Interessante indagine di Yahoo finanza, con grafici e numeri, sui drammatici tagli alla spesa sociale previsti dal Governo per il 2011.
Ridimensionamenti profondi, a volte drastici, che renderanno più difficile la vita quotidiana di molti cittadini italiani. Sono i tagli di spesa sui servizi sociali previsti dalla manovra finanziaria per il 2011. Dalla famiglia ai disabili, dai servizi per l'infanzia alle politiche giovanili, i finanziamenti statali destinati alle politiche socio-assistenziali nel 2011 hanno subito un crollo verticale e in alcuni casi sono stati completamente azzerati. La riduzione di risorse rispetto al passato è evidente. Nel 2008, i dieci fondi più importanti per le attività di welfare potevano contare su stanziamenti complessivi per 2 miliardi e 520 milioni di euro. Nei due anni successivi le risorse sono state quasi dimezzate, calando a 1 miliardo e 851 milioni di euro nel 2009 (-30,5% rispetto all'anno precedente) e a 1 miliardo e 472 milioni nel 2010 (-15%). La penalizzazione prospettata per il 2011 dal Disegno di legge di stabilità e dal Bilancio di previsione dello Stato è ancora più massiccia: in tutto, i fondi sociali riceveranno poco più di 349 milioni di euro, l'86,1% in meno rispetto al 2008. Attraverso queste scelte, "il governo punta a disimpegnarsi dal welfare dei servizi, mentre mantiene salda la gestione del welfare monetario, un insieme di misure poco efficienti, che assorbono gran parte della spesa sociale", scrive Sergio Pasquinelli, opinionista del sito di approfondimento economico-politico Lavoce.info, in un articolo dedicato ai tagli alla spesa sociale.
Il mobbing è una situazione lavorativa di conflittualità sistematica, persistente e in costante progresso all'interno del luogo di lavoro, in cui gli attacchi reiterati e sistematici posti in essere con atti e/o comportamenti anche non autonomamente sanzionabili, hanno lo scopo di danneggiare la salute, i canali di comunicazione, il flusso di informazioni, la reputazione e/o la professionalità della vittima.
L'ambiente di lavoro teso, la gestione della scuola secondo moduli autoritari o in forme inadempienti delle norme vigenti in materia di lavoro, di gestione amministrativo-contabile, in materia didattica, non sono ancora "il mobbing" (fenomeno che per esistere ha bisogno di una strategia persecutoria mirata nei confronti di una persona o di un gruppo determinato di persone), ma non lo escludono a priori, perché, anzi, la situazione di conflitto generalizzato, del tutto contro tutti o dell'uno contro tutti, può essere un terreno fertile allo sviluppo del mobbing.
Il mobbing in prima battuta è una realtà fenomenica, non un concetto giuridico, e che, pertanto, intanto si potrà riconoscerlo nella fattispecie concreta, in quanto la fattispecie medesima sia perfettamente sussumibile nei requisiti richiesti dalla psicologia del lavoro, nazionale e internazionale, compreso l'andamento nelle sei fasi successive del modello Ege.
Le fonti di responsabilità dell'autore dei fatti illeciti, sono da ricercare nel generale principio del neminem laedere espresso dall'art.2043 cod. civ., la cui violazione è fonte di responsabilità aquiliana.
Una concorrente responsabilità contrattuale del datore di lavoro ex art.2087 c.c., non si attaglia all'Istituto Scolastico, poiché il datore di lavoro del personale scolastico continua ad essere lo Stato, nella sua personificazione del Ministero dell'Istruzione.
Il risarcimento comprende il danno di natura patrimoniale ed il danno non patrimoniale, nelle tre componenti del danno biologico, morale ed esistenziale.
Come tutte le scienze, anche la geometria affonda le sue radici nella notte dei tempi. Ricostruirne la storia significa ripercorrere il cammino stesso della civiltà umana, e individuare le tracce lasciate da questa disciplina nelle opere d'arte di tutte le epoche e di tutti i popoli. A cominciare per esempio dalle piramidi, che ci rivelano le conoscenze degli Egizi nel campo dei poligoni e dei solidi. O dallo Sri Yantra, un antico e misterioso oggetto di culto indiano che nasce da una complessa intersezione di triangoli. Fino all'arte contemporanea, dove scopriamo la struttura nascosta nei singolari dipinti di Salvador Dalì, o ci soffermiamo sull'arte astratta di Kandinsky e Mondrian, le cui opere sembrano essere state pensate appositamente per illustrare un testo di geometria. Con il suo consueto stile, sempre leggero e divertente, Piergiorgio Odifreddi trasforma quello che è stato e continua a essere uno dei peggiori incubi scolastici per gli studenti di ogni generazione in un viaggio attraente, ricco di sorprese e di curiosità. Una straordinaria occasione per riscoprire in una nuova luce vecchie conoscenze come Pitagora, Euclide e Archimede, per abbandonare timori e stereotipi, e partire con entusiasmo alla conquista dello spazio geometrico.
In Italia i giovani che non studiano e non lavorano sono poco più di 2 milioni, il 21,2% tra i 15-29enni. E' quanto emerge dal rapporto Istat "Noi Italia. 100 statistiche per capire il Paese in cui viviamo".
Il dato si riferisce al 2009 e riguarda i giovani Neet, ovvero quelli non più inseriti in un percorso scolastico/formativo. Il dato italiano è il peggiore a livello europeo.
In Italia, rivela l'Istat, anche l'incidenza sul Pil della spesa in istruzione e formazione è inferiore a quella dell'Unione Europea, con il valore italiano, 4,6% per il 2008, più basso del 5,2% dell'Ue.
La quota di giovani (18-24enni) con al più la licenza media, che ha abbandonato gli studi senza conseguire un titolo superiore, è pari al 19,2% e colloca l'Italia in una delle posizioni peggiori nella graduatoria Ue27 (media 14,4% nel 2009), si legge ancora nel rapporto dell'Ente Nazionale di Statistica.
Anche il tasso di disoccupazione giovanile (15-24 anni) italiano è superiore a quello europeo. In Italia questo valore è pari al 25,4%, in aumento di oltre quattro punti rispetto all'anno precedente e superiore a quello medio dell'Unione (19,8%).
Un dato in crescita, invece, è quello dei 30-34enni che hanno conseguito un titolo di studio universitario o equivalente (19%), quota cresciuta di 3,3 punti percentuali tra il 2004 e il 2009. Tale livello, sottolinea l'Istat, è tuttavia ancora molto contenuto rispetto all'obiettivo del 40 per cento fissato da "Europa 2020".
Tra gli assunti di quest'anno 2 su 5 sono precari ed entro la fine dell'anno saranno quasi 350 mila gli italiani che lavorano con contratti 'flessibili'. E' quanto emerge da un'elaborazione dell'Ufficio Studi della Camera di commercio di Monza e Brianza (Milano: BDB.MI - notizie) su sistema informativo excelsior 2010-2009.
Stando ai dati forniti dalla camera di commercio di Monza e Brianza i circa 350 mila precari si dividono in collaboratori a progetto, oltre 180 mila, e collaboratori interinali, piu' di 164 mila. Quest'anno i collaboratori 'atipici' rappresentano il 43% sul totale delle nuove assunzioni, in aumento rispetto al 2009 quando pesavano il 41,1%. I nuovi precari hanno una preparazione universitaria, o sono almeno diplomati, e piu' della meta' sono andati a ricoprire figure specializzate o tecniche.
Dalla stessa elaborazione di dati emerge che il 4,3% delle imprese ha previsto di utilizzare quest'anno lavoratori interinali e il 5,9% collaboratori a progetto. Per quello che riguarda la classifica delle regioni al primo posto si trova la Lombardia con il 67,5% dei nuovi contratti che rientra nella categoria degli 'atipici' seguita da Lazio con 53,9%, il Friuli Venezia Giulia con 51,5% e il Veneto 49,5%. La minor percentuale di lavoratori precari sul totale delle nuove assunzioni si trova in Trentino Alto Adige, 15,7%.
Germania, Svezia, India, Cina e Turchia. Ecco i paesi con le migliori prospettive occupazionali per i primi mesi del 2011 secondo Manpower. Positive anche le previsioni a livello globale: in 28 dei 39 paesi presi in considerazione i datori di lavoro si dicono più ottimisti che nel recente passato sui trend occupazionali. In Italia la situazione è in miglioramento, ma è ancora presto per parlare di svolta.
Prevale un cauto ottimismo
Per il primo trimestre del 2011, i datori di lavoro intervistati da Manpower (su un campione di 64mila direttori delle risorse umane e responsabili delle assunzioni) esprimono maggiori intenzioni di assunzione rispetto a dodici mesi fa in 28 dei 39 paesi analizzati, comprese le nazioni del G7, dove le prospettive occupazionali sono stabili o in crescita sia rispetto al trimestre precedente che allo stesso periodo del 2010. Le prospettive di occupazione in questi paesi sono positive per la prima volta dal terzo trimestre del 2008.
Prospettive positive per quasi tutti i paesi considerati
L'indagine di Manpower mostra che in 32 dei 39 paesi presi in considerazione si prospettano scenari occupazionali tutti positivi anche se di differente portata, come in Cina, Taiwan, India, Brasile, Turchia e Singapore dove sono espresse le intenzioni di assunzione maggiormente favorevoli. Al contrario, le prospettive più deboli e le uniche con segno negativo sono riportate dai datori di lavoro in Grecia, Repubblica Ceca, Austria, Irlanda, Spagna e Romania. Bulgaria, Slovenia e Turchia sono state prese in esame dall'indagine per la prima volta in questo trimestre.
I piani di assunzione dovrebbero essere più forti in Turchia, Germania e Svezia e più deboli in Grecia e Repubblica ceca. I forti ritmi di assunzione in Turchia sono dovuti in parte alla domanda nel settore dell'edilizia dove il 45% dei datori di lavoro ha intenzione di assumere nuovo personale.
Inoltre, nonostante un persistente eccesso di debito pubblico, l'occupazione e la crescita economica in questo paese sono trainate dall'alta percentuale di consumi. A seguire Singapore, con una previsione netta di assunzioni del 26% per il primo trimestre.
Germania e India guidano rispettivamente l'Europa e l'Asia
In Europa i datori di lavoro più ottimisti sono quelli tedeschi e svedesi. La Germania continua infatti a caratterizzarsi come guida in Europa grazie al tasso di disoccupazione ai minimi storici da 18 anni e alla grossa richiesta di ingegneri e professionisti finanziari.
Le prospettive di lavoro continuano ad essere positive anche in Asia mostrando un miglioramento di anno in anno in tutti gli otto paesi e territori esaminati. In cima i datori di lavoro indiani (ben il 42% di prospettive di assunzione) e cinesi (40%) che guidano la classifica asiatica con le intenzioni di reclutamento più ottimistiche.
In Italia migliora il sentiment, ma non c'è ancora ripresa
I datori di lavoro italiani prospettano la situazione occupazionale migliore dalla fine del 2008, anche se non ci sono ancora le condizioni per parlare di una vera e propria svolta: il 15% infatti prevede un incremento del proprio organico, il 13% indica invece una riduzione e il 70% non prospetta sostanziali variazioni.
In America prospettive positive per quasi tutti i paesi del continente
Per quanto riguarda l'America, infine, le previsioni di assunzione dei datori di lavoro sono più forti rispetto al primo trimestre del 2010 in tutti i paesi, tranne nel Guatemala. L'ottimismo è di casa soprattutto in Brasile e in Perù; le intenzioni di assunzione tra i datori di lavoro statunitensi restano invece modeste, ma comunque sui livelli più alti degli ultimi tre anni.
La classifica dei Paesi con la maggiore previsione netta di impiego nel primo trimestre 2011:
I dossier dell'Inps con le stime sulle pensioni fino al 2037, contenuti nel bilancio tecnico dell'Ente, ci offrono un quadro non proprio incoraggiante delle pensioni future, che si attesteranno sul 47 per cento del reddito, per chi entra ora nel mondo del lavoro, e che per i precari (parasubordinati) saranno di importo medio di 6.351 euro annui, cioè 529 euro al mese, pari al 14 per cento del reddito. Inoltre, ci svela l'Inps, l'invecchiamento della popolazione metterà a dura prova anche questi conti così sfavorevoli ai pensionati futuri.
Il grado attuale di copertura della pensione, per i lavoratori dipendenti, è del 52 per cento della retribuzione, che scenderà gradualmente, fino ad arrivare al 47 per cento, nel 2037. Ciò è il risultato del graduale passaggio in atto, dal sistema retributivo (pensioni calcolate in base al reddito) a quello contributivo (pensioni calcolate in base ai contributi effettivamente versati), solo parzialmente compensato dalla previdenza integrativa, che consente di destinare quella che un tempo era la liquidazione (il Tfr) ad alimentare la rendita pensionistica.
Il grado di copertura della pensione per i lavoratori parasubordinati, stimato dall'Inps, nel 2037 sarà del 14 per cento del reddito, ma, in verità, non ci sono ancora dati sufficienti per effettuare calcoli attendibili, considerato che una parte dei contribuenti della "gestione separata" versa contributi relativi ad un secondo lavoro. I diversi centri di ricerca privati stimano invece un grado di copertura tra il 36 e il 50-55 per cento.
Prospettive anche più nere sono quelle dei professionisti, coperti non dall'Inps, ma da ben 29 diverse casse previdenziali, autonome dal 1994 (decreto legislativo 509/94). Biologi, psicologi e agrari riceveranno il 25 per cento del reddito attuale, mentre ai giovani avvocati o ingegneri andrà circa il 50 per cento. E i contribuiti spesso si abbassano ulteriormente, rispetto a quanto guadagnato, a causa della quota di "nero" che caratterizza molte professioni. Ma di questo non si potranno certo lamentare.
Molti lavoratori, una volta in pensione, potrebbero non avere risorse sufficienti a mantenere un tenore di vita adeguato. L'allarme arriva da uno studio di Bankitalia, che sottolinea come la diminuzione del tasso di sostituzione tra retribuzione e pensione previsto nei prossimi anni e l'ancora scarsa adesione alla previdenza integrativa fara' si' che i lavoratori in futuro saranno 'esposti a un forte rischio previdenziale. Lo studio e' dei ricercatori Giuseppe Cappelletti e Giovanni Guazzarotti.