Dal quotidiano Repubblica
“Chiediamo alla scuola un atto di generosità. Di più, un patto che rifondi questo mestiere così importante". Prima del 2014 non si potrà parlare di aumenti di stipendio, «legittimi ma per ora impossibili per il Paese ». Profumo chiede, però, da subito «una crescita dell'impegno sull'insegnamento, soprattutto fuori dalle classi». Con i soldi risparmiati con le ore di supplenza non più necessarie, «investiremo sulla formazione degli stessi docenti e sull'edilizia scolastica». Il Pd, subito contrario all'ennesima riforma, ha contabilizzato in 6.400 supplenti la perdita secca.
«Non abbiamo intenzione di coltivare il luogo comune degli insegnanti italiani che guadagnano poco e lavorano poco, conosco la delicatezza di quel mestiere avendolo fatto, chiedo solo che siano più flessibili. Si potranno differenziare gli stipendi: più bassi per chi vuole lavorare solo la mattina, retribuzione piena per chi accetta l'aumento delle ore».
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Alcune mie brevi e limitate considerazioni.
Il Ministro usa spesso la parola “mestiere”, stando ai virgolettati delle interviste, ma chi esercita questo “lavoro” preferisce considerarlo una professione in quanto la parola mestiere significa :
-Attività esercitata abitualmente, soprattutto in ambito manuale, per ricavarne il necessario guadagno SIN professione.
Ma significa anche
- spreg. L'attendere a un'attività a mero scopo di lucro, senza coinvolgimento emotivo e motivazioni ideali: praticare la professione dell'insegnante come puro m.
FONTE Dizionario di italiano Il Sabatini Colletti
A cosa si può riferire l’affermazione: “la crescita dell’impegno sull'insegnamento, soprattutto fuori dalle classi», se non alle attività di studio, preparazione delle lezioni, correzione delle verifiche, che costituiscono la maggior parte dell’impegno orario EXTRASCOLASTICO degli insegnanti “professionisti” e non “mestieranti”? Dette attività, definite per contratto nazionale “adempimenti individuali dovuti” non vengono mai considerate né quantificate e possono variare sensibilmente in correlazione all’ambito disciplinare e al grado di scuola in cui si insegna.
Sa il Ministro che la gran maggioranza degli insegnanti lavora anche il sabato pomeriggio e la domenica? Sa che se questa maggioranza “esigesse” di portare alla luce il lavoro sommerso e di svolgerlo nei locali scolastici, si dovrebbero attrezzare e o costruire locali o edifici nuovi? Sa che siamo allineati al resto di Europa per orario di lezione e durata dell’anno scolastico? Non può non saperlo, ma afferma il contrario.
Il problema nel problema è che la crescita dell’impegno non si riferisce al “miglioramento di un impegno al di fuori delle classi”, bensì alla pura necessità di fare cassa, utilizzando l’innalzamento orario a 24 ore per le supplenze nelle classi, per coprire gli spezzoni orario, per fronteggiare la dilagante inevitabile pratica della “suddivisione delle classi”
In una sola mossa il Ministro riesce a:
calpestare e annullare con un colpo di spugna il CCNL SCUOLA;
mortificare la contrattazione e il dialogo con le parti sociali e con i “lavoratori” del settore;
evidenziare ancora una volta che la scuola viene vista come un settore di peso e spesa e non di investimento;
annichilire il lavoro e la qualità di vita di migliaia di precari che da anni lavorano nella scuola;
svelare il retro pensiero che l’insegnamento è un “mestiere” svolto solo a fine di lucro dalla maggior parte dei docenti;
togliere a tutti noi docenti e non docenti la speranza che in Italia, a breve-medio termine, si possa iniziare a vedere una politica scolastica realmente innovativa e lungimirante
e il fatto è tanto più grave dal momento che il Ministro in carica è stato un nostro “collega”(“conosco la delicatezza di quel mestiere, avendolo fatto”!)
In conclusione: si pretende dalla scuola “ un atto di …generosa flessibilità”!!
--------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------Mi riecheggiano nella testa le parole del Ministro Profumo intervenuto a Fiuggi nell’ambito dei lavori della Assemblea Nazionale della UIL SCUOLA del 18 settembre u.s
Ha più volte parlato di “normalizzazione” dell’Italia, “normalizzazione” della scuola.
Mi sono chiesta più volte cosa significasse , subendo comunque brividi e disagio nel sentire la parola “normalizzazione”….
Ora capisco….
Lucy