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Insegnanti: schema di regolamento per la formazione iniziale

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Lo schema di regolamento in materia di formazione iniziale degli insegnanti della scuola dell’infanzia, primaria e secondaria di I e II grado (Atto 205) , dà seguito all’art. 2, c. 416, della L. finanziaria 2008 (L. 244/2007), ma in coerenza con le previsioni del piano programmatico di interventi adottato sulla base dell’art. 64 del D.L. 112/2008 (v. Riorganizzazione della scuola ).

La relazione introduttiva evidenzia che l’esigenza di intervenire deriva dai risultati non buoni conseguiti dalla scuola italiana, in occasione di ricerche nazionali e internazionali, per le conoscenze disciplinari, in particolare linguistiche e di scienze matematiche, fisiche e naturali. Occorre, quindi, puntare ad un rafforzamento delle conoscenze disciplinari e allo sviluppo di capacità didattiche, psico-pedagogiche, organizzative, relazionali e comunicative, affinché l’insegnante sia capace di orientarsi a seconda delle diverse fasce di età degli studenti e possa individuare le modalità educative adatte a promuovere il successo scolastico.

L’accesso ai nuovi percorsi formativi è a numero programmato e prevede il superamento di una prova. Il numero dei posti annualmente disponibili è determinato sulla base della programmazione del fabbisogno di personale docente nelle scuole statali maggiorato nel limite del 30% in relazione al fabbisogno dell’intero sistema nazionale di istruzione (costituito da scuole statali e paritarie).

Il percorso per insegnare nella scuola dell’infanzia e nella scuola primaria si articola in un corso di laurea magistrale quinquennale a ciclo unico, cui si accede con il diploma di istruzione secondaria di II grado. Dal II anno è previsto un tirocinio di 600 ore: esso si conclude con la discussione della tesi e della relazione finale che costituiscono esame con valore abilitante.

Il percorso per insegnare nella scuola secondaria di I e II grado si articola in un corso di laurea magistrale (biennale) – o, per l’insegnamento di discipline artistiche, musicali e coreutiche, in un corso di diploma accademico di II livello - e in un anno di tirocinio formativo attivo. Quest'ultimo(TFA) è un “corso di preparazione all’insegnamento” che sostituisce il percorso effettuato, fino all’a.a. 2007-2008, nelle scuole di specializzazione (SSIS).

Esso si svolge nelle istituzioni scolastiche accreditate, si conclude con la stesura di una relazione e con l’esame finale con valore abilitante. La gestione delle attività è affidata al consiglio del corso di tirocinio.

Per tutti i percorsi formativi si prevedono tutor coordinatori e tutor dei tirocinanti. Nei corsi di laurea magistrale a ciclo unico sono presenti anche tutor organizzatori. I tutor sono docenti e dirigenti in servizio nelle istituzioni scolastiche del sistema nazionale di istruzione.

La specializzazione per le attività di sostegno didattico agli alunni disabili, in attesa della istituzione di specifiche classi di abilitazione, si consegue solo presso le università, con la partecipazione a un corso di durata almeno annuale, a numero programmato, che deve comprendere almeno 300 ore di tirocinio. Possono partecipare gli insegnanti abilitati. A conclusione, si sostiene un esame finaleche consente l’iscrizione negli elenchi per il sostegno.

Presso le università sono, inoltre, istituiti corsi di perfezionamento per l’insegnamento di una disciplina non linguistica in lingua straniera (CLIL): possono partecipare gli insegnanti abilitati per l’insegnamento nella scuola secondaria di II grado che abbiano competenze linguistiche certificate di livello avanzato. I corsi durano almeno un anno e comprendono almeno 300 ore di tirocinio. A conclusione, si sostiene un esame finale e si consegue un certificato che attesta le competenze acquisite.

Per alcune situazioni è prevista una disciplina transitoria. Tra gli altri:

- fino all’a.a. 2012-2013, chi è in possesso dei requisiti previsti per l’accesso alle SSIS consegue l’abilitazione per l’insegnamento nella scuola secondaria di I e II grado previo svolgimento del TFA. Gli accessi sono a numero programmato;

- fino all’a.a. 2011-2012, chi non è abilitato ma ha svolto, alla data di entrata in vigore del decreto, almeno 360 giorni di insegnamento, è ammesso in soprannumero al TFA, sostenendo la prova di accesso. Il servizio prestato vale a coprire parte dei crediti formativi previsti;

- fino all’a.a. 2011-2012, chi ha superato l’esame di ammissione alle SISS e ha poi sospeso la frequenza, è ammesso in soprannumero al TFA senza sostenere l’esame di ammissione e con il riconoscimento degli eventuali crediti acquisiti;

- gli iscritti al corso di laurea in scienze della formazione primaria alla data di entrata in vigore del decreto conseguono l’abilitazione secondo la normativa vigente all’atto dell’immatricolazione.

La VII Commissione ha avviato l'esame il 6 maggio 2010 . Dopo un ciclo di audizioni, il 26 maggio 2010 ha espresso parere favorevole con condizioni e osservazioni. Tra le condizioni:

- indicare l'a.a. dal quale si applicheranno le nuove disposizioni;

- mantenere le agevolazioni formative per i passaggi di ruolo;

- valutare l'attivazione di percorsi formativi distinti per insegnare nella scuola dell'infanzia e in quella primaria;

- valutare l'istituzione di Centri interateneo per assicurare supporto e coordinamento didattico ai corsi di laurea magistrale e alle attività relative al TFA;

- esplicitare che al TFA accedono tutti gli studenti che concludono il corso di laurea magistrale con l'acquisizione dei crediti formativi richiesti;

- garantire una rappresentanza equilibrata di scuola e università nel consiglio del corso di tirocinio.
 
Vedi anche:
 


* Doc. 205: Definizione della disciplina dei requisiti e delle modalità della formazione iniziale degli insegnanti (Schema di decreto ministeriale n. 205) - Verifica delle quantificazioni (20/05/2010)
 
fonte: Camera dei Deputati

La nuova disciplina per la malattia dei dipendenti pubblici

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Con il decreto legge n. 112 del 2008 (http://www.camera.it/parlam/leggi/decreti/08112d.htm), pubblicato sul Supplemento ordinario della Gazzetta ufficiale del 25 giugno 2008 n. 147, sono state adottate nuove misure indirizzate ad incrementare l'efficienza delle Pubbliche Amministrazioni. Particolarmente discusso l'art. 71 in materia di assenza per malattia dei lavoratori pubblici. La normativa stabilisce il trattamento economico spettante al dipendente in caso di assenza per malattia (comma 1); definisce le modalità per la presentazione della certificazione medica giustificativa (comma 2); indica i controlli che le amministrazioni debbono predisporre (comma 3).
Quanto al trattamento economico, la norma stabilisce che «nei primi dieci giorni di assenza è corrisposto il trattamento economico fondamentale con esclusione di ogni indennità o emolumento, comunque denominati, aventi carattere fisso e continuativo, nonché di ogni altro trattamento economico accessorio», con le eccezioni previste nello stesso comma (trattamenti più favorevoli previsti per le assenze dovute ad infortuni sul lavoro o a causa di servizio, oppure a ricovero ospedaliero o a day ospital o a terapie salvavita).

In proposito, la Circolare n. 7/2008 considera rientranti nella retribuzione le voci del trattamento economico tabellare iniziale e di sviluppo economico, della tredicesima mensilità, della retribuzione individuale di anzianità, degli eventuali assegni ad personam. Per il personale dell'area I si considerano lo stipendio tabellare, la retribuzione di posizione di parte fissa, la tredicesima mensilità, la retribuzione individuale di anzianità, eventuali assegni ad personam ed analoghe voci per il personale dirigenziale appartenente ad altre aree. Per la qualificazione delle voci retributive, inoltre, le amministrazioni devono far riferimento alle definizioni eventualmente fornite dai contratti collettivi per ciascun comparto o area di riferimento.
Particolari problemi interpretativi si sono posti in riferimento al comma 2 dell'articolo in commento il quale stabilisce che «nell'ipotesi di assenza per malattia protratta per un periodo superiore a dieci giorni, e, in ogni caso, dopo il secondo evento di malattia nell'anno solare, l'assenza viene giustificata esclusivamente mediante presentazione di certificazione medica rilasciata da struttura sanitaria pubblica». La norma fa riferimento alla documentazione giustificativa sia delle assenze che si protraggono per un periodo superiore a dieci giorni sia di quelle che riguardano il terzo episodio di assenza in ciascun anno solare. Secondo la Circolare, nella nozione di secondo evento rientra anche l'ipotesi di un solo giorno di malattia successivo ad un precedente e distinto evento di un solo giorno.

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Dipendenti pubblici: uso dei dati personali nel nuovo Codice

Il d.lgs. n. 196/2003 ha mantenuto l'impostazione dualistica fornita dalla legge n. 675/1996: nel nostro ordinamento giuridico, pertanto, in merito al trattamento dei dati personali relativi ai lavoratori, sopravvive una diversa disciplina in relazione alla natura pubblica o privata del datore di lavoro. Tale differenziazione appare oggi sempre più anacronistica, vista la progressiva omogeneizzazione, da un punto di vista non solo normativo, del lavoro pubblico e privato, ormai quasi completamente avvenuta a seguito della cosiddetta privatizzazione del lavoro pubblico.

L'articolo 176, comma 2, del Codice in materia di protezione dei dati personali ha introdotto il comma 1bis nell'articolo 2 del d.lgs. n. 165/2001: la norma contiene alcune disposizioni generali dettate in merito alla disciplina del lavoro e stabilisce indirizzi organizzativi a cui devono ispirarsi i soggetti pubblici. Il comma 1bis, in particolare, prevede che l'attuazione di tali criteri deve essere conforme alla disciplina esistente in tema di privacy. In merito al trattamento dei dati ordinari effettuati dai soggetti pubblici, l'articolo 18, comma 2, del Codice afferma che alla Pubblica Amministrazione è consentito il trattamento dei dati personali necessari per lo svolgimento delle proprie funzioni istituzionali.

In altre parole, il soggetto pubblico è autorizzato a trattare i dati personali ordinari dei propri lavoratori, poiché tale trattamento è collegato indiscutibilmente con lo svolgimento delle proprie funzioni. Secondo il comma 3 dell'articolo 18, nel trattare i dati personali la Pubblica Amministrazione osserva i presupposti ed i limiti stabiliti dal Codice in relazione alla natura dei dati trattati, nonché dalla legge e dai regolamenti speciali applicabili in materia. Il successivo comma 4 osserva che salvo quanto previsto nella Parte II per i soggetti esercenti le professioni sanitarie e gli organismi sanitari pubblici, la Pubblica Amministrazione non deve richiedere il consenso all'interessato. Questa regola concerne il trattamento di tutti i dati sia ordinari sia sensibili; in altre parole compresi quelli relativi al rapporto di lavoro pubblico.

Risulta pertanto confermato il principio introdotto sin dalla legge n. 675/1996, il quale non prevede il consenso dell'interessato tra i presupposti di legittimazione del trattamento dei dati personali nel settore dei rapporti di lavoro alle dipendenze delle Pubbliche Amministrazioni. Va osservato che per quanto l'articolo 18 appaia ideato in modo da regolare il trattamento da parte dei soggetti pubblici sia dei dati ordinari sia dei dati sensibili e giudiziari, tale disciplina, come vedremo, viene profondamente integrata e modificata dai successivi articoli 20, 21 e 22 proprio in relazione al trattamento dei dati sensibili e giudiziari.

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La motivazione al lavoro nella Pubblica Amministrazione

Posto che uno dei bisogni fondamentali che il lavoro soddisfa (oltre a quello economico di base) è il "sentirsi parte di un gruppo", ossia la possibilità di lavorare in squadra per il raggiungimento di un obiettivo comune, il Dirigente deve considerare i dipendenti come dei "cittadini attivi" e non "sudditi" obbedienti a qualsiasi comando senza manifestare alcuna capacità critica (o addirittura sollecitarla per poi reprimerla).
Nel 1954 Maslow aveva teorizzato che il contenuto delle motivazioni ad agire parte dal bisogno, da intendere come mancanza di un "oggetto" desiderato in modo che un soggetto indirizzi il suo comportamento per cercare di ottenerlo e quindi soddisfarsi. Maslow ha stabilito una scala alla cui base ha posto i bisogni fisiologici e la sicurezza da intendere come bisogni primari, seguiti dal bisogno di appartenenza, di stima, di autorealizzazione da considerare invece come bisogni superiori. L'individuo non considera i bisogni superiori finchè non riesce a soddisfare quelli primari.

In ogni caso tutti i bisogni presentano delle implicanze organizzative sul lavoro e la sua organizzazione:

•i bisogni fisiologici si riflettono sul salario e le condizioni di lavoro;

•il bisogno di sicurezza si riverbera sulle condizioni di lavoro, sui benefici aziendali e ovviamente sulla sicurezza nello svolgimento delle mansioni lavorative;

•il bisogno di appartenenza si esprime attraverso il desiderio di crearsi una rete relazionale in cui si è riconosciuti e si riceve approvazione;

•il bisogno di stima richiede delle ricompense sociali;

•il bisogno di autorealizzazione si manifesta nella creatività svolgendo lavori stimolanti e nel conseguimento (achievement) dei risultati.

Il modello di Maslow nonostante le critiche a cui è stato sottoposto (a partire dalla variabilità dell'ordine e dell'intensità di manifestazione dei bisogni tra persone diverse) consente di porre in luce la complessità del legame tra motivazione - valutazione e le conseguenti responsabilità per chi è chiamato a gestire il capitale umano.

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Pubblica Amministrazione: come individuare i meritevoli

È diventato ormai quasi una moda parlare di valutazione senza precisarne bene i riferimenti. Ma ci sono almeno 5 possibilità di riferimento (vedi A. Martini, M. Sisti, "A ciascuno il suo. Cinque modi di intendere la valutazione in ambito pubblico", Informaires, n.33, Dicembre 2007):
1.Misurazione degli effetti prodotti da un intervento pubblico. In questo caso è la verifica ex post di quanto stabilito ex ante e quindi stabilire, dal grado di scostamento, gli ulteriori aggiustamenti o il cambio totale di azione. E per conoscere il rapporto causale tra intervento pubblico e risultati ottenuti è necessario un'analisi controfattuale che stabilisca ciò che sarebbe accaduto se quell'intervento non fosse stato realizzato. Ad esempio, il Ministro dell'Istruzione può interrogarsi in relazione ad una particolare forma di sperimentazione per sapere quali effetti abbia avuto sull'apprendimento degli studenti coinvolti.

2.Controllo. In questo caso è la misurazione dello scostamento dal reale verso il potenziale. Stabilire il gap tra quanto fatto e quanto si dovrebbe fare può essere un ottimo metro per cambiare i comportamenti in corso. Le emoticons del Ministro Brunetta sono collocabili a questo livello.

3.Responsabilità. In questo caso gli conduce l'azione deve rendere conto di quanto ha fatto con le risorse pubbliche assegnategli.

4.Analisi. In questo caso si intende studiare il percorso dell'azione intrapresa per capire se sono stati commessi degli errori sulla cui base "fare meglio in futuro".

5.Infine, ed è quello che in questa sede voglio sottolineare, il MERITO. In questa versione valutazione indica assegnare le risorse ai migliori, ossia a coloro che meritano più degli altri.

È dalla scuola che apprendiamo ad essere valutati con dei voti. "Dare voti" all'attività dei dipendenti della PA (come potrebbe invece essere riferito ai progetti o alle istiuzioni nel loro complesso) dovrebbe consentire una redistribuzione delle risorse scarse e comportamenti emulativi. Concretamente abbiamo a che fare con procedure di selezione di progetti, valutazione del personale, esame dei risultati della ricerca scientifica. Il problema tuttavia è COME procedere nella valutazione del MERITO.

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Riforma Brunetta: la valutazione del pubblico dipendente

Il decreto attuativo della legge n. 15/2009, il n. 150 del 27 ottobre 2009, è un provvedimento di grande rilevanza, destinato a segnare, perlomeno nella speranza degli autori, un punto di svolta nella storia della Pubblica Amministrazione. I suoi contenuti possono essere oggetto di vari giudizi, così come il taglio che si è voluto dare ad esso e le modalità con le quali è stato presentato; il provvedimento, infatti, è stato varato in tempi brevi: il disegno di legge originario è stato approvato dal Consiglio dei ministri poche settimane dopo l'insediamento dell'attuale Governo e si caratterizza per una complessa ed articolata riforma che interviene su diversi nodi nevralgici della Pubblica Amministrazione.
Uno dei temi di maggior rilievo è la valutazione del dipendente pubblico. La disciplina introdotta dalla riforma in oggetto riguarda tutti i dipendenti pubblici, con esclusione dei cosidetti non contrattualizzati, ovvero del personale a cui non si applica il d. lgs. n. 165/2001: ad esempio, le forze di polizia, i dipendenti della categoria prefettizia, i magistrati, i docenti universitari, ect. La valutazione deve essere effettuta attraverso il concetto di performance. Con questa espressione si vuole indicare la programmazione di specifici obiettivi dei singoli uffici, dei dirigenti e del personale.

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Tagli alla Scuola: Quanto ci costerebbe il congelamento degli scatti?

Il blocco degli automatismi comporterebbe una perdita di stipendio tra i 1500 e 3000 euro su base annua. Gli scatti di anzianità rappresentano l'unica progressione reale per il comparto scuola, dove un insegnante solo a fine carriera porta a casa 2 mila euro netti al mese. Gli scatti sono 6 e si maturano rispettivamente al compimento del terzo, nono, quindicesimo, ventunesimo, ventottesimo e trentacinquesimo anno di servizio. Per fare un esempio, nella secondaria chi passa al 21esimo anno di servizio ha uno scatto di circa 2500 euro lordi l'anno. Se la norma del decreto Tremonti dovesse passare, servirebbero tre anni in più per agguantare l'aumento, con effetti a cascata anche su trattamento di fine rapporto e pensione. «Sterilizzare il meccanismo degli automatismi significherebbe di fatto fare il taglio agli stipendi della Grecia», dicono preoccupati dalle parti di viale Trastevere.
  Il tutto in aggiunta al blocco, sempre per tre anni, dei contratti pubblici, ergo anche della scuola, che non avrà diritto a nessun recupero futuro ma, stando alla formulazione della norma, solo alla vacanza contrattuale: 20 euro lordi al mese l'anno.
Le speranze sono tutte riposte sulle doti di mediazione del premier, Silvio Berlusconi. Che ieri ha promesso: «Niente tagli alla scuola».

Tratto da un articolo di Alessandra Ricciardi su Italia Oggi

Come partecipare alle Missioni Elettorali

Alcune Organizzazioni Internazionali quali OSCE , UNHCR Italia e UNHCHR svolgono delle missioni elettorali in aree geografiche in uscita da gravi crisi politiche.

Le possibilità sono due: osservatore elettorale o supervisore elettorale.
Il primo è un testimone delle operazioni di voto, incaricato di redigere un rapporto finale all’Organizzazione. Il supervisore, invece, si occupa del conteggio dei voti e, se necessario, del supporto logistico (preparazione dei seggi, trasporto delle urne e di altro materiale elettorale).
Le missioni possono essere di breve (circa una settimana) o lungo termine (un mese).

Guarda i requisiti per partecipare

Programma Volontari delle Nazioni Unite

Il programma Volontari delle Nazioni Unite (UNV) offre la possibilità di realizzare esperienze professionali in vari settori: dalla cooperazione tecnica allo sviluppo, dall’assistenza umanitaria e sociale al peace-building, dai diritti umani al monitoraggio per le consultazioni elettorali.

Esistono 4 tipologie di Volontari: Specialisti, Operatori sul campo, Volontari Nazionali e Consulenti. Le principali differenze riguardano: l’età, il tipo di preparazione tecnica, l’esperienza professionale, le mansioni da svolgere, le aree di intervento. I volontari percepiscono una indennità che varia da 750 a 1400 dollari mensili.

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Programmi Junior Professional Officer (JPO) per giovani laureati

I cittadini italiani in possesso di un titolo di laurea e che non abbiano superato i 30 anni di età (33 per i laureati in medicina e chirurgia) hanno la possibilità di compiere un’esperienza formativa e professionale nelle attività di cooperazione promosse dagli Organismi internazionali per un periodo di due anni. Il Programma “Esperti Associati” (Associate Export) è finanziato dal governo italiano. Il programma, noto anche come J.P.O. (Junior Professional Officer) o A.P.O. (Associate Professional Officer) ha lo scopo di favorire il reclutamento di giovani cittadini italiani da parte delle Organizzazioni Internazionali.

I profili ricercati sono vari: si va da qualifiche generiche (giurista, economista) a specializzazioni più marcate (esperto in materia di alimentazione, ambiente, economia dello sviluppo, diritti umani).

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Young Professional Program, opportunità lavorative per i giovani

I programmi "Young Professionals", riservati a cittadini italiani e stranieri, sono sostenuti finanziariamente dalle singole Organizzazioni Internazionali che realizzano il progetto. Quest'opportunità è offerta da alcuni dei più autorevoli Organismi Internazionali presso i quali è possibile reperire le informazioni al riguardo: BANCA MONDIALE, BANCA ASIATICA DI SVILUPPO, OCSE (l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico) , UNPD (Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo), ILO (Organizzazione Internazionale del Lavoro), FONDO MONETARIO INTERNAZIONALE.

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Ministero degli Affari Esteri: Stage nelle Organizzazioni Internazionali

Laureati e laureandi hanno la possibilità di effettuare stage in alcune Organizzazioni Internazionali. Il numero dei candidati ammessi e la durata del tirocinio variano da istituzione ad istituzione. Gli interessati possono indirizzare la loro candidatura direttamente alle Organizzazioni, inviando un curriculum e una lettera di presentazione.

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NAZIONI UNITE: FELLOWSHIPS PROGRAMME

Il “Fellowships Programme for Technical Cooperation Capacity Building and Human Resources Development” è un programma finanziato dalla Direzione Generale per la Cooperazione allo Sviluppo del Ministero degli Affari Esteri italiano e curato dal Dipartimento degli Affari Economici e Sociali delle Nazioni Unite.

Il Fellowships Programme intende offrire a giovani professionisti la possibilità di svolgere un percorso di formazione lavorativa in paesi in via di sviluppo nell’ambito della cooperazione internazionale.

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Ministero degli Affari esteri: Borse di Studio per cittadini italiani – anno accademico 2010–2011

Dall’anno accademico 2009 – 2010 è stata adottata l’ innovativa procedura di domanda interattiva on line per candidarsi alle borse di studio.

Le nuove procedure introdotte dal MAE permettono finalmente di candidarsi alle borse di studio in tempo reale, sia nella UE che nella Cooperazione internazionale

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Programma di stage AGENZIA SPAZIALE ITALIANA (ASI) - Università italiane

Il Programma di stage Agenzia Spaziale Italiana- Università Italiane costituisce una collaborazione fra Asi e le Università italiane, col supporto della Fondazione CRUI in qualità di gestore organizzativo.

Il programma rappresenta un'importante iniziativa che avvicina il mondo accademico e il mondo del lavoro offrendo a laureandi e neo-laureati la possibilità di effettuare un periodo di formazione presso le sedi di Roma, e presso ASI Science Data Center di Frascati

Guarda il programma completo

Nuovo programma di tirocinio tra la Fondazione CRUI e la Federazione Nazionale Cavalieri del Lavoro rivolto ai migliori studenti Italiani

Valorizzare i migliori studenti italiani dalle scuole secondarie alla fine del percorso universitario: è questo il progetto ad ampio raggio della Federazione Nazionale Cavalieri del Lavoro e all’interno del quale si colloca il nuovo programma di tirocinio siglato con la Fondazione CRUI. L’opportunità è rivolta a brillanti laureati e laureandi italiani che durante la scuola secondaria superiore abbiano partecipato al Premio Alfieri del Lavoro, destinato ai migliori studenti italiani.

Vai al programma di stage della Federazione Nazionale Cavalieri del Lavoro

Rinnovato il contratto dei presidi?

Secondo una dichiarazione del ministtro Gelmini del 20 maggio 2010 e pubblicato sul sito del Miur è stato rinnovato il contratto dei presidi in cui si prevede un aumento di stipendio per tutti e una parte accessoria legata al merito. Ma...sbaglio o in questi giorni si parla di blocco dei rinnovi contrattuali dei dipendenti statali? O forse il blocco riguarda solo i docenti?

Questo è il comunicato del ministro:
“La firma del contratto dei dirigenti scolastici è una notizia estremamente positiva per la scuola. La conclusione di questa complessa trattativa permetterà finalmente il rinnovo contrattuale per diecimila dirigenti scolastici. Oltre agli aumenti di stipendio previsti, la novità determinante riguarda il trattamento economico accessorio. Una quota consistente delle risorse infatti sarà assegnata sulla base di criteri legati esclusivamente al merito e agli obiettivi raggiunti da ciascun dirigente. Si tratta di un ulteriore passo in avanti per la valorizzazione del merito e della qualità di tutto il personale scolastico”.

Le Avventure di Finzy: sussidio didattico sulle attività della Guardia di Finanza

Fumetti in formato Pdf per introdurre i bambini alla scoperta delle attività della Guardia di Finanza

Guarda il fumetto

Tesi di laurea su Corporate identity e Comunicazione Integrata della Guardia di Finanza

Corso di Laurea Specialistica in “Comunicazione d’impresa, pubblicità e nuovi media” - Tesi di laurea Specialistica in “Comunicazione d’impresa, pubblicità e nuovi media” della Dottoressa Annunziata Labianca

Vai alla Tesi

Crisi greca: cosa sta facendo l’Europa per combatterla?

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Un estratto del post sulle misure per combattere la crisi greca che ho pubblicato su Borsaipnos e che ritengo possa interessare anche i lettori di Tuttoprof.

…Le decisioni dell’Eurogruppo non hanno certo contribuito a rasserenare l’orizzonte, in fondo cosa hanno deciso? Acquistare 1000 miliardi di euro di titoli pubblici dei paesi in difficoltà, difendendo così le loro economie e l’euro. Le iniziative draconiane dei singoli stati per ridurre i loro deficit faranno il resto.
Ma ci può essere qualcuno che crede nell’efficacia di queste misure?
Prendiamo ad esempio la difesa dell’euro. A cosa serve un euro forte? A pagare meno il petrolio. Stop. Certo non è poco, visto che la maggior parte dei trasporti sono su gomma e influenzano il costo delle merci. Ma quanto effettivamente influisce il prezzo del petrolio sul costo della benzina? In questi giorni assistiamo ad un “mistero buffo”: il prezzo del petrolio è a circa 75$ e la benzina costa quasi quanto costava con il petrolio a 150$. Qualcuno me lo sa spiegare?
La barricata innalzata a difesa dell’euro sembra più di natura politica che di natura economica, l’euro è l’ultima cosa rimasta ad unire parte di questa traballante unione europea, quindi viene difeso solo a scopo di immagine. Questo catenaccio però costa caro ed è addirittura controproducente.
Vi ricordate quando a fine 2000 l’euro era arrivato a valere 0,82$? Da allora si è costantemente apprezzato fino ad arrivare ad inizio del 2009 fin quasi 1,6$. Perché l’economia europea è diventata improvvisamente più forte di quella americana? No, semplicemente perché gli americani per far ripartire la loro economia, dopo i disastri dell’11 settembre e dei mutui subprime, hanno lasciato cadere la loro moneta senza fare barricate. Ora che la loro economia è ripartita e viaggia a ritmi del 3,5% annuo, con conseguente creazione di nuovi posti di lavoro, il dollaro si sta riapprezzando fino a riagganciare, presumibilmente, la parità con l’euro. E questo, per loro, potrebbe essere un problema. Non a caso in questi giorni il Presidente Obama si spende in incoraggiamenti all’Unione Europea nella difesa dell’euro, spingendosi nientemeno in promesse di interventi in suo aiuto. Gli Obama-fan si sono liquefatti: quanto è bravo Obama! Quanto è buono Obama! Si preoccupa anche di noi Obama…! Io molto più prosaicamente dico: quanto è furbo Obama! Un dollaro forte creerebbe seri problemi alle esportazioni americane con conseguenze negative prima di tutto sull’occupazione.
Già, in questo gli americani ci danno una gran bella lezione. Alla difesa dell’immagine del dollaro antepongono la difesa e la creazione di posti di lavoro. Che insegnamento!
Qui invece si fa il contrario, per difendere una moneta che non ha più alcuna ragione per essere superiore al dollaro si varano misure che strangoleranno ancora di più l’economia, prima fra tutte la decurtazione degli stipendi agli impiegati statali. Come può esistere qualcuno che pensi che con un minor reddito le persone spendano di più? E i nuovi posti di lavoro con che cosa si creeranno? Con i mille miliardi di carta straccia di debito sovrano che stanno acquistando?
E ancora, gli americani hanno forse tagliato gli stipendi della Pubblica Amministrazione per ripianare il deficit? Tutt’altro, nel momento del bisogno hanno addirittura stampato moneta per poi drenarla a emergenza conclusa. Al massimo Obama ha tagliato gli stipendi d’oro ai manager di Wall Street.
In Europa ancora non si è capito che la madre di tutte le emergenze non è il debito pubblico o il deficit o l’euro, è l’OCCUPAZIONE.
Ma intanto la strada dell’economia europea, prevista dai guru americani, è segnata: ci attendono almeno 7/8 mesi di deflazione a cui seguirà, per effetto di tardivi e scoordinati interventi, un lungo periodo di iperinflazione. A quel punto il cocktail letale della stagflazione sarà pronto e la prima vittima illustre sarà la pace sociale.
Visto che il panorama di un ‘29bis è ormai ben delineato i nostri governanti dovrebbero andarsi a rivedere le strategie che l’allora Presidente degli Stati Uniti Roosvelt mise in atto. Senza attendere che una nuova Grande Depressione si ripresenti in tutta la sua forza si può fare tesoro di quell’esperienza avviando un profondo piano di riforme economico-sociali VERE. In questi giorni invece assistiamo ad una passerella di politici, nostrani ed altrui, che esternano l’unica riforma che conoscono: quella delle pensioni. Non ho sentito alcuno proporre qualche altra cosa, sia esso di destra, di sinistra, di centro, italiano, straniero…
Poveri noi…in mano a chi stiamo. Ecco chi va a fare politica.
Pensano di risolvere il problema mandando le persone in pensione a 70 anni, gli unici effetti che provocano è uno scadimento della qualità del servizio, un caricamento sulle prestazioni sanitarie per patologie professionali e la mancanza di lavoro per i giovani. A nulla vale sapere che l’INPS è in attivo di 7 miliardi. Questa, poverini, è l’unica riforma che conoscono e se la strappano dalle mani per rivendicarne la paternità.
Ma c’è dell’altro in questi giorni di messaggi escatologici. In attesa della manovra da ben 1,5% del PIL un ministro ha proposto di tagliare del 5% gli stipendi ai parlamentari, preparando, con l’esempio, gli altri dipendenti pubblici ad altrettanto. Senonché un taglio del 5% ad uno stipendio di quasi 20.000€ al mese è risibile mentre su uno stipendio di 1200€ è drammatico. Ma non basta, lo stesso ministro ha dichiarato che ci sarà chi dovrà fare sacrifici ben maggiori del 5%. Anche un blocco dei rinnovi contrattuali, sopportabile in un periodo di recessione, sarebbe devastante se ripartisse l’inflazione.
Ma di questa situazione drammatica ben pochi si preoccupano. Il Potere ha messo in campo tutte le armi di “Distrazione di massa” in suo possesso: televisione, cinema, gossip, apparizioni, profezie, campionati di calcio, talk show, gratta e vinci ecc. ecc. Una volta il clima sociale italiano è stato salvato da Coppi e Bartali, oggi da Inter e Roma, la storia si ripete.

Ma tornando a Roosvelt, cosa fece di tanto “strano”? Semplicemente scardinò il circolo vizioso, riduzione dei consumi-disoccupazione, con grandi opere infrastrutturali. Basandosi sulle teorie dell’economista John Keynes stimolò quindi la domanda interna con l’aumento dell’occupazione convinto che anche il bilancio dello Stato, alla distanza, ne avrebbe giovato. Ma anche la sperimentazione economica, il supporto alla comunità scientifica, all’Università, alla Scuola, ebbero un effetto positivo sul superamento della crisi ridando fiducia nei giovani e nel futuro.
Ma in Europa di politici della statura di Roosvelt non se ne vede l’ombra. Anzi, a dire il vero, non si vedono proprio i politici e, a ben vedere, neanche gli economisti. Quelli che invece si vedono a frotte sono i ragionieri che davanti al loro bravo foglio da computisteria si toccano la punta del naso con i polpastrelli delle dita per fare i conti agli stati cosiddetti “sovrani” e trascurando i relativi cittadini. E qui siamo arrivati veramente alla schizofrenia: è stato proposto di multare gli stati che hanno un debito pubblico eccessivo. Ovvero gli stati (che non hanno soldi) dovranno versare soldi per punizione. Questo equivale a curare il malato a bastonate, o no?

Mi permetto, sommessamente, di suggerire ai nostri governanti di spendere diversamente quei 1.000 miliardi di euro stanziati. Usateli per rilanciare grandi opere: strade, ferrovie, ospedali, porti, edilizia popolare, risanamento idro-geologico del territorio, ecc. ad iniziare magari proprio dalla Grecia e da altri stati in difficoltà. Aiutate quelle nazioni che non riescono a ripagare il debito solo per la parte che non riescono a coprire, esaminando di volta in volta le necessità e senza firmare assegni in bianco. Cacciate i ragionieri dal Tempio (Bruxelles) e fate entrare i politici, quelli veri, quelli che volano alto, quelli che vedono lontano come i padri fondatori dell’Europa.

E meditate su quella massima di John Keynes:” meglio pagare un uomo per scavare buche e ricoprirle che avere un disoccupato”.

Stefano Ponis

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La religione farà media in pagella

Interessante articolo su Italia Oggi sulle motivazioni con cui il Consiglio di Stato ha capovolto la decisione del TAR del Lazio della scorsa estate. Quindi, la materia contribuisce all'attribuzione del credito scolastico dell'alunno che ha scelto di avvalersene, ovvero fa media in pagella.
Bene, ci fa felici ma allora...gli insegnanti di Religione dovranno far parte della commissione d'esame agli esami di licenza e di maturità come tutte le altre materie, o no?

Leggi l'articolo di Italia Oggi

Crisi greca, chi la deve pagare?

L’impressione che tutti hanno è che dietro il crollo delle Borse, conseguente alla crisi greca, ci sia una regia ben orchestrata riconducibile, come al solito, alla speculazione. Già ma dietro al termine generico di speculazione con cui si giustifica tutto e il contrario di tutto cosa si nasconde? E inoltre, visto che questa speculazione fa tanti danni come è possibile contrastarla?

Non è facile rispondere. La speculazione ormai è un’entità eterea, impalpabile, inqualificabile, inafferabile. Conosciamo la sua origine, la tribù dei grandi finanzieri americani (e non a caso la chiamo tribù), che da almeno un secolo prosperano sulle inefficienze del mercato. Loro studiano, scrutano, analizzano e seguono ogni fenomeno legato all’economia e alla finanza, sia delle società che delle nazioni e dove vedono inefficienze e distorsioni affondano le loro unghie. Si potrebbe quasi parlare di meritoria funzione “spazzino” della speculazione, che distrugge gli organismi malati ed esalta quelli sani, se non fosse che dietro agli stati sovrani ci sono i cittadini, ci siamo noi.

Che anche gli stati abbiano bisogno di qualcuno che li controlli è fuori di dubbio, la stessa vicenda della Grecia ne è un esempio. Apprendiamo in questi giorni che per decenni il paese ellenico ha sperperato, ecco alcuni esempi: 60.000 pensioni pagate a persone decedute; 320.000 pensioni fasulle pagate nel settore agricolo; il 43% dei pensionati che ha un secondo lavoro su cui ovviamente non paga le tasse; i ministeri che premiano con un bonus i dipendenti che arrivano puntuali al lavoro (e altri 20 tipi di indennità); commissioni statali con gli incarichi più fantasiosi, come quello ad esempio di gestire le acque di un lago prosciugato 80 anni fa, e così via. Ma il massimo dello sperpero lo ascoltiamo nel settore delle pensioni agli statali, ai quali è possibile andarci dopo 25 anni di servizio (generalmente sotto i 50 anni).

Tra i motivi della rivolta nelle strade di Atene è proprio l’intenzione del governo di portare la pensione a 63 anni. Già ma da noi, che dovremo dare alla Grecia quasi 15 miliardi di euro in 3 anni, l’età pensionabile è di 65 anni e con il meccanismo automatico messo a punto dal ministro Sacconi, legato all’allungamento delle aspettative di vita, arriverà in breve tempo ben oltre visto che l’aspettativa di vita, secondo studi attendibili, aumenta di 3 mesi l’anno. Allora, mi chiedo, chi la deve pagare la crisi greca? Quantomeno vorremmo vedere tutti i lavoratori europei e a maggior ragione quelli greci, andare in pensione alla stessa età, visto che pochi mesi fa l’Europa ha imposto anche alle lavoratrici italiane di andarci a 65 anni. Invece no, in questa corte dei miracoli che è l’Europa si deve vedere anche questo: scontri di piazza ad Atene, con relativi morti, perché i greci, poverini, dovranno andare in pensione a 63 anni, mentre la cancelliera Merkel viene lapidata perché chiede alla Grecia più rigore. No, qui c’è qualcosa che non funziona.

E mi chiedo ancora, doveva pensarci la speculazione a smascherare le inefficenze della Grecia, con tutte le conseguenze che sta comportando? Perché l’Eurogruppo non ha indagato e prevenuto questa situazione?
Ora sono tutti riuniti al capezzale della Grecia per evitare il suo collasso ed il contagio ad altri paesi che comporterebbe la frana dell’euro. Oggi, sabato 8 maggio, i componenti dell’Eurogruppo si sono riuniti ed hanno stanziato 70 miliardi immediati per arginare la speculazione. Poveri illusi, pensano di arginare la speculazione con solo 70 miliardi; forse ci riusciranno per alcuni giorni ma i problemi per l’euro torneranno, come prima, peggio di prima.

Le dimensioni e la forza della speculazione sono immense, dalla piccola tribù di New York è diventata un continente, il 7° continente: Speculonia.
Al contrario dell’Antartide che ha zero abitanti e un’enorme superficie, Speculonia ha zero superficie ma un’enormità di abitanti. Forse è improprio parlare di zero superficie perché in realtà Speculonia virtualmente esiste, forse potremmo misurarla in pixel quadrati o terabyte al quadrato, quello che è certo è che non ha confini né di spazio, né di tempo né di forza economica. Su di essa non tramonta mai il sole, ovunque si accenda un computer, davanti al quale c’è un trader di qualsiasi nazionalità, lì è territorio di Speculonia. Ecco perché fa paura.

E i primi ad aver paura sono proprio i governi che non sanno esattamente contro chi devono combattere. Si sentono osservati, perennemente sotto esame, verificati, giudicati. Come erano belli quei tempi in cui potevano fare quello che gli pareva e nessuno sapeva niente…! Aumentavano gli stipendi a quelli, assumevano quegli altri, mandavano in prepensionamento quella categoria e così si garantivano voti e poltrone nei secoli dei secoli. Il costo di tutto era un semplice: “pagherò”.

Ma la cosa bella è che sono stati proprio i governi, assecondando il capitalismo, a generare il Mostro della speculazione. Come il dottor Victor von Frankstein prima lo hanno generato poi lo hanno rinnegato, lasciandolo libero di compiere tutte le sue malefatte in nome del “mercato”. Ora essi stessi sono vittime del Mostro, sempre in nome del mercato. Ma che mercato è questo? Cosa è rimasto del “principio della domanda e dell’offerta”? Nulla. Oggi si può vendere quello che non si ha, comprare con pochi soldi, emettere titoli basati sul nulla, scommettere sul futuro, amplificare i risultati ecc. ecc.

Se andiamo a ben vedere sotto questo sedicente mercato c’è un solo filo conduttore: la scommessa. E allora mi chiedo, che differenza c’è tra la Borsa e un Casinò? Nessuna. Anche qui a vincere è sempre il banco (banche, sim, sgr ecc.) che di volta in volta gestisce giochi da lui inventati e regolamentati a suo favore. Chi glielo ha permesso? Chi non ha vigilato sull’espansione di questo meccanismo perverso? Il capitalismo. Il Mostro si è rivoltato contro suo padre e lo sta strangolando.

Ma il Mostro non ha solo un padre, ha anche una madre: la democrazia, che sarà la prossima vittima.
In che modo ucciderà sua madre? Semplice. Ormai tutti gli esseri umani sono direttamente o indirettamente coinvolti dalle malefatte del Mostro. Fondi pensioni, azioni, obbligazioni, titoli di stato sovrani…tutto è coinvolto e un crollo del loro valore renderebbe tutti più poveri. Anche chi non ha un euro da investire verrebbe coinvolto dalla crisi dei consumi e al massimo si salverebbero quelle nazioni che riescono a produrre a prezzi stracciati sfruttando i lavoratori 12 ore al giorno.

La disoccupazione di massa farebbe emergere il primo bisogno dell’uomo: mangiare. Chi darebbe da mangiare a 7 miliardi di persone? La risposta la trovo pensando a quando, 25 anni fa, facevo l’apicoltore. All’inizio dell’estate, quando c’è una abbondante fioritura, l’ape è l’essere vivente più calmo, laborioso, organizzato di tutti. Ogni arnia pensa a raccogliere e conservare il miele ed il polline necessari per passare l’inverno. Ma quando, in autunno, le fioriture sono finite e per qualche ragione ci sono arnie che non hanno accumulato provviste, si scatenano i saccheggi. L’ape da tranquilla e laboriosa creatura diventa una feroce assassina andando a prendere con la forza quello che le occorre per sopravvivere.

Io credo che il comportamento umano non sarebbe dissimile e per contrastarlo si dovrebbero abolire principi democratici essenziali. Ecco come il Mostro può uccidere anche sua madre.
Dall’alto della sua saggezza ed esperienza il Presidente Napolitano ha già fatto accenno al pericolo di un ritorno dei disordini e del terrorismo. Ma il vero pericolo non è quello del riemergere di iniziative di qualche gruppo estremista, il vero pericolo è che il Popolo intero si rivolti contro i governi dando luogo ad una nuova rivoluzione d’ottobre.
La crisi non deve essere pagata solo dal Popolo, ben vengano i riequilibri del settore statale in Grecia ma far pagare le crisi sempre e solo agli impiegati statali non è possibile. E in Italia, per favore, non facciamo credere che, con un gioco di 3 carte, i 15 miliardi di aiuti vengano fuori dal nulla. Sempre gli statali pagheranno, Scuola in testa.

Esagerazioni? Visioni apocalittiche? Speriamo ma giusto oggi, in una riunione straordinaria a Bruxelles, Il Presidente della Banca centrale europea Trichet ha addirittura parlato di crisi sistemica. Esattamente quel che qui ho detto in maniera un po’ più cruda.

Per la prossima settimana spero solo che il Mostro sia sazio. Non credo all’efficacia degli interventi dell’Eurogruppo e alle barricate in difesa dell’euro. Non credo neanche che in poche ore si possano varare misure per depotenziare il Mostro, al massimo si può anestetizzarlo per qualche ora. L’unica vera flebile speranza è che le quotazioni siano ormai arrivate ad un livello tale che lo inducano a cambiare strategia: da venditore a compratore.

       Stefano Ponis

2 parole su quanto accaduto a Ventotene

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2 parole su quanto accaduto a Ventotene che da quel tragico martedì  mi girano nella testa e non riesco ad esprimere. Forse perché sono stato coinvolto maggiormente nell’accaduto per via di mia moglie insegnante nella scuola delle due vittime; forse perché mi sono troppo immedesimato nei panni dei genitori e dei docenti accompagnatori (di cui uno collaboratore di questo blog); forse perché conosco Ventotene da 40 anni e la considero uno degli ultimi paradisi rimasti. Forse perché invecchiando divento più sensibile.

2 parole su Sara e Francesca. C’è una fotografia affissa all’esterno della piccola chiesa di S.Anna nel quartiere di Morena che fa accapponare la pelle. E’ una di quelle foto scattate al termine della cerimonia di Cresima a cui le ragazze avevano partecipato pochi mesi prima. La foto ritrae un gruppo di cresimati con due ragazze in primo piano che si tengono per mano. Le due ragazze sono Sara e Francesca. Un segno? Un presagio? Una profezia? Chissà…. So soltanto che quell’immagine mi rafforza nella convinzione che Sara e Francesca sono due nuovi Angeli nel Cielo. E se così è, come sono certo, mi permetto di chiedere loro, con le parole della preghiera all’Angelo custode che abbiamo imparato da bambini, di “illuminare, custodire, reggere, governare” tutti gli alunni delle scuole italiane, Dio solo sa se ne hanno bisogno.
Ed aiutate anche noi insegnanti ad essere più pazienti, più forti, più bravi e utili alla crescita dei vostri coetanei. Siete diventate angeli durante una gita scolastica, rimanete con noi, ora abbiamo ancor più bisogno di Voi.

2 parole ai genitori di Sara e Francesca. State sopportando il dolore più forte che un essere umano possa provare. Tutti i genitori lo sanno e vi sono vicini, con la mente e con lo spirito, pregando con voi e anche per voi. Sara e Francesca non sono scomparse, si sono trasformate e continueranno ad essere vive, presenti e operose.

2 parole ai compagni presenti a Ventotene. Avete vissuto l’esperienza della morte più crudele che un ragazzo della vostra età possa fare, veder morire un coetaneo improvvisamente e in modo violento. Forse qualcuno di voi era venuto a contatto con la morte con la perdita di una persona cara ma perdere un coetaneo, un amico, è diverso. Non esiste scuola che possa insegnare quello che voi avete appreso in quella gita: il valore e la fragilità della vita. Amatela, rispettatela, la vostra e quella degli altri, accoglietela così come viene pur lottando per migliorarla e vivetela e apprezzatela attimo per attimo. La vita è meravigliosa, fragile e, a volte, anche crudele.
Un pensiero anche a Riccardo e Athena, i ragazzi feriti nell’incidente. Riccardo è già tornato a scuola e ne sono felice; ad Athena mi rivolgo con i più smisurati auguri di pronta guarigione: con pazienza, coraggio, l’aiuto dei tuoi genitori, dei medici e, sono sicuro, di Sara e Francesca, tornerai bella e sana come prima.

2 parole ai docenti accompagnatori. Cari colleghi, sappiamo con quale spirito avete accettato di accompagnare i vostri alunni in quella gita scolastica: con l’unica ricompensa di vederli felici e crescere nella conoscenza. Siete stati privati di ogni soddisfazione e, in aggiunta, siete tornati con un dolore che è poco al di sotto della perdita di un figlio. Coraggio anche a voi. Tutti gli insegnanti vi sono vicini e partecipano alla vostra sofferenza e alla vostra costernazione per non aver potuto, vostro malgrado, portare a termine la missione riconsegnando ai genitori tutti i vostri alunni.

2 parole agli abitanti di Ventotene. Non meritavate quello che è accaduto. Per voi il turismo è tutto, la vostra semplicità ed accoglienza ci hanno sempre lasciato dei bellissimi ricordi. Mi auguro che placate le acque e, soprattutto, messa in sicurezza tutta l’isola, Ventotene possa ritornare quel prezioso luogo dell’anima dove ricaricare il corpo e lo spirito.

2 parole sulle cause dell’accaduto. E’ circolata in questi giorni una piantina dell’isola di Ventotene, redatta da esperti, che mostra le parti di costa considerate pericolose. Praticamente tutta la costa dell’isola lo è tranne, paradossalmente, la baia di Cala Rossano, dove è avvenuto l’incidente. Alla luce dell’attuale situazione come dar loro torto. Cala Rossano è completamente protetta dal lungo molo del porto grande che ha trasformato quel tratto di mare, in pratica, in un lago. Ma non è stato sempre così. Le frettolose e superficiali conclusioni degli esperti non hanno considerato il vissuto antecedente di quel tratto di costa. Il molo è stato eretto nella forma attuale circa 40 anni fa, lo ricordo bene, per consentire un attracco agevole a traghetti più grandi; fino ad allora il porto più utilizzato era ancora quello romano, grande poco più di un campo da tennis e scavato come una piscina nel tufo.
Fino alla creazione e all’allungamento del molo del porto grande Cala Rossano subìva le mareggiate invernali al pari degli altri tratti dell’isola e basta osservare la sua conformazione per capire quale violenta erosione ha subìto nei millenni precedenti. Un’altra caratteristica che balza all’occhio è la diversa consistenza della roccia di Cala Rossano rispetto a quella del porticciolo romano. Mentre quest’ultima, tufacea, è dura e compatta e ha permesso di creare delle profonde cavità utilizzate in origine come rimessaggio delle reti dei pescatori ed ora per bar e negozi, quella di cala Rossano è molto meno consistente e sembra, nella sommità, addirittura terreno di riporto. Forse la baia si è formata proprio perché il mare, trovando una roccia meno resistente, è riuscito ad erodere più in profondità. Ora sembra tutto tranquillo ma i danni passati ancora provocano crolli improvvisi, come nell’incidente che ha travolto le due ragazze, testimoniati anche da grossi massi sulla spiaggia antecedenti.
Anche perché non mancano elementi destabilizzanti diversi dal mare: la pioggia e il vento in primis (non a caso si chiama Ventotene) e non ultimo la presenza di una strada, che corre proprio sulla sommità del costone che fa da corona alla spiaggia, dove passano, raramente, autoveicoli, furgoni e cisterrne. Le vibrazioni provocate da quest’ultimi non aiutano certamente la stabilità delle pareti, rinforzate solo nella parte centrale con una parete di blocchetti di tufo per contenere la strada soprastante. Per finire, la presenza di piccole grotte sotto la parete crollata generate dall’erosione del mare e forse ampliate per usarle come ricovero. Insomma, gli elementi per non considerare quel luogo più che sicuro, visto che soprattutto in estate ospita centinaia di bagnanti, non mancano.
Resta lo sconcerto legato alla caduta proprio in quel preciso momento di quel pezzo di roccia, dopo essere stato per chissà quanto tempo tranquillamente attaccato alla parete. Proprio nell’istante in cui quelle povere ragazze, da ultime, stavano togliendosi le scarpe per andare a bagnarsi i piedi nel mare. Pochi attimi prima e sotto quella frana sarebbero rimaste due classi intere.

Forse Qualcuno aveva assegnato a Sara e Francesca un Compito più grande.

Il valore reale delle professioni

Corrisponde a ovvietà sostenere che un lavoro ben remunerato è un lavoro che ha più alte probabilità di rendere felici. La realizzazione personale, però, può seguire anche strade alternative a quella del peso della busta paga: qualcuno, guardando alla propria professione, potrebbe ritenere l'impatto sociale del quotidiano faticare più importante dell'aspetto economico. La New Economics Foundation (Nef) ha condotto un'analisi intorno a questo tema, cercando di scoprire quale sia il lavoro che vale di più dal punto di vista dell'utilità sociale.

L'indagine

Più che come tentativo di stilare una vera e propria classifica, la ricerca si è configurata come un paragone tra tre professioni a elevata remunerazione e tre poco pagate. Da una parte, quindi, sono state prese in considerazione le figure professionali dell'addetto alle pulizie di un ospedale, dell'operaio di un centro di recupero di materiali riciclabili e di un operatore d'infanzia; dall'altra, quelle di un banchiere del cuore economico di Londra, di un consulente fiscale e di un dirigente pubblicitario. Elaborando una serie di parametri, i ricercatori hanno stimato, per ognuna delle professioni, quali siano i benefici e i danni portati alla società. Il risultato non darebbe adito a dubbi: secondo gli studiosi inglesi l’addetto di pulizie con un’ora di lavoro crea dieci sterline di profitto per ogni sterlina di salario; mentre per ogni sterlina guadagnata dal banchiere di Londra, la comunità ne perde sette.

I commenti

I risultati della ricerca sono certamente sottoponibili a critiche, ma la Nef, nell'introduzione dello studio, spiega con precisione lo spirito che ha guidato l'indagione: "Abbiamo scelto un nuovo approccio per valutare il reale valore del lavoro. Siamo andati oltre la considerazione di quanto una professione è valutata economicamente e abbiamo verificato quanto chi la esercita contribuisce al benessere della società. I princìpi di valutazione ai quali ci siamo ispirati quantificano il valore sociale, ambientale ed economico del lavoro svolto dalle diverse figure”.

Alla luce di questi criteri mi piacerebbe sapere qual'è il reale valore dell'insegnante secondo la Nef.
Chissa... forse servirebbe a far comprendere a qualcuno che non siamo "spesa improduttiva".


Scuola: il fisco premia i meritevoli

Il fisco incentiva i buoni risultati, ma un po’ meno rispetto agli anni scorsi. Con il 2009 scende infatti il premio per i primi della classe. Chi uscirà dunque dalla maturità con 100 e lode avrà un bonus di 650 euro e non più mille.
A doversi accontentare del magro bottino quest’anno saranno quasi 4mila ragazzi, esentati quantomeno dalle ritenute fiscali. I compagni che hanno conseguito il diploma nel 2008 sono stati decisamente più fortunati: mille euro netti da spendere per viaggi d’istruzione, accesso a biblioteche e musei, ammissione a tirocini formativi ed altro.
A provocare la sensibile riduzione è stata la drastica riduzione del fondo destinato alla valorizzazione delle eccellenze, che passa complessivamente da 5 milioni a 3 milioni e 800 mila euro. Il premio fu istituito nel 2007 dall’allora ministro della Pubblica istruzione, Giuseppe Fioroni, in occasione della riforma degli esami di stato. Ma i primi beneficiari furono gli studenti della maturità 2008.

Come funziona?

Il premio viene assegnato agli studenti che si diplomano con 100 e lode ma anche a coloro che conseguono buoni piazzamenti nelle competizioni nazionali e internazionali, come le olimpiadi (della Matematica, della Fisica o di Informatica), i Certamen o i Kangourou, per citarne alcuni. L’intero budget viene suddiviso in due quote: un terzo va alle competizioni e due terzi ai diplomati con 100 e lode. Questi ultimi, nel 2009, si sono divisi poco meno di 2,5 milioni. L’anno precedente i milioni furono 3,9.

La geografia delle eccellenze

A spopolare in fatto di preparazione scolastica quest’anno sono gli allievi del Sud Italia che si sarebbero aggiudicati il 52% dei premi (2.049 milioni su 3.963). Il record spetta alla Puglia che presenta 617 eccellenze. Al Nord vanno solo 29 assegni su 100 e al Centro 19 su 100. Le somme saranno accreditate alle scuole e toccherà ai presidi stabilire sotto quale forma assegnarle agli studenti.

Fisco

I premi sono esentasse per gli studenti meritevoli, lo sottolinea l’Agenzia delle Entrate. I primi della classe tra i 14 e i 18 anni che ottengano degli incentivi per lo studio non dovranno corrispondere alcuna Irpef. I premi infatti non sono classificabili come borse di studio assimilate a reddito di lavoro dipendente
I benefici economici erogati agli alunni delle scuole superiori non sono dunque soggetti a ritenuta. Gli studenti, quindi, potranno beneficiare dell’intera somma, senza lasciare nulla al fisco.
A precisarlo, l’agenzia delle Entrate che, su invito del ministro Tremonti, ha riesaminato la problematica affrontata nella risoluzione 156/E del 12 giugno, giungendo a una soluzione di segno opposto rispetto a quella fornita nel documento di prassi.
L’impegno scolastico dimostrato da ragazzi particolarmente “eccellenti”, in sintesi, viene premiato, in linea generale, affinché essi continuino, con lo stesso zelo, nel perseguimento di mete sempre più alte rispetto alla loro formazione culturale e professionale: criteri che tengono l’incentivo loro assegnato fuori da ogni tassazione.
Diverso il discorso, ai fini dell’Irpef, per le borse di studio che hanno come scopo la frequenza di corsi di istruzione specifici e fiscalmente assimilabili a reddito di lavoro dipendente.

fonte: FTAOnline News


Circolare N°1 del 19 marzo 2010 sulla trasmissione per via telematica dei certificati per malattia

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Con la Circolare n. 1 del 19.3.2010, la Funzione Pubblica – Dipartimento per l’Innovazione Tecnologica spiega quali sono gli adempimenti a carico del lavoratore e del medico, e da quando decorre la nuova procedura.

Il 19 marzo 2010 è la stessa data di entrata in vigore del decreto del Ministro della salute, che porta la data 26 febbraio 2010, che ha portato ad attuazione la norma su riportata.
In sintesi: in caso di malattia pertanto, non si dovrà più inviare il certificato medico all’ufficio di servizio.
Nella stessa circolare, che si allega, è illustrata la modalità con cui le pubbliche amministrazioni devono dare attuazione alle nuove disposizioni di cui all’art. 55-septies del d.lgs. 165/2001 sulla trasmissione telematica dei certificati medici attestanti l’assenza per malattia dei dipendenti pubblici.
Per i lavoratori, resta invariato l’obbligo di comunicare all’amministrazione l’assenza per malattia ai fini del controllo fiscale, ma non dovranno più trasmettere il certificato medico entro i 2 giorni lavorativi successivi all’inizio della malattia. Dal 19.3.2010 (data di pubblicazione in G.U. del Decreto Min. Salute 26.2.2010) é iniziato un periodo transitorio di 3 mesi, entro cui valgono sia le vecchie, che le nuove procedure.
Dal 13 giugno 2010 in poi si applicherà solo il sistema di trasmissione telematica.

Guarda la Circolare

Da un punto di vista pratico sembra che (dico sembra perché non è ancora tutto chiaro):
- Se il lavoratore dipendente chiede un permesso per rimanere a casa, per via di una malattia, il sistema nazionale, da oggi in poi, ritiene doveroso o almeno possibile verificare con la visita fiscale, lo stato delle cose (nella scuola si è sempre fatto ndr).
- Dopo i primi 10 giorni di assenza dal lavoro parte la pratica per la verifica della decurtabilita’ dallo stipendio delle assenze
Secondo la nuova circolare inviata dal Ministro Brunetta, sarebbero queste alcune delle novita’ della Medicina del Lavoro.
La disciplina e’ atta a regolamentare i permessi per malattia nelle Pubbliche Amministrazioni, dove la malattia di un giorno, ad esempio, su scala nazionale, non era mai stata verificata con la visita fiscale, come ad esempio il certificato medico non era richiesto nei casi di durata cosi’ breve (nella scuola è sempre stato richiesto ndr).
Per il periodo di malattia che supera i 10 giorni consecutivi, inoltre, dopo la seconda malattia nei 12 mesi, va presentato il certificato medico che attesti lo stato di malattia, rilasciato da una struttura sanitaria pubblica, (uno o plurimo) o da un medico libero professionista convenzionato con il Sistema Sanitario Nazionale (ma non lo è anche il nostro medico di famiglia? ndr).
A livello retributivo, invece, saranno riconosciute nei primi 10 giorni di malattia le prestazioni fondamentali, mentre le agevolazioni e i trattamenti piu’ favorevoli saranno possibili solo nel casi di malattia per infortunio sul posto di lavoro o per attivita’ annesse alla mansione. Niente decurtazione nella tredicesima mensilita’, nella retribuzione individuale di anzianita’, negli assegni ad personam.

In sostanza, speriamo che le cose si chiariscano perché così come sono state pubblicizzate non sono chiare e soprattutto sembrano, quantomeno, inapplicabili. Quello che appare certo è l'ennesimo intento persecutorio nei confronti dei dipendenti della Pubblica Amministrazione mimetizzato dall'intento lodevole dell'eliminazione di milioni di certificati cartacei. Ma per scoraggiare le assenze non era più semplice ed efficace premiare le presenze con un bonus?




La revisione dei coefficienti darà Pensioni sempre più misere

Interessante articolo pubblicato sul sito dei COBAS sugli effetti della revisione dei coefficienti di trasformazione per il calcolo della pensione. L’azione congiunta dei governi che si sono succeduti dal 1992 in avanti, quindi di destra e di sinistra, ha creato una aspettativa pensionistica da fame.

Leggi l'Articolo


Corsi online del Volontariato Internazionale per lo Sviluppo

VISonline è un'iniziativa promossa dal VIS (Volontariato Internazionale per lo Sviluppo) con la finalità di diffondere una cultura della cooperazione e della solidarietà verso il Sud del mondo e di fornire competenza professionale a chi si occupa di tematiche internazionali.


 Organizza dei corsi online nelle seguenti aree:

Area Cooperazione Internazionale
Area Economica
Area Diritti Umani
Area Interculturale

Guarda i Programmi dei Corsi


Africa: quanta sete di insegnanti !

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È una delle poche risorse che l’Africa, ricolma di ogni ricchezza naturale, non possiede a sufficienza. Ed è anche quella, probabilmente la sola, che potrebbe innescare con decisione la marcia di uno sviluppo concreto del continente. Questa preziosa quanto rara "merce" che scarseggia a sud del Sahara ha un volto umano: quello degli insegnanti.
I maestri di villaggio, così come i professori impiegati nelle scuole delle grandi capitali, non sono abbastanza. E, se la situazione non cambierà al più presto, l’Africa mancherà clamorosamente uno dei più importanti obiettivi del Millennio: l’istruzione primaria per tutti entro il 2015. L’allarme viene dall’Unesco (l’organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura), secondo cui, per non perdere la sfida cruciale che si gioca nelle aule scolastiche, l’Africa subsahariana avrebbe bisogno di quasi altrettanti insegnanti – 2,4 milioni – in più di quelli su cui può contare attualmente, che sono 2,8 milioni.
Una situazione che purtroppo da queste parti non è nuova, anche se la sua origine viene collegata, di volta in volta, a fattori diversi: dai piani di aggiustamento strutturale, che dagli anni Ottanta hanno imposto tagli drastici alle spese per la funzione pubblica, alle politiche più recenti – ma non abbastanza innovative – di Banca mondiale e Fondo monetario internazionale, fino al malgoverno (e alla corruzione) dei leader locali, più propensi a investire eventuali proventi delle ricchezze nazionali in armi piuttosto che in maestri.

Oggi, la mannaia che si sta abbattendo sui bilanci destinati all’istruzione di numerosi Paesi africani si chiama crisi economica internazionale. E minaccia di colpire così duro che il numero degli analfabeti, invece che azzerarsi, rischia addirittura di aumentare. Nel 2009, secondo lo staff dell’Unesco che monitora i progressi verso la meta dell’istruzione per tutti, la recessione globale ha provocato una diminuzione delle entrate fiscali in 27 dei Paesi più lontani dal raggiungimento di questo obiettivo, con la conseguenza di vanificare anche i successi ottenuti negli ultimi anni: «C’è il pericolo reale che nazioni che avevano compiuto dei progressi, come Mozambico, Etiopia, Mali, Senegal e Ruanda, ora subiscano nuovi arretramenti».
Perché, tradotti in pratica, budget più bassi per il sistema scolastico significano paghe sempre più inadeguate e condizioni di lavoro estreme per maestri e professori, con classi troppo numerose e un aumento massiccio dell’orario di lavoro, per compensare i tagli di personale. Tagli che avvengono mentre, secondo i calcoli dell’Unesco, per arrivare al 2015 con le cattedre piene Paesi come Repubblica Centrafricana ed Eritrea dovrebbero incrementare il numero di insegnanti rispettivamente del 18,5 e del 16% ogni anno.
Un "divario educativo" che in Ciad tocca il 14%, in Niger il 12,5% e in Burkina Faso il 12%. E mentre in molte parti del continente le famiglie sono costrette a ricorrere a maestri "comunitari" (pagati cinque o sei volte meno di quelli statali), vari governi stanno reagendo all’emergenza reclutando personale a termine e spesso non diplomato, quindi meno costoso. Una strategia che, oltre ad aver suscitato l’ira delle associazioni di categoria – con scioperi di massa dal Gabon al Burkina Faso – è fortemente stigmatizzata da Education International, federazione globale di insegnanti, che in Africa riunisce 116 corporazioni di 51 Paesi. «Il ricorso a personale non professionale mina l’offerta di istruzione di qualità – sottolinea l’organizzazione –. Al contrario, è necessario delineare politiche per la formazione, di base e continua, dei docenti, così da assicurare a ogni bambino una cultura adeguata».
E non solo, se è vero che – come ha riconosciuto la stessa Unesco – «il sistema educativo può giocare un ruolo attivo ed efficace anche nella lotta all’Aids, attraverso l’insegnamento e la presa di coscienza sui comportamenti a rischio». Un elemento tutt’altro che marginale, visto che nell’Africa subsahariana circa il 9% dei bambini sotto i 15 anni sono sieropositivi, o hanno perso i genitori a causa del virus dell’Hiv.
Anche per questo la recessione, lungi dall’essere una buona scusa per abbassare gli standard scolastici, rappresenta una sfida che proprio il settore educativo può aiutare a vincere: «Investire nella scuola rappresenta una risposta strategica alla crisi – sostengono gli esperti di Education International –. Chiediamo ai governi di darci gli strumenti per costruire la società del futuro, basata sulla conoscenza: noi siamo parte della soluzione».

Chiara Zappa

fonte: Avvenire.it

Progetto "Scambi professionali" Docenti tra Italia e Francia

Progetto promosso nell’ambito delle iniziative di cooperazione bilaterale fra Italia e Francia. Termine per la presentazione della disponibilità a partecipare: 11 maggio 2010

Guarda la circolare e il formulario di candidatura

Libri di testo: modalità di adozione e quadro normativo

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Modalità di acquisizione e trasmissione telematica dei dati riguardanti le nuove adozioni e le conferme. In linea sul sito del MIUR la nota operativa per l'anno scolastico 2010/2011 con le modalità di adozione e il quadro normativo.

Guarda le modalità

Festival del corto prodotto nelle scuole

Prima edizione sul tema dell’intercultura. Il concorso nazionale è aperto a tutte le classi degli Istituti scolastici di Scuola secondaria di primo e secondo grado


REGOLAMENTO E BANDO DI CONCORSO

Concorso per il Simbolo di Science for Peace

Concorso nazionale promosso dalla Fondazione Umberto Veronesi per l’ideazione del simbolo del progetto Science for Peace. L’iniziativa è rivolta agli studenti delle scuole secondarie di II grado


Guarda il bando e la scheda di partecipazione

La scuola che piace alla Borsa

Gli istituti quotati a Wall Street fanno studiare il 23% degli alunni americani.
Un buon investimento nell'educazione scolastica passa anche dalla Borsa. Per lo meno negli Stati Uniti dove alcuni gruppi specializzati nell'educational sono presenti a Wall Street. Il loro mercato di riferimento continua a crescere. Secondo i dati del Department of Education (DoE) le scuole private quotate in Borsa nel periodo che va dal 2005 al 2009 hanno fornito i loro servizi al 23% della popolazione scolastica americana. "Si tratta di un dato impressionante", spiega uno studio firmato da Todd Young, analista azionario di Morningstar. "E questa tendenza potrebbe continuare". La crisi economica che ha colpito gli Usa, infatti, sta spingendo sempre più famiglie a cercare un'educazione migliore per i propri figli, nella speranza che in futuro possano trovare un buon posto di lavoro.
L'esplosione delle scuole private è confermata anche dal calo degli iscritti in quelle pubbliche. Secondo uno studio della American School and University (un'associazione che raccoglie le società attive nell'educational) nel decennio 1998-2008 le seconde hanno registrato un aumento degli iscritti dell'1,6%. Un dato inferiore anche a quello previsto dal DoE che si attendeva un incremento del 2,6%. "Questo indica che la scuola tradizionale non riesce a mantenere la sua quota di mercato mentre il numero degli alunni potenziali sta crescendo", continua Young. "La colpa è anche delle politiche di iscrizione di questi istituti che spesso sono molto restrittive per mantenere alto il profilo del proprio nome". Il risultato è una crescita della richiesta per le scuole private, che non hanno regole particolari e punteggi minimi per la selezione degli studenti.
Tutto questo non significa che le private quotate non abbiano concorrenza. La più forte è rappresentata dai cosiddetti community college (si tratta di scuole biennali che accettano studenti della comunità locale e sono sovvenzionate da tasse comunali) che stanno aumentando la loro quota di mercato. Secondo uno studio del Department of Higher Education nello stato del Connecticut questo sistema scolastico nel 2008 e nel 2009 ha visto crescere del 7,8% la popolazione delle superiori. Nello stesso periodo, quella universitaria è aumentata dell'1,7%. "La minaccia da parte di queste istituzioni per le private, tuttavia, non è molto seria. I community college, infatti, danno una preparazione di soli due anni, mentre le quotate permettono di completare i diversi cicli di studi", continua lo studio di Young. "Molti community college, inoltre, stanno firmando convenzioni particolari con gli istituti privati per permettere ai propri alunni di continuare a studiare".
Dal punto di vista operativo l'analista consiglia prudenza. "Il settore delle scuole private quotate è destinato a crescere nel lungo termine", dice Young. "Ma, nei prossimi due trimestri, potrebbe esserci una frenata. Se è vero infatti che la crisi economica sta spingendo molte persone senza lavoro sui banchi di scuola, bisogna anche tenere conto che una ripresa della congiuntura provocherà il movimento inverso. A loro vantaggio gioca la scarsità di risorse delle scuole tradizionali e la mancanza di volontà nel cercare nuovi iscritti". Fra i gruppi che operano nel settore, l'analista segnala Apollo. "All'interno del comparto education è in grado di fornire una buona diversificazione", spiega lo studio. "A livello geografico, le sue scuole sono presenti in molti stati americani. Gli istituti che controlla, inoltre, riescono a coprire tutti i livelli della scala educativa statunitense, dalle scuole primarie fino ad arrivare alle università".

fonte:  Mornigstar



Iniziative e Innovazione per una scuola più moderna

Il 2 ottobre 2009 sono state lanciate dal Governo alcune iniziative che io ritengo ancora poco conosciute. Oltre alla ben nota LIM sono state proposte altre iniziative non meno interessanti ed avrei piacere di sapere in quante scuole e in quali forme sono state sviluppate.
 Per una panoramica sulle iniziative proposte rimando al sito della Presidenza del Consiglio

Porta la Sporta: mai più sacchetti di plastica

Diffondere l'utilizzo della borsa riutilizzabile invece dei sacchetti in plastica e monouso. E’ questo l’obiettivo della settimana nazionale “Porta la Sporta” promossa dall’ Associazione dei Comuni Virtuosi, Wwf, Italia Nostra, Fai e Adiconsum che dal 17 al 24 aprile coinvolgera' piu' di 100 comuni italiani.
La campagna è stata lanciata nel marzo 2009 con l'intento di sensibilizzare non solo i consumatori, ma anche i commercianti, aziende, imprese, associazioni e organizzazioni no profit, scuole di ogni grado, enti e istituzioni nazionali e locali a divulgare la cultura del non uso del sacchetto di plastica, come esempio emblematico di uno stile di consumo “usa e getta” non più sostenibile.
Le iniziative di partecipazione alla settimana nazionale “Porta la Sporta”, che promuove l'adozione delle borse riutilizzabili, comprendono azioni di sensibilizzazione e informazione sull'impatto ambientale del sacchetto di plastica.
Portare la sporta può diventare qualcosa di più di una semplice abitudine, può rappresentare il primo atto di consapevolezza ecologica che apre un percorso di atti ulteriori di rispetto verso l'ambiente.
Cosi' come il sacchetto, seppur biodegradabile, è diventato l'icona di uno stile “usa e getta” la borsa deve diventare segno distintivo di quanti non hanno solamente adottato un oggetto ma uno stile di vita di cui essere orgogliosi.


Il Ministero dei Beni Culturali incontra la Scuola

Opuscolo di presentazione dell'iniziativa “Il MiBAC incontra la scuola” pubblicato in occasione dell'ABCD, il Salone Italiano dell’Educazione, la più importante fiera nazionale dedicata alla scuola, che si è tenuta a Genova dall’11 al 13 novembre 2009. Molti spunti didattici e di orientamento che meritano una rivisitazione.

Guarda l'opuscolo (pdf)

Eventi Culturali: Mostre in evidenza regione per regione

Elenco delle Mostre in Italia, nel Mondo, i Festival e i Grandi Eventi organizzati ad oggi per il 2010.

Mostre in Italia

Mostre nel Mondo

Festival

Grandi Eventi


GRATIS NEI MUSEI: Dal 16 al 25 aprile torna la "Settimana della Cultura"


L’evento culturale piu’ atteso dell’anno: la XII Settimana della Cultura.


Il MiBAC (Ministero per i Beni Culturali e Ambientali ) apre gratuitamente, per dieci giorni, tutti i luoghi statali dell’arte: monumenti, musei, aree archeologiche, archivi, biblioteche con dei grandi eventi diffusi su tutto il territorio.
Più di 2.900 appuntamenti per tutti i gusti: mostre, convegni, aperture straordinarie, laboratori didattici, visite guidate e concerti che renderanno ancora più speciale l’esperienza di tutti i visitatori.
Un’occasione imperdibile per avvicinarsi alla più grande ricchezza del nostro Paese: il nostro patrimonio artistico e culturale.

Guarda la Presentazione con le iniziative per Regione

Discriminazioni razziali: da oggi è possibile segnalarle online

Segnalare episodi di discriminazione, razziale o di altro tipo, grazie ad un servizio web gratuito, disponibile in tutte le lingue 24 ore su 24: è una possibilità offerta dal nuovo sito dell'Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali del Dipartimento per le Pari Opportunità, http://www.unar.it./
Il servizio consente a chi è vittima di razzismo o di altro tipo di discriminazione di inviare direttamente la segnalazione, così come avviene già con il numero verde gratuito 800 90 10 10. A denunciare possono essere anche testimoni di episodi di discriminazione.
Tra i compiti del Contact center, anche quello di monitorare costantemente stampa e web mediante un servizio centralizzato di rilevazione e denuncia dei fenomeni discriminatori nei media: questo consente di effettuare una segnalazione di articoli, siti, blog e servizi radiotelevisivi a contenuto discriminatorio.

Vai al sito

Vitalizio: pubblicato il decreto con i criteri e le modalità per la concessione

Pubblicato nella GU n. 81 dell’8 aprile 2010 il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 4 febbraio 2010 sulla determinazione dei criteri e delle modalità per la concessione dei benefici economici previsti dalla legge n. 440/1985 concernente l'istituzione di un assegno vitalizio a favore di cittadini italiani che abbiano illustrato la Patria attraverso meriti acquisiti nei campi delle scienze, delle lettere, delle arti, dell'economia, del lavoro, nel disimpegno di pubblici uffici o di attività svolte a fini sociali, filantropici, umanitari, e che versino in stato di particolare necessità.


I candidati devono:

- essere in possesso della cittadinanza italiana;

- essere in possesso di documentazione che attesti la chiara fama ed i meriti acquisiti a livello nazionale ed internazionale;

- versare in uno stato di particolare necessità;

- non aver subito pronunce di condanne penali irrevocabili con conseguente interdizione dai pubblici uffici.

La concessione dell'assegno straordinario vitalizio è deliberata dal Consiglio dei Ministri e, previa comunicazione al Parlamento, viene attribuita con decreto del Presidente della Repubblica.

Guarda il Testo del decreto