Complessità del trattamento dei disturbi dello spettro
autistico: gli approcci sono molteplici ma gli insegnanti non hanno formazione
specifica
Lo spettro autistico, termine che definisce i Disturbi Generalizzati dello Sviluppo, descrive una serie di disturbi che colpiscono le abilità sociali e di comunicazione e, in misura variabile, le abilità motorie e linguistiche. Si tratta di uno spettro variabile, che può comprendere sia persone con alto quoziente intellettivo che con ritardo mentale. All'interno dello spettro autistico, infatti, troviamo diverse diagnosi, che vanno dalla Sindrome di Asperger, che definisce persone ad "alto funzionamento", al Disturbo autistico, che descrive invece persone con grave disabilità verbale ed intellettuale. In questi casi vi è necessità di una presa in carico impegnativa e continuativa. L'indagine La dimensione nascosta delle disabilità, realizzata nel Febbraio scorso dal Censis, rileva che quasi un terzo delle mamme di bambini autistici lascia o perde il lavoro, poiché essi necessitano di assistenza continua, che ricade soprattutto sulla famiglia.
METODI E APPROCCI - Gli allievi con autismo frequentano regolarmente la scuola e sono seguiti dall'insegnante di sostegno e da educatori o assistenti. Il trattamento efficace dell'autismo, però, non è semplice. I genitori spesso lamentano competenze specifiche poco diffuse nel personale scolastico ed anche tra i terapisti le "scuole di pensiero" non sono univoche. Cognitivisti o comportamentisti? Nei casi di basso funzionamento, il trattamento più efficace sembra essere l'Applied Behavior Analysis (ABA), cioè l'analisi comportamentale applicata per la modifica dei comportamenti sociali. Nei casi complessi di alto funzionamento, però, c'è chi si appella anche alle specificità mentali, percettive e sensoriali, alla diversità individuale. Uno degli approcci più diffusi per l'insegnamento è il programma evolutivo e psicoeducativo TEACCH, in cui al centro è la strutturazione spazio-temporale; altri approcci si concentrano invece sui deficit, sulla necessità di routine o sulla comunicazione facilitata ed oggi si parla anche di approcci neocomportamentali. Il panorama dei metodi e dei modelli è molto ampio, come emerge dalle Linee Guida per l'Autismo della Società Italiana di Neuropsichiatria dell'Infanzia e dell'Adolescenza. La scelta non è semplice e spesso i genitori si basano sui suggerimenti di altre famiglie.
E LA SCUOLA? - Gli insegnanti di sostegno sono formati oggi con un titolo di specializzazione polivalente, che non comprende un percorso di studi specifico per il trattamento dell'autismo. Spesso ci si appella alla loro buona volontà, allo studio personale o alle competenze che maturano nel tempo. Non basta. Occorre anche che prestino molta attenzione ai suggerimenti dei genitori e dei terapisti, in modo da contribuire efficacemente al trattamento. In classe devono individuare strategie ad hoc, consapevoli che nell'autismo vi è mancanza di generalizzazione e di apprendimento incidentale, comprensione letterale, difficoltà di coinvolgimento, reazione agli stimoli. Devono presentare consegne chiare e semplici, note, anticipare i cambiamenti, insegnare le abilità sociali, utilizzare strumenti di presentazione. Devono fare questo e tante altre cose, in accordo con le famiglie e con i terapisti. La parola d'ordine, mai come in questo caso, è sinergia.
Lo spettro autistico, termine che definisce i Disturbi Generalizzati dello Sviluppo, descrive una serie di disturbi che colpiscono le abilità sociali e di comunicazione e, in misura variabile, le abilità motorie e linguistiche. Si tratta di uno spettro variabile, che può comprendere sia persone con alto quoziente intellettivo che con ritardo mentale. All'interno dello spettro autistico, infatti, troviamo diverse diagnosi, che vanno dalla Sindrome di Asperger, che definisce persone ad "alto funzionamento", al Disturbo autistico, che descrive invece persone con grave disabilità verbale ed intellettuale. In questi casi vi è necessità di una presa in carico impegnativa e continuativa. L'indagine La dimensione nascosta delle disabilità, realizzata nel Febbraio scorso dal Censis, rileva che quasi un terzo delle mamme di bambini autistici lascia o perde il lavoro, poiché essi necessitano di assistenza continua, che ricade soprattutto sulla famiglia.
METODI E APPROCCI - Gli allievi con autismo frequentano regolarmente la scuola e sono seguiti dall'insegnante di sostegno e da educatori o assistenti. Il trattamento efficace dell'autismo, però, non è semplice. I genitori spesso lamentano competenze specifiche poco diffuse nel personale scolastico ed anche tra i terapisti le "scuole di pensiero" non sono univoche. Cognitivisti o comportamentisti? Nei casi di basso funzionamento, il trattamento più efficace sembra essere l'Applied Behavior Analysis (ABA), cioè l'analisi comportamentale applicata per la modifica dei comportamenti sociali. Nei casi complessi di alto funzionamento, però, c'è chi si appella anche alle specificità mentali, percettive e sensoriali, alla diversità individuale. Uno degli approcci più diffusi per l'insegnamento è il programma evolutivo e psicoeducativo TEACCH, in cui al centro è la strutturazione spazio-temporale; altri approcci si concentrano invece sui deficit, sulla necessità di routine o sulla comunicazione facilitata ed oggi si parla anche di approcci neocomportamentali. Il panorama dei metodi e dei modelli è molto ampio, come emerge dalle Linee Guida per l'Autismo della Società Italiana di Neuropsichiatria dell'Infanzia e dell'Adolescenza. La scelta non è semplice e spesso i genitori si basano sui suggerimenti di altre famiglie.
E LA SCUOLA? - Gli insegnanti di sostegno sono formati oggi con un titolo di specializzazione polivalente, che non comprende un percorso di studi specifico per il trattamento dell'autismo. Spesso ci si appella alla loro buona volontà, allo studio personale o alle competenze che maturano nel tempo. Non basta. Occorre anche che prestino molta attenzione ai suggerimenti dei genitori e dei terapisti, in modo da contribuire efficacemente al trattamento. In classe devono individuare strategie ad hoc, consapevoli che nell'autismo vi è mancanza di generalizzazione e di apprendimento incidentale, comprensione letterale, difficoltà di coinvolgimento, reazione agli stimoli. Devono presentare consegne chiare e semplici, note, anticipare i cambiamenti, insegnare le abilità sociali, utilizzare strumenti di presentazione. Devono fare questo e tante altre cose, in accordo con le famiglie e con i terapisti. La parola d'ordine, mai come in questo caso, è sinergia.
Tina Naccarato
fonte: http://www.disabili.com