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Arriva il Patto tra Generazioni: Part-Time agli “Anziani”, largo ai Giovani

 i lavoratori prossimi alla pensione potranno ridurre l’orario ed aprire le porte ad uno "nuovo". Lo Stato si farà carico del differenziale contributivo da versare all`Inps. Il decreto in Gazzetta Ufficiale, dopo il via libera della Corte dei Conti e la suddivisione delle quote regionali. Una possibilità che nella scuola, dove spesso la stanchezza prende il sopravvento, sarebbe sicuramente bene accolta.
La disoccupazione si può combattere in tanti modi. Anche alleggerendo il carico di ore di attività professionale dei lavoratori prossimi alla pensione. E cedere la quota di lavoro settimanale ai giovani. Un po’ alla chetichella, senza troppi annunci, il progetto ha trovato compimento. Si tratta del decreto del ministero del Lavoro sul patto tra generazioni, approdato in questi giorni in Gazzetta Ufficiale e che ora entra nella fase operativa, dopo aver incassato il via libera dalla Corte dei Conti e dopo che sono state stabilite anche le quote regionali per la sua attuazione.
L’obiettivo del legislatore è semplice: coniugare l`occupazione giovanile e la salvaguardia dei lavoratori giunti a ridosso dal lasciare l’occupazione. Così, quella che si realizzerà dovrebbe essere una vera e propria “staffetta” tra i lavoratori più maturi e quelli lasciati sino ad oggi ai margini dell’occupazione per mancanza di spazio.
Il meccanismo è semplice: coloro che sono prossimi alla pensione potranno accedere (volontariamente) al part-time e lasciare dunque una parte del proprio lavoro a un giovane, in cambio dell`assunzione da parte delle aziende di quest`ultimo a tempo indeterminato. Anche se all’inizio solo nella veste di apprendisti.
Per agevolare l’operazione, le aziende beneficerebbero di un contributo statale: sarà infatti il soggetto pubblico a farsi carico del differenziale contributivo da versare all`Inpsa favore del lavoratore anziano, in modo da non nuocere sulla sua copertura previdenziale. Il lavoratore, quindi, avrà uno stipendio ridotto, in proporzione al numero di ore che svolgerà in meno settimanalmente. Ma la scelta non inciderà negativamente sulla pensione.


di Alessandro Giuliani su http://www.tecnicadellascuola.it
11/12/2012