oggettivo
  2. Norma giuridica definizione
  3. Cos'è la Costituzione italiana
  4. Come si approva una legge
  5. Le fonti del diritto
  6. Interpretazione delle norme giuridiche
  7. Efficacia della norma giuridica
  8. Rapporto giuridico definizione
  9. Diritti soggettivi
  10. Soggetti del diritto
  11. Capacità giuridica
  12. Capacità di agire
  13. Incapacità naturale
  14. Minore non emancipato
  15. Minore emancipato
  16. Interdetto giudiziale
  17. Interdetto legale
  18. Persona fisica: domicilio, residenza, dimora
  19. Morte della persona fisica
  20. Incertezza in vita della persona fisica
  21. Definizione di persona fisica
  22. Scomparsa, assenza e morte presunta
  23. Autonomia patrimoniale perfetta
  24. Estinzioni delle persone giuridiche
  25. Associazioni non riconosciute
  26. I comitati
  27. Società commerciali
  28. Oggetti del diritto
  29. Universalità di fatto e di diritto
  30. Frutti naturali e civili
  31. Beni pubblici definizione
  32. Patrimonio definizione
  33. Negozio giuridico definizione
  34. Elementi del negozio giuridico
  35. Elementi essenziali del contratto
  36. Divergenza volontà e dichiarazione
  37. Vizi della Volontà
  38. Rappresentanza diretta e indiretta
  39. Rappresentanza volontaria
  40. Convalida
  41. Elementi accidentali del contratto
  42. Validità e invalidità del negozio giuridico
  43. Negozio giuridico perfetto o inefficace
  44. Stato
  45. Cittadinanza
  46. Territorio
  47. Sovranità
  48. Organi dello Stato
  49. Forme dello Stato
  50. Forme di Governo
  51. Stato Costituzionale
  52. Compiti del Presidente della Repubblica
  53. S.P.A
  54. Consiglio d'amministrazione spa
  55. Azioni Proprie
  56. Società controllate
  57. Diritto d'opzione
  58. Emissione di obbligazioni
  59. Obbligazioni convertibili
  60. Scioglimento della società



Attenzione alle aspettative!


Aspettative: un concetto non del tutto scontato. Certo, se ci fermiamo soltanto sul significato della parola italiana sappiamo orientarci abbastanza bene, ma quando cominciamo ad addentrarci nelle implicazioni psicologico-relazionali delle aspettative, tutto cambia.
Il loro potere può essere devastante, dal momento in cui possono arrivare a decretare la morte di un rapporto per “mancanza di ossigeno”. Pensiamo bene a cosa vuol dire aspettarsi qualcosa da qualcuno, prendiamo come esempio alcune relazioni tipo: quella che lega due partner, il rapporto con noi stessi, quello tra genitori e figli, quello lavorativo tra colleghi o ancora tra superiore e sottoposti o insegnante e alunni.
Perché ho scelto soltanto esempi di relazioni “profonde”? Perché maggiore è il coinvolgimento, maggiori saranno le aspettative… è un vero e proprio paradosso: più teniamo a qualcuno, più aumenta il rischio che la relazione si deteriori. Diamo però una forma a questa visione apparentemente pessimistica.
Partiamo con il capire “che cosa” ci si può aspettare in una relazione: dei comportamenti, delle attenzioni, emozioni magari… In ogni caso “aspettarsi” qualcosa è ben diverso dal “credere” in qualcuno. Nel primo caso è come se fossimo costantemente in attesa che qualcosa accada (e spesso il presupposto emotivo alla base di questo atteggiamento è che, se ciò non accade, “ci rimaniamo male”); credere in qualcuno invece significa essere intimamente convinti delle potenzialità dell’altra persona (o di noi stessi) e sapere che l’altro può farcela.
È una questione di verbi modali allora: le aspettative ci fanno sentire che l’altrodovrebbe fare/pensare/provare qualcosa, credere nell’altro ci trasmette la fiducia che l’altro potrebbe raggiungere un risultato.
Nel primo caso il rapporto si carica di un fardello emotivo oneroso per entrambe le parti: chi nutre le aspettative vive nella perenne attesa che succeda qualcosa (che puntualmente sembra non arrivare mai…), la persona che dovrebbe soddisfare le aspettative invece avverte (più o meno consapevolmente) l’insoddisfazione di fondo dell’altro. In questo caso le reazioni prevalenti sono due: da un lato potrà esserci la “rottura”, dall’altro un logorante senso di inadeguatezza. Vediamo insieme cosa vuol dire…
Mettiamo il caso che una madre nutra delle aspettative nei confronti del rendimento scolastico della figlia, alla quale peraltro la madre è legata da un rapporto d’amore sincero. Il genitore, in questo caso, ha già un buon livello di consapevolezza relazionale e per questo tende a non manifestare apertamente le proprie aspettative alla ragazza. Ma è davvero possibile che queste non giungano, anche solo come sensazione di fondo, alla figlia? Poco probabile… e allora la ragazza potrebbe reagire in due modi: il primo comporta un “allontanamento”; reagendo contro le “richieste” (anche indirette) della madre, andrà avanti per la sua strada. Cosa accade? Senso di colpa da una parte e delusione dall’altra.
Il secondo modo di reagire potrebbe comportare un perenne tentativo di adempiere alle aspettative in ballo, ma abbiamo visto che le aspettative sono create in modo da essere puntualmente deluse o solo momentaneamente soddisfatte. In questo caso avremo frustrazione e senso di inadeguatezza da una parte e indebolimento dell’autonomia emotiva dall’altro (nel senso che il piccolo “contentino” che giunge dal tentativo di soddisfare l’aspettativa, non fa altro che alimentare il sistema, rinforzando il legame emotivo di dipendenza che c’è tra le parti).
“Ma Alberto, vuoi dire che un genitore non dovrebbe preoccuparsi del rendimento scolastico del figlio?”. Non proprio, anzi, tutto il contrario. Distinguiamo perciò gliobiettivi dalle aspettative. I primi sono concordati (dal momento in cui coinvolgono e riguardano un’altra persona) e, spesso, dichiarati. Le aspettative invece non sono obiettivi specifici, ma una sorta di sottofondo emotivo. Desiderare un buon rendimento scolastico per il figlio è più che legittimo (e ancora più auspicabile è credere nelle sue potenzialità); aspettarsi quei risultati vuol dire ben altro, cioè innescare il meccanismo psicologico che abbiamo descritto prima.
Quando parlo di questo argomento con gli insegnanti, incontro di solito molte resistenze: il loro ruolo prevede che vi sia un monitoraggio attivo del rendimento degli alunni. Ma aver chiari gli obiettivi didattici è ben diverso che trascorrere l’anno scolastico con l’aspettativa (spesso delusa) che i ragazzi si comportino in un determinato modo.
Se volessimo collocare visivamente gli obiettivi e le aspettative, potremmo immaginare i primi come il punto di arrivo, le seconde come l’atteggiamento di fondo che accompagna e appesantisce chi va verso l’obiettivo.
L’ideale sarebbe aver ben chiari i propri obiettivi e muoversi nella loro direzione spogli di ogni aspettativa.
Questo, tra l’altro, ci consentirebbe di reagire nel modo migliore di fronte ad una possibile “caduta” o “deviazione” dall’obiettivo: non ne resteremo delusi, ma sapremo rimetterci in marcia verso quello che desideriamo ottenere.

Ho impiegato un bel po’ a scrivere questo articolo… non è stato semplicissimo mettere nero su bianco questi pensieri.
Spero che tu possa coglierne gli aspetti più utili, per te e per le tue relazioni.
Oppure avrei dovuto dirti “Mi aspetto che tu ne colga gli aspetti più utili…”?
Cambiano molto le sensazioni tra il primo e il secondo caso, vero?

Giustificazione della tecnica delle operazioni fondamentali dell’Aritmetica


Ricorriamo per semplicità alla denominazione in uso, anche se non del tutto appropriata, di operazioni
fondamentali dell’aritmetica (addizione, sottrazione, moltiplicazione e divisione).
di Luciano Porta


fonte: iPitagorici