Nell’immaginario comune le grandi innovazioni nascono da
colpi di genio individuali, quando un’intelligenza fuori dalla norma s’imbatte
in un’idea destinata a rivoluzionare un’intera cultura. È così che idealizziamo
la creatività, pensandola come il frutto di visioni estemporanee, di
folgorazioni che trascendono le contingenze storiche e le tradizioni
consolidate. Al contrario sono proprio gli ambienti aperti e le piattaforme
condivise ad accrescere la creatività e la redditività delle persone che vi
operano. È in questo tipo di habitat – si tratti delle capitali italiane del
Rinascimento o del World Wide Web – che sono venute alla luce le grandi
invenzioni, come il risultato di percorsi convergenti e condivisi, anche
inconsapevolmente, e mai come il frutto di un’avventura solitaria.
Steven Johnson ha ricostruito le tappe di questi avvincenti
percorsi, tracciando una storia delle idee che hanno cambiato il mondo – dal
torchio da stampa di Gutenberg alla nascita di Google –, per aiutarci a
comprendere come, potenziando le reti di condivisione, sia possibile aumentare
il numero e la qualità delle idee vincenti.
“È nella natura delle grandi idee reggersi sulle spalle dei
giganti che le hanno precedute: tutte le innovazioni importanti sono
essenzialmente il risultato di una rete.”
The New
York Times