google.com, pub-4358400797418858, DIRECT, f08c47fec0942fa0 TUTTOPROF. google.com, pub-4358400797418858, DIRECT, f08c47fec0942fa0

BUONI LAVORO per il lavoro occasionale accessorio, un buon sistema anche per arrotondare la pensione

Negli ultimi due anni varie fonti normative hanno disciplinato la regolamentazione delle prestazioni di lavoro occasionale di tipo accessorio, individuando nell’INPS il ruolo di concessionario del servizio, estendendo progressivamente l’ambito di utilizzo di questa modalità di lavoro.

Il sistema dei ‘buoni’ (voucher)

Il pagamento delle prestazioni di lavoro occasionale accessorio avviene attraverso il meccanismo dei ‘buoni', il cui valore nominale è pari a 10 euro.

E’, inoltre, disponibile un buono ‘multiplo’, del valore di 50 euro equivalente a cinque buoni non separabili ed un buono da 20 euro equivalente a due buoni non separabili.

Il valore nominale è comprensivo della contribuzione (pari al 13%) a favore della gestione separata INPS, che viene accreditata sulla posizione individuale contributiva del prestatore; di quella in favore dell'INAIL per l'assicurazione anti-infortuni (7%) e di un compenso al concessionario (Inps), per la gestione del servizio, pari al 5%.

Il valore netto del voucher da 10 euro nominali, cioè il corrispettivo netto della prestazione, in favore del prestatore, è quindi pari a 7,50 euro. Il valore netto del buono ‘multiplo’ da 50 euro, cioè il corrispettivo netto della prestazione, in favore del lavoratore, è quindi pari a 37,50 euro; quello del buono da 20 euro è pari a 15 euro.

Attenzione: Se le prestazioni occasionali accessorie sono svolte per imprese familiari di cui all’art. 70, comma 1, lettera g) del D.Lgs. n. 276/03 - per cui trova applicazione la normale disciplina contributiva e assicurativa del lavoro subordinato - il valore nominale del voucher è comprensivo della contribuzione (pari al 33%) a favore del Fondo Pensioni Lavoratori Dipendenti, di quella in favore dell’INAIL (4%) e di una quota al concessionario (INPS) pari al 5%, per la gestione del servizio.

Pertanto, il valore netto del voucher da 10 euro nominali, cioè il corrispettivo netto della prestazione, in favore del prestatore, è in tal caso pari a 5,80 euro.

I buoni (voucher) sono disponibili per l'acquisto su tutto il territorio nazionale, presso le Sedi INPS.

I buoni 'cartacei' acquistati dal committente, e non utilizzati, sono rimborsabili esclusivamente restituendoli presso le Sedi Inps, le quali emetteranno a favore del datore di lavoro un bonifico domiciliato per il loro controvalore e rilasceranno una ricevuta.

Acquisto buoni lavoro

L’acquisto dei buoni-lavoro può avvenire mediante le seguenti procedure:

- la procedura cartacea

- la procedura telematica

- l’acquisto presso i rivenditori di generi di monopolio autorizzati

La procedura telematica è accessibile dalla pagina ‘Accesso ai servizi’ di questa sezione oppure dal sito istituzionale http://www.inps.it/, nella sezione Servizi On-Line/Per il cittadino/Lavoro occasionale accessorio/Accesso ai servizi.

Attenzione: Per le prestazioni occasionali accessorie rese nell’ambito dell’impresa familiare di cui all’art. 70, comma 1, lettera g) del D.Lgs. n. 276/03 – per cui si utilizzano i ‘buoni a contribuzione ordinaria’ - è previsto esclusivamente l’utilizzo della procedura con voucher telematico.

Riscossione buoni lavoro
La riscossione dei buoni cartacei da parte dei prestatori/lavoratori può avvenire presso tutti gli uffici postali sul territorio nazionale.

Per consentire la riscuotibilità del voucher presso gli uffici postali e il corretto accredito dei contributi previdenziali e assistenziali, si raccomanda di indicare tutte le informazioni richieste dal buono lavoro, compilando i campi relativi al codice fiscale del committente/datore di lavoro, codice fiscale del prestatore/lavoratore, data di inizio e di fine prestazione.

Per quanto riguarda la procedura telematica, si evidenzia che in caso di cambio di indirizzo da parte del prestatore, l’Istituto non risponde delle conseguenze del mancato ricevimento di comunicazioni, INPSCard, bonifici domiciliati e dei conseguenti ritardi nella riscossione.

Per comunicare un indirizzo diverso rispetto a quello registrato nella procedura in origine e confermato al Contact Center, si invita a recarsi presso una Sede INPS provinciale per la sostituzione in archivio e l’automatico invio della comunicazione corretta a Posteitaliane.

I voucher acquistati presso i rivenditori di generi di monopolio autorizzati – individuabili tramite un’apposita vetrofania – possono essere riscossi nella relativa ‘rete tabaccai’.

fonte: http://www.inps.it/

I "pensionamenti forzosi" del personale scolastico con 40 anni di contributi sono incostituzionali e illegittimi


Cari Signori, 
Vi invio il testo sottoriportato e, in attachment,  l'elenco di 62 miei colleghi firmatari dello stesso

Con preghiera di urgente pubblicazione

grazie e cordiali saluti

contattatemi per organizzare una protesta / denuncia collettiva a :

prof. Giovanni Falcetta, docente di ruolo di Lettere nella Scuola Secondaria di II grado, con 37 anni di servizio effettivo, 40 anni di servizio "contributivo",  "rottamato" dal 1° Settembre 2010

g_falcetta@hotmail.com

tel. 0373 / 23 03 04

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6000 insegnanti licenziati dal 1 Settembre 2010, solo con "circolari truffa", dal Ministro Mariastella Gelmini

I "pensionamenti forzosi" del personale scolastico con 40 anni di contributi
                            sono incostituzionali e illegittimi



di Giovanni Falcetta
I “pensionamenti forzosi” del personale scolastico con 40 anni di contributi sono incostituzionali e illegittimi una bieca operazione di “macelleria sociale” o “darwinismo sociale”del tutto priva di valide e coerenti motivazioni, realizzata con delle circolari Miur che violano la forma e la sostanza delle stesse leggi 133/2008 e 102/2009, che regolano tale pensionamento. Infatti, mentre le leggi presuppongono l’accertamento di esubero in organico, le circolari “impongono” ai dirigenti scolastici di licenziare il personale anche in condizioni di non esubero. 
Senza l’attenuante di far posto a giovani docenti precari, in attesa di immissione in ruolo, perchè la Finanziaria 2008 e la recente manovra economica correttiva hanno tassativamente bloccato nuove assunzioni. altre ulteriori discriminazioni:
1) alcuni dirigenti scolastici hanno licenziato o non licenziato i propri dipendenti per simpatia o antipatia o in base alla paura o meno di improbabili sanzioni disciplinari che sarebbero loro arrivate (a loro dire, se non licenziavano) dagli Uffici provinciali, regionali o nazionali del Miur.

2) si sono già avute, da parte dei giudici del lavoro di tutt’Italia sentenze difformi sui ricorsi inoltrati loro dai docenti rottamati. Fino a questo momento almeno 15 giudici hanno accolto i ricorsi dei ricorrenti, altrettanti li hanno respinti. I dirigenti, nel licenziare il personale docente e Ata, con 40 anni di contributi, oggettivamente, hanno agito in una condizione di evidente “conflitto di interessi”, perchè, essi, all’ultimo momento, sono stati furbescamente, esclusi dal “pensionamento coatto”; In una scomoda ed ambigua posizione di palese “conflitto di interessi ” si son venuti a trovare anche tutti i giudici del lavoro che si sono occupati e si stanno occupando ancora dei numerosi ricorsi, perchè anch’essi, dalle leggi 133/2008 e 102/2009, che regolano la materia, sono stati furbescamente esclusi dal “pensionamento coatto”. 
E’ totale l’incostituzionalità sia della legge 133/2008 che della successiva legge 102/2009, perchè esse confliggono palesemente con l’art. 3, comma 1, Cost. in quanto escludono dalla “risoluzione forzosa del rapporto di lavoro” i magistrati, i professori universitari (art. 72, comma 11, legge 133/2008), i dirigenti medici di strutture complesse (art. 17, comma 35 novies, legge 102/2009) e i dirigenti scolastici. Incostituzionalità che (essendo tali norme “eccezionali” relative ai soli anni 2009, 2010 e 2011, termine oltre il quale non sarà più possibile la “risoluzione forzosa del rapporto di lavoro” nella P.A.), si paleserà maggiormente, allo scadere del 2011, perchè si creerà un’altra disparità di trattamento (altro conflitto con l’art. 3, comma 1, Cost.) tra i soggetti ai quali la “risoluzione forzosa del rapporto di lavoro” oggi si applica e i loro colleghi ai quali, pur trovandosi nelle medesime condizioni dei primi, dopo il 2011, non sarà più possibile applicarla.

La “risoluzione forzosa del rapporto di lavoro” del personale, in presenza di uno stato di servizio contributivo di 40 anni, si basa sul presupposto legislativo di accertamento della condizione di esubero in organico, come novellano le leggi citate che attribuiscono alla PA la facoltà di “risoluzione forzosa e unilaterale del rapporto di lavoro” ma solo ” nell’ambito degli interventi per il contenimento della spesa per il pubblico impiego…con la riduzione di un rilevante numero di posti di docenti….” con la raccomandazione che “dovrà essere evitata ogni forma di aggravio erariale connesso al formarsi di ruoli in esubero” (vedi art. 64 legge n. 133/2008 e Direttiva Miur n. 94 del 4 dicembre 2009, pag. 1). 
La “risoluzione forzosa del rapporto di lavoro”, anche in condizioni di non esubero, per gli insegnanti con 40 anni di servizio contributivo, è prescritta come obbligatoria solo dalla nota Miur prot. n. AOODGPER 1053 del 29/1/2010 e dalla nota Miur prot. AOODGPER 2261 del 25/2/2010. Ma tali note, come tutti sanno, non hanno alcuna cogenza di legge (vedi, ad esempio, sent. Cassazione n. 35 del 5 gennaio 2010: “….“La violazione di circolari ministeriali non può costituire motivo di ricorso per cassazione sotto il profilo della violazione di legge, non contenendo le circolari norme di diritto, ma essendo piuttosto qualificabili come atti unilaterali…”). 

Esse, quindi, sono solo un’interpretazione arbitraria delle leggi 133 /2008 e 102/2009 da parte dell’Amministrazione del Miur, centrale e periferica, e configurano a loro carico un grave abuso di potere (comportamento illegittimo). Ciononostante il Ministero della Pubblica Istruzione, gli Uffici scolastici regionali e provinciali, con queste circolari (Direttiva Miur n. 94 del 4 dicembre 2009 e successive nota Miur Prot. n. AOODGPER 1053 del 29/1/2010 e nota Miur prot. AOODGPER 2261 del 25/2/2010, citate) hanno imposto ai dirigenti scolastici, su tutto il territorio nazionale, l’obbligo inderogabile di procedere al “pensionamento coatto” dei loro dipendenti che hanno maturato, entro il 28 febbraio 2010, 40 anni di servizio contributivo, con un comportamento autoritario che ha annullato, di colpo, le facoltà discrezionali propri del loro ruolo dirigenziale, le prerogative dell’autonomia scolastica e del decentramento amministrativo. 

Un provvedimento questo che confligge anche con una recente Direttiva della UE che vieta, ai fini del licenziamento, la discriminazione per età. Vista la polemica e il violento antagonismo che il “pensionamento forzoso” ha provocato negli insegnanti precari contro i loro colleghi “anziani” di ruolo da rottamare, che stanno ricorrendo al Giudice del Lavoro contro il loro “pensionamento coatto” (colpevoli, ai loro occhi, di togliere loro la possibilità di avere un posto di ruolo stabile) faccio presente una notizia poco nota alla maggioranza dei docenti e dell’opinione pubblica : Sia la Finanziaria 2008 che l’attuale manovra economica correttiva, testè approvata definitivamente alla Camera, escludono, almeno fino al 2013, tassativamente, nuove assunzioni, anche in sostituzione di docenti pensionati o pensionandi. Le immissioni in ruolo di docenti precari (pare 10.000) promesse dalla Gelmini fanno parte di posti già occupati dagli stessi precari, posti diversi da quelli che occupano attualmente i docenti con 40 anni contributivi. Questi ultimi non saranno assegnati a nessuno, si perderanno e basta (vedi Italia Oggi di pochi giorni fa). E gli alunni, che sarebbero stati affidati ai docenti pensionati, saranno “spalmati” sulle classi dei loro colleghi rimasti in servizio, andando ad incrementare ancor più, in aggiunta agli effetti dei tagli di cattedre già avvenuti, il rapporto proporzionale docenti / allievi che, ad esempio, per le scuole secondarie superiori, da Settembre 2010, potrebbe mediamente arrivare a 30 studenti per 1 docente, accrescendo notevolmente il carico di lavoro degli insegnanti. Con buona pace dell’efficacia della didattica e dei processi di apprendimento! 


Questo è il grande inganno e la crudele beffa dell’attuale Governo e del suo Ministro dell’Istruzione, con la complicità dei “compagni socialisti” Brunetta e Tremonti (SIC!): hanno scatenato cinicamente ed artatamente (divide et impera!) una guerra tra poveri, mettendo i precari contro i loro colleghi di ruolo, con il tacito consenso di tutte le forze politiche di maggioranza ed opposizione, della stampa, e di tutti i sindacati della scuola. Alla faccia di tutte le periodiche raccomandazioni dell’Unione Europea e dell’OCSE che, ricordando i deficit di bilancio dei vari Stati, invitano da tempo i Paesi membri ad innalzare l’età pensionabile, anche su base volontaria, fino a 67/70 anni (In Spagna Zapatero ha proposto di innalzarla a 67 anni). 
Alla faccia di analoghe raccomandazioni fatte, di recente, a Bruxelles, dal nostro Presidente del Consiglio. Alla faccia dei consigli pressanti dati al nostro governo, anche recentemente, dal dott. Mario Draghi, governatore della Banca d’Italia e dalla dott.ssa Emma Marcegaglia, presidente di Confindustria, che hanno ancora sottolineato l’esigenza urgente di innalzare l’età pensionabile fino a 67 anni e oltre. Alla faccia dell’emendamento alla manovra economica correttiva, testè approvata dall’attuale governo, in cui si afferma la correlazione graduale dell’età pensionabile con la cosìddetta “speranza di vita”, misurabile in base agli indicatori periodicamente forniti a riguardo dall’Istat. 


Alla faccia del disegno di legge, a firma, tra gli altri, dell’on. Giuliano Cazzola (PDL), tutt’ora in discussione alla Camera, che propone l’innalzamento “sperimentale” dell’età pensionabile, oltre i 65 anni, su base volontaria. Alla faccia delle recenti dichiarazioni del ministro Brunetta rilasciate alla radio RTL. 102, in cui lo stesso affermava che “il pensionamento forzoso” era “una norma intelligente che va applicata con intelligenza”. Che cosa sta accadendo da mesi, invece, in tutt’Italia? 
Molti dirigenti scolastici, adducendo di eseguire ordini gerarchici tassativi, temendo di ricevere sanzioni disciplinari dai loro superiori, entro il 28 febbraio 2010, hanno inviato, in tutta fretta, ai loro dipendentii con 40 anni contributivi, il “preavviso di risoluzione forzosa unilaterale del rapporto di lavoro”, a decorrere dal 1° settembre 2010, imponendolo loro implacabilmente, in modo totalmente indiscriminato. In taluni casi, i dirigenti, nella loro ansia di far presto per compiacere i loro superiori, hanno pure violato gravemente le leggi vigenti, innescando centinaia di ulteriori ricorsi da parte dei dipendenti pensionati contro la loro volontà. Infatti, mentre le leggi citate danno loro la facoltà di licenziare i pubblici dipendenti con 40 anni di contributi effettivi e figurativi realmente e definitivamente pagati, con avvenuta registrazione del pagamento presso gli Uffici della Ragioneria provinciale e dell’Inpdap (inclusi il riscatto degli anni di laurea, dei servizi preruolo, dei servizi prestati all’estero, etc.), in molti casi, nonostante tali precondizioni legislative non esistessero, i dirigenti hanno ugualmente licenziato i loro dipendenti, senza prendere in considerazione tali elementi ostativi.

Ci sono state anche altre situazioni in cui, per omissioni o negligenza continuate nel tempo della P.A., pur non essendo stata definitivamente chiarita la posizione giuridica degli insegnanti da licenziare, ed essendosi, perciò, avviato (anche senza una formalizzazioine istituzionale), un contenzioso tra questi ultimi e gli uffici centrali e periferici del Miur (per esempio, conosciamo un caso in cui, in base ad atti ufficiali dell’Amministrazione Scolastica, non è chiaro se l’insegnante, oggetto del provvedimento di pensionamento, appartenga giuridicamente alla Scuola Secondaria di I o di II grado), i Dirigenti, senza porsi alcun dubbio, e senza considerare le ragioni degli interessati, li hanno licenziati ugualmente in tutta fretta, ledendo gravemente il loro diritto alla difesa giurisdizionale dei loro legittimi interessi lesi dall’Amministrazione, seppure in regime di autotutela amministrativa già avviata. 
Addirittura, in alcuni casi, vista la resistenza opposta al pensionamento coatto da insegnanti e Ata, i dirigenti hanno chiesto in modo autoritario a questi ultimi di firmare una lettera di autolicenziamento. In alcune scuole i dirigenti, dopo aver loro consegnato la lettera di “preavviso di licenziamento”, hanno inviato ai loro dipendenti una diffida scritta, con minacce di sanzioni disciplinari in caso di non ottemperanza da parte loro, nella quale li sollecitavano a compilare, con la massima urgenza, i vari moduli necessari per richiedere all’Amministrazione l’erogazione della pensione e della buonuscita a decorrere dal 1 settembre 2010. Ovviamente, in questa loro decisione ha influito sicuramente anche il fatto che essi, grazie anche ai loro sindacati, successivamente all’approvazione delle leggi nn. 133/2008 e 102/2009, sono stati esclusi dal “pensionamento forzoso”. 

D’altronde, proprio l’attuale Governo ha da pochi giorni firmato con tutte le OO.SS. della dirigenza scolastica il nuovo contratto di lavoro che attribuisce ai dirigenti un aumento stipendiale medio di 350 euro lorde mensili più gli arretrati di vacanza contrattuale dal 2006 al 2009 da riscuotere entro il mese di agosto 2010. Di converso, ha bloccato per 3 anni il rinnovo del contratto di lavoro, già scaduto, degli insegnanti e del personale Ata (aveva programmato di dar loro 20 euro lorde di aumenti mensili !), stabilendo anche che gli anni 2009/2012 non saranno validi ai fini della maturazione degli scatti stipendiali di anzianità. Per questi motivi, i dirigenti, nel licenziare il personale docente e Ata, con 40 anni di contributi, oggettivamente, hanno agito in una condizione di evidente “conflitto di interessi”. Altri Dirigenti, in base ai loro insindacabili criteri, compresi la simpatia o antipatia personali verso gli interessati (altra discriminazione) e, quindi, utilizzando, di fatto, le facoltà discrezionali propri del loro ruolo dirigenziale, le prerogative dell’autonomia scolastica e del decentramento amministrativo, escluse in modo autoritario, come abbiamo visto, dalle Note e dalla Direttiva Miur summenzionate, non hanno inviato ai loro insegnanti la lettera di “preavviso di licenziamento”. Le centinaia di ricorsi ai giudici del lavoro, promossi dai dipendenti pubblici, insegnanti e non, contro i “pensionamenti coatti”, stanno avendo risultati difformi in tutti i Tribunali italiani. 

Almeno una ventina di giudici si sono già schierati a favore della Pubblica Amministrazione, altrettanti contro (altra discriminazione verso i pubblici dipendenti !), con grande intasamento delle aule giudiziarie (come se non fossero già abbastanza ingolfate!) ed enorme spreco di risorse umane ed economiche da parte dei ricorrenti (altra ingiustizia!) e, talora, anche dello Stato, quando esso viene (e, in alcune ordinanze, già lo è stato) condannato a pagare le spese processuali.
Per non parlare, poi, della scomoda ed ambigua posizione di palese “conflitto di interessi “in cui si son venuti a trovare tutti i giudici del lavoro che si sono occupati e si stanno occupando ancora dei numerosi ricorsi avverso i pensiionamenti forzosi, visto che essi dalle leggi citate (vedi sopra) sono stati esclusi da tale provvedimento. Non sarebbe stato meglio, nella L. n. 133 /2008, e nella n. 102 /2009, invece che dire che “l’amministrazione ha la facoltà di procedere unilateralmente alla risoluzione forzosa del rapporto di lavoro”, affermare che “l’amministrazione ha la facoltà, in base alle sue esigenze organizzative ed operative, di procedere, con accordo bilaterale con gli interessati, o su base volontaria degli stessi, alla risoluzione del rapporto di lavoro dei dipendenti con 40 anni di contributi”? 

Ci sono, infatti, migliaia di dipendenti pubblici che vorrebbero andare in pensione con 40 anni ed anche meno di contributi. Ma perchè imporre a tutti di andare in pensione per forza, anche a quelli che se la sentono ancora di lavorare (per la passione che hanno sempre transfuso in questa difficile professione, per l’entusiasmo e l’amore per la cultura che hanno cercato, con impegno e fatica, spesso riuscendoci, di comunicare ai loro studenti, per continuità didattica a vantaggio delle classi loro affidate) e anche a quelli, magari monoreddito, con figli e mogli a carico, con il mutuo casa da pagare, che fanno fatica ad arrivare a fine mese (come la maggior parte delle famiglie italiane con reddito mediobasso da lavoro dipendente), ai quali 100-150 euro in più nello stipendio, rispetto alla pensione, in questa fase di grave crisi economica, aiutano un po’ a tirare avanti? 

E, poi, qual è il risparmo che lo Stato ricaverà da questa operazione? Secondo Italia Oggi ed altri quotidiani, il Tesoro risparmierebbe, su 10.000 appartenenti al personale scolastico, comprendenti anche i presidi, una cifra che si aggira, più o meno su 450.000.000 di euro l’anno. Essendo i presidi, come abbiamo visto sopra, stati esclusi dal provvedimento di pensionamento, rimarranno da pensiionare, press’a poco, 6000 docenti su un totale complessivo di 700. 000. 
Dal loro pensionamento si prevede di ricavare, ipotizzando uno stipendio medio di 1900 euro a testa, un risparmio di 148.200.000 Euro l’anno. Ma, se consideriamo che lo Stato deve pagare a costoro la pensione massima, minimo 1700 Euro a testa, esso dovrà sborsare Euro 132.600.000. Infine, attraverso l’Inpdap, il Tesoro dovrà pagare ai pensionati coatti, dal 1° settembre 2010, entro 3 mesi, la buonuscita massima. Calcolando mediamente una buonuscita di 70.000 Euro a persona, lo Stato dovrà pagare subito a 6000 docenti rottamati, una somma complessiva che si aggira sui 420.000.000 di Euro, aggravando, così, il traballante bilancio Inpdap che, in parte è finanziato da contributi statali accantonati proprio per le buonuscite e le pensioni dei pubblici dipendenti. A questo punto, qual’è il risparmio a beneficio dei conti pubblici? Irrisorio. 

L’ultima giustificazione per il “pensionamento coatto”, addotta, oltre che dalle burocrazie ministeriali, dai precari, ancora dall’opinione pubblica ed anche, in un’altra intervista alla radio RTL. 105, dallo stesso ideatore del provvedimento, il ministro Brunetta, si fonda sull’asserzione (falsa) che, mandando in pensione 6000 insegnanti (ma il problema è esteso a tutti i pubblici dipendenti) si farebbe gradualmente largo ai giovani, svecchiando l’età anagrafica di questi lavoratori della scuola. Tale tesi è facilmente confutabile. Tra gli insegnanti, per esempio, centinaia di migliaia su 700.000, che rimarranno in servizio per non avere maturato 40 anni di contributi, hanno un’età anagrafica di 60-64 anni, spesso superiore a quella dei loro colleghi rottamati a 52-59 anni che possiedono 40 anni contributivi solo perchè hanno già riscattato, a loro spese (e a loro danno!) i 4 anni di laurea, servizi pre-ruolo, servizi all’estero o in altre Amministrazioni pubbliche o aziende private (ricongiunzioni). 

Ed allora, qual è la ragione del “pensionamento coatto”? Non è individuabile. Insomma, stiamo assistendo ad un’ ennesima operazione di “macelleria sociale” o “darwinismo sociale”, da parte del governo in carica, del tutto priva di valide e coerenti motivazioni. Puro arbitrio del potere. 
Un capriccio del Principe ! E, poi, seguendo una logica di “svecchiamento anagrafico”, perchè non mandiamo in “pensione coatta” i politici (i componenti di assemblee elettive nazionali, europee e degli enti locali) o i manager pubblici (parecchi dei quali hanno raggiunto l’età di 70 anni ed oltre), a partire da 60 anni in su? 
 

Pensioni: 16.000 uscite in meno a giugno rispetto alle stime Inps

L'INPS aveva stimato per giugno 147.700 nuovi pensionamenti, a causa dell'insaprimento dei requisiti deciso nel 2009, e invece i lavoratori che sono andati in pensione sono solo 131.300.
Lo riferisce una nota dell'istituto di previdenza. Sono scappati in pensione, in numero maggiore del previsto, i lavoratori dipendenti usciti in 85.500, ben 18.000 in più dei 67.200 attesi dall'Istituto.
Sotto le stime sono stati invece gli abbandoni di commercianti artigiani e lavoratori agricoli. Erano attesi al traguardo della pensione in 80.500, ma hanno lasciato il lavoro solo in 45.900: 34.600 in meno del preventivato.

Pensioni: Convenzioni Internazionali in materia pensionistica

Sul sito dell'INPS si trova una sezione con  le informazioni relative alle Convenzioni Internazionali in materia di sicurezza sociale stipulate per garantire la tutela previdenziale dei lavoratori migranti. I contenuti sono organizzati per argomento, come segue:
Regolamenti UE e Convenzioni bilaterali:
illustra la normativa relativa ai Paesi dell'Unione Europea e ai Paesi esteri con i quali sono stati stipulati accordi bilaterali;

Prestazioni >Totalizzazione Importo: chiarisce le modalità di erogazione della prestazione in totalizzazione con la contribuzione versata nel Paese estero;

Pagamenti all'Estero: descrive la modalità con cui il pensionato può richiedere il pagamento della pensione all'Estero. Tale criterio facilita l'utente nella ricerca delle informazioni, sia che si tratti di lavoratore attivo che di pensionato, consentendogli di conoscere prima gli accordi tra Paesi che regolano le prestazioni, per poi prendere visione delle modalità di erogazione e di richiesta della prestazione.


Aumento esponenziale dei trasferimenti dei docenti

Segnalo un interessante articolo a commento della notizia, pubblicata in questi giorni su tutti i giornali, dell'aumento esponenziale dei trasferimenti dei docenti. Non è, come si potrebbe pensare, solo il desiderio pur legittimo dell'avvicinamento a casa. C'è dell'altro e questo altro, a volte, ha delle origini inquietanti.
Tornando all'aspetto trasferimenti mi chiedo per quale motivo siano così avversati. Basti pensare alla "punizione" di dieci punti del proprio punteggio d'istituto per coloro che fanno domanda che non va a buon fine. Oppure la penalizzazione, sempre del proprio punteggio, della voce "continuità didattica" in caso di trasferimento andato a buon fine.
Ecco, il grande feticcio è la "continuità didattica" eletta a grande valore a favore degli studenti. Non sono d'accordo. Un insegnante che mette le radici in un istituto è un'insegnante che perde molti stimoli importanti. Cambiare volontariamente scuola, ambiente, studenti, colleghi ecc. è una sferzata positiva che ti rimette in gioco, ti rinnova, ti fa riscoprire la bellezza dell'insegnamento, ti da l'impressione di ricominciare da capo e quindi di ringiovanire. Tutto ciò con le positive ricadute sulla didattica e sugli studenti. Non dico che si dovrebbe cambiare scuola ogni anno ma un periodo di tre anni oltre il quale non si dovrebbero subire penalizzazioni mi sembra congruo.
Oltretutto questa maggiore mobilità avrebbe certamente una ricaduta positiva in termini di pendolarismo  e quello che ne comporta, in termini di costi, traffico, inquinamento, stress ecc.
Se poi si sta bene dove si sta....tanto meglio.

Video dell' intervento di Di Pietro alla Camera sul DDL intercettazioni con testo allegato

Lectio magistralis di democrazia parlamentare dell'On. Di Pietro alla Camera sul decreto intercettazioni del 31 luglio 2010 riportato in video e con testo integrale.

Guarda il video 

Cos'è la pensione di inabilità

È una prestazione economica, erogata a domanda, in favore dei lavoratori per i quali viene accertata l’assoluta e permanente impossibilità di svolgere qualsiasi attività lavorativa.

I pensionati di inabilità possono presentare domanda per ottenere l’assegno per l’assistenza personale e continuativa.

Guarda gli approfondimenti sul sito dell'INPS
 

Proposta di legge in favore di chi vuole prolungare il lavoro oltre i 65 anni

Proposta di legge in favore di chi vuole prolungare il conto assicurativo e contributivo. In caso di prosecuzione del lavoro si pagano contributi ridotti di due terzi. E il lavoratore per il periodo in più ha diritto a una minisupplementare rapportata ai versamenti ridotti.
E’opportuno che si possa andare in pensione superando la barriera dei 65 anni. I lavoratori devono avere il diritto di optare per continuare a lavorare oltre i limiti del collocamento a riposo. Lo sostiene la proposta di legge i cui primi firmatari sono l’on. Giuliano Cazzola per la Camera e il sen. Pietro Ichino per il Senato. Proposta firmata da parlamentari di maggioranza e opposizione. Scopo dell’intervento: consentire un  ulteriore permanenza al lavoro per due anni. Sulla scorta di quanto è previsto nel settore pubblico.
Attività senza limiti.
La prosecuzione dell’attività lavorativa oltre il compimento del sessantacinquesimo anno è disciplinata in termini diversi nel settore privato. In tale ambito, infatti, al raggiungimento dell’età per il collocamento al riposo (65 anni di età per gli uomini), il rapporto di lavoro non cessa automaticamente, in quanto il lavoratore può, con il consenso del datore di lavoro e fino a quando esso permane, proseguire nella propria attività.
Il datore di lavoro, infatti, può recedere ad nutum (ossia senza giusta causa o giustificato motivo e, quindi,
senza le tutele previste dallo Statuto dei lavoratori) dal rapporto di lavoro.
Diversamente dal settore pubblico, tuttavia, il rapporto di lavoro può proseguire anche oltre un biennio. In altri termini, se nel settore pubblico (escludendo magistrati e professori universitari) non è in nessun caso consentito di prolungare l’attività lavorativa oltre il compimento del sessantasettesimo anno di età, nel settore privato è possibile prolungare l’attività lavorativa senza limiti di età con il consenso del datore di lavoro.
Tre proposte.
La proposta di legge, composta di due articoli, interviene attraverso modifiche all’articolo 4 della legge n.108 del 1990, introducendotre nuovi commi.

A – E’ previsto, in via sperimentale per un triennio, che il lavoratore debba comunicare al datore di lavoro la propria decisione di prolungare l’attività lavorativa con congruo anticipo (sei mesi).

B – E’ prevista la riduzione di due terzi dell’obbligo contributivo relativo all’assicurazione pensionistica generale obbligatoria per l’invalidità, la vecchiaia ed i superstiti, nonché alle forme sostitutive della medesima. La contribuzione ridotta è destinata a produrre produrre la provvista necessaria per una pensione supplementare, che si aggiungerà alla pensione principale maturata fino alla data originariamente prevista per il collocamento a riposo.

C – E’ previsto che, quando si tratti di rapporto di lavoro di diritto privato, decorso il termine originariamente previsto per il collocamento in quiescenza, il datore di lavoro abbia la facoltà di risolvere il rapporto di lavoro per soppressione del posto o per sostituzione con altro lavoratore o per altro motivo di natura economica od organizzativa, corrispondendogli – in aggiunta al trattamento di fine rapporto – un’indennità di risoluzione del rapporto di lavoro pari al 25 per cento di una mensilità dell’ultima retribuzione lorda per ogni anno di anzianità di servizio del lavoratore o frazione di anno superiore a sei mesi, fino a un massimo di due mensilità. Decorso un biennio dal termine originariamente previsto per il collocamento in quiescenza, l’indennità prevista nel caso di risoluzione del rapporto di lavoro non è più dovuta e si torna al regime di risoluzione del rapporto senza altro onere se non quello del preavviso, rimanendo a sostegno della continuazione del rapporto soltanto l’incentivo economico costituito dalla riduzione dell’onerecontributivo.
Tutti contenti? Il nuovo regime così delineato appare bilanciare in modo adeguato gli interessi di tutte le parti coinvolte, configurando anche un risparmio per il bilancio pubblico. Il lavoratore che intende posticipare il pensionamento può, proseguendo nell’attività lavorativa, godere di un trattamento economico superiore a
quello che percepirebbe se andasse subito in pensione.
Il datore di lavoro può continuare ad avvalersi dell’opera di lavoratori con un elevato livello di esperienza a costi più contenuti, in virtù della riduzione del carico contributivo.Per quanto concerne l’erario, infine, il rinvio del trattamento pensionistico si risolve in un risparmio netto sul piano economico.


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I diritti dei genitori quando arriva un figlio o quando si ha un handicap in casa

Opuscolo dell'INPDAP riguardante la normativa per i permessi di congedo per le mamme ed i papà prima, durante e dopo il parto. Inoltre congedi parentali prolungati in caso di malattia o handicap grave.

Guarda l'opuscolo

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La Previdenza complementare del Pubblico Impiego

Fondi esistenti, Fondi in arrivo, conviene, non conviene? Un interessante opuscolo dell’Inpdap tenta di dare una risposta esauriente alla domanda che tutti gli impiegati pubblici si pongono.

Guarda l'opuscolo

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Riforma Brunetta della Pubblica Amministrazione

E' nato il sito per aiutare a conoscere la riforma della PA. Consente di seguirne le varie fasi e di sapere a che punto è arrivata. permette anche di partecipare al dibattito che sta crescendo su tutti i temi della riforma.

Vai al sito della riforma

Le assenze per malattia nell'impiego pubblico

Documento chiarificatore sul "cosa fare in caso di malattia" dell'INPDAP

- Cosa fare in caso di malattia
- Il certificato medico
- Visite di controllo
- Le sanzioni disciplinari
- Ferie e congedi parentali
- Conservazione del posto di lavoro
- La retribuzione
- Pensione e buonuscita

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Come si calcolano le pensioni INPDAP

Finalmente un documento chiarificatore che spiega in modo chiaro ed esauriente il calcolo della pensione INPDAP nelle sue tre forme:
- Sistema Retributivo
- Sistema Contributivo
- Sistema Misto

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Nei primi 6 mesi 2010 il Tfr doppia i fondi pensione

Il primo semestre del 2010 si è chiuso sottotono per i fondi pensione di categoria. Infatti, secondo i dati eleborati da Assofondipensione, il risultato medio dei negoziali è stato del +0,6%, contro il +1,3% registrato dalla rivalutazione del Tfr. Ovviamente si parla della performance media; i risultati vanno dal +3,1% del bilanciato di Solidarietà Veneto al -2,7% del bilanciato-azionario di Fonchim. Le tensioni che hanno segnato i mercati finanziari innescate dall’esplosione della crisi greca e dal debito sovrano nell’Eurozona hanno pesato non poco. Tuttavia il 77% dei comparti ha ottenuto rendimenti positivi e il 53% ha battuto il proprio benchmark di riferimento.

L’orizzonte temporale fa la differenza

L’investimento previdenziale, si sa, guarda al lungo periodo. Per questo è importante analizzare diversi orizzonti temporali. Secondo le statistiche di Assofondipensione, negli ultimi 5 anni (dal 30 giugno 2005 al 30 giugno 2010) i comparti negoziali hanno offerto un rendimento medio composto del 2,1%, leggermente superiora al 2% del Tfr.
Le cose cambiano ancora se si allarga ulteriormente lo sguardo. Fra il primo gennaio 2000 e il 30 giugno 2010, tutti i comparti già esistenti all’inizio del periodo (prevalentemente bilanciati) hanno segnato una performance inferiore al +33% registrato dalla rivalutazione del Tfr (il migliore è stato il fondo dei metalmeccanici Cometa con un risultato leggermente superiore al 30%); il conteggio è stato fatto senza contare il contributo aziendale per i lavoratori che scelgono la previdenza complementare.

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A proposito di pensioni: la fatwa di Beppe Grillo ai parlamentari

La Scuola non è uno stipendificio? Ma anche il Parlamento non dovrebbe essere un pensionificio, invece lo è.
Guardatevi il video sulla maledizione (fatwa) lanciata da Beppe Grillo ai Parlamentari che dopo solo 2 anni e mezzo hanno diritto alla pensione (l'inizio è un po' noioso ma il finale è tutto da vedere).

POLITIKRON, il gioco dell'estate: conosci i politici di ieri? Mettiti alla prova

Sei sicuro di conoscere i maggiori protagonisti della politica italiana del secolo scorso? Su politikron trovi un gioco per metterti alla prova.

Vai a politikon

Governi del Regno d'Italia dal 1848 al 1946

Governi del Regno d'Italia dal 1848 al 1946, utile materiale didattico

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I nuovi percorsi liceali

Dal 26/05/2010 sono disponibili la stesura definitiva delle Indicazioni Nazionali e i percorsi liceali che comprendono la nota introduttiva, il profilo generale, il profilo specifico del percorso, il quadro orario e le Indicazioni di ciascuna disciplina.


Scarica il documento completo delle Indicazioni nazionali

I percorsi liceali

Liceo Artistico

indirizzo Arti Figurative

indirizzo Architettura e Ambiente

indirizzo Design

indirizzo Audiovisivo e Multimediale

indirizzo Grafica

indirizzo Scenografia

Liceo Classico

Liceo classico

Liceo Linguistico

Liceo linguistico

Liceo Musicale e Coreutico

sezione Musicale

sezione Coreutica

Liceo delle Scienze Umane

Liceo delle scienze umane

Liceo delle scienze umane - opzione Economico Sociale

Liceo Scientifico

Liceo scientifico

Liceo scientifico - opzione Scienze Applicate 

A proposito di merito, ecco come questo governo lo premia

Il ministro Brambilla mette ai vertici dell'Aci tre manager che si sono fatti da soli. Uno è il suo fidanzato, il secondo è il figlio di La Russa e il terzo è il pargolo del consulente berlusconiano Bruno Ermolli.

Trovare lavoro ai giovani e valorizzare i loro talenti è una missione nobile e importante: basta con questo Paese dominato dagli ultrasettantenni. E nessuno meglio di Maria Vittoria Brambilla - una vita a sgambettare nelle discoteche prima di diventare misteriosamente ministro - è consapevole dell'esigenza di un ricambio generazionale in questo Paese.
Avendo preso molto sul serio questo suo impegno, la signora Brambilla ha appena trovato lavoro a due giovani - non ragazzini, ma insomma under 40 - molto bravi e promettenti. Uno si chiama Massimiliano, ha 38 anni ed è un simpatico ragazzo che ama le camicie rosa e le cravatte azzurre, già noto negli ambienti accademici internazionali per essere stato fidanzato con Cristina Dal Basso del Grande Fratello, accanto alla quale è apparsa sulle pagine del settimanale "Chi".

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Indagine 2010 sui Social Network: report geo demografico e per traffico

Analisi molto dettagliata dei principali social network in un report pubblicato da Ignite social media.

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Il Miur deve risarcire lo studente che si fa male durante l'ora di educazione fisica

Una sentenza della Corte di Cassazione ha di fatto dichiarato il ministero dell’Istruzione responsabile di tutti quei casi in cui uno studente subisce delle lesioni a seguito di un esercizio attuato senza le adeguate precauzioni: per la scuola c’è l'obbligo “di vigilare sulla sicurezza e sull'incolumità” degli allievi nel tempo in cui fruiscono “della prestazione scolastica in tutte le sue espressioni”.
"Tra insegnante e allievo si instaura, per contatto sociale, un rapporto giuridico nell'ambito del quale il primo assume, nel quadro del complessivo obbligo di istruire ed educare, anche uno specifico obbligo di protezione e vigilanza, onde evitare che l'alunno si procuri da solo un danno alla persona": a sostenerlo è la Corte di Cassazione, che con la sentenza 9325 del 20 aprile ha di fatto dichiarato il ministero dell’Istruzione responsabile di tutti quei casi in cui uno studente subisce delle lesioni a seguito di un esercizio di educazione fisica attuato senza le adeguate precauzioni.

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Gli alunni della scuola materna non devono mai andare in bagno da soli

Con la sentenza n. 9906 la Cassazione ha stabilito che una maestra non può accompagnare i piccoli e tornare subito in classe: se sopravviene un incidente, come quello accaduto alla bimba di 3 anni di una scuola materna di Sava, in provincia di Lecce, feritasi gravemente all’occhio per la rottura della catenella del water, la scuola (e di conseguenza il Miur che dovrà risarcire la famiglia) è sempre responsabile.

Una sentenza sulle responsabilità scolastiche che farà tremare più di un docente. In particolare quelli della scuola dell’infanzia, dove la gestione dei bimbi da tre e sei anni può a volte risultare davvero complicata. Come nel caso di una scuola materna di Sava, in provincia di Lecce, dove una bimba di 3 anni si era procurata un danno all’occhio mentre si trovava in bagno: a provocare l’incidente era stato il gancio delle catenella del water, evidentemente non del tutto assicurato.

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“La Prof. non è degna di mio figlio” e la Cassazione la condanna per ingiuria

Secondo gli ermellini usando certe parole si sconfina “nell'area della denigrazione” perché si imputa alla docente “un comportamento gravemente inosservante dei suoi obblighi”: con la sentenza n. 21264 hanno così confermato la condanna. E determinato un precedente importante. Ma solo in rari casi gi insegnanti ricorrono al Tribunale.
Nel bocciare mio figlio ha "sapientemente" dimenticato di tenere conto dei "progressi del ragazzo: lei non è degna di avere un alunno come Federico". Non è andata per il sottile una mamma di Formia, rivolgendosi per iscritto all’insegnante del figlio, dopo aver appreso della bocciatura di quest’ultimo. La docente non l’ha presa bene. E rivolgendosi al Tribunale delle Repubblica, di Latina, ha avuto giustizia poiché quel gesto è stato ritenuto denigratorio. La mamma ha fatto ricorso, sostenendo che nella lettera non erano contenute offese alla persona, ma solo critiche costruttive nei confronti del suo operato. La Cassazione, qualche giorno fa con la sentenza n. 21264, ha ribadito l’orientamento dei giudici di primo grado confermando la condanna per ingiuria: secondo gli ermellini la lettera non si sarebbe infatti limitata ad una libera espressine civile, ma è sconfinata “nell'area della denigrazione e dell'attribuzione alla docente di un comportamento gravemente inosservante dei suoi obblighi”. Per la Cassazione l’uso di quelle parole “esprime dispregio e offesa alla dignità personale e professionale dell'insegnante, trattata come persona di spessore umano e culturale inferiore a quello dell'allievo”. In poche parole si sarebbe superato il lecito "esercizio del diritto di critica".

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A proposito di incentivi ai docenti "meritevoli"

Il ministro Gelmini è tornata sugli annunciati aumenti agli insegnanti. Il ministro ha specificato che incentiverà solo "quelli bravi" e che verranno sanciti attraverso un progetto contenuto in un disegno di legge pronto per l`autunno: il ddl, almeno nelle intenzioni del primo inquilino del Miur, dovrebbe rivoluzionare la scuola. Tanto che, sempre secondo il ministro, si tratterà della "riforma delle riforme". Gelmini ha anche reso pubblica la quota complessiva dei beneficiari (individuati attraverso apposite commissioni) dell’incremento di stipendio: riguarderà “120-150.000 insegnanti italiani, circa il 30-40 per cento del totale”, debitamente selezionati grazie all’operato di “apposite commissioni”.

Anche questo secondo argomento toccato dal ministro merita qualche riflessione. La prima è meramente numerica: essendo i docenti della scuola italiana circa 800.000, la quota indicata (120-150.000) appare dimezzata rispetto al 30-40 per cento, che infatti corrisponde ad una quota che varia tra i 240.000 ed i 300.000 insegnanti. La seconda riflessione è relativa al fatto che sono passati quasi 20 mesi da quando il ministro Gelmini, durante la trasmissione “Porta a Porta”, rese nota l’intenzione di voler introdurre il modello premiante: un modello che avrebbe dovuto auto-finanziarsi trattenendo nella scuola circa un terzo dei risparmi ottenuti dalle Finanziarie tagli-posti e che avrebbe portato nelle tasche dei docenti più bravi e qualificati tra i 5 e i 7 mila euro lordi. I premi, aveva assicurato nell’occasione Gelmini, scatteranno gradualmente "già a partire dal 2010-2011”. Ora, se la promesse deve essere mantenuta, sarà importante che la macchina organizzativa dell’amministrazione si muova in fretta: a meno che non si vogliano introdurre le modalità di premio ad anno scolastico già avviato (cambiando così in corsa le regole del “gioco”), i tempi per l’introduzione degli incentivi appaiono davvero stretti.
 

La raccolta delle norme che hanno cambiato la scuola con la riforma Gelmini

Pensiamo di rendere un servizio utile al lettore pubblicando la raccolta delle disposizioni più importanti, emanate dal ministro Mariastella Gelmini, che hanno trasformato tutta la scuola italiana: dalla revisione dell’assetto ordinamentale della scuola dell’infanzia e del primo ciclo a quella dell’assetto organizzativo dei licei passando per gli istituti tecnici e professionali. Rivista anche la valutazione degli alunni.
Di seguito è possibile visionare, una per una, le norme, i regolamenti e gli schemi di regolamento che hanno trasformato la scuola italiana e che sono in parte attuativi dell’art. 64 della legge n. 133/2008 e della legge n. 169/2008.
Legge n. 133 del 6 agosto 2008; - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, recante disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria;
Schema decreto interministeriale del 20 settembre 2008 - Schema di piano programmatico del Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze di cui all’art. 64 del decreto legge 25 giugno 2008, n. 112 convertito dalla legge 6 agosto 2008, n. 133;
Legge n. 169 del 30 ottobre 2008; - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 1° settembre 2008, n. 137, recante disposizioni urgenti in materia di istruzione e università;
Decreto del Presidente della Repubblica n. 89 del 20 marzo 2009 - Revisione dell'assetto ordinamentale, organizzativo e didattico della scuola dell'infanzia e del primo ciclo di istruzione ai sensi dell'articolo 64, comma 4, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133;




Il governo approva il contratto dei dirigenti scolastici

Via libera dal Consiglio del Ministri del 24 giugno. Adesso si aspetta la registrazione alla Corte dei Conti. I nuovi stipendi arriveranno a ottobre: 350 euro di aumenti e 11mila di arretrati.
Via libera del Governo al contratto di lavoro dei dirigenti scolastici: lo ha deciso il Consiglio dei Ministri nel corso della seduta del 24 giugno autorizzando il ministro Renato a Brunetta ad esprimere il parere favorevole sulla ipotesi di accordo sottoscritta un mese fa da Aran e sindacati.

Appena ricevuto l’ok del Governo l’Aran ha provveduto a trasmettere contratto e relativa relazione tecnica alla Corte dei conti che avrà adesso tempo 15 giorni per pronunciarsi.
Subito dopo la pronuncia della magistratura contabile il contratto dovrà essere definitivamente firmato dalle parti: si prevede che questo ultimo adempimento possa arrivare entro la fine di luglio.
Le Direzioni provinciali del Tesoro, che provvedono alla liquidazione degli stipendi, dovranno poi adeguare le retribuzioni entro i successivi 30 giorni.
In concreto i 10mila dirigenti scolastici italiani avranno il nuovo stipendio a partire dal mese di ottobre.
Gli aumenti si aggirano sui 350 euro lordi mensili (la somma comprende però qualche decina di euro di indennità vacanza contrattuale già erogata in precedenza).
Con lo stipendio di ottobre verranno liquidati anche gli arretrati contrattuali (11mila euro circa che - detratti oneri sociali e fiscali - diventeranno 6mila netti).

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Proposta di legge della lega nord sul reclutamento del personale docente della scuola

Segnalo in allegato un interessante articolo tratto da ScuolaOggi di Osvaldo Roman che ci informa dettagliatamente su quanto la Lega Nord vorrebbe mettere in cantiere per arrivare a definire organici regionali "puri" Se pensavamo di aver toccato il fondo....il fondo è ancora lontano e orrido!....Ma SI PUO' EVITARE!!!

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Blocco degli scatti, Tremonti ci ripensa?

Marcia indietro del governo sul blocco degli scatti stipendiali degli insegnanti? Sembra proprio di sì. Lo ha annunciato, durante un incontro con i sindacati della scuola, lo stesso ministro dell'Economia, Giulio Tremonti. "Una quota dei risparmi provenienti dal blocco nella scuola, destinata al miglioramento delle scuole e al personale - ha annunciato Tremonti - può essere destinata ai docenti". Una presa di posizione che fa tirare un sospiro di sollievo ai circa 700 mila insegnanti italiani, per i quali il contratto della scuola prevede scatti stipendiali automatici ogni sei anni che la manovra Finanziaria appena approvata congela per tre anni..

All'incontro erano presenti Cisl e Uil scuola, Gilda degli insegnanti e Snals che da tempo pressano per una soluzione al problema. E che, a questo punto, considerano le dichiarazione di Tremonti una vittoria. "Va bene - ha spiegato l'inquilino di via XX Settembre - applicare il congelamento ma non possiamo bloccare due cose: noi pensiamo che il 30 per cento sia fuori dal congelamento". E "non c'è un'eccezione - ha proseguito il ministro - ma la conservazione di un meccanismo che fa parte dei contratti, si tratta di un oggetto acquisito che non può essere tolto in modo retroattivo e che contiene un valore. Parte dei risparmi può essere acquisita e gestita ma vanno fatte delle verifiche, in base alle quali una parte può essere utilizzata".

"L'azione di un sindacato - dichiara Francesco Scrima, leader della Cisl scuola - si giudica dai risultati che produce: l'impegno assunto dal Governo di modificare la manovra finanziaria in modo da rendere possibile il mantenimento delle progressioni di anzianità previste dal contratto scuola vigente dimostra che la Cisl, percorrendo in piena autonomia la via del confronto e del negoziato, ha fatto la scelta giusta e ha agito bene". Una frecciatina alla Flc Cgil che risponde conil suo segretario Mimmo Pantaleo. "La coerenza non è una variabile indipendente nei comportamenti delle organizzazioni, comprese quelle sindacali. Non si può dichiarare prima che la manovra è equa e poi chiedere modifiche quando le proteste dei lavoratori ti impongono di farlo", risponde Pantaleo. "Si è preso finalmente atto della giustezza delle nostre rivendicazioni - aggiunge Massimo Di Menna della Uil scuola - la chiarezza e la concretezza delle nostre iniziative, in sintonia con l'azione confederale, cominciano a dare i primi frutti".


Bruno Benelli: Pensioni e finestre ecco la bussola per orientarsi

Nuove e più restrittive finestre ad personam, stretta sulle pensioni di invalidità civile, sotto torchio il pubblico impiego sul versante degli stipendi e sul pagamento a spizzichi e bocconi del trattamento di fine rapporto. È tanta la carne che il decreto legge 78 del 31 maggio ha messo sulla bollente griglia della riforma previdenziale. E che ha creato malumori e preoccupazioni in tutti i lavoratori, specie in quelli che sono prossimi al pensionamento.

Le nuove finestre

Le attuali finestre fatte a blocchi di quattro e sei mesi vanno in soffitta. Dal prossimo anno nasce la finestra personale: si va in pensione 12 mesi dopo quello in cui sono stati raggiunti i requisiti per il diritto. Per i lavoratori autonomi il ritardo sale a 18 mesi. Esempio: se il sig. Rossi maturerà i requisiti afebbraio 2011, la pensione sarà sua da marzo 2012 (se dipendente) e da agosto 2012 (se autonomo o parasubordinato). E questo vale per le pensioni di invalidità e vecchiaia. Sono fuori dal sistema le pensioni ai superstiti e quelle di invalidità.

La scuola

Nessuna modifica per la scuola: si continuerà ad andare in pensione una sola volta l’anno, il 1° settembre ( 1° novembre per le accademie di danza, musica, conservatori, università, ecc.). E continua a valere l’agevolazione secondo cui i requisiti per il pensionamento possono essere raggiunti anche dopo l’uscita dalla scuola, ma in ogni caso entro il 31 dicembre dello stesso anno.

Cos'è Erasmus?

Il Programma settoriale Erasmus risponde alle esigenze didattiche e di apprendimento di tutte le persone coinvolte nell’istruzione superiore di tipo formale e nell’istruzione e formazione professionali di terzo livello, nonché degli istituti e delle organizzazioni che sono preposti a questo tipo di istruzione e formazione o lo agevolano nei Paesi partecipanti.

Gli Istituti di istruzione superiore eleggibili interessati a partecipare devono essere in possesso della Carta Universitaria Erasmus (EUC) (leggi il documento), che può essere:


standard e estesa (nel caso in cui si voglia realizzare anche mobilità studenti per tirocini)

estesa (nel caso in cui si voglia realizzare solo mobilità studenti per tirocini)

Obiettivi specifici

•sostenere la realizzazione di uno spazio europeo dell’istruzione superiore

•rafforzare il contributo fornito dall’istruzione superiore e dall’istruzione professionale avanzata al processo di innovazione

Obiettivi operativi

•migliorare la qualità e aumentare il volume della mobilità di studenti e personale docente in tutta Europa, in modo da raggiungere la partecipazione di almeno tre milioni di studenti entro il 2012

•migliorare la qualità ed incrementare la cooperazione multilaterale tra gli istituti di istruzione superiore e tra questi ultimi e le imprese

•accrescere il livello di trasparenza e compatibilità tra le qualifiche dell’istruzione superiore e dell’istruzione professionale avanzata conseguite in Europa

•favorire lo sviluppo di prassi innovative nell'istruzione e nella formazione a livello terziario nonché il loro trasferimento da un Paese partecipante ad altri

•promuovere lo sviluppo, nel campo dell'apprendimento permanente, di contenuti, servizi, soluzioni pedagogiche e prassi innovativi basati sulle TIC (Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione)

Le azioni previste

Azioni decentrate – Procedura AN

(il cui ciclo di vita dei progetti è gestito interamente dall’Agenzia Nazionale LLP):

Mobilità studenti (SMS/SMP)




Azioni centralizzate – Procedura COM

(il cui ciclo di vita dei progetti è gestito interamente dalla Commissione Europea tramite l’Agenzia Esecutiva):




Destinatari

•studenti e persone in formazione che seguono un qualsiasi tipo di istruzione e formazione terziaria

•Istituti di istruzione superiore indicati dagli Stati membri

•personale docente, formatori e altro personale di tali istituti

•associazioni e rappresentanti dei soggetti coinvolti nell’istruzione superiore, comprese le associazioni degli studenti, delle università e degli insegnanti/formatori

•imprese, parti sociali e altri rappresentanti del mondo del lavoro

•organismi pubblici e privati, comprese le organizzazioni senza scopo di lucro e le ONG, responsabili dell’organizzazione e dell’erogazione dell’istruzione e della formazione a livello locale, regionale e nazionale

•centri e istituti di ricerca che si occupano delle tematiche dell’apprendimento permanente

•organismi che forniscono servizi di orientamento, consulenza e informazione relativi a qualsivoglia aspetto dell’apprendimento permanente

Le novità rispetto al Socrates II:

•Tirocini (Student Placement) degli studenti presso imprese, centri di formazione, centri di ricerca ed altre organizzazioni

•Formazione di personale docente e non docente presso Istituti di istruzione superiore e imprese (Staff Training)

•Riduzione del periodo minimo di mobilità docenti a 5 ore di docenza

•Riduzione del periodo massimo di mobilità docenti a 6 settimane

•Gestione degli IP (Intensive Programme) da parte dell’Agenzia Nazionale LLP

•Tre nuove tipologie di Progetti multilaterali:

◦Cooperazione tra università ed imprese

◦Modernizzazione dell’istruzione superiore

◦Campus virtuali

•Partecipazione dei consorzi alla mobilità degli studenti SM - Placement

Infokit Erasmus e Jean Monnet

E' possibile consultare l'Infokit Erasmus e Jean Monnet messo a disposizione dall'Agenzia Esecutiva e riportante tutte le novità per l'Istruzione Superiore.

Sviluppi dell'Istruzione superiore nel sistema italiano:



(Marzo 2007)

Cos'è Comenius?

Il programma settoriale Comenius riguarda tutto l'arco dell'istruzione scolastica, dalla scuola dell'infanzia fino al termine degli studi secondari superiori: risponde alle esigenze didattiche e di apprendimento di tutte le persone, gli istituti e le organizzazioni coinvolte in questo tipo di istruzione.

Obiettivi specifici

- Sviluppare la conoscenza e la comprensione della diversità culturale e linguistica europea e del suo valore

- Aiutare i giovani ad acquisire le competenze di base necessarie per la vita e le competenze necessarie ai fini dello sviluppo personale, dell'occupazione e della cittadinanza europea attiva.

Gli obiettivi operativi del programma sono i seguenti:

•migliorare la qualità e aumentare il volume della mobilità degli scambi di allievi e personale docente nei vari Stati membri

•migliorare la qualità e aumentare il volume dei partenariati tra istituti scolastici di vari Stati membri, in modo da coinvolgere in attività educative congiunte almeno 3 milioni di allievi nel corso della durata del programma

•incoraggiare l'apprendimento delle lingue straniere moderne

•promuovere lo sviluppo, nel campo dell'apprendimento permanente, di contenuti, servizi, soluzioni pedagogiche e prassi innovative basati sulle TIC

•migliorare la qualità e la dimensione europea della formazione degli insegnanti

•migliorare le metodologie pedagogiche e la gestione scolastica.

Le attività previste


rientrano in questa attività gli scambi di alunni e personale della scuola, la mobilità individuale degli alunni, l'assistentato per futuri insegnanti, la possibilità per il personale docente di effettuare tirocini presso istituti scolastici o imprese, la formazione in servizio per il personale docente e le visite preparatorie per mobilità, partenariati, progetti o reti.


Rientrano in questa attività i progetti di cooperazione scolastica bilaterali e multilaterali e i partenariati Comenius Regio.

(azione centralizzata gestita dall'Agenzia Esecutiva)

(azione centralizzata gestita dall'Agenzia Esecutiva)


e altre iniziative volte a promuovere gli obiettivi del programma Comenius


fonte: LLP 


La mobilità nella formazione dei docenti in Europa 2009

Questa ricerca, commissionata dalla Direzione Generale per gli Affari Internazionali del MIUR all’Unità italiana di Eurydice e all’Ufficio Comenius dell’Agenzia LLP offre un’analisi comparativa tra il quadro normativo di riferimento comunitario e le politiche settoriali volte a favorire la mobilità, messe in atto nei paesi europei, con uno sguardo specifico alla situazione italiana.
In particolare, gli aspetti che sono stati esaminati nel quadro normativo dei vari paesi dell’Unione Europea sono quelli relativi al ruolo e all’importanza accordati dalla legislazione alla mobilità transnazionale dei docenti in servizio e in formazione iniziale.
La ricerca si è concentrata anche sulle modalità di svolgimento della formazione all’estero e sul suo riconoscimento. Si è cercato, inoltre, di capire quali siano i principali ostacoli alla mobilità e se i vari Stati membri abbiano messo in atto misure volte al loro superamento.
Infine, nella seconda parte, la ricerca si è concentrata sull’analisi delle opportunità di mobilità offerte ai docenti italiani dal sottoprogramma Comenius, all’interno del Programma Socrates, prima, e del Programma d'azione comunitaria nel campo dell'apprendimento permanente, o Lifelong Learning Programme (LLP), dopo.


L'integrazione scolastica dei bambini immigrati in Europa

Misure per favorire :


– la comunicazione con le famiglie immigrate

– l’insegnamento della lingua d'origine dei bambini immigrati

Guarda la Guida in pdf

Il sistema scolastico Svedese

Guarda l'organizzazione del sistema scolastico in Svezia