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LA COMPETENZA DIGITALE NELLA SCUOLA - Modelli E Strumenti Per Valutarla E Svilupparla

Il tema della competenza digitale è destinato a rimanere a lungo presente nella discussione educativa, nel quadro della riflessione sulle competenze che dovranno caratterizzare i cittadini del XXI secolo, in quanto chiama in causa la stessa scuola e la sua identità per le scelte significative che questa deve compiere riguardo a problemi fondamentali come quello della natura della/e alfabetizzazione/i su cui deve fondarsi. In contrasto con la concezione diffusa che identifica questa nozione con semplici conoscenze o abilità tecniche (ECDL, Patente Europea) e in linea con gli orientamenti internazionali recenti (OECD-PISA), il volume propone un modello di competenza digitale fondato su basi educative, per valutare (e anche favorire) la competenza digitale ai vari livelli scolastici, in un'ottica che integra la dimensione tecnologica con quella cognitiva ed etica. L'obiettivo è fornire a insegnanti e educatori lo spunto per poter realizzare autonomamente iniziative mirate a migliorare la competenza digitale dei loro studenti, e per avviare efficaci comunità di pratiche in questo settore.

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MENTORING E SCUOLA - Teorie,Modelli E Metodologie Di Intervento E Contrasto Della Dispersione Scolastica

Il volume fornisce un'ampia panoramica sul mentoring, modello educativo applicato in vari contesti (sociale, scolastico, universitario, lavoro). La trattazione si incentra sul metodo one-to-one, un mentore abbinato con un mentee, e sulle articolazioni del programma, specifiche del mondo della scuola. Nel testo si focalizza il processo costruttivo di un intervento di mentorato che parte da un'analisi dei bisogni del mondo dei ragazzi, fino ad arrivare all'identificazione di un percorso di mentoring, coinvolgendo la cittadinanza attiva, sottoforma di volontariato, e la loro formazione; ciò a potenziamento delle risorse non espresse dei ragazzi con specifici bisogni educativi. Si approfondiscono le dimensioni psicologiche del rapporto mentore-mentee, su cui fare leva nella relazione, e le ultime ricerche a conferma dell'efficacia dell'intervento. Il volume si configura come un valido strumento operativo per l'educatore (psicologo, operatore sociale, insegnante) e per lo studente universitario, in quanto offre, per la prima volta in Italia, una visione di insieme di come poter svolgere in ambito scolastico un programma di mentoring, intercettandone le finalità.

Sommario
L'origine delle pratiche di mentoring: radici teoriche e pratiche relazionali - Le funzioni del mentoring - Il mentoring a scuola - Quali dimensioni indagare - La verifica dell'intervento. Bibliografia.
 
Autori
Maria D'Alessio, preside della Facoltà di Psicologia 1 dell'Università La Sapienza di Roma e professore ordinario di Psicologia dello sviluppo, è autrice di numerose pubblicazioni scientifiche.

Fiorenzo Laghi, ricercatore in Psicologia dello sviluppo e dell'educazione, è docente di Teorie e tecniche di intervento nell'arco di vita presso la Facoltà di Psicologia 1 dell'Università La Sapienza di Roma e autore di numerose pubblicazioni scientifiche.

Vito Giacalone, psicologo e psicoterapeuta, insegna Psicologia educativa presso l'Università Tor Vergata di Roma e Modelli psicologici ed educativi per la scuola presso l'Università Europea di Roma. Docente dal 2002 al 2009 presso la Facoltà di Psicologia 1 dell'Università La Sapienza, è direttore generale dei programmi Mentoring USA/Italia Onlus.

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EDUCARE ALLA SPAZIALITA'. PERCORSI PER LA SCUOLA DELL'INFANZIA E PRIMARIA - Elena Falaschi

Questo libro propone un originale programma di educazione alla spazialità rivolto ai bambini della scuola dell'infanzia e primaria. Attraverso numerose proposte didattiche, l'autrice analizza 5 diverse concezioni di spazio: lo spazio psicologico, lo spazio fisico, lo spazio sociologico, lo spazio filosofico e lo spazio biologico, per permettere ai bambini di sviluppare una specifica competenza spaziale, trasversale a tutte le discipline, costruendo a livello rappresentativo ciò che prima viene vissuto da loro sul piano pratico a livello esperienziale. II testo contiene inoltre tre questionari di indagine sulla percezione dello spazio (per la scuola dell'infanzia e per le diverse classi della scuola primaria) che si pongono come strumento preliminare di riflessione per sondare le ipotesi dei bambini relative allo spazio e poter avviare, di conseguenza, i percorsi didattici che l'insegnante ritiene più opportuni per la propria classe al fine di promuovere una vera educazione alla spazialità.

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QUIZ DI CULTURA GENERALE PER LA SCUOLA PRIMARIA - Con Le Prove Invalsi 2010 Di Italiano E Matematica Per La Quinta Classe - Giulia Bellini

Questo volume propone una scelta di test di italiano, matematica e geometria, storia, geografia, scienze, inglese pensati per il ripasso e l'approfondimento delle linee fondamentali di queste discipline, sia per tenersi in esercizio durante l'estate, sia per potenziare le conoscenze e le competenze durante l'anno scolastico. I quiz si diversificano in varie tipologie che ne rendono lo svolgimento divertente e di stimolo per la curiosità e la voglia di sapere dei ragazzi. In appendice si trova il testo integrale delle prove ministeriali INVALSI 2010 per la quinta classe della scuola primaria, somministrate nelle scuole italiane alla fine dell'anno scolastico 2009-2010. Tali test, che dal 2010 costituiscono parte fondamentale della valutazione nell'esame di terza media e che dal 2012 lo diventeranno anche in quello di maturità, sono un apparato indispensabile per allenare gli studenti alle future prove che li attendono.

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SCUOLA E PSICOLOGIA: UN'ALLEANZA POSSIBILE? - Emanuela Bittanti (cur.)

INSEGNANTI, PSICOLOGI E GENITORI IN UN PROGETTO DI PSICOLOGIA SCOLASTICA

Il mondo della scuola è incontro di culture, esperienze, emozioni, tensioni e confronti: insegnanti, genitori, allievi condividono un vissuto vario e complesso. Imparare a capirsi e a costruire insieme non è facile, perché aspettative e aspirazioni non sempre si incontrano, e i cambiamenti della società sembrano sempre più rapidi e imprevedibili. Quale psicologia può diventare una vera risorsa per la scuola? E in che modo può esserlo? Al di là delle enunciazioni teoriche, come può rispondere, con i propri strumenti, alla domanda di concretezza che così spesso i docenti pongono (e che non sempre sentono accolta)? Come favorire la costruzione di reti di scuole e di psicologi, per attrezzarsi al meglio di fronte alla complessità? Per rispondere a queste domande trentatré scuole milanesi si sono messe per la prima volta "in rete", ottenendo un finanziamento del Comune di Milano - piano infanzia L. 285/97 - e con diciotto psicologi consulenti, in collaborazione con l'Asl Milano, hanno realizzato in due anni una decisiva esperienza di psicologia scolastica. Nel testo, destinato a tutti coloro che operano nella scuola, si raccontano le strategie messe in atto e i risultati conseguiti, anche alla luce del dibattito che, a conclusione della sperimentazione, si è svolto nella giornata di studio del 22 aprile 2010.

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Permessi retribuiti nella Scuola

Chi ha il contratto della scuola (qui il CCNL Scuola 2010) a tempo indeterminato, ha diritto a permessi retribuiti per i seguenti casi, sempre in base alla documentazione, anche autocertificata, presentata:

- partecipazione a concorsi od esami: 8 giorni complessivi per anno scolastico, ivi compresi quelli eventualmente richiesti per il viaggio

- lutti per perdita del coniuge, di parenti entro il secondo grado, di soggetto componente la famiglia anagrafica o convivente stabile e di affini di primo grado: 3 giorni per evento, anche non continuativi

I permessi sono erogati a presentazione della domanda, da presentarsi al dirigente scolastico da parte del personale docente ed ATA. Il dipendente della scuola, inoltre, ha diritto, a presentazione della domanda, nel corso dell'anno scolastico, a tre giorni di permesso retribuito per motivi personali o familiari documentati anche mediante autocertificazione.

Il lavoratore ha anche diritto ad un permesso retribuito di quindici giorni consecutivi in occasione del matrimonio, con decorrenza indicata dal dipendente medesimo ma comunque fruibili da una settimana prima a due mesi successivi al matrimonio stesso.

Durante i periodi di permessi retribuiti al dipendente spetta l'intera retribuzione (qui gli aumenti), esclusi i compensi per attività aggiuntive e le indennità di direzione, di lavoro notturno/festivo, di bilinguismo e di trilinguismo.

Compatibilmente con le esigenze di servizio, al dipendente con contratto della scuola a tempo indeterminato e al personale con contratto a tempo determinato, sono attribuiti, per esigenze personali e a presentazione della domanda, brevi permessi di durata non superiore alla metà dell’orario giornaliero individuale di servizio e, comunque, per il personale docente fino ad un massimo di due ore.

I permessi complessivamente fruiti non possono superare le 36 ore nel corso dell’anno scolastico per il personale A.T.A.; per il personale docente il limite corrisponde al rispettivo orario settimanale di insegnamento. Entro i due mesi lavorativi successivi a quello dell’utilizzo del permesso, il dipendente è tenuto a recuperare le ore non lavorate in una o più soluzioni in relazione alle esigenze di servizio.

Il recupero da parte del personale docente avverrà prioritariamente con riferimento alle supplenze o allo svolgimento di interventi didattici integrativi, dando precedenza nella classe dove avrebbe dovuto prestare servizio il docente in permesso. Nei casi in cui non sia possibile il recupero per problemi imputabili al dipendente, l’Amministrazione provvede a trattenere una somma pari alla retribuzione spettante al dipendente stesso per il numero di ore non recuperate. Per il personale docente l’attribuzione dei permessi è subordinata alla possibilità della sostituzione con personale in servizio.

Scuola: conservazione del posto di lavoro per malattia

Il dipendente con contratto della scuola (qui il contratto scuola 2010) assente per malattia ha diritto alla conservazione del posto per un periodo di diciotto mesi.
Per arrivare alla maturazione del predetto periodo, si sommano alle assenze dovute all'ultimo periodo di malattia, le assenze per malattia verificatesi nel triennio precedente.

Superati 18 mesi di assenza per malattia, al lavoratore che ne faccia richiesta è concesso di assentarsi per un ulteriore periodo di 18 mesi in casi particolarmente gravi senza però diritto ad alcuna retribuzione.
Il trattamento economico che spetta al dipendente, nel caso di assenza per malattia nel corso del triennio è il seguente:

intera retribuzione fissa mensile, compresa la retribuzione professionale docenti ed il compenso individuale accessorio, con esclusione di ogni altro compenso accessorio, comunque denominato, per i primi nove mesi di assenza. Nell’ambito di tale periodo per le malattie superiori a 15 giorni lavorativi o in caso di ricovero ospedaliero e per il successivo periodo di convalescenza post-ricovero, al dipendente compete anche ogni trattamento economico accessorio a carattere fisso e continuativo

90% della retribuzione per i successivi 3 mesi di assenza

50% della retribuzione per gli ulteriori 6 mesi del periodo di conservazione del posto

In caso di gravi patologie che richiedano terapie temporaneamente e/o parzialmente invalidanti sono esclusi dal computo dei giorni di assenza per malattia oltre ai giorni di ricovero ospedaliero o di day hospital anche quelli di assenza dovuti alle conseguenze certificate delle terapie. Pertanto per i giorni anzidetti di assenza spetta l’intera retribuzione.
Il dipendente assente per malattia, pur in presenza di espressa autorizzazione del medico curante ad uscire, è tenuto a farsi trovare nel domicilio comunicato all’amministrazione, in ciascun giorno, anche se domenicale o festivo, dalle ore 10 alle ore 12 e dalle ore 17 alle ore 19.

Qualora il dipendente deve allontanarsi, durante le fasce di reperibilità, dall’indirizzo comunicato per visite mediche, prestazioni o accertamenti specialistici o per altri giustificati motivi, che devono essere, a richiesta, documentati, è tenuto a darne preventiva comunicazione all’amministrazione con l’indicazione della diversa fascia oraria di reperibilità da osservare.

Tempo Determinato: Collegato Lavoro 2010 - Legge 183, articolo 32

Novità molto importanti nel Collegato Lavoro 2010. La legge 183, articolo 32, impone, per i contratti a tempo determinato, un tempo di 60 giorni dalla data di scadenza del contratto per l'impugnazione del licenziamento.
Di questo ne avevamo già parlato! Ma quello che molti non sanno è che il termine di 60 giorni per fare causa al datore di lavoro e impugnare un contratto a tempo determinato terminato prima del novembre 2010 (data di entrata in vigore del Collegato Lavoro), è il 22 gennaio 2011.
L'articolo 32 della legge 183 in questo modo stronca le gambe a tutti i precari, con contratto a tempo determinato, che vogliano fare causa al datore di lavoro per licenziamento o per qualche altra causa legata al rapporto di lavoro a tempo determinato.

I 60 giorni imposti per il ricorso in caso di licenziamento, sono un termine molto stringente per tutti i precari a tempo determinato. Senza dimenticare che non si potranno più far valere i diritti per i contratti antecedenti al novembre 2010, sempre che non si impugni preventivamente il contratto entro il 22 gennaio 2011.
Ma ne varrebbe la pena? Impugnare il contratto significa far sapere al datore di lavoro le proprie intenzioni e questo di certo chiuderebbe le porte ad altri eventuali contratti a tempo determinato.