google.com, pub-4358400797418858, DIRECT, f08c47fec0942fa0 TUTTOPROF. google.com, pub-4358400797418858, DIRECT, f08c47fec0942fa0

Disabilità e Protezione Civile, Abili a Proteggere

Abili a proteggere è un portale che analizza il rapporto tra disabilità e protezione civile e che, attraverso tale rapporto, suggerisce una modalità nuova di affrontare il tema della cittadinanza e del lavoro.
È anche il contenitore di un’esperienza: l’inserimento di un gruppo di lavoratori disabili della Cooperativa Europe Consulting all’interno del Servizio stampa e informazione del Dipartimento della Protezione Civile della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Nelle sezioni del sito troverete il racconto delle varie fasi del progetto e potrete vedere le immagini e i filmati dei protagonisti di Abili a proteggere al lavoro.
Troverete anche la ricerca che trae da questa esperienza un modello ripetibile presso altri contesti lavorativi e che offre molti spunti di approfondimento, sia a livello teoretico che normativo.

Vai al sito Abili a Proteggere

Scuola: sciopero blocca-scrutini e sit-in a Roma

Prosegue lo sciopero della scuola indetto dal sindacato di base dei Cobas, che ha come obiettivo di bloccare 20.000 scrutini di fine anno scolastico in tutta Italia .
"Lo sciopero degli scrutini e di tutte le attività scolastiche indetto dai Cobas sta dilagando nelle regioni più grandi come Piemonte, Lombardia, Toscana, Lazio, Campania, Sicilia", spiega una nota del sindacato.
"La crescita delle adesioni va oltre tutte le previsioni: nel Lazio e in Sicilia sono bloccati più di 2.000 scrutini a regione (solo a Roma si andrà ben oltre il migliaio); in Campania, Piemonte, Toscana e Lombardia i blocchi vanno da un minimo di 1.100 fino ad almeno 1.400 a regione".
Per i Cobas "il il traguardo dei 20 mila scrutini bloccati in tutta Italia è a portata di mano".
Il ministero dell'Istruzione non ha rilasciato alcun commento sulle agitazioni.
A Roma,  sotto la sede del Ministero, questa mattina si è svolta una manifestazione di docenti e personale amministrativo in sciopero.
I Cobas chiedono al ministro Gelmini "che si cancellino i 41 mila tagli, il blocco degli scatti di anzianità e dei contratti", e protestano contro l'innalzamento a 65 anni dell'età della pensione per le donne del pubblico impiego.

Per andare in pensione si apre la finestra di luglio

Share/Bookmark



Dal 1° luglio 2010 finestra aperta per i lavoratori pubblici con i requisiti anagrafici e contributivi per la
pensione di anzianità e di vecchiaia.

Pensione di anzianità
 Da luglio dello scorso anno è in vigore per le pensioni di anzianità il cosiddetto sistema delle “quote”, ovvero una combinazione di età ed anzianità contributiva la cui somma deve determinare il raggiungimento di un valore minimo: per l’anno 2010 il valore da raggiungere è “quota 95”, realizzabile con una età anagrafica minima di 59 anni e una contribuzione di 36 anni utili, oppure una età anagrafica di 60 anni e un’anzianità contributiva di 35 anni. Concorrono alla determinazione della quota prevista anche i mesi e le frazioni di essi;
la sommatoria di questi dati deve raggiungere la quota prevista senza operare alcun arrotondament ( esempio: 59 anni 10 mesi e 15 giorni di età e 35 anni 1 mese e giorni 15 di anzianità contributiva). La decorrenza del pensionamento è in tale caso 1° luglio 2010 se la maturazione del requisito minimo è avvenuta entro il secondo semestre dell’anno 2009; il pensionamento è rinviato al 1° gennaio 2011 se il lavoratore matura i requisiti entro il primo semestre del 2010.
   Clicca per ingrandire












Pensioni di vecchiaia
 La finestra aperta di luglio riguarda anche le pensioni di vecchiaia, ovvero i trattamenti pensionistici che l’Inpdap eroga per il raggiungimento del requisito di età anagrafica previsto dalla legge a tale riguardo, e con una contribuzione minima: a) di 20 anni per le pensioni liquidate con il sistema retributivo o misto, b) di 5 anni per le pensioni liquidate con il sistema contributivo. Particolari deroghe ad età e anzianità contributiva sono previste per coloro che avevano maturato i requisiti previsti dalle norme previgenti. Dal 1° gennaio di quest’anno l’età anagrafica prevista per le pensioni di vecchiaia è 65 anni per gli uomini e 61 anni per le donne, requisito che rimarrà inalterato fino al 31 dicembre 2011. L’accesso al pensionamento di vecchiaia prevede, allo stato, possibilità di uscita o finestre, in funzione del periodo di maturazione del requisito. La
decorrenza della pensione di vecchiaia è 1° luglio 2010, se il requisito è maturato entro il primo trimestre 2010; ovvero 1° ottobre 2010 se è maturato entro il secondo trimestre del 2010.









40 anni di contributi
Esiste tuttavia una terza possibilità di accedere al pensionamento, che è quella prevista per coloro che hanno una età anagrafica minima di 57 anni e una anzianità contributiva corrispondente alla massima prevista: 40 anni. Anche per costoro infatti la finestra di luglio 2010 si aprirà se il requisito contributivo è maturato entro il 31 marzo 2010. Dovrà invece attendere la finestra di ottobre chi lo raggiunge entro il 30 giugno 2010.
      Simona Gabrielli









fonte: il Giornale INPDAP, giugno 2010

MODELLO DETRA: Detrazioni di imposta sulle pensioni 2010

Share/Bookmark



SI PRESENTA ENTRO IL 30 GIUGNO. Il beneficio è riconosciuto quando si hanno familiari a carico. Chi non presenta il modulo si vedrà addebitare le detrazioni non dovute da gennaio 2010.

Nella busta contenente la certificazione Cud, inviata alla fine del mese di febbraio, i pensionati hanno ricevuto il modello per richiedere le detrazioni per i familiari a carico per l’anno 2010. L’obbligo - da assolvere entro il 30 giugno – nasce dal fatto che il legislatore ha pensato, ormai più di due anni fa, di far replicare annualmente ai contribuenti, in questo caso pensionati Inpdap, la richiesta delle detrazioni che, a seconda del
numero dei familiari e del reddito posseduto, permettono di diminuire l’imposta che va versata all’erario annualmente.
Presentazione del modulo. Il modello compilato va presentato ad una Sede Inpdap o a un centro di assistenza fiscale (Caf) o ad un professionista abilitato (dottori commercialisti, consulenti del lavoro, etc.) che gratuitamente assisteranno il pensionato nella compilazione del modello e ne certificano il contenuto.
Familiari a carico. Sono fiscalmente a carico i familiari che nel 2010 non possiederanno redditi (anche se paradossalmente conseguiti in un’unica giornata di lavoro) per un ammontare superiore a euro 2.840,51 al lordo di eventuali oneri deducibili. Possono essere considerati a carico il coniuge non legalmente ed effettivamente separato e i figli, anche se naturali riconosciuti, adottivi, affidati o affiliati.
Possono essere a carico anche i seguenti altri familiari: il coniuge legalmente ed effettivamente separato, i
discendenti dei figli, i genitori e gli ascendenti prossimi, anche naturali, i genitori adottivi, i generi e le
nuore, il suocero e la suocera, i fratelli e le sorelle, anche unilaterali. La detrazione è corrisposta dall’inizio del mese in cui sono maturate le condizioni di familiare a carico.
No detra, no detrazioni.
La presentazione del modello è un vantaggio per il pensionato che mantiene in tal modo il diritto al beneficio
fiscale. In caso contrario, se nell’anno 2009 il soggetto aveva diritto alle detrazioni, le quali sono state continuativamente corrisposte anche nei primi mesi del 2010, e l’interessato non ripresenta il modello entro il mese di giugno, l’Istituto, revocherà il diritto alle detrazioni e recupererà tutti gli importi detratti da gennaio 2010.
A cura di Giuseppe Gasparini, Direzione Centrale Ragioneria e Finanze
Responsabile Area Tributi

fonte: il Giornale INPDAP, giugno 2010

EESSI: directory delle istituzioni di sicurezza sociale in Europa

Un network informatico collega gli istituti di sicurezza sociale nell’ambito della comunità europea. Per individuare l’istituzione di riferimento, gestire i flussi informativi, permettere la libera circolazione dei lavoratori nell’Unione. Tra due anni terminerà il periodo transitorio e l’Eessi sarà pienamente operativo.
Nella directory delle istituzioni di EESSI si possono trovare le istituzioni di sicurezza sociale in Europa (pensioni, ecc.). Si può navigare nella directory o effettuare una ricerca utilizzando uno degli strumenti a seguire.
- Navigazione: Effettuare una ricerca per paese. Cliccare sul paese selezionato per accedere all'elenco completo delle relative istituzioni di sicurezza sociale.
- Ricerca Avanzata: Effettuare una ricerca utilizzando uno o più criteri specifici disponibili. Ciò affinerà i risultati.
- Ricerca testo libero: Effettuare una ricerca combinando parole chiave e nome del paese. Ciò affinerà i risultati.

Vai alla EESSI Directory

Impiegate statali in pensione a 65 anni dal 2012, per i tecnici costerà 10 miliardi in più

Share/Bookmark



Il consiglio dei ministri ha dato il via libera all’equiparazione dell’età delle pensioni di vecchiaia tra uomini e donne nel pubblico impiego. L’Italia ottempera così a una richiesta della Commissione europea sancita a sua volta dalla Corte di Giustizia Ue. Le dipendenti pubbliche andranno in pensione di vecchiaia a 65 anni a partire dal primo gennaio 2012. La modifica all'attuale normativa verrà inserita in un emendamento alla manovra.
Sarà quindi unico lo «scalone» che obbligherà le lavoratrici pubbliche ad andare in pensione di vecchiaia a 65 anni dal 2012, con un innalzamento secco dell'età di pensionamento da 61 a 65 anni. Il risparmio complessivo derivante dall'anticipo al 2012 dell'innalzamento dell'età per andare in pensione sarebbe valutato in 1,450 miliardi tra il 2012 e il 2019. Le risorse che deriveranno dal risparmio dell'innalzamento pensionabile dell'età delle donne andranno in un Fondo vincolato ad «azioni positive» per la famiglia e le donne. Lo ha deciso sempre il Consiglio dei ministri accogliendo la richiesta in tal senso venuta dal ministro per le pari opportunità Mara Carfagna. L'emendamento alla manovra per l'aumento dell'età pensionabile delle donne del pubblico impiego non prevede inoltre una deroga per la «finestra mobile» prevista dalla manovra. le lavoratrici del pubblico impiego andranno quindi in pensione un anno dopo aver raggiunto il requisito di legge.


Simulazioni delle terze prove scritte degli Esami di Stato

Share/Bookmark



I questionari (a risposta chiusa) sono disponibili in due formati: on-line e off-line. I questionari on-line possono essere svolti direttamente su Internet e, al termine, viene visualizzato un resoconto della propria prestazione. I questionari off-line possono essere prelevati e somministrati a video oppure su carta.

Guarda i questionari

Tutte le tracce e le soluzioni della maturita', italiano e seconda prova 2005/2009

Share/Bookmark



Gli esami degli anni scorsi,  per farsi un'idea, prepararsi, metterli a confronto e capire come sarà quello del 2010.
Prova di Italiano: le tracce con i commenti degli esperti del Corriere della Sera

Seconda prova: le tracce con le soluzioni degli esperti del Corriere della Sera

Guarda le prove 2005/2009

Maturità 2010, istruzioni per l’uso


Share/Bookmark




Dalla A alla Z tutte le cose da sapere per affrontare al meglio l'esame di maturità

Guarda le istruzioni

Progetto per la prevenzione dei disturbi del comportamento alimentare

I Ministeri della Gioventù e della Salute presentano i risultati del progetto “Le Buone Pratiche di cura nei Disturbi del Comportamento Alimentare”. Affidato alla regione Umbria, il progetto si inserisce nel più ampio quadro del Programma “Guadagnare Salute”, finalizzato a promuovere campagne informative e azioni che mirino a modificare comportamenti alimentari inadeguati, i quali favoriscono l’insorgere di malattie degenerative di grande rilevanza epidemiologica.

Il progetto si è articolato in tre obiettivi principali:

a) la ricognizione dell’esistente in termini di rete assistenziale, per la costruzione di una mappa dei servizi, sia pubblici che privati accreditati

b) la sorveglianza epidemiologica del fenomeno, attraverso il coinvolgimento di centri pubblici in grado di garantire tutte le risposte assistenziali nelle diverse fasi della malattia, finalizzata a dare dati più aggiornati sulla prevalenza e l’incidenza

c) l’analisi e lo studio delle evidenze scientifiche, in materia di trattamenti dei DCA.

Il primo, assai importante obiettivo del progetto era quello di realizzare una mappa dei servizi specificamente dedicati al trattamento dei Disturbi del Comportamento Alimentare, rispondenti a requisiti di scientificità, che permettesse da un lato di informare il cittadino sulle possibilità di trattamento offerte a livello nazionale e, dall’altro, di fornire alle Istituzioni indicazioni sulle necessità di potenziamento dell’offerta terapeutica.

Il censimento ha portato all’individuazione di 158 servizi sul territorio nazionale, per ognuno dei quali sono state indicate le informazioni relative alla localizzazione, alle caratteristiche organizzative, agli orari di apertura, ai livelli di trattamento disponibili e alle prestazioni erogate.

Il secondo obiettivo, l’attività di sorveglianza, ha coinvolto, per un periodo di 2 anni, cinque centri sentinella e ha condotto all’individuazione di 574 pazienti affetti da Anoressia, Bulimia, e altri disturbi alimentari. L’osservatorio, coordinato dal Centro dei Disturbi Alimentari dell'Umbria, ha consentito: di misurare la frequenza, l'incidenza e la prevalenza dei DCA nei rispettivi servizi, la variabilità e le caratteristiche dei nuovi casi; di conoscere alcuni dati riguardanti la provenienza e il percorso del paziente; di esaminare l’interazione dei pazienti con le Associazioni e con i Servizi e di valutare gli esiti intermedi e/o finali di tali trattamenti.

Per il terzo obiettivo, è stata portata a termine una analisi sistematica della letteratura sul trattamento dei Disturbi del Comportamento Alimentare, con lo scopo di selezionare le evidenze scientifiche disponibili a livello internazionale; è in corso di realizzazione un documento di sintesi che potrà essere utilizzato per la elaborazione di Linee Guida Nazionali, di riferimento per gli operatori del settore.

vai al sito: disturbialimentarionline.it

Action Aid

Conferenze Nazionali di Bioetica per la Scuola

Le Conferenze Nazionali di Bioetica per la Scuola, organizzate dall’Istituto Italiano di Bioetica, in collaborazione con sedi universitarie e centri di bioetica, e promosse dal Comitato Nazionale per la Bioetica, si sono svolte ogni anno dal 2001 ad oggi, in diverse regioni d’Italia.
La promozione del Comitato Nazionale per la Bioetica nasce dalla convinzione che nelle Conferenze si realizzi uno dei compiti istituzionali del CNB, ossia la promozione di una corretta informazione dell’opinione pubblica sulle questioni bioetiche: compito particolarmente importante quando si applica al momento in cui l’opinione pubblica è in formazione, ossia alle giovani generazioni.
Il Comitato ha, quindi, dato alle Conferenze una promozione non formale, ma sostanziale, partecipando attivamente al progetto scientifico e sostenendo l’effettiva partecipazione dei suoi componenti.
Le Conferenze nascono da un progetto ben chiaro: favorire l’interesse delle nuove generazioni per la bioetica, attraverso iniziative formative all’interno del mondo della scuola, per dare sulle complesse, delicate questioni della bioetica un’informazione e una formazione che vada oltre i messaggi della comunicazione mass mediale.
Le Conferenze mirano, quindi, a mettere in moto un meccanismo virtuoso perché i giovani acquisiscano, all’interno di un percorso formativo guidato dai loro docenti, in sinergia anche con esperti qualificati del settore, conoscenze e competenze bioetiche. La meta ambiziosa è che tali iniziative siano di stimolo per una più continua e completa formazione bioetica: una formazione che consenta non solo la conoscenza teorica della storia, dei principi e dei problemi della bioetica, ma anche l’acquisizione delle “competenze bioetiche” necessarie per vivere da cittadini responsabili le sfide etiche poste dal progresso scientifico.
Rivolte agli studenti delle scuole medie superiori, le Conferenze hanno sinora coinvolto un largo numero di scuole provenienti da diverse regioni d’Italia. Secondo un metodo di lavoro ormai collaudato, alle relazioni degli esperti si intrecciano gli interventi preordinati degli studenti che, preparati per tempo dai loro docenti sul tema della conferenza, intervengono con elaborati individuali e/o di gruppo nei forum a loro destinati, divenendo così veri co-protagonisti, o co-autori, dell’evento culturale.

Di seguito si dà l’elenco delle Conferenze Nazionali di Bioetica per la Scuola realizzate:

1. Bioetica e diritti umani – I Conferenza Nazionale di Bioetica per la Scuola –Capua, Caserta 2001.
(Pubblicazione degli atti: M. A. LA TORRE (a cura di), Bioetica & diritti umani, Prefazione di G. Berlinguer, Luciano Editore, Napoli 2004).

2. Le metamorfosi della salute – II Conferenza nazionale di Bioetica per la Scuola – Università degli Studi di Genova, 2002.

3. Le sfide dell’ingegneria genetica. III Conferenza Nazionale di Bioetica per la Scuola – Università degli Studi di Messina, 2003.
(Pubblicazione degli atti: M. GENSABELLA FURNARI (a cura di), Le sfide della genetica. Conoscere, prevenire, curare, modificare, Rubbettino, Soveria Mannelli 2005).

4. La Convenzione Europea sui diritti dell’uomo e la biomedicina. I Conferenza Internazionale – IV Conferenza Nazionale di Bioetica per la Scuola, Università degli Studi di Genova, 2004.

5. Il Corpo tra biologia, biografia e mercato – V Conferenza Nazionale di Bioetica per la Scuola Centro di Bioetica di Pontedera (PI), 2006.

6. Abitare la terra. La responsabilità della vita tra natura e cultura – VI Conferenza Nazionale di Bioetica per la Scuola, Centro di Bioetica di Pontedera, Volterra (PI), 2007.

7. Il Bene Salute. A trent’anni dall’istituzione del Servizio Sanitario Nazionale, VII Conferenza Nazionale di Bioetica per la Scuola, Università di Messina, 2-3 aprile 2009.

8. Possibilità e limiti dell'indagine genetica, VIII Conferenza Nazionale di Bioetica per la Scuola, Museo Piaggio, Pontedera 29 aprile 2010.

Le Conferenze sono state sempre molto partecipate: hanno coinvolto numerosissimi studenti provenienti da diverse regioni d’Italia, creando negli anni una vera e propria “rete” tra scuole interessate particolarmente alla formazione bioetica, gli enti organizzatori e il Comitato Nazionale per la Bioetica.

fonte: Governo.it

Rapporto sulle politiche contro la povertà e l'esclusione sociale

Rapporto sulle politiche contro la povertà e l'esclusione sociale, CIES - Commissione di indagine sull'esclusione sociale, anno 2009

Guarda il Rapporto in pdf

Action Aid

Concorso "La scuola protagonista nella lotta alla povertà", riapertura termini domande

Con il Decreto Direttoriale n. 4 del 13 aprile 2010 la Direzione Generale della Comunicazione del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali proroga al 29 ottobre 2010 i termini per la presentazione delle domande di partecipazione al concorso ‘La scuola protagonista nella lotta alla povertà’, bandito lo scorso dicembre nell’ambito delle iniziative per l’Anno Europeo della lotta alla povertà con l’obiettivo di sensibilizzare i giovani ai temi della povertà e dell’esclusione sociale.


Decreto Direttoriale n. 4 del 13 aprile 2010 (formato .pdf 416 Kb)

Sezione Avvisi e Bandi
 
 

Istruzione, Formazione, Gioventù in Europa

Un'istruzione e formazione professionale di elevata qualità sono fondamentali per consentire all’Europa di affermarsi come società della conoscenza e competere in maniera efficace nell’economia globalizzata. La politica in materia di istruzione è decisa dai singoli paesi dell’UE, ma insieme essi fissano gli obiettivi comuni e condividono le migliori pratiche. Inoltre, l’UE finanzia numerosi programmi per permettere ai suoi cittadini di sfruttare al meglio le proprie capacità e le potenzialità economiche dell’UE effettuando studi, seguendo una formazione professionale o svolgendo un’attività lavorativa in un altro paese.

Possibilità in materia di istruzione e formazione

Per il periodo 2007-2013, l’UE ha stanziato circa 7 miliardi di euro a favore dell’apprendimento permanente, ed in particolare dei seguenti programmi:

Leonardo da Vinci:
formazione professionale, soprattutto attraverso tirocini di giovani lavoratori e formatori presso imprese stabilite al di fuori del loro paese d’origine e tramite progetti di collaborazione tra istituti di formazione professionale ed imprese.

Erasmus:
mobilità degli studenti e collaborazione tra università. Un milione e mezzo di studenti hanno beneficiato del programma Erasmus dalla sua istituzione, nel 1987.
Un programma più recente, Erasmus Mundus, permette a laureati e docenti universitari provenienti da tutto il mondo di conseguire un master frequentando corsi proposti da consorzi di almeno tre università europee.

Grundtvig
sostiene programmi di apprendimento permanente per gli adulti, in particolare partenariati, reti e iniziative di mobilità transnazionali.

Comenius
promuove la collaborazione tra scuole e insegnanti.

Altri fondi sono disponibili per promuovere la cooperazione politica, l’apprendimento delle lingue, l’e-learning, nonché la diffusione e lo scambio delle migliori pratiche.

I partecipanti di paesi extra-UE sono i benvenuti

Molti di questi programmi sono aperti a studenti, insegnanti ed istituti di istruzione di altri paesi, in particolare quelli che confinano con l’UE o che intendono aderirvi. L’UE promuove inoltre scambi e corsi sull’integrazione europea grazie ad altri programmi e accordi di cooperazione con circa 80 paesi di tutto il mondo, dalla Mongolia al Messico, dall’Algeria all’Australia.

Abbattere le frontiere

L’UE ha introdotto i documenti Europass, che riportano in un formato standard le qualifiche acquisite. Ciò aiuta i lavoratori e i datori di lavoro a comprendere e riconoscere le qualifiche ottenute in altri paesi e rende quindi più facile lavorare all'estero. I documenti Europass sono i seguenti:

- Curriculum vitae Europass,

- Passaporto linguistico Europass

- Mobilità Europass (che riporta il tempo trascorso all'estero per l'apprendimento)

Riconoscimento universale delle qualifiche

Oltre a facilitare il riconoscimento delle qualifiche attraverso i documenti Europass, l'UE è impegnata anche a rendere più comparabili i diversi sistemi di istruzione nazionali. Ciò non avverrà mediante l'armonizzazione dei sistemi di istruzione, bensì attraverso la definizione di un Quadro europeo delle qualifiche (QEQ) per l’apprendimento permanente. Entro il 2012, ogni nuova qualifica introdotta nell’UE avrà un chiaro riferimento ad uno degli otto livelli previsti da tale quadro.
Il QEQ è il risultato dei lavori condotti nell’ambito del cosiddetto "processo di Copenaghen". All’interno di quest forum, 32 paesi (tra cui gli Stati membri dell’UE) discutono tematiche legate all’istruzione e formazione professionale. Sono inoltre allo studio un sistema europeo di crediti in materia di istruzione e formazione professionale ed una rete europea per garantire la qualità di questo tipo di formazioni.
Per quanto riguarda l’istruzione superiore, nel quadro del cosiddetto “processo di Bologna”, l’UE ed altri 19 paesi stanno lavorando alla creazione, entro il 2010, di uno Spazio europeo dell'istruzione superiore. Questo dovrebbe promuovere il riconoscimento reciproco dei periodi di studio, qualifiche comparabili e standard qualitativi uniformi.

Immagina. Crea. Innova

L'Istituto europeo di innovazione e tecnologia è una nuova espressione dell’eccellenza paneuropea nel campo dell’istruzione superiore, della ricerca e dell’innovazione. Per il periodo 2008-2013, la dotazione messa a disposizione dall’UE ammonta a 309 milioni di euro.
Obiettivo principale dell'Istituto sarà quello di tradurre i risultati della ricerca in applicazioni commerciali, attraverso la creazione di comunità della conoscenza e dell’innovazione. Si tratta di un nuovo modello di collaborazione che coinvolge università, enti di ricerca, imprese, fondazioni ed altri soggetti. Tra le priorità iniziali figureranno i cambiamenti climatici, le fonti energetiche rinnovabili e la nuova generazione di tecnologie dell’informazione e della comunicazione.
Il 2009 è stato dichiarato l'Anno europeo della creatività e dell'innovazione per sensibilizzare i cittadini all'importanza della creatività.

Maggiori opportunità per i giovani

Le politiche rivolte ai giovani non si limitano al campo dell'istruzione. Il cosiddetto “Patto europeo per la gioventù” definisce una serie di principi comuni riguardanti le opportunità per i giovani. Il patto riconosce ai giovani il diritto di beneficiare delle stesse possibilità degli altri cittadini per quanto riguarda tutti gli aspetti della vita sociale: istruzione e formazione di qualità, strutture per la ricerca di un impiego, lavoro adeguato alle proprie competenze, diritti previdenziali e possibilità di alloggio.
Il programma “Gioventù in azione” promuove la partecipazione attiva nella società e progetti volti a rafforzare nei giovani il sentimento di cittadinanza europea. L'UE incoraggia ad esempio i giovani a lavorare come volontari in altri paesi attraverso il Servizio volontario europeo. Tra il 2007 e il 2013 l'UE investirà complessivamente 900 milioni di euro in queste attività.

fonte: Europa

Indagine sulle lingue nell’Unione Europea

Se da un lato, l’Unione si impegna per l’integrazione a livello europeo, dall’altro, essa tutela la diversità linguistica e culturale dei suoi popoli e in tale prospettiva promuove l’insegnamento e l’apprendimento delle lingue europee, comprese le lingue regionali e minoritarie. L’ambizioso obiettivo dell’UE, definito in un nuovo piano d’azione, è fare sì che il maggiore numero possibile dei suoi cittadini parli una o, ancora meglio, due lingue oltre alla lingua materna.
Come organizzazione, l’Unione europea lavora con venti lingue ufficiali perché, in una democrazia, tutti i cittadini devono essere in grado di comprendere le leggi vigenti. Non sono ammissibili discriminazioni, ad esempio, nel trattamento riservato agli abitanti dei piccoli e dei grandi paesi. Nei rapporti con le istituzioni UE tutti i cittadini devono avere il diritto di utilizzare la propria lingua nazionale, come i loro rappresentanti eletti al Parlamento europeo.



Assaggio delle 23 lingue dell'Unione Europea, materiale didattico

Poter capire e parlare lingue straniere semplifica la vita quando ci rechiamo all’estero e incontriamo persone di diversi paesi. La conoscenza delle lingue apre inoltre le porte a nuove amicizie, culture e occasioni. L’Unione europea è composta di 27 paesi, in cui si parlano 23 lingue ufficiali. Questo opuscolo ti offre un assaggio di ognuna di queste lingue, che potrebbe aiutarti a dare una sbirciatina dietro alcune di queste porte. Basta aprire il risvolto esterno dell’opuscolo su cui figurano diverse espressioni nella tua lingua madre e paragonarle con le traduzioni accanto.

Guarda l'opuscolo

Vai al sito Europa

La sentenza della Corte di Giustizia Europea sulla discriminazione per la pensione tra uomini e donne

La Corte di Giustizia europea ha emanato, il 13 novembre 2008, una sentenza contro l'Italia sul tema della discriminazione per la pensione di vecchiaia tra uomini e donne.
fonte: http://www.innovazionepa.gov.it/

Premi della Cultura, presentazione domande

Sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana - Serie Concorsi ed Esami dell’11 maggio 2010 n. 37 è stato pubblicato il Bando di concorso per la presentazione delle domande per la concessione dei Premi della Cultura in favore di scrittori, traduttori del libro italiano in lingua straniera, editori, grafici, librai e associazioni culturali.

Guarda la presentazione

Guarda il testo del Bando

Cosa cambia dall'a.s. 2010 - 2011 nelle Superiori?

Guida alla riforma Gelmini della delle Scuole Superiori

Guarda la guida in pdf

Vedi anche il Nuovo impianto organizzativo



Indicazioni Nazionali per i nuovi percorsi liceali

Dal 26 maggio 2010 è disponibile la stesura definitiva delle Indicazioni Nazionali degli obiettivi specifici di apprendimento per i licei. Le indicazioni nazionali sui programmi dei Licei sono calibrate tenendo conto delle strategie suggerite nelle sedi europee ai fini della costruzione della 'società della conoscenza'. Propongono un modello senza inutili tecnicismi e accessibile all'intera comunità scolastica. L'obiettivo è quello di guidare gli allievi a raggiungere uno 'zoccolo di saperi e competenze comuni'. Il Profilo e le Indicazioni costituiscono, dunque, l'intelaiatura sulla quale le istituzioni scolastiche disegnano il proprio Piano dell'offerta formativa, i docenti costruiscono i propri percorsi didattici e gli studenti sono messi in condizione di raggiungere gli obiettivi di apprendimento e di maturare le competenze proprie dell'istruzione liceale e delle sue articolazioni. Per ogni disciplina sono state redatte delle linee generali che comprendono una descrizione delle competenze attese alla fine del percorso; seguono gli obiettivi specifici di apprendimento articolati per nuclei disciplinari relativi a ciascun biennio e al quinto anno. La scelta di evidenziare all'interno delle linee generali di ogni disciplina le competenze attese e di redigere obiettivi specifici di apprendimento in cui fossero uniti tutti gli aspetti che entrano in gioco nell'acquisizione di quelle competenze si colloca in continuità con le Indicazioni per il curricolo del primo ciclo attualmente in vigore.




Eldomegastore.it fa la differenza anche online. Scopri tutte le offerte web!

I debiti dello Stato con le Scuole ripianati con i soldi destinati al "merito"

Finalmente una buona notizia . I soldi destinati al cosiddetto "merito" (1 miliardo), che ancora non si sa bene su cosa si sarebbe basato e che certamente avrebbe escluso la maggioranza dei docenti (non per demerito ma per risparmio) andranno a pagare i debiti che lo stato ha cumulato in questi anni con le scuole.
La quota parte delle minori spese frutto dei tagli agli organici (il 30%, prevedeva il decreto legge 112/2008, la prima manvora del govnero Berlusconi IV), per un importo complessivo, su base triennale, di circa un miliardo di euro, è stata infatti dirottata su un capitolo ad hoc e finalizzata a rifondere alle scuole quanto queste hanno anticipato negli anni, a fronte di mancati trasferimenti da parte dello stato: secondo stime ufficiose, oltre 900 milioni.

La sorpresa della fine dei fondi per la valorizzazione professionale è tutta nella relazione tecnica al comma 14, articolo 8 del decreto legge finanziario, arrivata nei giorni scorsi al senato (si veda Italia Oggi di sabato scorso). Le risorse per il merito -che il ministro dell'istruzione, Mariastella Gelmini, aveva promesso sarebbero andate a rimpinguare le buste paga dei docenti più bravi, già da quest'anno- saranno destinate, recita la manovra, «al ripianamento dei debiti pregressi delle istituzioni scolastiche» ma anche «al finanziamento delle spese per supplenze brevi e di funzionamento, ivi comprese quelle per le attività di cui all'articolo 78, comma 31 della legge n. 388/2000», che sono gli appalti di pulizia assegnati dagli istituti scolastici alle cooperative di Lsu, sulla scorta della previsione della Finanziaria 2001. La relazione tecnica del Ragioniere generale dello stato, Mario Canzio, spiega anche come sia stato possibile questo diverso utilizzo: è vero che il decreto legge 112 destina una quota dei risparmi «all'incremento delle risorse contrattuali stanziate per la valorizzazione e lo sviluppo professionale della carriera del personale docente a decorrere dall'anno 2010», ma la manovra di quest'anno prevede «il blocco della tornata contrattuale relativa al triennio 2010-2012». E precisa che le buste paga dei prossimi due anni non potranno superare il livello complessivo in godimento nel 2010.
 
Continua a leggere l'articolo

Interessante proposta per una manovra economica alternativa

Sul sito di Virgilio economia raccogliamo un'interessante proposta alternativa a quella  "lacrime e sangue" annunciata in questi giorni che eviterebbe una lunga serie di sacrifici, dal blocco delle pensioni e degli stipendi dei dipendenti pubblici, dal taglio per gli enti locali al giro di vite sugli invalidi. Nessuno sottovaluta il fatto che sia necessario trovare vari miliardi per fronteggiare la crisi a vari livelli che stiamo vivendo ma davvero non c'erano alternative sul come farlo?


Un'altra manovra è possibile

Non una generica critica alla manovra del governo, ma una proposta alternativa concreta e circostanziata, una vera e propria contromanovra. E' quella proposta da Sbilanciamoci!, una sigla che raccoglie 47 organizzazioni operanti a vario titolo nell'economia non-profit, dalla Banca Etica al mensile Altreconomia, dal Wwf a Emergency. Una contromanovra che, conti alla mano, potrebbe portare 30 miliardi nelle casse dello Stato, più di quelli previsti con il provvedimento economico del governo.
I tagli vanno fatti, ma non ai servizi pubblici, agli stipendi e alle pensioni. Le entrate vanno aumentate ma non col condono edilizio. Può sembrare velleitario. Eppure la contromanovra di Sbilanciamoci! elenca e quantifica una serie di misure alternative.

I TAGLI

Le proposte vanno in cinque direzioni:

Settori Risparmio

1) riduzione del 20% della spesa militare: 4 miliardi

2) cancellazione dei sussidi alle scuole private: 700 milioni (dal 2012)

3) cancellazione dei finanziamenti al Ponte sullo Stretto e ad altre grandi opere: 1,7 miliardi

4) chiusura dei centri di identificazione ed espulsione (ex Ctp): 240 milioni

5) introduzione del software open source nella Pubblica amministrazione 1 miliardo (dal 2011)

GLI INCASSI
Cinque interventi per fare cassa:

Settori Incasso

1) aumento della tassazione sulle rendite finanziarie dal 12,5% al 23%: 5 miliardi

2) varo di una tassa patrimoniale sui patrimoni superiori ai 500mila euro: 10,5 miliardi

3) aumento della progressività dell'Irpef (aliquote maggiori sugli scaglioni più alti): 1,1 miliardi

4) varo della carbon tax (la tassa sulle attività industriali che producono CO2): 1,3 miliardi (in due anni)

5) vendita all'asta delle frequenze televisive liberate dal digitale terrestre (incasso stimato sulla base della relativa asta in Germania): 4,5 miliardi

Il totale di questi interventi darebbe 30 miliardi e 40 milioni di euro da destinare, secondo la proposta, non solo alla riduzione del debito ma anche al sostegno delle fasce deboli della popolazione più colpite dalla crisi e per incentivare lo sviluppo sostenibile.

LE SPESE

In particolare sul fronte delle uscite, oltre ai 10 miliardi per la riduzione del debito, sono previsti anche:

• 1 miliardo per introdurre la 14a mensilità per le pensioni al di sotto dei 1.000 euro mensili;

• 4 miliardi per il recupero del fiscal drag;

• 4,5 miliardi per potenziare gli ammortizzatori sociali;

• 4 miliardi per sostenere le produzioni e i consumi "green" (fotovoltaico, mobilità sostenibile, efficienza energetica ecc.);

• 1 miliardo per l'innovazione e la ricerca delle imprese;

• 1,5 miliardi per le piccole opere (sicurezza delle scuole, riassetto idrogeologico, miglioramento del sistema idrico ecc.);

• 1 miliardo per gli asili nido;

• 1,3 miliardi per la scuola e l'università,

• 1,5 miliardi per il Fondo per la non autosufficienza;

• 240 milioni per l'integrazione degli immigrati.

Con tutta probabilità queste proposte rimarranno sulla carta. Ma servono a capire che nei momenti di crisi i sacrifici sono indispensabili, ma chi deve farli è come sempre una scelta politica. (A.D.M.)


Sciopero degli scrutini e della fame contro i tagli alla scuola

L'anno scolastico è appena finito, ma gli insegnanti bolognesi salgono sulla Torre degli Asinelli e decidono di bloccare gli scrutini. Anzichè dare voti agli studenti, quindi, bocciano senza appello i tagli che colpiranno la scuola pubblica. Invece, a Piacenza, i loro colleghi hanno cominciato uno sciopero della fame.

7 GIU. 2010 - Chi sì è trovato a passare questa mattina nel centro di Bologna ha potuto veder scritto a grandi e chiare lettere sulla Torre degli Asinelli il grido di allarme dei lavoratori della scuola italiana. Il Coordinamento dei precari e i Cobas hanno srotolato uno striscione che diceva "No ai tagli" e ben esprimeva la situazione di emergenza che ha portato addirittura al blocco degli scrutini in 15 dei 32 istituti cittadini. "Sono oltre 500 i docenti di Bologna e provincia che lo sostengono, perché non possono accettare in silenzio gli ennesimi provvedimenti che tagliano il futuro di altre 41 mila persone", hanno spiegato i promotori della protesta, che continuerà anche nella giornata di domani. Gli alunni dovranno dunque aspettare per avere i loro voti, mentre la scuola pubblica italiana ha già rimediato un'inappellabile bocciatura.

Cobas, Orsa, Rdb-Cub, Unicobas, Usi Ait scuola prevedono che l'agitazione "bloccherà gli scrutini di oltre 130 classi, coinvolgendo più di 3.000 studenti". Le scuole toccate dallo sciopero, hanno scritto in una nota, sono Aldini, Adrovandi, Belluzzi, Copernico, Luxemburg, Sabin, Serpieri, Aldo Moro, Rodari Jussi di S.Lazzaro, Medie Pepoli, Alberghetti di Imola, Innocenzo da Imola, Ipsia di Crevalcore, Keynes di Castel Maggiore, Mattei di San Lazzaro, Salvemini di Casalecchio, Montessori di Porretta. In tutti questi istituti, a preoccupare i manifestanti sono le decurtazioni di risorse e personale nel mondo dell'istruzione. Stando ai loro dati, infatti, il prossimo anno scolastico mancheranno oltre 25 mila insegnanti, con l'incubo per molti precari di restare senza lavoro.

Ai piedi della Torre degli Asinelli c'era chi ha il contratto già scaduto, e quindi ha scelto di protestare "perché l'anno prossimo non sapremo se lavoreremo ancora". Oppure chi, forte di ben tre abilitazioni - "per insegnare italiano, storia e geografia nelle scuole medie, ma anche educazione civica e storia dell'arte nelle scuole superiori" - si ritrova senza lavoro dopo 6 anni di insegnamento. Tutti avevano un cartellino attaccato alle magliette con la scritta "Chi lo rivedrà a settembre?", per rendere evidente la precarietà del loro futuro. E, dopo lo striscione calato dall'alto, ne hanno voluto stenderne hanno poi steso sotto le Due torri un altro grande striscione che ha occupato quasi tutto il piazzale a fianco della statua di San Petronio, con scritto in blu: "Difendiamo la scuola pubblica".

A Piacenza si persegue invece una forma di lotta ben più drastica. "A mali estremi, estremi rimedi", dice Manuela Calza, segretario locale di Flc-Cgil, per illustrare la decisione presa dagli insegnanti cittadini, che hanno cominciato uno sciopero della fame. Per protestare contro la riforma Gelmini, quattro di loro hanno deciso di dare il via ad una staffetta e si sono messi a digiuno uno dopo l'altro per un'intera giornata. Ma molti colleghi li hanno immediatamente raggiunti in un gazebo allestito per l'occasione nella centralissima piazza Cavalli, aderendo ad un'iniziativa che da Piacenza potrebbe allargarsi in tutta Italia.

"L'obiettivo è sensibilizzare l'opinione pubblica su quello che sta accadendo alla scuola pubblica italiana", spiegano. Nei cartelli appesi si leggono infatti frasi come "Difendiamo la scuola pubblica da Ineguaglianza Impoverimento e Individialismo - le tre I", oppure "Se pensi che l'educazione sia costosa, prova l'Ignoranza". Ma l'elenco può continuare con Il taglio al personale docenti e agli assistenti, l'aumento dei finanziamenti alle scuole private, l'accorpamento delle classi. "Vivo sulla mia pelle e sulla pelle degli studenti questo smantellamento - dice un'insegnante precaria - perché si parla di accorpamento di classi d'insegnamento, ovvero in gergo di classi di concorso, indiscriminate, senza andare a vedere qual è la realtà classe".

E per rendere più forte la protesta, gli insegnanti hanno aperto anche un gruppo su Facebook, chiamandolo proprio "Sciopero della fame". Dalle pagine del social network più famoso del mondo, invitano "tutti coloro che ci vogliono sostenere a passare presso la nostra tenda e anche a passare un giorno di digiuno, di sciopero della fame, affinché la scuola possa riprendere ad andare un po' meglio di quanto non stia andando adesso".
fonte: viaemilianet.it


Crisi: Confcommercio, consumi tornano a scendere. -1,6% ad aprile

Se ce ne fosse stato bisogno ecco una conferma che, per stimolare i consumi e il conseguente rilancio dell'economia,  gli stipendi non dovevano essere tagliati ma, semmai, alzati o quantomeno lasciati crescere secondo quanto stabilito dai rinnovi contrattuali e dagli scatti di anzianità. Ma un governo miope, degnamente accomunato dai suoi consimili europei, ci sta portando alla recessione come confermato dalla Confcommercio.
  E si mettano bene nella zucca che questo è: "SOLO L'INIZIO", perchè non abbiamo alcuna intenzione di intaccare i nostri risparmi per far fare loro bella figura.

dal sito di ASCA

 L'Indicatore dei Consumi elaborato dalla Confcommercio segnala ad aprile 2010 una diminuzione dell'1,6% in termini tendenziali interrompendo un periodo, che durava dall'ultimo trimestre del 2009, di graduale recupero dei livelli di consumo delle famiglie.
  La battuta d'arresto registrata dalla domanda nel mese di aprile, sottolinea la Confederazione, ''si legge in modo piu' evidente guardando al dato destagionalizzato che mostra una riduzione dell'1,7% rispetto a marzo, dopo un bimestre di graduale miglioramento''.
Il dato di aprile, prosegue lo studio, sconta la fine degli incentivi ed e' stato ''largamente influenzato dalla dinamica della domanda di autovetture, come segnala il ripiegamento piu' sensibile, negli ultimi tre mesi, dell'aggregato totale rispetto a quanto registrato da quello computato al netto della domanda di autovetture''.
  Secondo Confcommercio, poi, ''la presenza di un clima meno favorevole sul versante dei consumi sembra confermato dalla flessione registrata a maggio dal clima di fiducia delle famiglie, dopo il modesto recupero di aprile. Il dato dell'ultimo mese potrebbe essere stato influenzato dai timori riguardanti la crisi greca e dalle aspettative, poi confermate, di interventi sul versante della finanza pubblica''.
  Piu' ''articolata'' la situazione sul versante del sentiment delle imprese. A maggio a fronte di un ulteriore miglioramento del clima di fiducia degli operatori delle aziende manifatturiere, gli imprenditori del commercio e dei servizi segnalano un peggioramento.

Marcegaglia: il Governo deve resistere alle riduzione dei tagli nella manovra

Il messaggio lanciato al Governo dalla presidente di Confindustria Emma Marcegaglia, riguardo i tagli previsti dalla manovra economica biennale da 24 miliardi , è di ''resistere'' a ogni tentativo di riduzione. E' questo quanto dichiarato dalla Marcegaglia all'Assemblea di Federchimica sollecitando  l'esecutivo a ''fare scelte molto precise, anche impopolari se necessario''.

PREMIO PER L'INNOVAZIONE - PROGRAMMA EGO - FONDAZIONE LARS MAGNUS ERICSSON

Il Programma Ego è un progetto nato nel 2004 con l'obiettivo di fornire opportunità di crescita e di sviluppo a nuove iniziative imprenditoriali (start up) nel settore delle comunicazioni e delle sue applicazioni. Il progetto si rivolge a studenti universitari, laureandi o neolaureati, studenti che risultano essere iscritti a Master universitari e ai corsi di Formazione e di Dottorato, nonchè a micro imprese con idee innovative.

Dal 2008 il Programma Ego rientra nell'ambito delle attività di responsabilità sociale della Fondazione Lars Magnus Ericsson, ente no-profit il cui obiettivo è quello di realizzare e supportare soluzioni di successo in grado di creare valore nel campo delle telecomunicazioni e contribuire al progresso umano e civile della società.

Il Premio per l'Innovazione, edizione 2010-2012, si rivolge agli studenti universitari e ai laureati degli Atenei che hanno sottoscritto una convenzione con la Fondazione Lars Magnus Ericsson (Università Tor Vergata, La Sapienza, Luiss, S. Anna di Pisa, Siena), permettendo ai vincitori di accedere ad un programma approfondito di “incubazione” presso la sede Ericsson pensato appositamente per lo sviluppo della propria idea business.

:: Presentazione del Premio :: Bando del Premio :: Regolamento :: Domanda di partecipazione

Ulteriori informazioni sul Premio sono disponibili sul sito della Fondazione Lars Magnus Ericsson all’indirizzo web: http://www.fondazione-ericsson.org/ego.html


LA FACOLTÀ DI ECONOMIA DI TOR VERGATA AL PRIMO POSTO TRA LE UNIVERSITÀ PUBBLICHE

Repec, la più ampia collezione al mondo di articoli accademici sull’Economia e sulle discipline collegate, ha pubblicato la lista delle 25 Università top in Italia per la ricerca in campo economico, secondo i criteri del database che collega informazioni sui lavori, pubblicati e non, di migliaia di economisti: la Facoltà di Economia di Tor Vergata è al primo posto tra le Università pubbliche, al quarto posto, dopo Bocconi, Banca d’Italia ed EIEF, l’Istituto Einaudi per l’Economia e la Finanza, come istitution.
Tra i primi posti in classifica, al dodicesimo e al ventiquattresimo, compaiono il Dipartimento di Economia e Istituzioni; il Dipartimento di Studi economico-finanziari e Metodi quantitativi (SEFEMEQ), al quarantaduesimo il CEIS, il Centro di Studi internazionali sull’Economia e la Sviluppo.
Inoltre, sono stati presi in esame 1819 autori in 257 differenti Dipartimenti internazionali e, per il loro lavoro svolto nella Ricerca, tra i primi posti in classifica compaiono ben ventitré professori della Facoltà. Sono: Luigi Guiso, al quinto posto, del Dipartimento di Studi economico-finanziari e metodi quantitativi, Leonardo Becchetti, al ventiduesimo posto. Seguiti da: Robert Waldmann, al ventitreesimo, Franco Peracchi, al ventinovesimo, Tommaso Valletti, al quarantatreesimo, Furio Camillo Rosati, al quarantaseiesimo, Tommaso Proietti, al quarantanovesimo, Giancarlo Spagnolo, al cinquattottesimo, Gianni de Fraja, Giancarlo Marini, Gianluca Cubadda, Daniela Vuri, Alessandra Pelloni, Michele Bagella, Stefano Fenoaltea, Pasquale Scaramozzino, Lorenzo Guarcello, Vincenzo Atella, Fabrizio Mattesini, Stefano Gagliarducci, Giovanni Trovato, Gustavo Piga, Barbara Annicchiarico, Pasquale Lucio Scandizzo e Alessandro Piergallini. Appartengono ai Dipartimenti di Economia e Istituzioni, al Dipartimento di Studi economico-finanziari e Metodi quantitativi (SEFEMEQ) e al Ceis, il Centro di Studi internazionali sull’Economia e lo Sviluppo, della Facoltà di Economia dell’Ateneo.

Per interviste e approfondimenti: Ufficio Stampa 06.72595510 - 5522

Cos’è RePEc?


RePEc, Research Papers in Economics (articoli di ricerca in economia), è un progetto, gestito su base volontaria, rivolto a creare un database pubblico per la comunicazione tra ricercatori in economia e nelle discipline correlate. Il database contiene informazioni relative a oltre:
  •  4.000 studiosi e professionisti del settore (e rispettivi enti di appartenenza e pubblicazioni),
  • 6.000 istituzioni (dipartimenti di economia, centri di ricerca e enti pubblici),
  • 100.000 informazioni bibliografiche su working papers prodotti da istituzioni e singoli individui,
  • 55.000 riferimenti bibliografici di articoli pubblicati sulle principali riviste del settore,
  • 800 descrizioni di programmi e software informatici,
  • Più di 70.000 tra documenti e files presenti nell’archivio sono disponibili gratuitamente in rete.

 Principali aderenti al RePEc:

Dipartimenti di economia di molte delle “top 50” università degli Stati Uniti e delle altre principali università di tutto il mondo. I seguenti istituti di ricerca: NBER, CEPR, Fondo Monetario Internazionale, Banca Mondiale, IFS, Federal Reserve, ECB, Bank of England. I principali editori, inclusi: AEA, Econometric Society, Royal Economic Society, Cambridge, Oxford, Chicago, MIT, Springer, Kluwe.

Per maggiori informazioni: http://repec.org/

Valutazione degli alunni a fine anno scolastico

Tra gli adempimenti di fine anno scolastico la valutazione è senza dubbio la più importante e, a volte, fonte di incomprensioni. E' utile, al fine di prevenire discussioni, andare a rileggere quello che prevede la legge.

dal sito del MIUR

Valutazione

Valutazione degli alunni

Per gli alunni dei diversi ordini di scuola è prevista una valutazione periodica (trimestrale o quadrimestrale) e una valutazione finale, riferite sia ai livelli di apprendimento acquisiti sia al comportamento.
Per quanto riguarda gli apprendimenti nelle varie discipline di studio, per gli alunni del primo ciclo (scuola primaria e scuola secondaria di I grado) la valutazione, in base alle disposizioni apportate dalla legge 169/2008, viene espressa con voto in decimi anziché con giudizio sintetico. Per gli studenti degli istituti superiori sono confermate le norme precedenti che già prevedevano la valutazione con voto in decimi. Per quanto riguarda invece il comportamento, in base alla legge 169/2008, è prevista la valutazione con voto in decimi per gli studenti della secondaria di I e di II grado. Per gli alunni della scuola primaria la valutazione viene espressa invece con giudizio, non con voto in decimi.
La valutazione nelle classi intermedie avviene per scrutinio, mentre per le classi terminali (terzo anno di scuola secondaria di I grado, ultimo anno delle superiori) avviene per esame di Stato.
Una disposizione che, per il momento, si applica solamente agli alunni della scuola secondaria di I grado (ex-scuola media), prevede che l'anno scolastico non sia considerato valido, indipendentemente dalla valutazione degli apprendimenti, se l'alunno ha frequentato meno di tre quarti delle ore di lezione previste.

Valutazione nella scuola primaria

La valutazione degli apprendimenti acquisiti e del comportamento dell'alunno, nonché le decisioni relative alla promozione alla classe successiva, vengono adottate dai docenti della classe.
La valutazione viene registrata su un apposito documento di valutazione (scheda individuale dell'alunno) nei modi e nelle forme che ciascuna scuola ritiene opportuni; viene consegnata alla famiglia e accompagnata da un colloquio esplicativo.
Per quanto riguarda la decisione circa la promozione alla classe successiva (art. 3 legge 169/2008), l'eventuale non ammissione deve avere carattere eccezionale ed essere motivata. La decisione di non ammissione deve comunque essere assunta all'unanimità.
Criteri e modalità della valutazione sono definiti dal Regolamento di coordinamento delle norme sulla valutazione degli alunni (dpr 122/2009).
Nella scuola primaria non è previsto un esame finale di licenza.

Valutazione nella scuola secondaria di I grado

La valutazione degli apprendimenti acquisiti e del comportamento dell'alunno, nonché le decisioni relative alla promozione alla classe successiva vengono adottate per scrutinio dai docenti della classe.
La valutazione viene registrata su un apposito documento (scheda individuale dell'alunno) nei modi e nelle forme che ciascuna scuola ritiene opportuni; viene consegnata alla famiglia e accompagnata da un colloquio esplicativo. Per quanto riguarda la promozione alla classe successiva o all'esame (art. 3 legge 169/2008), gli alunni devono conseguire la sufficienza in ogni disciplina, nonché nel comportamento (art. 2 legge 169/2008).
L’eventuale decisione di non ammissione alla classe successiva o all'esame è, comunque, assunta a maggioranza da parte dei componenti del consiglio di classe.
Ai fini della validità dell'anno, per la valutazione è richiesta la frequenza di almeno tre quarti dell'orario annuale personalizzato di ciascun alunno. Per casi eccezionali, le istituzioni scolastiche possono autonomamente stabilire motivate deroghe al suddetto limite.
Il corso di studi si conclude con l'esame di Stato il cui superamento è titolo indispensabile per l'iscrizione agli istituti del 2° ciclo.
L'ammissione all'esame comporta un giudizio di idoneità, accompagnato da un voto in decimi, riferito agli esiti dell'intero percorso compiuto dall'alunno nella scuola secondaria.
Tra le prove d’esame è prevista una prova scritta nazionale predisposta dall’Invalsi, l’Istituto nazionale per la valutazione del sistema scolastico.
La valutazione finale dell'esame è espressa con un voto in decimi.

Criteri e modalità della valutazione sono definiti dal Regolamento di coordinamento delle norme sulla valutazione degli alunni (dpr 122/2009).

Valutazione nella scuola secondaria di II grado

La valutazione degli studenti, già prevista da precedenti norme, è stata integrata dal voto di comportamento, in base all’articolo 2 della legge 169/2008. La valutazione degli apprendimenti per le varie discipline è espressa con voto in decimi; allo stesso modo, dal 2008-09, anche la valutazione del comportamento è espressa con voto in decimi.
Il voto inferiore a cinque decimi nel comportamento comporta la non ammissione alla classe successiva o all’esame, indipendentemente dai voti conseguiti nelle varie discipline di studio.
Nei confronti degli alunni che presentano un'insufficienza non grave in una o più discipline, il consiglio di classe, prima dell'approvazione dei voti, procede ad una valutazione sulla possibilità che lo studente superi la carenza formativa in tempi e modi predefiniti.
Nei confronti degli studenti per i quali sia accertata la carenza formativa, il consiglio di classe sospende lo scrutinio, prevedendo la sua effettuazione prima dell’inizio dell’anno scolastico successivo.
Il dirigente scolastico comunica alla famiglia le motivazioni assunte dal consiglio di classe con resoconto dettagliato sulle carenze dello studente. Gli istituti procedono autonomamente a definire le iniziative di sostegno e di recupero a favore degli studenti che hanno avuto lo scrutinio finale sospeso.
Gli studenti che al termine delle lezioni non possono essere valutati per malattia o trasferimento della famiglia, sono ammessi a sostenere, prima dell'inizio delle lezioni dell'anno scolastico successivo, prove suppletive (legge n. 352/1995).
In vista dell'esame di Stato conclusivo dei corsi di studio di istruzione secondaria superiore, in sede di scrutinio finale di ciascuno degli ultimi tre anni, viene attribuito il credito scolastico ad ogni studente. Il punteggio attribuito quale credito scolastico a ciascun alunno è pubblicato all'albo dell'Istituto, unitamente ai voti conseguiti in sede di scrutinio finale ed è trascritto sulla pagella scolastica.
L’ammissione all’esame di Stato, a decorrere dall’anno scolastico 2009-10, è subordinata al conseguimento del voto non inferiore a sei decimi in ciascuna disciplina di studio e nel comportamento, secondo quanto previsto dall’articolo 6 del Regolamento sulla valutazione (dpr 122/2009).

Valutazione degli alunni disabili

Nei confronti degli alunni con minorazioni fisiche o sensoriali non si procede, di norma, a valutazioni differenziate, mentre, per gli alunni in situazione di handicap psichico, la valutazione, adeguatamente differenziata, tiene conto degli obiettivi prefissati nel Piano Educativo Individualizzato (PEI).
L’individualizzazione del percorso educativo previsto dal PEI per l’alunno con disabilità può incidere, a seconda della tipologia di disabilità e della sua gravità, sui metodi di valutazione e sul valore legale del titolo di studio conseguito, in particolare, al termine del Secondo Ciclo di istruzione.
L’articolo 9 del Regolamento sulla valutazione degli alunni (dpr 122/2009) prevede che, in sede di esame conclusivo del primo ciclo di istruzione, le prove sono adattate in relazione agli obiettivi del PEI.
Le prove differenziate hanno valore equivalente a quelle ordinarie ai fini del superamento dell’esame e del conseguimento del diploma di licenza. Nel caso in cui gli obiettivi previsti dal PEI non siano riconducibili ai programmi ministeriali, il percorso formativo consente l’acquisizione di un attestato di credito formativo valido anche per l’accesso ai percorsi integrati di istruzione e formazione (art. 9 dpr 122/2009).
Per le prove di esame (art. 318 del Testo Unico - d.lvo 297/1994) sono predisposte, per il 1° ciclo, apposite prove, mentre, per il 2° ciclo, sono predisposte prove equipollenti e tempi più lunghi per l'effettuazione delle prove scritte.

Sciopero di tutte le magistrature contro la manovra del Governo

Il Comitato Intermagistrature ha deliberato lo sciopero di tutte le magistrature contro la manovra del Governo. Lo comunica l'Anm. Lo sciopero sara' effettuato secondo modalita' e tempi previsti dai rispettivi codici di autoregolamentazione, ma con il costante coordinamento tra le diverse associazioni.
 Il Comitato ribadisce "l'assoluta contrarieta' alle misure eccessivamente penalizzanti per i magistrati contenute nel decreto legge che, invece, non incide su alcuna delle fonti di spreco delle risorse del settore piu' volte segnalate. Partecipare consapevolmente allo sforzo di risanamento richiesto al Paese non significa accettare tagli iniqui alle retribuzioni e un'ulteriore destrutturazione del servizio giustizia".
  Per tutta risposta Fabrizio Cicchitto, presidente dei deputati del Pdl afferma in una nota: "Lo sciopero proclamato dall'Anm conferma che ci troviamo di fronte a un'associazione che fa politica in modo continuo e organico"

PD: urgente tornare a Legge Dini con flessibilita' eta' pensionamento

Alla luce dell'ultimatum della UE sull'equiparazione dell'età pensionabile tra uomini e donne i capigruppo del Pd nelle commissioni Lavoro e Politiche della Ue di Montecitorio Cesare Damiano e Sandro Gozi,  propongono a Sacconi di "fondare urgentemente la definizione delle eta' pensionabili sulla flessibilita' recuperando la legge Dini del 1995; proporre un'eta' pensionabile inserita in un range compreso fra i 60 e i 70 anni, all'interno del quale i lavoratori e le lavoratrici possano esercitare una scelta individuale e volontaria; utilizzare i risparmi derivanti dal nuovo regime per disegnare un nuovo sistema di welfare basato sull'effettiva eguaglianza di opportunita' tra uomini e donne, che concili il lavoro famigliare e la vita professionale. Ci auguriamo che il ministro Sacconi non chiuda le porte del confronto", concludono Damiano e Gozi.

Tagli scuola: occupato ufficio scolastico a Milano

Un gruppo di genitori e insegnanti hanno annunciato oggi di aver occupato l'Ufficio scolastico provinciale di Milano per protestare contro i tagli al personale e la mancanza di un numero sufficiente di classi a tempo pieno.

"Nel prossimo anno scolastico 3000 bambini e bambine che hanno chiesto il tempo pieno (che è stato garantito dal governo), non lo avranno. Perché gli uffici regionali scolastici hanno avuto ordine di tagliare le classi", dice un comunicato degli occupanti.
"A Milano, 148 classi prime sono state trasformate d'ufficio a 27 ore (mezza giornata), nonostante ai genitori, negli open day, fossero state garantite le 40 ore", aggiunge la nota, secondo cui saranno tagliati 706 insegnanti delle elementari, a fronte di un aumento previsto di 1.900 alunni.

fonte: Reuters

Pensione di anzianità: Per UE equiparazione immediata tra uomini e donne P.A.

La Commissione Ue ha avvisato l'Italia di avere avviato una nuova procedura poiché ritiene inammissibili le misure adottate dal nostro Paese per adeguare entro il 2018 l'età della pensione delle donne - oggi a 60 anni - alla stessa età prevista per gli uomini, cioè a 65 anni.

E' quanto si legge in una nota della Commissione.
Nella nuova lettera di avviso formale adottata oggi, una "lettera complementare di costituzione in mora", la Commissione sostiene che le misure italiane continuano a mantenere un "trattamento discriminatorio" nell'età pensionistica fra uomini e donne nel pubblico impiego.
Quindi la Commissione giudica le misure adottate dall'Italia per adeguarsi progressivamente entro il 2018 "inadeguate".
"Il cambiamento adottato dall'Italia non è conforme alla legislazione europea, il periodo di transizione di otto anni non è consentito", ha spiegato il portavoce alla Giustizia e ai diritti fondamentali della Commissione nel corso del briefing quotidiano, Matthew Newman.
"L'Italia deve abolire il periodo di transizione. La Corte non ha stabilito alcun periodo di transizione e l'Italia dovrebbe introdurre l'equiparazione immediatamente", ha aggiunto il portavoce.
Newman ha poi detto che la illegalità del periodo di transizione non è segnalata nella sentenza della Corte del 2008 ma risulta dalla giurisprudenza della Corte.
"L'Italia ha due mesi per rispondere. Senza un cambiamento dovremo domandare alla Corte di condannare l'Italia", ha aggiunto.
Dopo il precedente avviso, l'Italia con il decreto fiscale dell'estate 2009 decise di adeguare progressivamente l'età pensionabile delle donne entro il 2018.
Il primo testo della manovra 2011-2012 approvata dal governo la scorsa settimana prevedeva un'accelerazione di tale processo, ma tale accelerazione è poi saltata dal testo definitivo della manovra approvato dal governo e promulgato lunedì.
La procedura comunitaria prevede in questo caso, cioè nel caso di una sollecitazione dopo una precedente sentenza della corte, la possibilità di una multa per lo Stato inadempiente dopo un ulteriore avviso da parte della Commissione ed un'ulteriore condanna da parte della Corte europea di giustizia.

fonte: Reuters 


Pensione, sempre più lontana

Dalla manovra economica uscita dal cilindro del Governo emergono giorno dopo giorno novità sempre più inquietanti. Per quanto riguarda il raggiungimento della pensione sta diventando un vero e proprio percorso ad ostacoli. Oltre all'aggiornamento triennale dei coefficienti per il calcolo delle pensioni (il primo adeguamento è scattato proprio quest'anno) arriverà anche l'aumento automatico dell'età di pensionamento, introdotto con il Dl 78 del 2009. Dal 2105, ogni cinque anni i requisiti anagrafici per il pensionamento verranno aggiornati sulla base degli incrementi della speranza di vita nel quinquennio precedente. La pensione ritarderà per tutti, ma per i dipendenti pubblici l'attesa sarà ancor più amara. Per loro, infatti, il decreto legge introduce anche la rateizzazione della liquidazione (indennità di buonuscita, indennità premio di servizio, trattamento di fine rapporto e ogni altra indennità equipollente). E come se non bastasse, i dipendenti pubblici avranno in futuro liquidazioni più leggere visto che un'altra norma modifica i criteri di calcolo dell'indennità (per il personale in servizio alla data del 31 gennaio 2000) parificandoli a quelli previsti nel settore privato.

Materiale didattico sull'inflazione e l'euro

Share/Bookmark




Insegnare l’economia alle prime classi delle scuole secondarie? Questo pacchetto sulla stabilità dei prezzi può essere di aiuto. Contiene un cartone animato della durata di 8 minuti, un opuscolo informativo per gli studenti che spiega la stabilità dei prezzi in parole semplici e una guida più dettagliata per l’insegnante. Il materiale è stato predisposto dalla BCE in collaborazione con le banche centrali nazionali dei paesi dell’area dell’euro.

Guida didattica per l’insegnante

Opuscolo informativo per gli studenti

Vai al sito della BCE

Materiale didattico-informativo sulla BCE e l'eurosistema

La serie FATTI comprende diapositive e documentazione di riferimento a cui docenti e relatori possono attingere per predisporre una presentazione. Questo materiale, che offre una visione d’insieme dell’attività di banca centrale svolta nell’Unione europea, è destinato a un pubblico che possiede già una conoscenza di base dell’argomento.

Guarda il materiale