La norma dedicata ai 350 mila studenti italiani affetti da dislessia e discalculia è stata voluta da tutto il Parlamento, senza distinzione tra maggioranza e opposizione. Tra le novità introdotte: diritto a una diagnosi precoce, piani didattici personalizzati, dispensazione da alcune attività e utilizzo di strumenti tecnologici. Rosabianca Leo, presidente dell'Aid: "Il testo è salto di qualità rispetto al passato, ma siamo solo all'inizio di un percorso che dovrà essere avviato con le scuole"
Vita nuova a scuola per i 350 mila studenti italiani affetti da Disturbi specifici dell'apprendimento (Dsa) come la dislessia o la discalculia. Il 29 settembre è stata varata una legge ad hoc che riconosce questi disturbi e stimola la scuola a individuarli precocemente definendo i luoghi e le tappe del percorso diagnostico-formativo attraverso l'utilizzo di strumenti dispensativi e compensativi. La legge e i suoi obiettivi sono stati presentati ieri al Senato dall'Associazione italiana dislessia (Aid), insieme ai presidenti delle commissioni Istruzione del Senato, Guido Possa, e della Camera, Valentina Aprea. Con loro, altri parlamentari di maggioranza e opposizione della commissione Istruzione pubblica e Beni culturali del Senato, Franco Asciutti e Vittoria Franco, e Manuela Ghizzoni, della commissione Cultura, scienza e istruzione della Camera, a testimonianza di una legge voluta da tutto il Parlamento.
"Sono soddisfatta, anche come genitore, perché questa legge riconosce finalmente dopo tante battaglie l'esistenza della dislessia e di altri disturbi specifici di apprendimento stimolando la scuola a individuarli precocemente e definendo i luoghi del percorso diagnostico e didattico", ha affermato Rosabianca Leo, presidente Aid, rivolgendo un particolare ringraziamento alla Fondazione Telecom Italia, "partner della nostra Associazione, che ci ha assicurato nel portare avanti importanti iniziative di formazione, informazione e supporto agli studenti anche in assenza di questa norma". La presidente dell'Aid ha quindi spiegato che il tavolo di lavoro con il ministero dell'Istruzione in merito alle linee guida sulla legge è già stato aperto. "Certo - ha sottolineato Leo - siamo solo all'inizio di un percorso che dovrà essere avviato con le scuole, soprattutto sul tema della formazione dei dirigenti scolastici e le strutture del Servizio sanitario nazionale. Il testo è certamente un salto di qualità rispetto al passato, ma va migliorato sia sotto l'aspetto della valutazione sulla sua effettiva applicazione sia con l'inserimento di sanzioni per chi non rispetta la normativa".
Ma torniamo alla legge. Diritto ad una diagnosi precoce, piani didattici personalizzati, dispensazione da alcune attività (come ad esempio scrivere alla lavagna o leggere a voce alta) e utilizzo di strumenti tecnologici (videoscrittura, calcolatrice e computer) di sostegno. Sono solo alcune delle novità introdotte dalla nuova normativa. Una battaglia lunga, che ha visto protagonista l'Aid e che eviterà ai ragazzi affetti da Dsa che le problematiche connesse ai loro disturbi possano essere una condizione di svantaggio nel corso della loro vita. Una legge che va incontro alle esigenze dei bambini e delle famiglie, per cui sono previste anche norme per ottenere orari di lavoro flessibili. Per avviare le nuove disposizioni è previsto un finanziamento di 2 milioni di euro complessivi per gli anni 2010-2011 per la preparazione degli insegnanti e dei dirigenti scolastici. Inoltre, qualora non sia disponibile effettuare diagnosi presso le strutture del Sistema sanitario nazionale, la legge dà la possibilità di effettuarle presso strutture accreditate.
Entro quattro mesi dall'approvazione dovranno poi essere approntate le linee guida da parte del ministero dell'Istruzione e l'Aid ha già formulato una proposta sui Piani didattici personalizzati già promossa da Aid per mezzo del suo servizio di assistenza denominato Help-line, al quale sempre più genitori, scuole ed insegnanti si rivolgono in cerca di aiuto. In Italia infatti sono circa 350mila gli studenti tra i 6 e i 19 anni (il 4-5% degli alunni) affetti da Dsa. Le scuole e i docenti avranno un ruolo fondamentale. A loro, infatti, il compito di elaborare i Piani didattici personalizzati (Pdp). L'obiettivo del Pdp è permettere una buona/migliore qualità di vita ad ogni studente e studentessa con Dsa, dando loro la possibilità di "imparare" nel rispetto delle proprie caratteristiche. È quindi un piano "didattico" e personalizzato, perché i docenti delle diverse discipline, lavorando in "squadra", dovranno considerare i punti di forza del proprio alunno e i suoi bisogni particolari, cioè personalizzarlo rispetto alle necessità del ragazzo. Ad elaborare i Piani sarà un team dei docenti o il consiglio di classe, anche attraverso una fase preparatoria d'incontro e di dialogo tra docenti, famiglia e specialisti nel rispetto dei reciproci ruoli e competenze.