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L'argomento del giorno è: licenziamo i Professori

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Questa volta il tam-tam è scaturito da un fatto accaduto in una scuola americana del Rhode Island, la Central Falls Senior High School che, per scarsi risultati degli studenti, ha licenziato in blocco tutti i docenti. Tanto è bastato per dare la stura ad un coro di consensi ed una richiesta di emulazione per i Professori nostrani.
L'equazione è semplice: " Se tutti gli studenti di una classe danno scadenti risultati, i casi sono due: o l’indisciplina generale è così alta da impedire ai professori di insegnare, oppure sono i professori stessi incapaci di insegnare. Ma andrebbe anche osservato che se un docente non è in grado di tenere la disciplina, il più delle volte significa che non sa incuriosire e motivare all’apprendimento i propri allievi."

L'equazione è semplice anzi, è semplicistica e non può che essere enunciata da chi in classe non è mai stato se non come studente (forse).

  A questa equazione io rispondo con un paragone: immaginiamo di chiedere ad un chirurgo di operare un paziente dopo avergli legato le mani. Dopo aver constatato gli ovvi risultati lo licenziamo perché incapace di compiere un'operazione chirurgica.
  Può sembrare un paragone estremo, inappropriato, certamente provocatorio ma non così assurdo.
  Da qualche decennio si fa a gara per mettere al "centro"della scuola tutti: gli alunni, i genitori, il quartiere, il Preside manager ma non ho mai sentito qualcuno mettere al centro i Docenti.
  Sulla Scuola discettano tutti: pedagogisti, psicologi, giornalisti, ministri, sottosegretari, opinionisti....Ma in classe ci andiamo noi. Tutti hanno qualcosa da insegnarci, da inculcarci, da aggiornarci...Ma in classe ci andiamo noi.
  Esistono degli Insegnanti indifendibili, non c'è dubbio ma l'impostazione del dibattito è contro un'intera categoria. Quand'è che qualcuno metterà gli Insegnanti al centro della Scuola? Quand'è che si libereranno le mani agli Insegnanti? Se un Docente viene messo in condizione di insegnare, a meno che non abbia sbagliato mestiere, i risultati sono garantiti. Oggi, soprattutto nelle realtà più disagiate, questo è impossibile. E l'equazione: " Se un docente non è in grado di tenere la disciplina, il più delle volte significa che non sa incuriosire e motivare all’apprendimento i propri allievi" non esiste.
  Ci sono delle realtà inimmaginabili che hanno bisogno di interventi specialistici individualizzati (non sto parlando né di alunni diversamente abili né di alunni in difficoltà). L'insegnante ha in una classe, mediamente, 25 alunni e non può dedicarsi solo a quei 2 o 3 bulli che sabotano regolarmente le lezioni . Le situazioni che si creano debbono essere inquadrate, e perseguite, sotto la loro vera luce: "Interruzione di pubblico servizio". Togliere dalla classe chi impedisce lo svolgimento del lavoro scolastico è diventata un'emergenza ed un dovere primario per tutti coloro che hanno a cuore le sorti della Scuola. Non è un'esagerazione.
  Le prime vittime di questa situazione ingovernabile sono gli alunni diversamente abili che avrebbero, loro si, bisogno di maggiore attenzione; ben poco può fare l'Insegnante di sostegno che al massimo opera 9 ore su 30 a settimana.
Le seconde vittime sono gli alunni abili ma bisognosi di recuperare le carenze, le cui famiglie sono spesso costrette a ricorrere a lezioni private.
Le terze vittime sono gli alunni con grosse capacità che potrebbero raggiungere risultati di eccellenza resi impossibili in queste condizioni.
Infine ma non ultimi gli Insegnanti, costretti a sgolarsi e a collezionare frustrazioni verso questi elementi impuniti e impunibili che, di fatto, sono i più tutelati della Scuola.
E le patologie aumentano. E l'insoddisfazione e lo scoraggiamento aumenta. E l'età pensionabile aumenta. Il Ministro Sacconi quando ci tratterrà in servizio fino a 67 anni e oltre, farà insegnare agli alunni persone che hanno 5 volte la loro età: complimenti.
  Fino a quando durerà questa situazione?
  Il Ministro Gelmini dice di aver introdotto la bocciatura con il 5 in condotta, poi leggendo bene l'ambito di applicazione si scopre che l'alunno deve aver avuto una sospensione di 15 giorni. E' mai esistito in Italia un alunno che abbia avuto 15 giorni di sospensione? Caro Ministro, è un'arma spuntata, e a poco vale demandare all'autonomia degli istituti interventi più adeguati. Il segnale chiaro, forte e soprattutto applicabile deve venire dall'alto e uguale per tutti. Bocciare alla fine dell'anno, quando avviene, è troppo tardi; il lavoro didattico della classe è ormai compromesso.
  Per non rimanere nel vago propongo che la bocciatura avvenga alla fine del primo quadrimestre. L'alunno che avrà dimostrato disinteresse e soprattutto avrà impedito il  pubblico servizio dell'insegnamento deve essere allontanato dalla classe. Per andare dove? Dovrebbero essere organizzate classi trasversali che raccolgano tutti gli elementi di pari livello (ma non più di 12 alunni) che svolgano innanzitutto lavoro di rieducazione: alla cittadinanza, alla convivenza, al rispetto reciproco e delle istituzioni. In seguito, possono anche colmare le lacune scolastiche. Se il percorso del ragazzo sarà giudicato positivo potrà anche essere riaccorpato alla classe di provenienza all'inizio dell'anno scolastico successivo. Intanto la classe avrà avuto un quadrimestre in Grazia di Dio.
  Proposta impossibile? Inutile? Può darsi. Ma allora inventate qualcosa voi, che comandate, perché così non si può andare avanti. Coloro che si dilettano a scrivere di scuola, senza farne parte, si occupino, cortesemente, di cose in cui sono più competenti; perché alla fine in classe...ci andiamo noi.

Buona lettura (si fa per dire)

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