google.com, pub-4358400797418858, DIRECT, f08c47fec0942fa0 TUTTOPROF.: Ma va là, Prof. Monti! google.com, pub-4358400797418858, DIRECT, f08c47fec0942fa0

Ma va là, Prof. Monti!


Continuo ad essere in forte disaccordo con quanto dice il nostro premier, il prof. Mario Monti.  Ovviamente “lù el se cascia no”: preferisco dirla Milan style perché mi hanno appena regalato il nuovissimo romanzo di Montalbano. Mi piace da andar giù di testa, ma dopo poche pagine sento il bisogno di ritrovare le mie radici. Che sono anche quelle del Prof.  Lui sicuramente non si darà cale del mio dissenso, se ne fa un baffo così, per tradurti la locuzione lombarda. Ma dopo la storiella della luce in fondo al tunnel, adesso non può venirmi a sgonfiare con la trovata dei “chiari segnali di ripresa”.

Ennò cara el mè Profesur, lei sta parlando da politico non da Bocconiano. Se c’è una cosa che non è chiara, sono proprio i segnali che da più parti ci arrivano. Lo abbiamo più volte visto insieme nelle scorse settimane e non ho mancato di sottolinearlo con preoccupazione. Dal Guardian a Markit e Yahoo Finance e a vari istituti USA di studio della congiuntura, semmai aumentano i segnali che fanno temere per il 2013 una recessione mondiale. Una voce particolarmente autorevole si è appena aggiunta: Stanley Fischer, il capo della Bank of Israel ha espresso le sue preoccupazioni a Gerusalemme in una intervista alla CNBC

Proprio di un Istituto indipendente per lo studio della congiuntura USA, l’ECRI Economic Cycle Research Institute è il grafico che ti presento sta settimana. Te ne avevo già parlato qualche mese fa quando avevano suonato un campanello d’allarme. Adesso il loro capo dice: ve lo avevo anticipato 9 mesi fa e ora “we do believe we are in recession”.

Per il nostro domestico non è che giri molto meglio. Il secondo grafico arriva da un istituto pubblicamente riconosciuto ed accreditato, ma sia Cer che Ires concordano, e prevede per i prossimi anni una riduzione del potere di acquisto fino al 9% nel 2014. Alla faccia dei chiari segni positivi. Del resto alla recentissima audizione alla Camera del presidente Istat, il dott. Enrico Giovannini ha detto che “ulteriori segnali incoraggianti, ma non univoci, sono emersi nelle ultime settimane”. Con altre parole, e ben più autorevoli delle mie, si dice la stessa cosa: che le cose son mica chiare.

Tirar fuori tra un po’ la scusa che noi stavamo andando meglio o meno peggio, cosa indiscutibile anche se metterei in discussione che si andasse così peggio come i mercati internazionali sembravano voler far credere, ma poi è arrivato il Cigno Nero … non vale.

Per parlare da vecchio Bocconiano chiamiamolo un Entelechiano, come fin dal 1955 nella milanesissima Bocconi il prof. Giovanni Demaria aveva pubblicato con una cinquantina d’anni di anticipo su Nassim Nicholas Taleb, cittadino del villaggio globale. Comunque per definizione un fatto imprevedibile a priori, che impatta violentemente sull’economia e che a posteriori verrà rigorosamente giustificato dagli esperti come inevitabile. Questo fatto invece, la recessione, quando non predetto addirittura, lo hanno ritenuto possibile e probabile in tanti che lo hanno dichiarato a chiare lettere.

E sia chiaro: non sono un autolesionista che provi una gioia masochista quando le cose vanno male. Vorrei solo che coloro che hanno la responsabilità delle decisioni, un Camilleri lombardo direbbe “quej che gan la mennera”,  non ci trattassero da sudditi idioti una volta ancora.

Vittorio E. Malvezzi su Soldionline