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L’INDAGINE OCSE - TALIS FOTOGRAFA IL SISTEMA SCOLASTICO INTERNAZIONALE

Tre docenti su quattro lamentano la mancanza di incentivi economici e di progressione di carriera che migliorerebbe la qualità del loro insegnamento. E’ questo uno dei dati più significativi emerso dalla ricerca OCSE-TALIS presentata il 17 giugno nel palazzo di Viale Trastevere, alla presenza del ministro Mariastella Gelmini e dei più autorevoli rappresentanti dell’OCSE (Organizzazione per lo Sviluppo e la Cooperazione internazionale).

L'Indagine internazionale sull'insegnamento e l'apprendimento – TALIS (Teaching And Learning International Survey) è la prima analisi comparativa che fotografa la situazione attuale dei sistemi scolastici nei 23 paesi partecipanti, coinvolgendo 70.000 tra professori e dirigenti scolastici. La ricerca, incentrata sull’istruzione secondaria di primo grado pubblica e privata, esamina alcuni importanti aspetti relativi a: sviluppo professionale, opinioni, atteggiamenti e pratiche di insegnamento adottate dai docenti, valutazione e feedback e, infine, leadership scolastica; elementi che, in qualche modo, incidono sull’efficacia dell’apprendimento e sulla qualità del clima d’aula.

o Un docente su quattro, nella maggior parte dei paesi europei, vanifica almeno il 30% del tempo di insegnamento a causa del comportamento indisciplinato degli studenti o per gli adempimenti amministrativi.

o I docenti che hanno avuto maggiori occasioni di sviluppo professionale si sentono, in genere, più preparati ad affrontare le sfide educative.

o In taluni paesi, la valutazione dei docenti e il feedback possono rivelarsi strumenti molto utili per accrescere la percezione dell’efficacia del proprio lavoro e il riconoscimento pubblico può rafforzare questa correlazione. E’ interessante notare che le insegnanti donna tendono a considerare l’insegnamento un modo per favorire l’apprendimento autonomo degli studenti, piuttosto che un processo di trasmissione diretta delle informazioni.

o Talune pratiche didattiche sono maggiormente associate al clima disciplinare d’aula e alla percezione dell’efficacia del proprio lavoro rispetto ad altre modalità di insegnamento.

o La maggior parte dei docenti lavora in scuole che non prevedono alcuna forma di premialità o riconoscimento per il lavoro svolto. Il 75% dei docenti dichiara, secondo TALIS, di non ricevere nessuna gratificazione a fronte di un miglioramento della qualità del proprio lavoro.

o In tutti i paesi europei esistono dirigenti scolastici che hanno adottato uno stile di “leadership educativa” fondamentale per attuare un modello di leadership scolastica efficace.

… E QUELLO ITALIANO

La situazione in Italia non è molto diversa da quella degli altri paesi che hanno partecipato alla ricerca OCSE e i dati risultano abbastanza omogenei.
Le principali cause di disturbo alle lezioni sarebbero episodi di bullismo:intimidazioni o aggressioni verbali verso altri studenti (30%), seguono le aggressioni fisiche tra studenti (12,7%), le aggressioni agli insegnanti (10,4%), ma anche furti (9,1%) e per ultimo il problema della diffusione di droghe e alcol (4,5%).
L'Italia, conferma il rapporto Talis, è il Paese con la più alta percentuale (52%) d'insegnanti che superano i 50 anni, mentre solo il 3% ha un'età inferiore ai 30 anni. Nel nostro sistema scolastico abbiamo la più alta percentuale di insegnati donne: il 78% del totale.
Il 95% degli insegnanti italiani si dice comunque soddisfatto del proprio lavoro e il 98% - la più alta percentuale dopo la Slovenia - giudica positivamente il proprio livello di efficacia nell'attività svolta.
Nella ricerca si evidenzia anche che in Italia è più elevata della media la quota dei dirigenti scolastici che riferisce di mancanza di insegnati specializzati e personale tecnico – utilizzabile nei laboratori – poiché le lamentele raggiungono il 52% contro la media internazionale del 38%.
Ancora meno positive risultano le valutazioni sulla disponibilità di strutture tecniche e materiali didattici per l'istituto.
Ed inferiore alla media internazionale dell'89 % è anche la quota di insegnati italiani - 85% - che riferisce di aver partecipato ad attività di sviluppo professionale negli ultimi 18 mesi.

Queste le principali considerazioni:

o A differenza di quasi tutti i Paesi OCSE, gli allievi sono per lo più valutati dai propri insegnanti. Occorre una supervisione e valutazione esterna. Per l’esame finale di istruzione secondaria superiore i candidati non sono valutati da una commissione completamente esterna

o Gli insegnanti italiani sono pagati meno rispetto alla media dei paesi OCSE, in termini assoluti, rispetto al PIL e su base oraria. Questo vale a tutti i livelli di insegnamento e nei vari livelli della carriera

o I docenti sono assegnati alle scuole in base all’anzianità di servizio: questo meccanismo è inefficiente ed ha effetti negativi sulla qualità dell’insegnamento. Circa la metà degli insegnanti si sposta da una scuola all’altra ogni anno

o Il costo più elevato dell'istruzione italiana è ampiamente dovuto al rapporto insegnante per studente, che è del 50% più alto (9,6 insegnanti ogni 100 studenti in Italia, rispetto a 6,5 insegnanti nell'area OCSE)

o I dirigenti scolastici delle scuole non hanno autonomia manageriale se non molto limitata, anche nella selezione, valutazione e nello sviluppo di carriera degli insegnanti .

In conclusione, l’OCSE raccomanda all’Italia di migliorare la qualità dell'insegnamento e in particolare di:

o Rafforzare la qualifica iniziale degli insegnanti e rendere più rigorose le procedure di reclutamento, attraverso una maggiore selezione per l’accesso alla formazione iniziale degli insegnanti e una standardizzazione delle procedure di certificazione.

o Rendere più attraente la professione dell'insegnamento promuovendo lo sviluppo professionale dell'insegnante, introducendo incentivi finanziari basati sui risultati, offrendo opportunità di sviluppo di carriera basate sulle ricertificazioni e prestazioni.

o Dare maggiore autonomia gestionale ai dirigenti scolastici, in particolare nel reclutamento, nella valutazione e nella progressione di carriera degli insegnanti (condizionale per responsabilizzare le scuole).

Fonte: area comunicazione del Ministero dell’Istruzione